lunedì 30 aprile 2018

Recensione #5 Biancaneve e il cacciatore di Lily Blake by Manuela




Oggi si conclude il primo mese di questa nuova rubrica Tu leggi? Io scelgo!, ideata da Chiara (La lettrice sulle nuvole) e da Rosaria (Niente di personale). Il blog dal quale dovevo trovare un libro era quello di Francesca Verde (Libri, Libretti, Libracci). Scorrendo tra le letture di Francesca, sono stata “attratta” da questo titolo, “Biancaneve e il cacciatore”. Quindi ho deciso di leggerlo, un po’ perché avevo visto il film e mi era piaciuto, un po’ perché amo le favole e anche i retelling delle fiabe. Biancaneve è una delle fiabe della mia infanzia, non la mia preferita, ma sicuramente una di quelle che mi hanno tenuto compagnia da bambina.


Autrice: Lily Blake

Titolo: Biancaneve e il cacciatore
Pagine: 280
Data di pubblicazione: 11 luglio 2012


Trama
Re Magnus è in guerra contro un terribile nemico. Ma armi e battaglie non lo distraggono dal doloroso ricordo della moglie perduta. Di lei gli rimane solo la piccola Biancaneve. Fino al giorno in cui, nella Foresta Tenebrosa, il re incontra una donna bellissima, capace di farlo innamorare di nuovo: la malvagia Ravenna. È la regina del Male, che con le sue arti di magia nera, assorbe dal cuore delle fanciulle l’eterna giovinezza, uccidendole. La prossima vittima è Biancaneve. Ma sotto il candore della pelle e l’ingenuità dello sguardo, la ragazza cela un animo guerriero. Ed Eric, il cacciatore destinato a sopprimerla, si troverà di fronte una donna coraggiosa, affascinante, e decisa a combattere, nonché una banda di nani ribelli che darebbero la vita per lei. La perfida Ravenna ha i giorni contati.





Questa nuova versione della fiaba non ha niente a che vedere con la favola della tradizione dei fratelli Grimm e neppure con la trasposizione cinematografica della Disney. È una storia diversa, dall’atmosfera più gotica, più guerriera, ma l’idea di fondo rimane sempre la stessa. Le due differenze sostanziali sono nel “movente” della regina, che qui si chiama Ravenna e non Grimilde, e nel primo bacio che risveglia la principessa. In questo libro è infatti il cacciatore Eric a destare Biancaneve dal sonno eterno e non il principe azzurro.

Ravenna è mossa dalla vendetta ed è talmente divorata da questo sentimento da non tenere in considerazione neanche il legame con il fratello. Un legame oltremodo morboso e malato, ma tenuto in piedi solo fino a quando le torna utile; nel momento in cui cercare di salvare il fratello rappresenta anche la sua fine, la regina non ci pensa due volte e abbandona Finn a se stesso, condannandolo a morte certa.

Devo ammettere che forse aver visto il film in qualche modo ha “influenzato” il mio approccio. Infatti, prima di tutto, devo dire che questo è uno dei pochi casi in cui il film è migliore del romanzo. Poi però ho scoperto anche il perché: la versione della Blake è la traduzione scritta della sceneggiatura. Già dalle prime pagine ho rivisto nella mia mente le immagini della versione cinematografica, ma con una differenza: la versione stampata non rispetta a pieno il ritmo delle scene del film. In quest’ultimo si vive l’azione, il pathos della fuga di Biancaneve e/o la “caccia” ad opera degli uomini della regina, nel libro questa azione non l’ho assaporata. Sicuramente la versione scritta ha il pregio di farti entrare nei personaggi, ma l’ho percepita molto “distaccata”. La storia narrata mi è piaciuta, ma non sono riuscita a provare empatia con i personaggi, che ho più subìto che vissuto.
Il Cacciatore è forse il personaggio che ho più amato, a farla da padrone è questo dolore che lo pervade completamente, il suo amore senza fine per la moglie Sara, trucidata da briganti. Questo fatto lo ha reso disilluso, perso nel suo dolore, rancoroso. Affoga tutto il suo essere nell’alcool… Poi incontra Biancaneve e qualcosa in lui cambia, ma bisogna aspettare la fine per capire come cambia.

Non era bravo nelle amicizie e nelle relazioni in generale, con tutte le complicazioni che derivano dalla vicinanza e dalla compagnia di un altro essere umano. Era più facile stare soli.

Biancaneve invece è insulsa. Almeno per tutta la prima parte è e rimane una bambina, è cresciuta anagraficamente, ma non psicologicamente… Ci sta pure, ma, essendo lei l’eroina di questo racconto, te l’aspetti un po’ più viva! Per fortuna verso la fine della prima parte si inizia ad intravedere un po’ del carattere impavido che avrebbe dovuto caratterizzarla, coraggio che poi esce fuori, anche se non del tutto, nella seconda parte. Solo quando comprende di essere davvero “predestinata”, Biancaneve allora cambia atteggiamento… Peccato che siamo ormai arrivati al termine del racconto!!! Nell’ultima parte ha l’aspetto dell’eroe, prende sicurezza, il fatto di avere consapevolezza le dona coraggio, forza, speranza…

- La speranza non si spegne mai – sussurrò Biancaneve.

È chiaro che, essendo una favola, la parte da padrone la fa la magia, a cominciare dall’incantesimo pronunciato dalla madre di Ravenna…

Ricorda” gridò “con sangue innocente l’incantesimo è stato lanciato, e solo con sangue innocente potrà essere sciolto.”

allo specchio, unico amico della regina, alla Foresta Tenebrosa. Ma, essendo “magia cattiva”, ha il suo prezzo…

Finn la studiò attentamente. – La magia ha un caro prezzo da pagare – disse infine. Cauto.

E poi c’è anche la parte delicata, rappresentata dagli aiutanti di Biancaneve, gli animali… Sto pensando alle gazze o al cavallo bianco, che l’aiutano nella fuga dal castello; sto pensando ai Nani, che sicuramente non sono i buffi personaggi della storia della tradizione, ma sono comunque simpatici e legati alle fatine buone.

In conclusione posso dire che sono combattuta nel dare una votazione netta, la prima parte mi ha un po’ delusa perché l’ho trovata lenta e poco appassionante, bella nelle descrizioni dell’ambiente, ma nulla di più. La seconda parte è stata più attiva, insomma inizia a venir fuori l’idea di battersi per portare il popolo a vivere nella speranza.

- Ma ora ho capito che non può esserci pace, se altri soffrono.

Sinceramente, non rileggerei questo libro, mi limiterei a vedere il film. Però la lettura è stata scorrevole e ho passato ore in un mondo fatato. Forse è un racconto più indicato per ragazzi.

Vi lascio anche il calendario per recuperare tutte le altre recensioni.



Al prossimo mese con una nuova recensione.



Cover Reveal Tutti i tuoi respiri di Benedetta Cipriano



Buongiorno sono molto felice di mostrarvi la cover, davvero bellissima, del nuovo libro di Benedetta Cipriano. Io sono più che curiosa di leggerlo, intanto godiamoci questa meravigliosa copertina.






Titolo: Tutti i tuoi respiri
Data di uscita: 7 Giugno 2018
Genere: Contemporary Romance
Autrice: Benedetta Cipriano



Sinossi

Mi chiamo Amélie e ho negli occhi il ricordo di una notte senza stelle, fatta di grida strazianti e di silenzi interminabili.
Lui si chiama Jace ed è stato il mio cavaliere.
Tra le sue braccia ho lasciato che il mondo scomparisse e il dolore si affievolisse lentamente.
Quella notte il mio cuore si è fermato e adesso è immobile, trapassato da una miriade di spilli.
Sanguino, ma non è Jace a curare le mie ferite.
Eppure io lo desidero, lo bramo.
Voglio sentire le sue mani raccogliere pian piano i cocci di una notte che ha frantumato la mia vita.
Voglio dissolvere il tormento perdendomi nel suo sguardo.
Voglio intrecciare le dita nelle sue e sentire il mio cuore tornare a battere.


Mi chiamo Jace e, no, non sono un cavaliere.
Quella notte ho lasciato che Amélie spegnesse il mio dolore.
L’ho avvolta tra le braccia e ho sentito il battito del suo cuore contro il mio petto.
L’ho salvata e sono fuggito.
Eppure oggi lei è qui, pronta a confondermi, e io non posso cedere.
Lei è il ricordo di qualcosa che provo a dimenticare, giorno dopo giorno, e il suo sguardo è in grado di farmi esplodere in mille pezzi.
Il mio cuore è malconcio, le mie canzoni sono aride e le mie note pronte a perdersi nel vento.
Bramo il suo corpo e la sua anima, ma resto immobile e combatto contro quell’unica parte di cuore ancora intatta che, alla vista dei suoi occhi, batte inarrestabile.

Una sola notte li ha avvicinati
Una sola notte li ha spezzati.
Una sola notte li ha uniti, per sempre.
Ma questa non è solo una storia d’amore.










Cover Designed by Catnip Design- http://www.catnipdesign.it



BIOGRAFIA AUTRICE:


Sono una lettrice compulsiva. Il mio mondo è fatto di carta e inchiostro, credo nelle favole e spero sempre nel lieto fine. La scrittura mi permette di volare con la fantasia, mi bastano una penna e un foglio per ritrovarmi in un posto lontanissimo, magari con uno zaino in spalla, riscaldata dal sole caldo della California, pronta ad affrontare un’avventura on the road. Sono una sognatrice, ma dato che detesto che il sogno abbia fine, quando apro gli occhi scrivo, immagino, creo un mondo perfetto del quale potermi innamorare abbandonando per qualche attimo la realtà.



Altri romanzi:

Lacrime in collisione
Dove vai tu
Via con me (Novella)


Resta in contatto con Benedetta:
Facebook
https://www.facebook.com/benedettaciprianowriter/
E-Mail:
philosophia2014@libero.it
Instagram
Philosophia2014





domenica 29 aprile 2018

Recensione 187 Honor by Jay Crownover


 Libro letto per la Reading Challenge 2018 Tutti a Hogwarts con le tre Ciambelle. Gruppo La stanza delle necessità. Obiettivo: titolo di una sola parola






Autrice: Jay Crownover
Titolo: Honor
Serie: The breaking point vol. 1
Editore: Newton Compton Editore
Data di pubblicazione: 22 febbraio 2018
Pagine: 384



Trama
Non farti ingannare. Non cercare giustificazioni per me. Non sono un uomo per bene. Ho visto cose che non avrei dovuto vedere, fatto cose di cui nessuno dovrebbe parlare. Nella mia vita non c’è posto per onore e coscienza. Ma ho combattuto e sono sopravvissuto. Ho dovuto farlo.
Quando l’ho vista ballare in un club, ho sentito il mio cuore battere per la prima volta. Keelyn Foster era troppo giovane, troppo piena di vita per quel posto, e ho saputo in un istante che doveva essere mia. Ma prima di averla, avrei dovuto trascinare me stesso fuori dai problemi. Per avere qualcosa di decente da offrirle.
Adesso sono qui. I soldi non sono più un problema e non c’è niente che io non possa ottenere. Eccetto lei. È scomparsa, introvabile. Ma non intendo arrendermi. La troverò e la reclamerò. Sarà mia.
Perché, come ho detto, non devi farti ingannare. Non sono un diavolo sotto mentite spoglie... Sono un diavolo che padroneggia la scena.










Nassir e Honor mi avevano incuriostio parecchio, quando li ho intravisti nella serie The Point, per cui ero davvero contenta di poter approfondire la loro conoscenza.
Onestamente, però, non sono riuscita ad apprezzarli fino in fondo.
Premesso che ho amato tutti i personaggi partoriti dalla fantasia della Crownover proprio per il loro essere imperfetti e non completamente buoni, ma che comunque cercano sempre di compiere la cosa giusta. Nonostante la loro “base” non sia delle migliori hanno sempre un lato positivo e cercano di riscattarsi in qualche maniera grazie all'amore che nasce nei loro cuori.
Nassir, invece, mi ha dato l'impressione di essere uno che non tenta in nessun modo di migliorarsi e tutte le sue azioni mi sono sembrate egoistiche. È un uomo che posso anche arrivare a capire perchè sia diventato così, che abbia fatto di tutto per sopravvivere, ma non so... non mi ha conquistata. Un contro-senso che ho avvertito in lui è il suo essere possessivo e geloso nei confronti di Honor, ma allo stesso tempo non essere infastidito che la donna si mostri nuda davanti agli altri.
Keelyn “Honor” mi ha trasmesso le stesse sensazioni del protagonista maschile e nonostante abbia apprezzato il suo essere impertinente verso Nassir, più volte l'ho trovata immatura e viziata. Comprendo che anche lei è dovuta sopravvivere a molte brutte situazioni ma non ho visto, tuttavia, quella voglia di migliorarsi che avrebbe potuto farmi empatizzare con lei.
Forse mi aspettavo troppo da questi due personaggi data la premessa dell'autrice alla storia, purtroppo non ho sentito nessuna connessione né tra i due né verso la loro relazione...
Naturalmente lo stile narrativo di Jay esercita sempre il suo fascino su di me, ma questa volta non è riuscita a farmi amare questi due personaggi. Finora non mi ha mai delusa per cui, non solo proseguirò con questa serie, ma recupererò certamente anche gli altri suoi romanzi.





sabato 28 aprile 2018

Cover Reveal Domani che giorno è by L. Cassie




Buongiorno, questa mattina vi voglio segnalare il Cover Reveal per il nuovo romanzo di L. Cassie Domani che giorno è?



Titolo: Domani che giorno è?
Autore: L. Cassie
Genere: Paranormal Thriller
Editore: Self – Publishing
Pagine: 115
Data di pubblicazione: 5 maggio 2018
Prezzo: € 1,49 (in offerta lancio a € 0,99)


Trama
Il 14 novembre è ormai alle porte ed Elizabeth Cooper non vede l’ora di brindare ai suoi trent’anni.
Nulla potrebbe essere più bello di così, se non fosse che la sera prima del suo compleanno un terribile incidente automobilistico la vede coinvolta, facendole perdere la vita.
Il mattino dopo, tuttavia, si sveglia nel suo letto in ottima salute e senza nemmeno un graffio.
È di nuovo il 13 novembre.
Uno strano scherzo del destino comincia a prendersi gioco di lei, facendole rivivere lo stesso giorno un’infinità di volte.
Cosa sta accadendo? Sta forse impazzendo e tutta questa strana faccenda è quindi frutto della sua immaginazione o l’universo sta cercando di comunicargli qualcosa?





venerdì 27 aprile 2018

Recensione #186 Quel che resta di noi di Sam P. Miller




Devo ammettere che quando mi è stato proposto di partecipare al Review Party per l'uscita di questo libro ero titubante. La trama mi incuriosiva tantissimo, ma avevo anche paura di incappare in un racconto alquanto scontat0. Invece mi sono trovata immersa in una storia davvero ben scritta e sviluppata. Inoltre è capitata nel momento giusto visto che avevo proprio la necessità di tuffarmi in uno Y/A, di una lettura scorrevole e non troppo impegnativa. Sono stata più che felice, quindi, di aver trovato tutto ciò in Quel che resta di noi.


Autrice: Sam P. Miller
Titolo: Quel che resta di noi.
Serie: Se ti amassi ancora serie vol. 1
Pagine: 320
Data di pubblicazione: 20 Aprile 2018

Trama:
Quanti passi ci sono tra l’odio e l’amore? E quanti, tra ciò che hai sempre detestato e quello che, improvvisamente, desideri con tutte le tue forze?
Pochi, in realtà, se ti chiami Alexander Reevs, sei il capitano della squadra di football del liceo e hai come vicina di casa Miss Perfettina, alias Olivia Williams.
Alex è il classico re della scuola. Occhi azzurri, sguardo intrigante e una certa dose di sfrontatezza lo hanno reso una star ma dietro a una facciata da quarterback e incallito rubacuori si nasconde ben altro, qualcosa che nessuno conosce.
Olivia è la sua antitesi, quanto di più lontano dalle sue fantasie. La migliore amica di sua sorella è troppo precisina e indisponente per essere tollerata e il fatto che gli stia sempre tra i piedi e che sia fidanzata con il running back della squadra è un’ulteriore aggravante.
Alex Reevs e Olivia Williams sono due pianeti che viaggiano su orbite diverse, ma cosa succederebbe se le traiettorie cambiassero all’improvviso, facendoli entrare in rotta di collisione?




La trama possiede tutti gli elementi che a me piacciono tanto in libri di questo genere: i protagonisti che non si sopportano esteriormente mentre si nascondono un sentimento ben diverso. Lo so, l'idea non è originalissima e già sfruttata, ma Sam ha saputo comunque creare una storia originale, per niente noiosa e che mi ha conquistata.
Per quello che riguarda i personaggi li ho trovati ben descritti e li ho apprezzati entrambi. Forse un filino di più Alex (ma va?!?) anche se trovo che Olivia sia quella che abbia avuto l'evoluzione maggiore. Per molti versi mi sono rivista in vari suoi atteggiamenti e questo me l'ha fatta sentire davvero più vicina. Il suo dover essere perfetta agli occhi di tutti è la cosa che più mi rispecchia.

Quella era la mia vita, perfetta, calcolata, senza margini di errore. Tra le solide braccia del mio ragazzo ero al sicuro, l’unico problema, però, era che niente di tutto ciò, sembrava più attagliarsi così bene addosso a me.

Anche i sentimenti contrastanti e confusi che inizia a provare nei confronti di quel ragazzo finora detestato sono ben descritti.

Io mi sentivo proprio come quei pezzi di legno. Ero stata manipolata, levigata e trattata a dovere per essere perfetta, come gli altri richiedevano. Lui, invece, era esattamente l’opposto. Faceva ciò che voleva, diceva qualunque cosa gli passasse per la testa e non aveva alcun filtro. Alexander Reevs era pericoloso come un veleno. Nessuno avrebbe potuto immaginare, guardando un fiorellino bellissimo e apparentemente inoffensivo, che gli effetti della sua ingestione potessero essere letali. Ecco, lui per me era come quel fiore velenoso: così bello da sembrare innocuo ma, ogni volta che mi stava troppo vicino, inibiva le mie funzioni fisiologiche e mentali. Lui… … mi toglieva il fiato.

**********

Alex era un arrogante, un dispotico e io non lo sopportavo, era così da tempo immemore, anzi, era così da sempre. E allora come avevano fatto le cose a diventare così confuse?

Il protagonista maschile, come ho già detto, mi è piaciuto molto e ho parteggiato per lui in ogni occasione. Adoro questo tipo di personaggio: bello e stronzetto, ma che in fondo è un bravo ragazzo. Anche qui già rivisto? Sicuramente vero, ma non è un problema per me!
Avrei voluto che Olivia mollasse subito Mark, senza tutte le esitazioni che, anche se comprensibili, si poneva. Maggiore sincerità da parte della ragazza non avrebbe fatto in modo che si creassero tutti quei problemi. Ma devo ricordare che a sedici anni non si hanno quelle sicurezze che arrivano con il tempo e l'esperienza.
Mark, ai miei occhi, non è risultato un soggetto completamente negativo nonostante le smargiassate di fronte ai suoi amici e, alla fine, mi ha fatto anche pena per come veniva trattato da Olivia.
Meno male che Sam sta scrivendo il seguito di questo romanzo così da non dover aspettare molto per conoscere cosa accadrà a Olivia e Alex. Poi mi fa immensamente piacere che sia solo una duologia dato che non ho voglia, in questo periodo, di saghe troppo lunghe.

Di seguito il calendario per seguire il Review Tour dedicato al romanzo.


A presto






giovedì 26 aprile 2018

Recensione #4 Mai più innamorata di Cecile Bertod by Manuela



Questa volta leggo… Anche questo mese partecipo “spintaneamente” alla rubrica di Dolci, Chiara e Laura (tre amiche che non smetterò mai di ringraziare per tutta l’ansia che mi donano…) con la scelta del libro “Mai più innamorata” di Cecile Bertod, chiaramente perché il tema del mese è Un libro pubblicato nel 2018. Questo romanzo è stato pubblicato il 15 marzo 2018 e quindi rispetta perfettamente il tema.


Autrice: Cecil Bertod
Titolo: Mai più innamorata
Editore: Newton Compton Editore
Data di pubblicazione: 15 marzo 2018
Pagine: 293

Trama
Daphne è una famosissima autrice di romanzi erotici e per il suo ultimo libro ha appena firmato un contratto con un anticipo da capogiro. Però, dopo aver incassato l’assegno, la sua ispirazione si è come bloccata. Non risponde alle numerose email del suo editore e si barrica dentro casa, fino a quando non decide di ascoltare il consiglio del suo commercialista, che le propone di tornare nel paesino in cui è nata e trascorrere lì qualche giorno in totale relax. Sperando di trovare la giusta concentrazione, Daphne va quindi a Banff, ma le cose non migliorano affatto. Tutt’altro. A renderle la vita impossibile ci pensa Edward, un architetto che ha un conto in sospeso con lei, perché uno dei suoi libri gli ha causato non pochi problemi… Eppure, anche se è difficile da ammettere, Daphne si rende ben presto conto che riesce a scrivere solo quando vede Ed. E lei non intende in alcun modo rinunciare alla possibilità di terminare il suo romanzo…






I protagonisti di questo romanzo sono Daphne, una ragazza un po’ eccentrica, cinica e a volte disillusa…
È sempre stata così: impulsiva, incapace di restarsene confinata in uno schema.
E poi c’è Edward, che tutti chiamano Ed, un ragazzo normale, poco avvezzo al romanticismo.
Ammetto di essere un’inguaribile romantica (“smielata” direbbe mio marito) per quel che riguarda le mie letture, ma ho trovato in Daphne la mia anima affine. Lei si perde nel “romanticismo” quando scrive, ma nella realtà non ci crede molto…
l’amore non ha senso, non ha logica, non è neanche divertente. Sprechi energie, fiato e tutto per ritrovarti comunque sola, che ci sia o meno un orso che ti russa di fianco, con i tuoi problemi, le tue insoddisfazioni, le paure…
Probabilmente il suo cinismo è dovuto a qualcosa successo nel passato, ecco perché ho trovato esilarante quando si mette ad osservare il piccolo Ben che si dichiara a Jane, la bambina che gli piace tanto… Commenta ogni gesto con il cinismo tipico degli adulti che sono stati feriti.
Che vi avevo detto? L’amore fa solo danni. 
Molto meglio la pizza.
Tutta la narrazione ruota intorno al fatto che Ed e Daphne sono inconsapevolmente legati, non tanto per via della casa che Ed sta ristrutturando o per la rottura del fidanzamento di Ed ad opera/per mezzo di un libro di Daphne… C’è sicuramente molto di più.
«Vuoi sapere davvero cosa hai fatto?», mi domanda lui, incredulo. «Mi hai rovinato la vita!» esplode, rosso in viso.
«E come accidenti avrei fatto?», sbotto anche io, allargando le braccia.
Era solo un libro, scritto così, per passare il tempo. Qualcosa con cui tenersi impegnati mentre aspetti alla fermata dell’autobus, non pensavo che avrebbe mai fatto del male a qualcuno.
In tutta la storia, poi, “il blocco dello scrittore” di Daphne diventa uno spunto comico…
È per questo che scrivo romanzi rosa, perché la realtà è terribilmente ingiusta e non ha alcun tatto.
Tutte le situazioni che vive Daphne, tutte le sue “ansie” sono lo start di situazioni paradossali che divertono, per quanto assurde. E tutto nasce dalle aspettative che le donne, soprattutto le lettrici di romanzi rosa, hanno…
quelli come Ed non capiranno mai. Non possono, dal momento che non conoscono i presupposti. È un problema di aspettative. Siamo cresciute con le fiabe, con la Disney. Abituate a credere che per il vero amore un principe ucciderebbe anche un drago, rischiando la vita.
Inoltre in questo romanzo viene ridicolizzato l’uomo medio, quello normale… anche se poi…
Progettiamo Mr Darcy e per qualche difetto non ancora identificato nella catena di montaggio produciamo Mr Bean, è un problema di contenuti. E dire che certe volte gli astucci ci vengono così bene. Come in questo caso, che pare un peccato doverlo buttare via.
Non avevo letto mai nulla di questa autrice e devo dire che sono arrivata a questo romanzo molto per caso, ma ne sono felice. È stata una lettura piacevole e divertente.
I capitoli si aprono con una citazione “romantica” alla quale la protagonista risponde in modo cinico, come spiega nelle note finali l’autrice stessa. Sono citazioni di film e/o libri molto attuali poste all’inizio di ogni capitolo, ma i riferimenti ai libri attuali li troviamo anche nel corso della narrazione e questo mi è piaciuto, forse perché l’autrice ha citato libri che ho letto (non tutti li ho amati, ma sapevo di cosa stesse parlando). Come quando ha proposto un finale alternativo per Harry Potter, un finale che mi ha fatto ridere come una matta, solo perché io amo Harry (anche Daphne lo definisce “il bietolone”).
Non poteva salvare Piton e far finire Potter in un tombino senza fondo?
Il racconto è in prima persona dal POV di Daphne, tranne pochi capitoli che sono scritti in terza persona e hanno come centro della narrazione Ed.
I personaggi sono curati, alcuni più di altri, ma si capiscono bene le loro personalità.
Ho provato odio profondo per Candy, a dispetto del suo nome, che oltretutto mi ha riportata alla mia infanzia.
Ho adorato invece la cugina di Daphne, Angie, un vero punto di riferimento per la protagonista.
Perché lei non giudica, non lo fa mai. Ti prende per quello che sei: lati positivi, lati negativi. Tutto insieme. E a volte basta solo quello. Ho amato anche Ben, che vuole conquistare la sua Jane, ma soprattutto capisce che Daphne è la “Jane di Ed”.
Ho provato simpatia anche per la zia e la nonna di Ed, due donne che sembrano dure, ma che sono solo preoccupate per il benessere e la felicità del loro nipote. E poi odiano Candy, quindi come fai a non fare la ola per loro?
Il finale di questo romanzo si inizia a configurare negli ultimi capitoli. È sicuramente chiuso, chiaro e va a sistemare alcuni tasselli. Nel corso dei capitoli conclusivi ci sono vari accadimenti un po’ inaspettati. Un primo colpo di scena mette in luce il motivo che sottende al cinismo di Daphne. Sicuramente bellissimo, per un attimo sorprendente, il contro-colpo di scena.
«Perché non cambi il finale?», propone lui, come se fosse una cosa da nulla.
Un pazzo!
«Non si può cambiare il finale!», lo rimprovera. «Il finale è già scritto, tu semplicemente lo trovi e lo metti nero su bianco. Non è l’autore che decide come va, per una buona volta sfatiamo questo mito.»
A conclusione dico che, tra stereotipi romantici, banalità e cinismo, la storia di Daphne risulta divertente, brillante, allegra… spensierata. Una storia carina da leggere per contrastare la noia che a volte ci prende. Ci sono periodi grigi e questo romanzo porta un po’ di “bagliore glitter”…
Riporto di seguito il calendario per questi ultimi giorni del mese.



Vi aspetto il prossimo mese con altre letture interessanti.



martedì 24 aprile 2018

Recensione #185 Cookies by Teodora Kostova


Autrice: Teodora kostova
Titolo: Cookies
Editore: Quixote
Data di pubblicazione: 14 marzo 2018
Pagine: 242
Trama
Sono andato in guerra, fuggendo da me stesso. Sono tornato a pezzi per scoprire chi fossi davvero…
Mi ci sono voluti quasi dieci anni, due mandati in Afghanistan e la perdita di una gamba, per accettare chi sono veramente. Due anni dopo essere tornato dalla guerra, posso dire di sentirmi finalmente soddisfatto. Sono più in forma che mai, la mia protesi alla gamba mi permette di muovermi e fare esercizio come se non fosse cambiato nulla. Sono il proprietario di una piccola pasticceria nel centro di Cambridge e ho un gruppo di amici leali sui quali posso sempre contare.
Eppure…
Eppure, manca qualcosa. Un parte di me brama l’intimità, la profonda connessione con un altro essere umano. Ma un’altra parte, più grande, è terrorizzata dall’idea di aprirmi con qualcuno. Il mio conflitto interiore non aveva speranze di vincere quando ho incontrato Jay. Lui ha abbattuto le mie difese come un uragano, mi ha circondato con forza gentile, finché non ho avuto altra scelta che arrendermi. Arrendersi non è mai stato così piacevole. Ma Jay vorrà ancora rimanere, quando vedrà il vero me? Quando vedrà gli incubi e le insicurezze che mi straziano l’anima?
Il mio nome è Amir Gopal e questa è la mia storia.





La prima parola che mi viene in mente quando leggo le storie di questa autrice è: dolce. Non ha fatto differenza questo suo nuovo romanzo che ha per protagonista Amir, veterano di guerra, e Jay, giovane studente.
Trovo che i due personaggi siano stati sviluppati molto bene, soprattutto Amir. Le sue angosce e le sue paure sono risultate davvero tangibili e realistiche. Mi si stringeva il cuore quando semplici, cose come un bussare alla porta, lo terrorizzavano.



Loro ti insegnano a uccidere,
ma nessuno ti insegna
come diventare di nuovo un civile.



Nonostante ciò è sempre generoso e pronto a farsi in quattro per aiutare tutti. Ho compreso anche il suo trattare Jay come un oggetto fragile e prezioso e la sua paura di aprirsi completamente.
Jay è la controparte perfetta per lui. Dolce, timido e adorabile senza però diventare stucchevole. La giusta medicina per il cuore di Amir.
Approvo la scelta della Kostova nel puntare più sulla relazione tra i due che sulle brutture della guerra e degli strascichi che lascia nell'animo e nel corpo dei veterani. Non che l'argomento sia banalizzato, ma molto ammorbidito.
Mi sono saltati all'occhio alcuni dei personaggi secondari e non mi spiacerebbe per nulla leggere qualcosa su di loro. Greg e Shane, amici di Amir... Cedric, il coinquilino antipatico ma che nasconde qualcosa...
Tutto sommato ho apprezzato il libro e ho trovato la lettura dolce e rilassante, anche se speravo di provare maggiori emozioni.



lunedì 23 aprile 2018

Incontro con Rosella Postorino by Manuela




Il 19 aprile 2018 ho partecipato, presso la Libreria Nuova Europa nel centro commerciale I Granai di Roma, ad un incontro interessante con Rosella Postorino.
Perché ho deciso di partecipare a questo evento? Semplice, ero molto curiosa. Inoltre a Milano, a Tempo di Libri, non avevo avuto la possibilità di seguire l’incontro con questa autrice.
Questo appuntamento è stato molto interessante, sia per il libro (che io ancora non ho letto, ma ho chiaramente in lista, mentre lo ha letto la nostra Dolci (recensione) sia per la modalità con cui è stato condotto.
L’evento è stato guidato da Laura Ganzetti, curatrice del Gruppo di Lettura (GdL) della libreria, ma in realtà la vera anima di tutta la manifestazione sono stati i partecipanti del GdL, che hanno conversato con l’autrice Rosella Postorino in modo molto dinamico. Rosella si è rivolta a tutti in modo diretto, a volte molto colorito, ha anche “rimesso a posto” con determinazione un lettore che, forse inavvertitamente (me lo auguro per lui), le aveva fatto una osservazione poco carina, al limite dell’offensivo. Rosella, sempre con il sorriso, gli ha detto che era stato poco delicato. 

Doveva seguire la presentazione vera e propria del romanzo, ma, visto che il confronto con il GdL era molto attivo e coinvolgente, Rosella ha “inglobato” nella conversazione anche Luca Briasco.
L’incontro ha preso l’avvio con Laura Ganzetti, la quale ha presentato l’autrice e ha spiegato con funziona il GdL, ha illustrato come viene scelto il libro da leggere e quali sono gli impegni che accettare di aderire comporta. Ha poi iniziato ad evidenziare come i lettori hanno focalizzato alcuni temi di questo romanzo. I primi temi che sono stati colti dal GdL sono stati il cibo e la fame: infatti molti lettori avevano trovato nella fame la spinta primordiale di questo romanzo. Laura ha anche precisato che, prima di affrontare la lettura del romanzo, il GdL si è documentato in merito alla vera storia delle assaggiatrici.
Hanno avviato il dibattito i lettori, rispondendo ad una sollecitazione da parte di Laura sulla diversità tra la prima e la seconda parte del libro. Alcuni affermavano che si era avvertito un cambio di passo letterario notevole, poiché la prima parte è più statica, essendo una parte di “ambientazione”, mentre nella seconda parte il racconto diventa più dinamico e attraverso le emozioni di Rosa si entra nell’epoca trattata e nella “storia”. C’è anche un cambio di spinta: nella prima parte il motore della storia è la fame, nella seconda parte la fame perde la sua forza. Inoltre molti notavano che la prima parte è una sorta di studio dei personaggi, poi tutto cambia e il racconto diventa più interessante.
Rosella Postorino ha risposto così, dopo aver ascoltato con attenzione tutti i “commenti” dei componenti del GdL:
È la prima volta che mi fanno notare un “cambio di passo”. In realtà questo non c’è tra prima e seconda parte, sicuramente c’è tra prima e terza parte. La seconda parte sembra più veloce perché c’è la “storia d’amore”. Il clima di paura invece si vive solo attraverso le emozioni di Rosa; quando Rosa si abitua, cade la paura. Rosa è ridotta ad una cavia, la vita si sospende, questa è la base della prima parte. Nella seconda parte la mancanza di una vita viene sostituita dal “contatto”. Qui tutto può succedere. La terza parte è poi il vero epilogo.
Una lettrice ha fatto presente che attraverso questo romanzo ha potuto vedere la guerra dal punto di vista dei tedeschi.
Il mio interesse era soprastorico, era più volto alle relazioni. Mi sono ritrovata a scrivere un romanzo storico quasi inconsapevolmente.

A questo punto è stato coinvolto nel discorso anche Luca e l’incontro è diventato molto interessante, perché sono stati toccati temi importanti quali lo stile letterario, il lavoro di documentazione e poi sono state fatte anche domande di ordine generale, curiosità vere che ogni lettore ha.
Alcuni membri del GdL hanno fatto notare che il linguaggio usato nel romanzo è secco, asciutto. Anche la scrittura è semplice, quasi scarna.
Luca ha fatto riferimento al romanzo precedente dell’autrice (Il corpo docile, Torino, Einaudi, 2013) per porre l’attenzione sul linguaggio.
Il linguaggio asciutto è totalmente assorto nella corporeità. C’è sensualità in come queste donne mangiano.
Io racconto le cose attraverso il corpo, perché le emozioni passano da lì.
Questo ha fatto sì che il libro fosse apprezzato dai lettori, sia per il linguaggio sia per il tema. Questa è la storia di una assaggiatrice che entra in contatto con altre assaggiatrici.
Luca ha letto un brano per far apprezzare questo linguaggio così semplice, il brano relativo al bombardamento durante il quale Rosa perde la madre (Le assaggiatrici, Milano, Feltrinelli, 2018, pag.36-37 Poi il soffitto tremò…)
Le assaggiatrici” è scorrevole, semplice. È un libro che si fa leggere. Amo molto associare ad un sostantivo un aggettivo che non ti aspetti, un accostamento inconsueto, ma che sia legato al contesto. Il mio linguaggio ha il punto di forza nell’essere parchi, se posso dire una cosa con una parola e non con dieci, io uso una parola.
Quanto sei contenta di questo lavoro?
Sono molto contenta. Ero già contenta con “Il corpo docile”.
Il libro è curato tanto, nell’aspetto editoriale, a cominciare dalla copertina fino all’editing.
Volevo una copertina che non lo facesse apparire come un romanzo storico. Volevo che fosse un romanzo tout court. La copertina è opera di un grafico molto bravo, Guerri, che ha trovato una immagine di moda degli anni ’40. La pettinatura richiama l’epoca. Questa è una copertina che attrae. Ci rappresenta la pluralità della protagonista e il rosso, sia della farfalla sia del rossetto, sul pallore del volto è “disturbante”. Questa è una copertina chiara, dice tante cose, è esaustiva.
Il romanzo parte da un fatto storico, vero. È anche molto dettagliato e curato. Come ha proceduto?
Ho proceduto in modo totalmente disordinato. Ho letto, o riletto, tanta letteratura di quel tempo, ho anche letto romanzi ambientati nella Seconda Guerra e poi anche studi di psicologia su Hitler. Ho anche trovato libri di ricette di Hitler o di filastrocche. Tutto questo nel corso dei tre anni in cui sono stata impegnata nella scrittura. Io non faccio una scaletta, non so cosa mi servirà, quindi leggo tanto e incamero. Io avevo solo l’impronta generale. Mi butto nell’ignoto, anche con la paura dell’ignoto. Lavoro nella maniera più disordinata, quindi ho bisogno di leggere tanto, anche perché scrivo le cose mentre accadono.
Il finale è un po’ misero, forse servivano pagine in più?
Assolutamente no. È un epilogo. Anzi me lo hanno fatto tagliare perché era troppo lungo. Tutto quello che io volevo è che ci fosse questo incontro. Nel finale non c’è crudezza, ma solo delicatezza. Alcuni sono rimasti insoddisfatti dal finale, ma io non volevo un finale hollywoodiano. Finisce con lei che non ha niente, non può ricostruire niente… ha solo imparato a sopravvivere.
Sul finale mi soffermo un attimo, perché so che anche Dolci appartiene alla categoria di quelle “insoddisfatte”. 
Dopo la presentazione mi sono fermata a parlare con Deborah (Scheggia tra le pagine) che ho conosciuto a dicembre e poi incontrata diverse volte. Lei faceva notare che il finale non poteva essere diverso da come è perché il ruolo delle assaggiatrici è terminato, non c’è più Hitler, quindi non c’è più bisogno che il pulmino le passi a prendere per portarle al loro lavoro.

Al termine, veramente ci hanno quasi dovuto cacciare dal centro commerciale perché nel frattempo era sopraggiunta l’ora di chiusura, Rosella si è fermata per autografare il proprio libro e scambiare due parole con ognuno dei suoi lettori.
(Nota: in blu gli interventi di Luca Briasco, in corsivo le parole di Rosella Postorino, in grassetto e rosa – per far contenta Dolci - le domande dei membri del GdL)