lunedì 31 gennaio 2022

Recensione #755 Il mio gioco sei tu by L. A. Cotton

 

Buona settimana lettori, in questo mese ho notato di aver letto almeno due libri di una stessa autrice. La cosa non era intenzionale però mi ha fatto piacere. Come ultima recensione di Gennaio, che mi permette inoltre di spuntare l'ultimo obiettivo della challenge #unannoinrosa2022 , vi porto la recensione del secondo capitolo della quadrilogia Young Adult Rixon Raiders di L. A. Cotton.


Autrice: L. A. Cotton

Titolo: Il mio gioco sei tu

Serie: Rixon Raiders #2

Editore: Queen Edizioni

Pag: 320

Data di pubblicazione: 12 febbraio 2020

Trama

Felicity Giles ha una lista.
Perdere la verginità.
Incontrare il suo principe azzurro e innamorarsi.
Vivere l’ultimo anno di liceo al massimo.
L’unico problema?
Il suo principe non fa parte dei buoni, è un cattivo, e lei è abbastanza sicura che lui la distruggerà prima di donarle il suo cuore.

Jason Ford ha un piano.
Vincere il Campionato Nazionale e diventare uno dei quarterback più famosi della storia dei Rixon Raiders.
Andare al college e realizzare il suo sogno di entrare a far parte della NFL.
Evitare la ragazza per cui ha iniziato a provare qualcosa.
Felicity Giles, la migliore amica della sua sorellastra, nonché una perenne spina nel fianco.
Lei è fottutamente fastidiosa. Strana.
Per lui è solo un gioco, niente di più.
Fino a quando il suo più grande rivale decide di farla pagare a lui e alle poche persone a cui vuole bene… e Felicity viene messa in mezzo.
E all'improvviso l’odio che prova per lei inizia a sembrare amore.





Ho conosciuto questa autrice proprio con la serie dei Rixon Raiders che leggemmo qualche tempo fa con le altre vamp blogger. Loro non ne furono entusiaste mentre per me fu la meravigliosa scoperta di una nuova autrice.

Jason il fratellastro di Hailee, la protagonista di Il mio problema sei tu, era il personaggi che mi aveva incuriosito più degli altri. Sono stata veramente contenta di averlo potuto conoscere meglio in questo volume. Ho potuto comprendere alcuni suoi comportamenti orribili del primo libro anche se non l'hanno riscattato del tutto. Di certo è migliorata la mia opinione su questo Bad Boy.

Ho trovato Felicity, con la sua calma e la sua insicurezza molto ben caratterizzata, perfetta per un tipo come Jason. Non mi piaceva, però, quando nel giro di un secondo, si faceva sopraffare dall'attrazione provata per il ragazzo, ma data la giovane età e soprattutto l'inesperienza poteva anche starci.

Il loro tira e molla mi è piaciuto nonostante volessi spesso prendere le loro testoline e sbatterle una contro l'altra.

La penna dell'autrice, anche se immatura rispetto ai libri successivi, riesce comunque a farmi immergere completamente nella storia e regalarmi momenti di piacevole lettura.

Chissà che nel 2022 possa io portare a termine questa serie.


La serie Rixon Riders è composta da

1 - Il mio problema sei tu

2 - Il mio gioco sei tu

3 - La mia rovina sei tu

4 - Il mio traguardo sei tu

4,5 – The cabin (inedito in Italia)




domenica 30 gennaio 2022

Pensierini librosi di Gennaio 2022

 


Gennaio è stato un buon mese in quantità e qualità di libri scelti. Di molti ho fatto recensioni più complete mentre non vi ho ancora parlato di questi tre libri diversissimi per genere.

Approfitto, come sempre, dell’idea di Chiara per farlo in poche parole tramite questi pensieri librosi.



Furiae: storie fantasy di donne ribelli

by Alfonso Zarbo

 Questo è stato il primo libro che ho finito nel 2022 anche se avevo letto il primo racconto a dicembre. Nel complesso mi sono piaciute molto tutte le storie, soprattutto il fatto che le donne vengono descritte come persone forti, decise, coraggiose, determinate. Infatti il filo conduttore del libro è proprio dimostrare che la donna non è inferiore all'uomo. Pur non essendo una grande amante dei racconti ho apprezzato come in poche pagine Alfonso sia riuscito riuscito a dar vita a dei buoni personaggi. Stranamente, la storia che mi ha convinta meno è la più lunga. Ho trovato la narrazione, in alcune parti, un po' lenta.



Entra nel Gioco del calamaro. Tutti i segreti della serie evento Squid Game. Guida non ufficiale

by Park Minjoon

 Ho visto la serie TV di cui tutti parlavano appena è stata tradotta perché io ho un rapporto conflittuale con i sottotitoli. Mentre i due uomini di casa erano allo stadio ho pensato di darle un'opportunità e ho iniziato titubante con la prima puntata. Mi ha subito appassionato veramente tanto visto che amo questo genere di splatter.

Il libro è carino e si legge veramente in un pomeriggio. Pur non essendo una guida ufficiale è strutturata davvero molto bene con aneddoti, curiosità e tutto quello che gira intorno alla serie TV. Mi ha fatto notare alcune cose di cui non mi ero resa conto durante la visione. Promosso!



Come accalappiare un milionario

by Max Monroe

 Assieme a Chiara e Chicca che abbiamo letto questa trilogia con un GDL che ci ha accompagnate per qualche mese. Il romanzo in questione è l’ultimo capitolo della serie e l’ho apprezzato sicuramente più del secondo. Ho amato tantissimo West anche se ha un brutto scivolone verso la fine del libro. Invece non ho per nulla sopportato . Una donna con zero istinto materno e solo una cosa in mente... Sì quella...

Il cliché che odio nei romance è il fatto che, a un certo punto, i due protagonisti si debbano lasciare per un’incomprensione o simile. Molte autrici riescono a gestire bene la cosa ma qui il tutto è sciocco, senza motivo (né il lasciarsi né il riappacificarsi), e troppo frettoloso. La parte migliore sono le scene di interazione tra i vari protagonisti che mi facevano proprio scompisciare dalle risate. Nell'insieme una bella serie di intrattenimento.





sabato 29 gennaio 2022

Recensione #754 Nero eterno by David Falchi

 

Il fattore scatenante che ha mi ha convita a leggere questo libro è la challenge Odissea. Uno degli obiettivi richiedeva la lettera I come prima lettera del libro. Non potete sapere quanti volumi (e quanta polvere) ho ispezionato per trovarla. Finalmente sono incappata in Nero Eterno, acquistato con gli sconti Dunwich di novembre.


Autore: David Falchi

Titolo: Nero eterno

Editore: Dunwich Edizioni

Pag: 175

Data di pubblicazione: 2 gennaio 2015

Trama

Era ancora una massa di carne e muscoli scoperti ma ora aveva delle fattezze più definite. La statura era quella giusta e anche la stazza. Ma fu il volto a farmi rischiare di perdere il controllo. Dietro quei lineamenti appena abbozzati, come se ci avesse lavorato uno scultore con rozzi colpi di scalpello, riuscivo a riconoscere il mio viso.
L’entità stava cercando di riprodurmi.

Marcello Kiesel è un cacciatore di fantasmi, specializzato nello scovare e annientare le presenze demoniache. Accompagnato dal suo fedele assistente, Lerner, spirito intrappolato in uno specchio, tenterà di affrontare e demolire l’entità diabolica che infesta la casa dei coniugi Guidi. Il caso in questione, però, si dimostrerà diverso e molto più ostico dei precedenti e coinvolgerà Kiesel a un livello più profondo, minando le certezze già acquisite in anni di consolidata attività professionale. Attraverso strumenti di protezione contro gli spiriti, sogni astrali e passaggi in diverse dimensioni del reale e dell'onirico, il protagonista cercherà di contrastare l’oscura presenza che tenta di impossessarsi del suo spirito e della sua carne.




Devo dire che lo stile dell’autore mi è piaciuto parecchio: adrenalinico, veloce e con poche, ma essenziali, descrizioni. Mi ha ricordato i vari telefilm in stile horror che guardo spesso.

Marcello Kiesel è un cacciatore di spettri e demoni che, dopo un lavoro particolarmente ostico e che l'ha quasi ucciso, decide di lasciarne traccia scritta.

L'atmosfera cupa e oscura è descritta molto bene. Non mi sono spaventata come avrei voluto però, stando da sola a casa, con il vento che faceva rumori strani, mi ha trasmesso una buona dose di inquietudine.

La caratterizzazione del protagonista è riuscita abbastanza bene soprattutto grazie alla prima persona con cui viene narrato il tutto. Non so so se l'ho apprezzato del tutto visto che, a volte, era veramente troppo arrogante e sicuro di sé. Non che non servano queste caratteristiche per svolgere un lavoro come il suo.

Ho apprezzato anche Lerner, il fantasma amico? e assistente di Kiesel. Purtroppo non ci sono molte notizie su di lui ed è un peccato perché mi ha davvero incuriosito.

Quello che non ho amato granché è che l'autore dia per scontato che si conosca il mondo spettrale da lui creato, le tecniche che usa per scacciare le varie presenze. Ho visto che c'è un secondo volume che ho già in libreria dove spero vengano spiegate più approfonditamente. Un primo approccio che mi ha interessato abbastanza da voler leggere altro di Marcello Kiesel.





venerdì 28 gennaio 2022

Recensione #753 Un fuoco che brucia lento by Paula Hawkins

 


Buongiorno per la rubrica Ci provo con... ho letto un’autrice a cui giravo intorno fin dalla sua prima pubblicazione.


 Paula Hawkins è nata a Salisbury, in Rhodesia Si è trasferita a Londra quando aveva 17 anni. Ha studiato filosofia, politica ed economia presso l'Università di Oxford, e successivamente ha lavorato come giornalista per il Times. Ha inoltre lavorato per un certo numero di pubblicazioni come freelance e ha scritto un libro di consulenza finanziaria per donne, intitolato The Money Goddess.

Attorno al 2009 ha iniziato a scrivere romanzi rosa sotto lo pseudonimo di Amy Silver. In totale ha scritto quattro romanzi, tra cui Tutta colpa del tacco 12 e Il bello delle amiche.

Ha raggiunto il successo commerciale con il romanzo thriller psicologico La ragazza del treno. A maggio 2017 è stato pubblicato il suo secondo thriller psicologico, Dentro l'acqua.


Autrice: Paula Hawkins

Titolo: Un fuoco che brucia lento

Editore: Piemme

Pag:: 320

Data di pubblicazione: 31 agosto 2021

Trama

Con lo stesso stile inconfondibile di "La ragazza del treno" e "Dentro l'acqua", Paula Hawkins ci cattura in una rete di inganni, omicidi e vendette. Laura ha trascorso la maggior parte della vita sotto il peso dei giudizi altrui. È considerata irascibile, turbata, un'outsider. Miriam sa che, solo perché Laura è stata vista lasciare la scena di un crimine orribile con i vestiti sporchi di sangue, ciò non fa di lei necessariamente un'assassina. L'amara esperienza le ha insegnato quanto sia facile essere colti al posto sbagliato nel momento sbagliato. Carla è ancora scossa dal brutale omicidio del nipote. Non si fida di nessuno: sa che anche le persone buone sono capaci di azioni terribili. Ma fin dove è disposta a spingersi per trovare pace? Innocente o colpevole, ognuno di noi è segnato nel profondo. Ma alcuni di noi sono segnati al punto di uccidere. Perché quando accendi una miccia, non puoi più fermare l'incendio.






Come ho detto nell’introduzione quest’autrice mi saltava all'occhio molto spesso. Quindi la mia voglia di approcciarmi a lei c’era e ho approfittato della Reading Challenge delle Ciambelle per leggere il suo ultimo libro.

In realtà ho ascoltato il suo ultimo libro e proprio qui che nasce uno dei problemi che ho avuto con questa storia. La voce narrante per me è stata monotona, monocorde, monotono, mono tutto, insomma... Ciò non mi ha aiutata a concentrarmi nell’ascolto, facendomi distrarre troppo. Il brutto con gli audiolibri è non creare feeling con la narratrice.

Inoltre, la storia in sé era piatta, senza grandi colpi di scena. In ballo ci sono vari personaggi. Non manca la loro caratterizzazione e ho capito che la Hawkins vorrebbe permettere al lettore di empatizzare con loro. Però sono proprio le vite di questi soggetti non hanno alcunché di interessante da mostrare.

Ripeto, non so se è lo stile dell’autrice che non mi ha entusiasmato o la voce narrante che non ha facilitato minimamente le cose.

La trama in sé poteva essere anche interessante, sviluppata abbastanza bene, ma molto prevedibile. Ho più o meno intuito là dove andasse a parare il tutto fin da subito.

Come prima volta diciamo che non è stata buona. Tuttavia, con molta calma, voglio vedere se riesco a reperire un altro audiolibro dell'autrice, magari narrato da una voce diversa, o di leggere proprio la storia attraverso un libro. 





mercoledì 26 gennaio 2022

Recensione #752 Il viaggio by Gotens

 


Gennaio si è rivelato un mese davvero proficuo. Sono riuscita a proseguire addirittura con due serie distinte di cui porto, sul blog, la recensione nello stesso mese. Sono proprio soddisfatta! 

La copertina con i suoi colori freddi si adatta perfettamente alla parola di Gennaio per la rubrica mensile in collaborazione con Chiara e Chicca.

Come sempre ringrazio Triskell Edizioni per la copia digitale del libro.


Autrice: Gotens

Titolo: Il viaggio

Serie: Titano #2

Editore: Triskell Edizioni

Pag:: 144

Data di pubblicazione: 12 giugno 2021

Trama

Connor è più di quel che sembra, la sua stessa vita è un segreto che conoscono in pochi. Il suo compito è proteggere Ken Suzokawa, capo indiscusso della Suzokawa Corp. azienda leader nel mondo.
Ha sempre svolto le sue missioni in maniera perfetta, ma quello che ha davanti adesso è sicuramente un incubo: com’è possibile che Keres, un guerriero di Urano, sia lì e che benefici della protezione di Ken? Peggio ancora, i due hanno stretto un patto: un intero pianeta con risorse mai viste prima in cambio proprio della vita di Connor, che si rivela essere la cura vivente per la sua razza.
Nonostante sappia che sia necessario, Keres si sente in colpa per ciò che ha fatto, perché a dispetto di tutto è arrivato ad ammirare e amare Connor. La vita del giovane vale davvero la sopravvivenza del suo popolo? La risposta sembra facile, sì, ma sa bene che rimpiangerà per sempre la scelta che ha dovuto compiere fra il suo cuore e la sua fedeltà.
E se, alla fine, su Titano la scelta non fosse più sua?




Dopo aver conosciuto bene Helios e Deimos nel precedente volume, Il viaggio ci presenta altri due personaggi molto interessanti: Connor, un essere umano ma potenziato da alcuni nanorobot che lo rendono praticamente immortale e Keres un abitante di Urano catturato da Ken Suzokawa. Il popolo degli uraniani composto da cloni dei cloni dei cloni dei primi guerrieri sta morendo a causa di un deterioramento del DNA. La soluzione a ciò richiede un sacrificio enorme...

Anche questa volta i protagonisti sono completamente diversi tra di loro e devono cercare un punto d'incontro tra le loro due culture. Ne risulta una storia più dolce rispetto a quella precedente. Non mancano l’azione, le scene di combattimento o situazioni emozionanti, però i due protagonisti mi sono parsi molto più pacati. Differenti tra loro, ma comunque tranquilli, calmi. Non riesco a spiegare meglio questa sensazione che mi hanno trasmesso. Ho apprezzato molto come il loro rapporto d’amicizia viene approfondito in modo lento. I due hanno il tempo di di conoscersi, di confrontare le varie esperienze e trovare molti punti in comune anche provenendo da due popoli completamente agli antipodi dell’universo.

L'ambientazione è sempre molto curata e approfondita e lo stile scorrevolissimo. Ho letto Il viaggio in un'unica seduta!

Una pecca, però, di questi libri è il loro essere troppo brevi. Non manca la caratterizzazione dei personaggi, non manca la descrizione dell’ambientazione, tuttavia tante cose vengono dette in maniera troppo superficiale. Un maggior numero di pagine avrebbe ottenuto, almeno per me, le 5 stelle piene.


La serie Titano è composta da

Titano

Il viaggio

Terra 2.0











martedì 25 gennaio 2022

Recensione #751 Una notte buia di Settembre by Valerio Marra

 


Buongiorno, oggi vi porto una nuova recensione sul blog. Questa volta protagonista un romanzo di genere giallo.

Ringrazio l’agenzia Saper Scrivere per avermi contattata e la Newton & Compton per la copia digitale del romanzo.



Autore: Valerio Marra

Titolo: Una notte buia di settembre

Editore: Newton Compton Editori

Pag: 288

Data di pubblicazione: 2 settembre 2021

Trama
Un caso complicato per il commissario Festa
Il chitarrista Angelo Donati – membro di una band che è stata famosa per circa un decennio, ma ora sul viale del tramonto – viene trovato morto nel suo appartamento. L’uomo pare essere stato strangolato. Il commissario Festa, incaricato delle indagini, è convinto che la vittima conoscesse il suo assassino: la serratura dell’appartamento infatti non è stata forzata.
Le indagini si muovono su due filoni, strettamente connessi: quello legato al mondo della droga e quello relativo all’ambiente musicale. La dipendenza dalla cocaina aveva infatti reso il musicista inaffidabile e inviso agli altri membri della band e anche alla sua stessa fidanzata.
Mentre scava nei rapporti di Donati, Festa scopre che la vicenda è molto più sfaccettata e intricata di quanto pensasse, e che la musica e la droga potrebbero non essere le uniche due chiavi per risolverla…




Una buia notte di settembre non è il primo capitolo di questa serie, però devo dire che non si percepisce troppo la mancanza dei capitoli precedenti. Non nego, tuttavia, che mi sarebbe piaciuto conoscere meglio i fatti antecedenti dei personaggi che popolano la storia. Mi è mancato qualcosa per entrare del tutto in empatia con Festa, Russo, Conti e gli altri. Proprio per questo non sono riuscita né ad amare né ad odiare nessuno di loro. Tra loro ho trovato, spesso, irritante Russo con i suoi atteggiamenti un po' troppo strafottenti per i miei gusti.

Mi è piaciuta tutta la parte riguardante l’indagine per risolvere il mistero dell’omicidio del batterista ucciso. Ho trovato ben gestiti anche gli indizi gettati dall'autore. Alcuni più evidenti, altri meno. Una cosa che ho sempre piacere di riscontrare in questo genere di romanzo.

Il finale che chiude il caso in oggetto lascia aperti vari spiragli per eventuali e futuri seguiti.

Lo stile dell’autore è curato, pulito e coinvolgente. Oltre a intessere una buona trama si è fatto leggere con piacere.




lunedì 24 gennaio 2022

Recensione #750 Out of love: senza amore by Cinnie Maybe

 

Buon lunedì. È sempre bene iniziare la settimana con un bel libro che ci regali momenti piacevoli e rilassanti.

Il secondo capitolo della dilogia sui Wildcats si è rivelato all'altezza del primo libro.

Ringrazio Delrai Edizioni per la copia digitale del romanzo.


Autrice: Cinnie Maybe

Titolo: Out of breath Senza respiro

Serie: Wildcats #2

Editore: Delrai Edizioni

Pag: 541

Data di pubblicazione: 29 dicembre 2021

Trama

Sono passati quattro anni, Colin è a Chicago ed è diventato la star di punta dei Bulls: è bello, ricco, gli sponsor fanno a gara per averlo come testimonial, e ha persino provato a ricostruirsi una vita privata, frequentando un’altra ragazza. Tuttavia, sente che nella sua vita manca qualcosa: Ally è ancora il suo pensiero fisso e quel sentimento tanto forte che li ha uniti, arde ancora in lui, sotto le braci della sua nuova vita. Sebbene abbia raggiunto il successo sognato da sempre, e in apparenza sembra non aver bisogno di nulla, Colin sente di non poter continuare fingendo di essere felice, non vuole più continuare a vivere senza amore.
Così, con l’aiuto del suo migliore amico Duncan decide di riallacciare i fili di quel sentimento che sembravano essersi spezzati: chiede notizie di Ally all’unica persona che può dargli una mano, affrontando sensi di colpa e errori commessi consapevole di dover cambiare ancora per diventare l’uomo che Ally merita di avere accanto. È così che il destino lo porta di nuovo a Madison, dove inspiegabilmente lei vive di nuovo da qualche tempo.
Ma basterà tornare nella città in cui tutto è iniziato per riprendere le fila di un amore spezzato e forse mai finito? E soprattutto, cosa sta sconvolgendo la vita di Ally, che appare ai suoi così profondamente cambiata? Vuole davvero sposare un altro, che non è Colin?
E ancora, tornare significa anche fare i conti con i vecchi compagni di squadra. E i Wildcats, senza più il loro capitano, sono ancora quei mostri inarrestabili che non hanno mai avuto paura di niente e di nessuno? Cosa vuole veramente la nuova generazione di giocatori che compone ora il team?
Dopo quattro anni, Colin dovrà far fronte ai conti che il destino ha scelto di presentargli, ma per difendere i suoi sentimenti è disposto a fare qualsiasi cosa, persino sfidare il fato avverso. Perché di una cosa è sicuro: non riesce più ad andare avanti senza amore.




Difficilmente io riesco, nello stesso mese, a portare la recensione di due capitoli di serie che seguo. Invece c’è sempre l’eccezione così eccomi a parlarvi, nel giro di pochi giorni, del secondo sport romance di Cinnie Maybe.

AVVERTENZA QUESTO LIBRO VA LETTO ASSOLUTAMENTE DOPO OUT OF BREATH.

Nello scorso capitolo avevamo lasciato Ally e Colin in una situazione non proprio idilliaca. Per cui sapere cosa fosse successo nelle vite di questi due ragazzi mi interessava moltissimo.

Io devo dire che comunque quel finale non mi era dispiaciuto del tutto perché comunque poteva essere una giusta conclusione al loro rapporto. Ma la romantica che è in me voleva avere la possibilità di veder concedere a questi due ragazzi una seconda occasione.

Sono passati quattro anni e Ally e Colin, pur lavorando e vivendo a Chicago, non si sono mai incontrati. Il ragazzo divenuto una star del basket però non riesce proprio a dimenticare il suo primo amore e decide di tornare a Madison per riconquistare il cuore della sua Principessina.

Eppure Colin non sembra maturato più di tanto. Ha ottenuto grandi risultati, è uscito dal brutto giro in cui era coinvolto da ragazzo, ma i suoi atteggiamenti sono ancora molto immaturi. Pagina dopo pagina Colin, che dimostra di tenere sul serio a Ally, cresce e, finalmente, dimostra una certa maturità in ogni sua scelta. Il cambiamento che avviene in lui me lo fa amare ancora di più che nel primo libro. Tutto il suo sviluppo è descritto davvero molto bene.

Per Ally la vita non è stata semplice. Ha avuto alti e bassi e il momento che sta vivendo adesso sembra essere il più brutto. La scelta/obbligo di tornare a casa le ha fatto male. Tuttavia la forza di questa ragazza è incrollabile. Nonostante tutto riesce comunque ad essere coraggiosa, decisa e fare progetti per il futuro. Questo fa di lei un altro personaggio femminile che apprezzo tantissimo. A volte nei confronti del povero Colin non si dimostra proprio un agnellino, ma il suo cuore spezzato ha bisogno di tempo per guarire. Bellissima anche la caratterizzazione che Cinnie fa di Ally.

Ho ritrovato con piacere lo stile coinvolgente e scorrevole dell’autrice che riesce a far volare le otre 500 pagine del romanzo.

Un piccolo appunto finale. Di solito quando leggo libri ho in cui i personaggi secondari si fanno notare quasi quanto i protagonisti mi viene voglia di saperne di più su di loro. Così ho trovato con piacere, alla fine di questo libro una novella che racconta la vita di alcuni dei soggetti marginali. Ho amato questo escamotage, perché da una parte ha chiuso un cerchio lasciando comunque aperta la possibilità di avere altri romanzi sui Wildcats!


La Serie Wildcats è composta da:

1 Out of Breath

2 Out of Love




venerdì 21 gennaio 2022

Recensione #749 Il Rintocco by Neal Shusterman

 


Buongiorno, il libro che ho letto per la rubrica Tu leggi? Io scelgo! è il capitolo finale di una trilogia distopica che ha una trama di base molto originale.

Il blog che mi è stato assegnato è quello di Francesca e la sua recensione potete trovarla QUI.


Titolo: Il Rintocco

Autore: Neal Shusterman

Serie: Arc of a Scythe #3

Pagine: 492

Casa editrice: Mondadori

Data di pubblicazione: 30 marzo 2021

Trama

Da tre anni Citra e Rowan sono scomparsi: da quando cioè la falce Goddard ha assunto il potere e il Thunderhead si è chiuso in un silenzio che solo Greyson Tolliver riesce a infrangere. La città-isola di Endura, il "cuore pulsante" della Compagnia delle falci, è perduta, affondata per sempre nelle acque dell'oceano, e con lei le Grandi falci. Davvero sembra che ormai nulla possa impedire il dominio assoluto di Goddard, nominato Suprema Roncola della MidMerica. E, mentre gli echi della Grande Risonanza scuotono ancora il cuore della Terra, la domanda è una sola: c'è ancora qualcuno in grado di fermare il tiranno? Gli unici a saperlo sono la Tonalità, il Rintocco e il Tuono.





Ho amato moltissimo il pirmo capitolo della trilogia, anche il secondo volume ha riscontrato, per me, un'ottima opinione. Quindi come non avere alte aspettative per il terzo e conclusivo volume?

Diciamo che sono state in parte deluse.

L'inizio è davvero lento e io ne ho sofferto molto. In questo momento ho bisogno di libri veloci, dove succedono cose importanti e qui purtroppo ogni situazione si trascina in maniera esagerata. In più non riuscivo a comprendere dove l'autore volesse condurmi. Era tutto troppo nebuloso. Personalmente avrei tagliato molte parti.

Vengono inoltre introdotti nuovi personaggi che non hanno però il tempo di farsi conoscere bene. Oltre a non riuscire a empatizzare granchè con loro, non capivo il senso della loro presenza, le loro intenzioni finali. Al contrario, vengono messi in secondo piano (almeno per me) Citra e Rowan di cui avrei letto molto volentieri qualcosa in più.

La seconda parte si fa un po' più movimentata e lo

stile di Shusterman, che rimane scorrevole, è in grado di coinvolgermi nonostante i vari dubbi e perplessità che si sono creati in me.

Tuttavia non riesco a dare più di tre stelle e mezzo per questo terzo libro che non è assolutamente all'altezza dei primi due capitoli pur non rivelandosi del tutto negativo.

La trilogia Arc of Scynte è composta da

Falce

2 Thunderhead

3 Il Rintocco










giovedì 20 gennaio 2022

Concorso letterario: In mille parole - Tema: "L'ultima notte della mia vita" Secondo bimestre

 


Buongiorno secondo appuntamento con il concorso "In mille parole". Ogni mese vari autori ci delizieranno con racconti di tutti i generi.

Il concorso letterario è rivolto a tutti quelli che abbiano voglia di mettersi alla prova scrivendo un racconto in Mille Parole.

L'iniziativa è partita da Alex Astrid del blog "Vuoi conoscere un casino" che ha organizzato il tutto. Simo, Alex e la new entry Alessandro Ricci sono i giudici supremi a cui si aggiunge ogni bimestre una blogger diversa. Il regolamento completo lo trovate QUI

Se volete leggere tutti i racconti unitevi a noi nel gruppo Facebook.



Il tema di questo mese è stato

L'ultima notte della mia vita”


I primi tre classificati sono:


  1. Adelaide J. Pellitteri

  2. Alessandro Gnani

  3. Massimiliano Agarico


Ecco il racconto vincitore

Vincenzo Di Fazio… di Adelaide J. Pellitteri


Arrivo con armi e bagagli, qui non mi mancherà nulla, così come niente mancò mai a mio nonno.

Da quassù, il paese sembra sia a un tiro di schioppo, ma è alla giusta distanza. Finirà che mi chiameranno l’eremita. Mio nonno lo chiamavano così.

Lui qui c’è nato e c’è anche morto.

Non volle mai scendere in paese e nemmeno in città, neppure per venire a vedere come era rinata Palermo distrutta dai bombardamenti.

In questo fortino - mi raccontava mio padre – il nonno ha accolto e sfamato partigiani e sfollati durante la guerra”. Poi concludeva “In paese dovrebbero fargli una statua d’oro”; mentre mia madre lo prendeva in giro dicendo “non si allontanava mai da lì per non lasciare incustodito il tesoro”, e io giù a ridere con lei. Alludeva alla Cascina che non era certo una baita, e che nonno non dotò mai di alcun confort.

Ero stato io a battezzarla “il fortino” negli anni in cui lì ci giocavo agli indiani. E fortino era rimasto il suo nome per sempre.

Sono il nipote di un eroe e, quanto prima, mi sono ripromesso di andare a parlare con il sindaco per provare a sondare il terreno circa la possibilità di far dedicare a mio nonno almeno una strada. Magari il corso principale che porta ancora il nome dei Principi Trupìa. Blasonati di scarsa nobiltà.

Quale motivazione migliore per dedicare quel corso a mio nonno se non l’aiuto dato a tanti compaesani? Che senso ha mantenere il nome di un casato che invece ha imposto per secoli la sua signoria sfruttatrice?

Ho mille progetti e domani arriverà l’architetto con la squadra per far diventare questo tugurio il mio rifugio di montagna. Sono stanco della città, dei suoi vizi, la sua anima è irrecuperabile, voglio allontanarmene definitivamente. Adesso che, grazie a cinque anni di scivolo, sono in pensione posso ritirarmi in questo pezzo di paradiso. Almeno è questo che conto di farlo diventare.

Ringrazio mio padre che ha tenuto in piedi questa baracca con un minimo di decenza, così, accomodati i bagagli comincio la mia perlustrazione.

La possibilità di poter finire i miei giorni dove ha vissuto mio nonno mi inorgoglisce.

Ho intenzione di contattare anche qualche giornalista cui raccontare la storia di questo eroe senza medaglia.

Tra un passo e l’altro avverto dei vuoti sotto il pavimento, cerco di prestarvi attenzione, do qualche colpetto al legno, ascolto il rumore diverso che fanno le assi e ne ho la conferma. Comincio a tastare il pavimento carponi, cerco di capire meglio, quando la pressione più decisa in un punto rivela un’asse libera dall’inchiodatura. Provo a tirarla via, ma si solleva un pannello intero di circa un metro per un metro. Una scaletta porta a un piano interrato del quale non sapevo nulla, del quale mio padre non mi ha mai parlato.

Immagino sia il ricovero dove mio nonno nascondeva i fuggitivi, o dove teneva i viveri per sfamarli.

Recupero una torcia e scendo giù, non è profonda, diedi gradini appena. Intravedo quattro bauli abbastanza grandi, ne sono sorpreso.

Che sia il tesoro del quale ridevamo con mia madre?

Le serrature sono arrugginite e devo tornare su a prendere qualche attrezzo; in casa non mancano pinze e cacciaviti.

Devo smanettare un po’ per riuscire ad aprire il primo, e questo mi dà la conferma che nemmeno mio padre ci ha mai messo mani. Lui è stato qui fino all’estate scorsa poi, di notte un infarto e se n’è andato, da solo, ma di certo felice di potere riabbracciare suo padre.

Risalgo come inseguito da mille demoni, arraffo tutto ciò che avevo a mala pena sistemato per la mia permanenza durante i lavori. Afferro le chiavi della macchina, ingrano la marcia e scappo via, giù verso la città.

Sudo, tremo, provo conati di vomito e fatico a trattenere ciò che ho mangiato stamane, ma anche ieri e l’altro ieri. Vorrei vomitare l’anima, se fosse possibile. Mi fermo, accosto al guardrail, da qui il paese sembra minuscolo, mentre il mio disgusto è smisurato.

Vi avessi trovato cadaveri, dento quei bauli, sarei stato felice; avrei immaginato degne sepolture per i poveri disgraziati morti nonostante l’aiuto di mio nonno. Ma ciò che ho trovato è aberrante, e non ha giustificazione.

Vorrei strapparmi dal volto il sorriso che mi dicono essere identico al suo, vorrei poter cancellare il cognome che ho, e l’idea che mio figlio porti in giro per il mondo il suo stesso nome mi fa ribrezzo.

Li ho aperti tutti e lì per lì sono rimasto abbagliato: candelieri d’argento, anelli di smeraldi, zaffiri, rubini, gioielli d’ogni tipo, vassoi d’argento, quadri, armi…, perfino un ostensorio, forse appartenuto alla vecchia cattedrale tanto stupefacente la cesellatura. I bauli sigillati hanno mantenuto il tesoro intatto. Mi sembrava di essere davanti alla refurtiva che si vede nel film dei pirati.

Il valore: incalcolabile.

Ogni singolo oggetto aveva un cartellino attaccato.

Ho letto e rabbrividito.

Ho creduto di non aver compreso. Ho riletto il primo cartellino, poi il secondo, il terzo… Mi sono accasciato sul pavimento scioccato.

Mentre lo stomaco cominciava già le sue contrazioni e nel petto cresceva l’affanno ho voluto ancora leggere per essere certo, ho preso un candeliere e sul cartellino ho letto: 2 ottobre 1943 notaio Li Manni con la figlia, la piccola Marilena, candeliere d’argento a cinque braccia in cambio di tre giorni di rifugio senza cene. In quello attaccato a un anello, invece c’era scritto: 7 luglio 1943 Principi Gualtiero e Mafalda Trupìa; anello con smeraldo in cambio di due notti di rifugio e una sola cena, due uova e una fetta di pane nero. In un altro ancora: 12 febbraio 1944 Padre Gesualdo, ostensorio della Matrice in cambio di tre fette di pane nero.

Ho percepito la dannazione afferrarmi la gola, se fossi rimasto ancora un minuto sarei morto soffocato, o forse è accaduto davvero perché, nonostante sia riuscito a fuggire, posso affermare senza alcun dubbio che: Vincenzo Di Fazio, il fiero nipote dell’eroe, è morto stanotte.


Questo invece è il mio preferito

Bella e tragica di Anna Maria Scampone


Bella e tragica. Così fu l'ultima notte della mia vita. Dopo, nulla sarebbe stato più uguale.

Se torno a quel momento sento ancora il dolce e delicato profumo di zagare e il cri cri dei grilli nel prato; il cielo, sopra di noi, una cupola scura punteggiata da mille lucette.

«Quello è il Piccolo Carro e quella al suo estremo è la Stella Polare. Vedi quanto è luminosa?»

Hai alzato una mano tremante, disegnando nell'aria la sua forma. Eri così fragile, eterea quasi. Mi si è stretto il cuore. Ricordo di aver annuito, ringraziando l'oscurità che celava il gelo che possedeva il mio animo; una disperazione che mi devastava dal terribile momento in cui avevamo aperto quel maledetto referto.

«Quanto tempo?» hai chiesto al dottore con voce incerta, da bambina. Lui non ha risposto subito. Ha continuato a fissare la cartella clinica che aveva in mano, scuotendo la testa. Ho accennato una carezza, ma ti sei scostata bruscamente, evitando il contatto.

«Le resta poco più di un mese di vita» ha risposto lui infine, l’imbarazzo nascosto dietro a un colpo di tosse. Le sue parole sono rimaste sospese in un silenzio irreale per un lungo, terribile istante, poi le nostre mani si sono cercate, come in cerca di sostegno reciproco. Ho sentito le tue unghie conficcarsi nella mia pelle e il respiro farsi corto; ti ho cercata con lo sguardo e ho incontrato i tuoi occhi dilatati, il terrore stampato sul viso. Ti sei raggomitolata sulla sedia, i capelli sul viso a nascondere l'angoscia.

«Andiamo via» hai detto, la voce affannata come dopo una corsa.

«Ma...»

«Portami via di qua.»

Me lo hai gridato con tutto il fiato che avevi in corpo, tremando e singhiozzando.

Siamo fuggiti, correndo a perdifiato lungo corridoi asettici e freddi. Quello che mi resta di quella fuga è una sequela di volti stupiti, e, tra questi, quello di una persona che ci ha fissato con aria di rimprovero.

«Diamine, siamo in un ospedale» ci ha gridato dietro. «Il rispetto, i giovani d’oggi non sanno più cosa sia.»

Mi sono fermato all’istante e se tu non mi avessi strattonato un braccio sarei tornato indietro e lo avrei picchiato fino a trasformare la sua faccia perbene in una poltiglia irriconoscibile.

Mi hai fissata, il viso pallido come un cencio.

«Credimi, non ne vale la pena.»

Ho ricacciato indietro il groppo che mi serrava la gola e mi sono sforzato di guardarti negli occhi.

«Cosa facciamo ora?»

«Portami alla casetta sul lago.»

I giorni sono volati via in un battibaleno. Ogni mattina ti ho vista più debole; è stato straziante vedere la malattia che devastava il tuo corpo, non lasciandoti un attimo di tregua.

Allungati su un plaid, avvolti dal blu intenso della notte, gli occhi incollati alla volta celeste, hai continuato: «Sai che siamo fatti di polvere di stelle?»

«Ah sì?»

«Sì, noi siamo fatti della materia di cui è fatto l’Universo, nel nostro DNA si nascondono gli stessi atomi che costituiscono le stelle.»

Hai appoggiato la testa sulla mia spalla e hai sospirato, lo sguardo sognante perso dietro a chissà quali pensieri.

«Mi aiuterai a tornare lassù?» hai detto in un sussurro.

«Co-cosa?»

«Nulla. Stringimi, amore mio.»

Ti ho accolta tra le braccia, sperando di aver travisato le tue parole. Ti ho sentita indifesa, un uccellino implume caduto dal nido. Mi hai baciato, un bacio tenero, a fior di labbra. Poi abbiamo fatto l’amore sotto la luna ed è stato magico, quasi irreale. Ancora oggi mi chiedo se non l’ho sognato, se le carezze e i gemiti e le lacrime e le risate non sono state che proiezioni della mia mente.

«Stasera tutto è perfetto mi hai detto. La luna, le stelle, noi… è il momento giusto.»

Ho cominciato a scuotere la testa in un diniego disperato. Non avevo voce, parole, pensieri. Solo quel no muto.

«L’attesa è troppo difficile, mi corrode dentro. Non ce la faccio più. Voglio tornare a brillare lassù, così che, quando alzerai gli occhi al cielo, tu possa riconoscermi e sapere che sono io.»

Non hai atteso la mia risposta. Sapevi che, se me ne avessi dato l’opportunità, avrei protestato, cercando di farti cambiare idea. Ti sei alzata, facendomi cenno di restare seduto.

«Adesso, ti chiedo una sola cosa.»

Avrei voluto tapparmi le orecchie, trascinandoti di nuovo sul plaid, ma non ho potuto. Eri così seria, così determinata che non ho osato farlo. L’ho rimpianto, sai. Avrei potuto fermarti, o forse solo tentare di farlo. Me ne rammarico ancora.

«Ti prego, non fermarmi, qualsiasi cosa accada.»

«Tesoro…»

«No, non farlo. Lasciami libera. Dimmi che lo farai, per me… per noi.»

Ho annuito tra le lacrime, devastato nell’animo, incapace di oppormi, una volta di più.

Un ultimo sguardo, un’ultima carezza e ti sei allontanata, senza una parola. Ti ho seguita con gli occhi, artigliando l’erba con le dita. Quando sei scomparsa dalla mia vista ho realizzato che non potevo perderti, che il dolore dell’abbandono era più forte di qualsiasi promessa fatta. Ho scalato la piccola duna dietro la quale eri scomparsa, ma eri già con i piedi nell’acqua.

Ho gridato il tuo nome, ma non ti sei voltata. Hai continuato ad avanzare nell’acqua, sempre più lontana. Ho corso a perdifiato, senza riuscire a raggiungerti. Con i piedi già nell’acqua, mi sono fermato, vedendo che ti giravi. Speravo in un tuo ripensamento, invece hai messo un dito sulla bocca, intimandomi il silenzio; poi lo hai alzato verso il cielo e sei sparita nel lago.

Ce l’ho con l’autrice di questo racconto: avrei voluto che fosse clemente e decidesse di dare un lieto fine alla nostra storia, ma non c’è stato verso. E’ sua profonda convinzione che ciascuno abbia il diritto di disporre della propria vita e di morire con dignità, liberandosi dalla sofferenza. Il dibattito sull’eutanasia è lungo, tortuoso, pieno di pietre d’inciampo, per cui sarebbe opportuna una riflessione e una risoluzione decisiva a riguardo.