giovedì 29 aprile 2021

Recensione #646 Ravensong: Il canto del corvo by T.J. Klune

 


Tu leggi? Io scelgo! #30

L’ultima recensione del mese è dedicata alla rubrica mensile Tu leggi? Io scelgo! Ad aprire la mia scelta è caduta sul blog di Erica (QUI la sua recensione) Visto che avevo questo libro da tempo nel Kindle ho pensato che fosse giunto il suo momento. Inoltre era una delle mie richieste alla Triskell Edizioni che, sempre carinamente, mi ha inviato la copia digitale del romanzo.



Autore: TJ Klune

Titolo: Ravensong Il canto del corvo

Serie: Green Creek #2

Editore: Triskell Edizioni

Pag:: 500

Data di pubblicazione: 25 novembre 2020

Trama

Gordo Livingstone non ha mai dimenticato le lezioni incise sulla sua pelle. Temprato dal tradimento di un branco che lo ha abbandonato, ha cercato conforto in un’officina nella piccola città di montagna in cui vive, giurando di non lasciarsi più coinvolgere dagli affari dei lupi.
Avrebbe dovuto bastargli.
E gli è bastato, finché i lupi non sono tornati, e con loro anche Mark Bennett. Alla fine, hanno affrontato la bestia insieme, come un branco… e hanno vinto.
Un anno dopo, Gordo si ritrova ancora una volta a essere lo stregone del branco dei Bennett. Green Creek ha trovato un equilibrio dopo la morte di Richard Collins, e con difficoltà Gordo cerca di ignorare Mark e il canto che ulula tra loro.
Ma il tempo stringe. Qualcosa è in arrivo. E questa volta striscia da dentro.
Alcuni legami, non importa quanto forti, sono fatti per essere spezzati.




Un legame è la forza dietro il lupo,” mi aveva detto una volta Abel Bennett. Una sensazione o una persona o un’idea che ci aiuta a mantenere il contatto con la nostra umanità. È un canto che ci guida verso casa quando siamo nelle sembianze di Lupi. Ci rammenta da dove veniamo. Il mio legame è il mio branco. La gente che conta su di me affinché li tenga al sicuro, che li protegga da chi vuole farci del male.”

Ravensong, secondo capitolo della serie Green Creek, è incentrato su Gordo, lo stregone del branco dei Bennett e sul suo rapporto con Mark Bennett, il fratello del compianto Thomas.

Gordo era uno dei personaggi più interessanti del primo capitolo e sono stata molto contenta di averlo potuto conoscere meglio. Il libro è ambientato dopo gli eventi di Wolfsong. Tuttavia la prima parte si alterna tra il passato di Gordo e il viaggio di vendetta di Joe.

In questo romanzo, infatti, ho potuto anche apprendere meglio cosa fosse successo durante quella spedizione punitiva.

Gordo si è rivelato veramente un personaggio interessante come anticipato dalle premesse di Wolfsong. In queste pagine viene mostrato tutto quello che è successo e che lo ha portato a odiare i Bennett. Come ha sofferto nel sentirsi abbandonato completamente da quella che, ormai, considerava una famiglia. Inoltre viene sviluppata benissimo la relazione contrastata e sofferta con Mark. Il rapporto aveva bisogno di riguadagnare quella fiducia indispensabile a farlo maturare.

A spezzare un po' la spirale di dolore in cui era coinvolto Gordo c'erano i suoi inseparabili, fedeli e leali fino all'ultimo, amici umani. Quelli in cui i quattro interagivano con lui sono stati i momenti più simpatici ed esilaranti di tutto il libro.

La trama non è incentrata solo sul rapporto dello stregone con il lupo, ma è ricca di azione, lotte e tradimenti. Il tutto ha portato a nuovi equilibri e nuovi alleati che sono curiosa di conoscere meglio.

Il finale ha un colpo di scena inaspettato che mi spinge a voler leggere subito Heartsong.


La serie è composta:

1. Wolfsong

2. Ravensong

2,5. Lovesong

3. Heartsong

3,5. Feralsong

3,6. Lovesong part II

  1. Brothersong






mercoledì 28 aprile 2021

Recensione #645 Wŏ ài nĭ– L’ultimo destino possibile by C.K. Harp

 


Come ben saprete io ho amato tutto ciò che è uscito dalla penna (o dalla tastiera) di questa autrice. Quando ho saputo che stava scrivendo un fantasy di ispirazione orientale, la mia curiosità è salita alle stelle.

Ringrazio C. K. Harp per la copia digitale del romanzo.


Autrice: C. K. Harp

Titolo:  Wŏ ài nĭ– L’ultimo destino possibile

Editore: Self Publishing

Data di pubblicazione: 12 aprile 2021

Pagine: 624

Trama

È l’anno yǐchǒu del grande Yangdi quando, sotto gli occhi stupiti della sua promessa sposa, Yixuan cade dalla Collina dei Quattro Saggi e precipita tra le braccia del ragazzo più bello che abbia mai visto. Dell’unico ragazzo che abbia mai visto, in realtà. Suo padre, infatti, gli ha vietato di mettere piede oltre il terzo cielo, pena una punizione memorabile capace di spogliarlo anche dei suoi poteri divini. Tuttavia, osservando il regno degli uomini e il suo nuovo amico, Yixuan si chiede perché. Perché solo a lui, tra tutti gli immortali, è precluso vivere come chiunque? Quali nefandezze ha commesso nella sua vita precedente per meritare quell’esistenza? D’altronde, deve esserci un motivo se il sovrano di giada lo odia al punto da preferirlo morto piuttosto che libero.

In un mondo in continuo mutamento, a pochi anni dalla riunificazione del paese sotto la dinastia Sui, i destini di un immortale e di un semplice ragazzo tornano a unirsi dopo secoli di oblio, in una storia andata perduta nello sconfinato universo ma destinata, forse, a scardinare l’armonia stessa che lo governa.


«Perché è questo che facciamo, Yixuan, non lo hai capito?» lo interruppe Yue Lao, inclinando la testa di lato. «I mortali sono un semplice passatempo, per noi. Lo sono sempre stati, nonostante le grandi aspettative di Fuxia e Nuwa. Ciò che ignoravamo davvero era che il cosmo li avesse previsti e avesse forgiato su di loro l’idea stessa di armonia. Non esiste Yin e non esiste Yang senza di loro.




Come ho anticipato, C. K. Harp non mi ha mai delusa. Eppure avevo una certa remora a iniziare il suo nuovo romanzo. Confesso anche di aver procrastinato la lettura il più a lungo possibile. Invece anche questa volta Harp ha operato la sua magia e mi ha regalato una storia che ho amato tantissimo.

L’oriente ha da sempre su di me un certo fascino. Una cultura e una storia molto diverse da noi che mi hanno incuriosita fin da bambina. Però devo ammettere che non ho mai approfondito l’argomento.


I due protagonisti sono Yixuan e Shunzi, due persone destinate ad amarsi per sempre. Si incontrano una prima volta quando Yixuan cade dal Cielo di fronte a Shunzi... Ma è davvero la prima volta? Non voglio dire altro della trama perchè è davvero molto stratificata e incapperei in qualche involontario spoiler.

Allora l'unica difficoltà che ho avuto nella lettura è stata con i nomi. Non ho letto praticamente nulla con questa ambientazione quindi i vari nomi dei personaggi sono risultati, per me, un po’ ostici. Spesso confondevo Yixuan con Yiangu. Però poi, piano piano, sono entrata nell’ottica del romanzo e la lettura è proceduta davvero speditamente.

La storia raccontata, in queste pagine, è stupenda. Un amore che vive oltre i secoli, oltre le difficoltà, oltre tutte le avversità che si trovano ad affrontare i due protagonisti.

Mi sono piaciuti tutti e due allo stesso modo, anche se devo dire che la mia preferita è stata Yiangu, la sorellina di Shunzi. La trama è ricca, l’ambientazione è meravigliosamente descritta in ogni particolare. Si nota perfettamente il grande lavoro di ricerca che ha fatto C. K.

Ha creato un mondo spettacolare che non è difficile da immaginare nella mia testa. Tutto questo nonostante i nomi particolari, le diversità che ci sono rispetto alla nostra cultura.

Io ho amato tutto: il cast di personaggi, la storia e anche il finale. Bellissimo.






lunedì 26 aprile 2021

Blog Tour Wŏ ài nĭ– L’ultimo destino possibile by C. K. Harp - Intervista all'autrice

 


Buongiorno a me l'ultima tappa di questo blog tour che ci ha accompagnate i questi giorni. Finora le mie amiche blogger vi hanno parlato del romanzo, ma oggi conosciamo meglio l'autrice!

Grazie C. K. per la copia digitale del libro di cui trovate i dati qui sotto.


Autrice: C. K. Harp

Titolo:  Wŏ ài nĭ– L’ultimo destino possibile

Editore: Self Publishing

Data di pubblicazione: 12 aprile 2021

Pagine: 624

Trama

È l’anno yǐchǒu del grande Yangdi quando, sotto gli occhi stupiti della sua promessa sposa, Yixuan cade dalla Collina dei Quattro Saggi e precipita tra le braccia del ragazzo più bello che abbia mai visto. Dell’unico ragazzo che abbia mai visto, in realtà. Suo padre, infatti, gli ha vietato di mettere piede oltre il terzo cielo, pena una punizione memorabile capace di spogliarlo anche dei suoi poteri divini. Tuttavia, osservando il regno degli uomini e il suo nuovo amico, Yixuan si chiede perché. Perché solo a lui, tra tutti gli immortali, è precluso vivere come chiunque? Quali nefandezze ha commesso nella sua vita precedente per meritare quell’esistenza? D’altronde, deve esserci un motivo se il sovrano di giada lo odia al punto da preferirlo morto piuttosto che libero.

In un mondo in continuo mutamento, a pochi anni dalla riunificazione del paese sotto la dinastia Sui, i destini di un immortale e di un semplice ragazzo tornano a unirsi dopo secoli di oblio, in una storia andata perduta nello sconfinato universo ma destinata, forse, a scardinare l’armonia stessa che lo governa.


«Perché è questo che facciamo, Yixuan, non lo hai capito?» lo interruppe Yue Lao, inclinando la testa di lato. «I mortali sono un semplice passatempo, per noi. Lo sono sempre stati, nonostante le grandi aspettative di Fuxia e Nuwa. Ciò che ignoravamo davvero era che il cosmo li avesse previsti e avesse forgiato su di loro l’idea stessa di armonia. Non esiste Yin e non esiste Yang senza di loro.


L'intervista

Io ti seguo da tantissimo tempo, ma quando e come hai cominciato a scrivere? Sei sempre stata sicura di voler diventare una scrittrice? I tuoi familiari, amici ti hanno incoraggiata in questo?

R. Il primo racconto di cui ho memoria è una storia scifi-horror ispirata a un incubo. Avevo sette anni e i miei nonni avevano da pochissimo regalato un computer a mia sorella per la sua comunione. Sembra assurdo, ma ricordo perfettamente la posizione del pc, la finestra davanti cui era stato messo e le pagine scritte una volta stampate. Quel racconto poi è diventato un libro per ragazzi che uscirà a novembre di quest’anno per Sinnos, pensa!

Ecco, quello è stato il momento in cui ho avuto piena coscienza del fatto che avrei potuto scrivere quello che avevo in testa, ma il mio sogno era proprio un altro: volevo fare la detective. Avevo addirittura il volantino di Tony Ponzi nel cassetto... una delle prime fangirl in erba!

Devo dire che in famiglia sono sempre stata assecondata su questa cosa, anzi: mio padre si fece trenta chilometri in macchina, di nascosto, appena seppe che il mio primo libro era uscito in libreria (parliamo del lontanissimo 2008 e io lavoravo in aeroporto). C’è chi ha provato a fermarmi, tra parenti e persone fin troppo vicine, ma ci sono riusciti per poco. Molto poco.





Hai delle abitudini particolari quando scrivi, ci sono dei luoghi in cui ti senti più ispirata? Le tue storie (i tuoi libri) nascono meglio quando scrivi in tranquillità o sotto stress?

R. L’unica abitudine-mania che ho è quella di decidere il titolo prima di iniziare qualsiasi storia. Il rito è: titolo, nome, citazione entro le prime dieci pagine (anche se poi mi è accaduto di cambiarla, come per l’ultimo romanzo) e prologo (anche se poi lo modificherò/sostituirò in corso d’opera). È una sorta di portafortuna, una sequenza di azioni di buon auspicio. Per il resto, mi basta avere il pc e la mia tastiera (la stessa da anni. L’ho anche ripristinata quando ho cambiato pc, perché non riuscivo proprio a trovarmi bene con quella nuova).

La scrittura deve essere un piacere, qualcosa che arricchisce me per prima, quindi mi ci devo approcciare con tranquillità, serenità e amore. È capitato in passato di viverla come un’imposizione e me ne sono chiamata fuori, cambiando del tutto registro e… reinventandomi C.K.Harp! Le scadenze possono esserci, ma ho tabelle di marcia ben delineate, ideate per fare fronte anche a imprevisti e ritardi, quindi non c’è alcuno stress. Mai. Anzi: prima di ogni capitolo mi ritiro con la mia musica d’ispirazione e visualizzo ogni azione prima di mettermi al pc.



Molti scrittori affermano che i personaggi, a volte, sfuggono loro di mano prendendo strade non tracciate dall'autore stesso. È capitato anche a te con i vari soggetti che hai creato?

R. Prima di essere una scrittrice sono una editor, quindi determinate cose per me sono abbastanza impensabili. Questo tipo di discorso, della trama che cambia, dei personaggi che fanno come vogliono, è piuttosto ricorrente tra gli autori, ma non è una cosa che mi appartiene. Partiamo dal presupposto che se non ho il personaggio ben chiaro in testa e almeno il novanta percento della trama delineata, io non scrivo; c’è da dire che non sono abituata alle scalette scritte e ho un mio metodo particolare per approcciarmi al romanzo, ma alcune cose sono imprescindibili. Sì, può capitare mi vengano delle idee in corso d’opera e che provi a inserirle, ma sono più le volte che torno sui miei passi perché non si incastrano bene con la psicologia dei personaggi. Lasciare alla mente la padronanza del flusso di idee durante la stesura è il primo buon passo per perdere la trama e la struttura. Poi per carità, ogni scrittore ha il proprio metodo, ma insomma… diciamo che no, questa cosa dei personaggi che fanno come vogliono per me non esiste.



Il tuo romanzo ha un'ambientazione fantasy originale, ben costruita, nessun particolare è stato trascurato. Come ti è venuto in mente di scrivere un libro così diverso dai tuoi soliti? E quanto è stato importante il lavoro di documentazione per una cultura così lontana dalla nostra?

R. (Grazie). Wo Ai Ni nasce da una passione che mi ha letteralmente cambiato la vita da tre anni a questa parte, ovvero lo studio della cultura orientale, in particolar modo il mondo cinese. Ho visto molti, tanti drama cinesi, coreani e giapponesi, immergendomi h24 in quell’universo (non ho più visto film o serie tv occidentali, e non scherzo), così come ho preso ad ascoltare prevalentemente musica orientale. Mi sono iscritta alla facoltà di lingue e civiltà orientale (anche se a causa della pandemia ho dovuto rinunciare) e ho iniziato a studiare la storia di quelle terre con particolare attenzione a quella cinese. Ecco come è nata l’idea: amando la cultura orientale, intesa nel suo insieme, e studiandone ogni aspetto. Oltretutto, parliamo di oltre 5000 anni di storia, filosofia, concetti cosmologici, mitologici e religiosi, oltre che una lingua del tutto diversa dalla nostra, quindi è una ricerca infinita che non credo si esaurirà mai. Una cosa è certa: senza studiare quel mondo a 360 gradi è impossibile anche solo pensare di dare vita a una trama ambientata nell’antica Cina, così come nell’antica penisola che oggi chiamiamo Corea o nell’antico Giappone. E ciò che bisogna tenere presente è che oltre alla filosofia e alla religione (dal confucianesimo al buddhismo, dal qigong al daoismo) è necessario conoscere la storia di tutto quel continente, perché ogni regione è collegata all’altra in una contaminazione continua.



Qui parliamo del tasto dolente per molti autori. Qual è il tuo rapporto con le critiche negative?

R. Le critiche negative fanno parte del gioco e per me più che tasto dolente sono una cartina tornasole del modo in cui ho lavorato. La mia responsabilità è quella di fornire al lettore l’esperienza migliore di cui posso essere capace, quindi mio è il dovere di presentare un lavoro pulito, privo di errori, amato e sudato, con una trama che abbia un proprio senso e che io per prima ho adorato. Se ci sono errori e vengono fatti notare il primo sentimento che provo è quello della vergogna, poi arriva la frustrazione. Ho un leggerissimo complesso di perfezione che mi porta all’ossessione, lo riconosco, ed è a causa di questo che sto male io per prima: perché ho la certezza che avrei potuto fare più attenzione, avrei potuto fare di più. Detto questo, le storie possono piacere o non piacere, è una questione anche di gusti personali e su quello non ci si può fare proprio niente.




Progetti per il futuro? Io aspetto ancora il terzo Cioccolatino e il secondo di Fallen Boy...

R. Sono una bruttissima e pessima persona, e lo riconosco. Specialmente per quanto riguarda Dre. Il progetto c’è e il romanzo è scritto per metà, ma come dicevo prima, la scrittura è e deve essere un piacere, non solo per me, ma anche per il rispetto che nutro nei confronti di chi aspetta le mie storie. Ciò significa che scrivere per forza o a comando è possibile, ma non auspicabile: il lavoro sarebbe mediocre. Dre è un personaggio particolare e, per quanto ovviamente sappia bene come debba finire la sua storia, richiede un certo tipo di status mentale che al momento mi manca. Non nego però che ho pensato più volte, dall’inizio dell’anno, a rimettermi sulla sua vita. Idem per The Fallen Boy, che è ancora più particolare e forse per questo poco compreso.

Detto ciò, ho buttato giù la trama completa del prossimo romanzo, sempre uno xianxia ma ambientato nel 266 d.C. tra Cina e steppe, con una leggera influenza persiana. Sì, probabilmente sarà un bagno di sangue e lo studio ancora più importante, ma il cervello si è già messo in moto e io ho ben poche opzioni in merito: quando la trama si delinea, non riesco a pensare ad altro.


Le altre tappe sono già online e le trovate qui.






Recensione #644 Non è un principe (Dayton #1) by Stevie J. Cole & L.P. Lovell

 


Questa volta leggo #35


Non riesco a credere che anche Aprile stia per salutarci. Oggi inizio io con i post dedicati alla rubrica, in collaborazione con Chiara e Chicca, Questa Volta Leggo. La parola del mese è LETTO. Distogliendo per un secondo lo sguardo dal bel tipo in copertina noterete un letto sullo sfondo.

Ringrazio Triskell Edizioni per la copia digitale del romanzo.

Autrici Stevie J. Cole & L.P. Lovell

Titolo: Non è un principe

Serie: Dayton #1

Editore: Triskell Edizioni

Data di pubblicazione: 17 marzo 2021

Pagine: 395

Trama

Zepp Hunt non era il re della Dayton High School. Era al vertice della catena alimentare.
E, nella lista delle sue prede, io ero la prossima. O almeno così credeva lui.
Le brave ragazze volevano addomesticarlo. Le cattive ragazze volevano essere sedotte da lui.
Tutti si inchinavano al suo cospetto. Io, invece?
Lo odiavo con tutta me stessa.
Era il motivo per cui mi tenevo alla larga da quel cattivo ragazzo arrogante con i tatuaggi e la fedina penale sporca.
Finché non mi fu impossibile continuare a farlo.
Finché per uno scambio di favori non gli dovetti tre mesi della mia vita. Non avrei mai pensato di finire nel suo letto, e quando successe fui costretta a ricordarmi che mi odiava quanto io odiavo lui.
Finché non potei più farlo.

Zepp Hunt non era un principe, e io non avevo intenzione di essere la sua damigella in pericolo.




Sarà che in questo periodo ho bisogno della leggerezza che riesco a trovare in questo genere di romanzi. Per cui, come ho tra le mani uno Young adult, lo divoro in pochissime ore.

Zepp è il cattivo ragazzo di Dayton, la cittadina dove vive anche Monroe. La ragazza non è per nulla interessata a lui, nonostante tutte le altre gli cadano ai piedi. Almeno fino a quando uno strano accordo fa sì che i due debbano passare del tempo insieme.

Pur contenendo vari cliché del genere, ho trovato questa storia alquanto originale, zepp e Monroe sono il frutto di una vita ai margini della città, in quei quartieri poveri e degradati. Abbandonati a loro stessi, non possono evitare di trovare ogni escamotage per sopravvivere.


Non significava un cavolo per le persone che avevano i soldi perché con i soldi potevano comprarsi la dignità degli altri. E non significava un cavolo per noi poveri disgraziati perché dovevamo metterla da parte se volevamo sopravvivere.


Ho amato la caratterizzazione dei due protagonisti che risultano essere composti da mille sfumature diverse. In questo sono stata aiutata dai POV alternati che hanno utilizzato le autrici.


Forse il dolore cercava compagnia, e quelli come noi per sentirsi interi avevano bisogno di qualcun altro ugualmente rotto.


Anche i personaggi secondari, sebbene li conosciamo solo attraverso gli occhi dei protagonisti, sono ben realizzati e non mi dispiacerebbe leggere dei romanzi dedicati alla loro vita.

Nonostante abbia trovato alcune scene un po’ forzate e delle questioni non risolte del tutto o troppo velocemente (vedi Jerry) la storia è stata coinvolgente dalla prima all'ultima pagina.

Mi è piaciuto, inoltre, lo stile crudo e oscuro, con cui è narrata la storia. Perfetto per descrivere sia i personaggi che la loro vita.

Ho amato anche molto come le autrici abbiano evidenziato il fatto che dietro la facciata buonista dei bravi ragazzi si nascondano i veri mostri.

Un primo capitolo davvero, davvero interessante che mi spinge a voler continuare con l’ennesima serie.



La serie Dayton è composta da

1 Non è un principe

2 No Good






venerdì 23 aprile 2021

Booktag #47 Le mie preferenze librose

 


Il 23 Aprile si festeggia la Giornata Mondiale Del Libro E Del Diritto D'autore. In questo giorno abbiamo perso tre grandi scrittori: lo spagnolo Miguel de Cervantes (1547-1616), l'inglese William Shakespeare (1564-1616) e il peruviano Inca Garcilaso de la Vega (1539-1616).

In occasione di questa ricorrenza io, Manuela, Chicca, Chiara ed Erica abbiamo scelto di rispondere alle domande modificate del book tag che potete trovare, in originale, nel blog Kristin Kraves Books


Le domande

Qual è il tuo formato preferito (cartaceo, tascabile, audio, e-book, ecc.)?

Personalmente non ho problemi a leggere nessun formato. Il contenuto è la cosa che più mi interessa. Però ho scoperto che devo leggere in cartaceo finché c'è luce naturale. Negli ultimi anni, complice l'età che avanza, i miei occhi fanno fatica a mettere a fuoco le parole stampate. Per gli ebook non ho di questi problemi per cui porto con me sempre il Kindle. Recentemente ho anche scoperto che mi piace ascoltare gli Audio-book, soprattutto quando sono alle prese con le faccende di casa, o quando mi dedico alla decorazione del mio Reading Journal.

Preferisci un libro incentrato sul personaggio o sulla trama?

Sono divisa a metà perché entrambi sono fattori molto importanti per me. La trama deve essere sviluppata bene, i vari passaggi temporali realistici, le azioni dei personaggi con un certo senso logico, ecc. Però, se poi tali soggetti sono piatti e unidimensionali il tutto inizia a non convincermi.

Ti interessa lo stile narrativo?

Diciamo che un po', sì. Nel senso che va sempre curato, evitando grossolani errori grammaticali. Questa è la cosa che più mi infastidisce. Inoltre deve essere coerente con la storia narrata, con il genere a cui appartiene il libro, con l'ambientazione temporale. Dettagli a cui tengo molto.

Qual è la tua prospettiva preferita?

Dipende dal genere del libro. A esempio, nei romance adoro i Pov alternati dei due protagonisti. Mi da la completa visione dei sentimenti di entrambi. Nel thriller ho bisogno della terza persona. Per me è più distaccata e perfetta per non scoprire subito la soluzione finale.

Ti piace quando i personaggi hanno una crescita/evoluzione?

Certamente! È uno dei fattori che mi fa amare i vari soggetti. Una buona caratterizzazione è essenziale in ogni tipologia di storia.

Come ti piacciono le relazioni tra i personaggi?

Complicate in amore. Le mie preferite, infatti, sono quelle amore-odio. Se parliamo di amicizia, invece, la sincerità deve essere il perno che tiene uniti i personaggi.

Ti piace che la storia sia ricca di descrizioni?

Una minima parte del romanzo deve contenerle. Poi entra in gioco l'abilità dell'autore che deve rendere vivide le immagini senza però appesantire la narrazione. Non è facile.

Preferisci che il POV singolo o multiplo?

Di questo ne ho parlato nella domanda sullo stile.

Preferisci libri autoconclusivi (standalones) o serie?

Difficile scelta. Diciamo che mi piacciono le serie, non troppo lunghe però, ma che hanno una fine. Anche se non del tutto chiusa, ma che non mi lasci troppo in sospeso. I finali aperti mi piacciono se ho subito pronto il capitolo successivo.

Preferisci un inizio, una metà o un finale forti?

La storia deve essere un crescendo di emozioni. Partire in lentamente, ma sapermi coinvolgere da subito. Poi evolversi con tanti colpi di scena e azione.

giovedì 22 aprile 2021

Recensione #643 Life Changing by Patrisha Mar

 

Buongiorno, oggi vi parlo del nuovo libro di un'autrice che io amo molto. Life changing è un romanzo di seconde possibilità guarigione narrato con la solita delicatezza della penna di Patrisha Mar.

Ringrazio Patrisha per la copia digitale del libro e, soprattutto, per la pazienza con cui ha atteso la mia recensione.


Autrice: Patrisha Mar

Titolo: Life Changing

Editore: Self Publishing

Data di pubblicazione: 3 marzo 2021

Pagine: 260

Trama

La luce torna sempre a rischiarare il buio.”

Verona, lo sanno tutti, è la città dellʼamore, in cui persino un balcone può diventare il luogo ideale per un incontro romantico, questo però non vale per Giusy e Marco, appena diventati vicini di casa.

Giusy è una ragazza solare che ama profondamente il suo lavoro, passare il tempo con gli amici, ascoltare musica classica e leggere vecchi romanzi.

Marco era un atleta di successo, che aveva bellezza, fama e donne. La vita che conduceva era perfetta fino a che, per colpa di un suo terribile errore, ha perso tutto. Il mondo di Marco è ormai distrutto, e cosa resta quando la propria esistenza va in pezzi? Diventa fin troppo facile respingere gli altri. Giusy è lʼennesima persona da allontanare, ora che la sua presenza costante comincia ad abbattere le difese di Marco.

Ma il destino che li ha fatti incontrare, può bastare a salvare il giovane dai demoni che lo divorano? O la sua strada è segnata senza via di scampo?





Patrisha è per me una garanzia quando sono alla ricerca di racconti emozionanti e narrati con tenerezza.

Marco e Giusy, i due protagonisti di questa meravigliosa storia, sono entrati a far parte dei miei preferiti tra quelli creati dalla Mar.

Marco è diventato cieco in seguito a un terribile incidente d’auto. Sente la sua vita distrutta ed è arrabbiato con il mondo intero.

Giusy si è trasferita da poco dalla sua amica Cristina e lavora come fisioterapista a Verona. Dopo un primo incontro burrascoso i due iniziano a trovare una splendida affinità.


Non esiste cura migliore di una risata, di quelle che ti partono dal centro del petto e salgono su fino a far vibrare ogni singola parte del corpo, aprendosi in un sorriso fatto di labbra e occhi.


Ho trovato perfetto il modo in cui Marco e Giusy si avvicinano tra loro. Il tutto avviene con calma, passo dopo passo, un cammino di guarigione e unione descritto meravigliosamente. Naturalmente non è una passeggiata per i due protagonisti che devono scontrarsi con molti ostacoli. Li ho amati per la forza e la determinazione che li anima. È stato bellissimo. Leggere e vivere questa storia attraverso le voci di Marco e Giusy. Infatti l’uso dei Pov alternati, lo dico sempre, per me è la soluzione migliore in questo tipo di romanzi. Si riesce ad avere la massima percezione di tutti i loro sentimenti.

Lo stile di Patricia, come ho già accennato, pur raccontando di un tema molto doloroso come la cecità, riesce comunque ad essere delicato. Senza forzare troppo la mano in un pietismo inutile e pesante.

Ancora una volta la Mar si conferma una tra le autrici che apprezzo di più.




martedì 20 aprile 2021

Recensione #642 Trust Again by Mona Kasten

 

Se la scorsa settimana è stata dedicata interamente al fantasy, questa sarà invece tutta colorata dalle varie sfumature del romance. Oggi, in particolare, vi parlo del secondo capitolo della serie New Adult Again di Mona Kasten.

Titolo: Trust Again
Autrice: Mona Kasten
Serie: Again #2
Pagine:: 456
Casa editrice: Sperling&Kupfer
Data di pubblicazione: 17 aprile 2018
Trama

Dawn Lily Edwards ha vent'anni e studia Letteratura all'università di Woodshill. Pubblica racconti online e il suo sogno è diventare scrittrice. Ma ora, a chilometri di distanza da casa, c'è solo una cosa che desidera più di ogni altra: dimenticare. Dimenticare che il suo primo amore l'ha tradita spezzandole il cuore. Da allora, Dawn ha giurato a se stessa di non lasciarsi più coinvolgere al punto da relegare le sue aspirazioni in un angolo e dare a qualcuno il potere di distruggerla. Ma, appena arrivata in città, incontra Spencer Cosgrove. È affascinante, divertente e inizia subito a flirtare con lei. Dawn resiste con tutte le sue forze per paura di rimanere ferita un'altra volta, eppure non può negare l'evidenza: Spencer ha toccato qualcosa dentro di lei che credeva di aver perduto per sempre. Anche lui, però, nonostante la sua contagiosa voglia di vivere e il suo modo di fare allegro, spensierato e impertinente, nasconde un terribile segreto nel suo passato. Un senso di colpa che lo accompagna ancora oggi. Dawn e Spencer dovranno imparare a fidarsi l'uno dell'altra, giorno per giorno, e ricominciare da capo, a vivere e ad amare.




Il mese scorso ho iniziato, quasi per caso, la lettura del primo libro di questa serie. Le mie aspettative non erano altissime, tra l’altro, visto che cercavo qualcosa di leggero. Invece lo stile della Kasten mi ha incantata subito e, terminato quel volume, ho voluto proseguire con gli altri capitoli.

Trust again vede protagonisti Down, l’amica di Allie e Spencer, l’amico di Kaden. Questi due personaggi li avevo già adocchiati e amati molto per il loro carattere allegro e spensierato. Però, come si sa molto bene, dietro questa apparenza felice si nasconde sempre una serie di problemi passati. Sia Dawn che Spencer hanno un trascorso non del tutto semplice. Come ho già detto più volte io adoro questo tipo di soggetti soprattutto se l'autrice riesce a dare uno spessore realistico al tutto. La Kasten è stata davvero brava riuscendo a donare al passato dei due protagonisti quel  tocco di dramma, ma senza esagerare troppo. Inevitabilmente ciò ha fatto si che io amassi entrambi i protagonisti allo stesso modo. Certo, durante la lettura, a volte mi trovavo ad empatizzare con Spencer e a volte con Dawn, però è proprio questo mio alternarsi di emozioni che ha reso la lettura ancora migliore.

Ben gestita anche la tempistica della relazione tra Dawn e Spencer. Un rapporto caratterizzato da alti e bassi come è normale in questi romanzi.

Bellissima storia che mi spinge a proseguire ancora con la lettura del prossimo volume della serie.

La serie Again è composta da

  1. Begin Again

  2. Trust Again

  3. Feel Again

  4. Hope Again

  5. Dream Again



lunedì 19 aprile 2021

Intervista con le vamp... blogger #54

 


Buon lunedì, diamo il via a questa nuova settimana con la rubrica periodica che vede me e le mie amiche blogger Chiara, Chicca ed Erica alle prese con lo stesso libro. Il più votato da voi è stato Come uccidono le brave ragazze di Holly Jackson, un thriller young adult che a me è piaciuto molto. Se volete conoscere i pareri delle altre cliccate sui loro nomi.


Autrice: Holly Jackson

Titolo: Come uccidono le brave ragazze

Serie: A Good Girl's Guide to Murder #1

Editore: Rizzoli

Pag:: 464

Data di pubblicazione: 26 gennaio 2021

Trama

Little Kilton, aprile 2012: Andie Bell, una delle ragazze più popolari della scuola, viene uccisa. O meglio, scompare, e il suo corpo non verrà mai ritrovato. L'assassino è Sal Singh, compagno di scuola e amico della vittima: la polizia e tutti in città ne sono convinti. Il suo suicidio a qualche giorno di distanza ha cancellato tutti i dubbi. Ma Pippa Fitz-Amobi, che al tempo dei fatti aveva dodici anni e che ora si prepara a fare domanda per il college, non ne è per niente sicura. Quando sceglie di studiare il caso come tesina di fine anno, comincia a scoprire segreti che qualcuno in città vuole disperatamente che rimangano tali. E se l'assassino fosse davvero ancora là fuori?

L'intervista


  1. A quale genere appartiene il libro?

Come già detto nell'intro, il romanzo è un Thriller Young Adult.

  1. Cosa pensi dei protagonisti?

La protagonista è Pippa Fitz-Amobi, una ragazza inglese che cerca di far luce sull'omicidio di Andie Bell avvenuto 5 anni prima. Il tutto per un progetto scolastico. Ho apprezzato molto sia la determinazione di Pip nel voler risolvere un delitto che la polizia aveva archiviato troppo in fretta che la sua delicatezza nei confronti degli amici coinvolti.

  1. Personaggio preferito?

Naturalmente la protagonista!

  1. Personaggio più odiato?

Non ho sopportato la supericialità della polizia con la sua scarsa voglia di approfondire i dettagli che non tornavano nel caso di Andie.

  1. Che emozioni ti ha suscitato la lettura?

Confusione, ma non da percepirsi in modo negativo. Infatti, in questa tipologia di romanzi, voglio provare esattamente questa sensazione. Non c'è gusto a scoprire subito il colpevole o ciò che lo ha spinto a compiere il gesto. Mi piace ragionare con la protagonista e fare mille congetture.

  1. Punti di forza?

La costruzione del mistero che è davvero ben fatta e difficilmente intuibile.

  1. Punti deboli?

Ho letto il libro in ebook e trovato difficoltà con le illustrazioni. Ho dovuto fare uno screenshot e ingrandire l'immagine per potere leggere le scritte minuscole. Un'altra cosa, ma del tutto personale, è che la trama mi ha ricordato, seppur in maniera blanda, la storia di Laura Palmer.

  1. Come hai trovato lo stile dell'autrice?

Uno stile coinvolgente e scorrevole. Bella proprio la struttura che la Jackson ha impresso al romanzo, alternando il diario delle indagini con la vita quotidiana di Pip.

  1. E' facile entrare in empatia con la protagonista?

Assolutamente sì

  1. Quale aggettivo descrive meglio il libro?

Sorprendente.

  1. A chi lo consigli?

È un buon thriller, non scontanto, che si fa leggere con piacere. Sono sicura che potrebbe essere apprezzato dagli amanti del genere.

  1. Quante stelline gli dai?

Una storia stratificata e piena di colpi di scena a cui assegno 4 stelle e mezzo.

  1. Cosa ne pensi della cover?

Una copertina interessante e molto adatta alla storia narrata. Quella che non mi convince è la traduzione italiana del titolo...

  1. Citazione preferita?

E benché questa storia abbia parecchi mostri, ho scoperto che non vi si può molto facilmente separare il bene dal male. Alla fine, è una storia di persone, e delle loro differenti sfumature di disperazione, che si scontrarono le une contro le altre.



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