sabato 18 maggio 2019

Recensione #344 Savage by Debora C. Tepes



Autrice: Debora C. Tepes
Titolo: Savage
Editore: Self Publishing
Trama
Una donna fortunata… Ecco come mi avrebbero definita in tanti.
Ma nessuno conosceva la verità.
Ero disposta a tutto pur di scappare dalla mia gabbia dorata e dal mio aguzzino. Mio marito, il sindaco di Sacramento.
E l’ho fatto.
Sono partita per rinascere.
Ho abbandonato il mio personale inferno per approdare in un paradiso di una bellezza accecante: la giungla è diventata la mia casa, l’oceano il mio solo amico, il cielo l’unico testimone.
Eppure questi luoghi inesplorati sono tutt’altro che ospitali e celano un pericoloso segreto. Due occhi glaciali mi scrutano nella notte, un predatore affamato mi bracca senza sosta, un animale feroce mi insegue con rabbia.
Lui è la natura. La più incontaminata, lussureggiante e insidiosa natura.
Un uomo.
Una belva.
L’ennesima.
Il fato non è stato clemente con me.
Mi chiamo Ophelia e sono una sopravvissuta.
Mi chiamo Ophelia e sono ancora in pericolo.




Io amo molto le storie create da Debora e questa sua nuova uscita non ha fatto eccezione.
Diversa dalle altre, l'ho trovata più dolce e romantica. Non mi è dispiaciuta questa cosa soprattutto perché è la conferma (non che ne avessi bisogno) che l'autrice sa destreggiarsi benissimo con altri generi letterari.
La storia raccontata qui inizia con Ophelia che fugge da un marito violento e pericoloso e si rifugia in un'isola delle Fiji. Durante un'escursione in barca naufraga su un'isola sconosciuta e abitata unicamente da un indigeno solitario: Kamlesh.
La cosa che ho amato particolarmente di questo romanzo è la descrizione della natura, dei paesaggi e degli animali che vivono in questo minuscolo atollo. Non ho minimamente fatto fatica a immaginarmi lì, in compagnia dei due protagonisti e osservare con loro gli splendidi colori della natura che li circonda. Così come non è stato difficile sentire il freddo, l'umidità e il senso di clausura durante l'uragano che ha imperversato per giorni sull'isolotto.
Per quello che riguarda lo sviluppo di Ophelia e Kalmesh, trovo che Debora sia riuscita a fare un ottimo lavoro sviluppandone benissimo la psicologia.
Ho davvero apprezzato quando Ophelia prende coraggio e scappa dal marito. Certo aiuta il fatto che sia riuscita a mettere via dei soldi necessari alla fuga. Adoro queste eroine librose che riescono ad affrontare i problemi che la vita presenta loro e trovare una soluzione. Mi è piaciuto anche il suo percorso di guarigione che avviene grazie alle cure di Kalmesh.
Questi è un soggetto davvero favoloso che ho amato immensamente. Importanti i piccoli (e troppo rari) Pov con cui ho avuto modo di conoscerlo meglio. Confesso che ne avrei voluti molti di più.
Unica cosa che mi ha lasciata un po' interdetta sono i tempi. Secondo me andavano dilatati maggiormente per rendere il tutto ancora più realistico. Poi sarei stata molto, molto, molto, molto... più cattiva con Brad, il marito di Ophelia alla resa dei conti.
Rimane comunque una bellissima storia che sono davvero contenta di aver letto.




6 commenti:

  1. come sia io ho letto solo un libro della tepes ma non mi ha fatta impazzire, ho ancora altro di suo sul kindle ma lo tengo per i periodi di magra

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo so, a me invece piace molto. Non siamo mica obbligate a farci piacere le stesse cose :D

      Elimina
  2. Sembra molto intrigante, ho già visto che si trova su Kindle Unlimited, mi sa che lo provo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho letto tutto di questa autrice e mi sono piaciuti tutti

      Elimina
  3. prima o poi questa autrice la leggo, giuro!

    RispondiElimina