Titolo: Io
sono l'usignolo
Editore: Policromia
Data di pubblicazione: 10 dicembre 2017
Pagine: 305
Data di pubblicazione: 10 dicembre 2017
Pagine: 305
Trama
Chi
è Florian Chevalier e perché ha bruciato la casa del sindaco di Val
Salice? Questo si domanda il giornalista Rubino Traverso,
intenzionato a scoprirne di più e sorpreso che nessuno voglia
raccontare nulla. Quando, proseguendo le ricerche, inizia a ricevere
disegni bizzarri e strani messaggi intimidatori, capisce la verità
non deve venire a galla. Che cosa nascondono gli abitanti di Val
Salice? In un agosto spazzato dal vento, Rubino scoprirà a poco a
poco che perfino un piccolo paese sperduto fra i monti liguri ha i
suoi scheletri nell’armadio. E dovrà a tutti i costi scoprire
quali. Cosa sei disposto a perdere pur di conoscere la verità?
Primo
libro che leggo di questa autrice che ha saputo coinvolgermi fin dal
prologo.
Rubino
è un giornalista che per non perdere il posto di lavoro deve
scrivere un articolo spettacolare . Il suo recente trasferimento a
Val Salice, dove anni prima era scoppiato un misterioso incendio,
potrebbe rivelarsi un'occasione imperdibile.
Ho
trovato i personaggi ben sviluppati, ma, nonostante ciò, non sono
riuscita a entrare in empatia con nessuno di loro. Il protagonista
Rubino proprio non mi è piaciuto. Il suo modo di fare, le sue
azioni sono sembrate assurde ai miei occhi. Ho avuto anche
l'impressione che fosse un debole e indeciso che si fa solo
travolgere dagli eventi. Vedi la relazione che intreccia con Rachele.
Questa un altro soggetto che non sono riuscita ad apprezzare.
Molto
interessate era la moglie di Rubino e qui avrei voluto conoscere un
po' più cose del suo passato. So che non era la protagonista ma mi
aveva davvero incuriosita.
Invece
quello che ho “amato” (nel senso largo del termine) è
L'usignolo. Il soggetto più carismatico di tutto il libro.
La
cosa che trovo davvero ben fatta è la trama che mi ha tenuta
incollata alle pagine nonostante la mia avversione per i personaggi.
In alcune situazioni, descritte magistralmente, ho percepito talmente
bene tutta l'ansia da avere la pelle d'oca. Per un thriller questo è
un fattore che voglio “vivere” durante la lettura. Inoltre il
tutto è infarcito di colpi di scena inaspettati che mi hanno
sorpresa più volte.
Molto
evocative, poi, le descrizioni del paesetto e dei suoi abitanti.
Il
finale rimane aperto ma comunque perfetto per concludere il tutto...
Lo
stile narrativo della scrittrice, oltre a essere curatissimo, è
scorrevole e coinvolgente.
Trovo
perfettamente riuscito il primo esordio di Emanuela nel genere
thriller.
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