Editore: Self
Publishing
Data di pubblicazione: 12 aprile 2019
Pagine: 453
Data di pubblicazione: 12 aprile 2019
Pagine: 453
Trama
Savannah
Nei miei occhi c’è il riflesso sbiadito di una lacrima distrutta, ma lui riesce a vederci sconfinati prati verdi.
Il mio cuore è deteriorato dall’unica ferita che, ancora sanguinante, mi ricorda il primo pianto nel quale sono affogata. Lui, però, con il suo sguardo più nero di una notte senza stelle, assorbe il mio dolore, lo anestetizza e lo porta via con sé.
La maschera dietro la quale nascondo le mie ferite mi permette di sorridere, ma nei miei sogni si cela un desiderio di rinascita.
Sogno di perdermi nel vento, sogno di scappare via, lontana dai ricordi, lontana da me stessa.
Lui mi abbraccia fino a sfiorarmi l’anima: i suoi sono abbracci senza parole, gesti muti, silenziosi, nei quali riesco a scorgere il riflesso invisibile del suo tormento.
Non ho idea di cosa lo distrugga.
Non ho idea di quale sia il dolore che porta nel petto, ma so che insieme condividiamo una ferita.
Le nostre ferite sono impercettibili a occhio nudo, ma sono ciò che ci unisce.
Lui si chiama Dante e no, non è il mio uomo, ma è l’unico in grado di mettere insieme i pezzi del mio cuore.
La sua anima è cupa, esattamente quanto lo sono i suoi occhi neri.
Vorrei stringerlo forte a me fino a toccare il peso che porta dentro, ma non posso farlo: quell’anima è stata già donata a qualcuno, e quel qualcuno non sono io.
Quel qualcuno è l’oceano.
Dante
Non chiedermi chi sono. Potrei dirti che sono un surfista, che l’oceano è il mio posto sicuro e che tra le onde lascio andare parte di me stesso.
Potrei raccontarti della scintilla che si accende in me quando mi ritrovo a vincere contro quello stesso oceano, a domare le sue onde come se fossi l’unico in grado di tenere a bada quell’immensa distesa d’acqua.
Potrei raccontarti tutto questo, ma sono sicuro che non scopriresti altro.
Nei miei ricordi ci sono le note spezzate di un violoncello e un senso di colpa con il quale lotto ogni giorno.
Nel mio presente c’è lei, con i suoi occhi immensi, verdi e distrutti.
Con la sua ironia, dietro la quale cela le sue ferite.
Il suo profumo è intenso e delicato, quanto quello delle fresie.
I suoi capelli sono scuri più del cioccolato e i suoi sorrisi sono timidi, impauriti, appena accennati, nascosti.
Ma io l’ho sentita ridere. Ho visto la luce nel suo sguardo diradare la foschia dalla quale è perennemente avvolto.
Ho scorto la bellezza del suo cuore distrutto e me ne sono impossessato.
Lei però non è mia e non lo sarà mai.
C’è solo un posto a cui appartengo e a cui concedo tutto me stesso, e quel posto è il mio oceano.
Nei miei occhi c’è il riflesso sbiadito di una lacrima distrutta, ma lui riesce a vederci sconfinati prati verdi.
Il mio cuore è deteriorato dall’unica ferita che, ancora sanguinante, mi ricorda il primo pianto nel quale sono affogata. Lui, però, con il suo sguardo più nero di una notte senza stelle, assorbe il mio dolore, lo anestetizza e lo porta via con sé.
La maschera dietro la quale nascondo le mie ferite mi permette di sorridere, ma nei miei sogni si cela un desiderio di rinascita.
Sogno di perdermi nel vento, sogno di scappare via, lontana dai ricordi, lontana da me stessa.
Lui mi abbraccia fino a sfiorarmi l’anima: i suoi sono abbracci senza parole, gesti muti, silenziosi, nei quali riesco a scorgere il riflesso invisibile del suo tormento.
Non ho idea di cosa lo distrugga.
Non ho idea di quale sia il dolore che porta nel petto, ma so che insieme condividiamo una ferita.
Le nostre ferite sono impercettibili a occhio nudo, ma sono ciò che ci unisce.
Lui si chiama Dante e no, non è il mio uomo, ma è l’unico in grado di mettere insieme i pezzi del mio cuore.
La sua anima è cupa, esattamente quanto lo sono i suoi occhi neri.
Vorrei stringerlo forte a me fino a toccare il peso che porta dentro, ma non posso farlo: quell’anima è stata già donata a qualcuno, e quel qualcuno non sono io.
Quel qualcuno è l’oceano.
Dante
Non chiedermi chi sono. Potrei dirti che sono un surfista, che l’oceano è il mio posto sicuro e che tra le onde lascio andare parte di me stesso.
Potrei raccontarti della scintilla che si accende in me quando mi ritrovo a vincere contro quello stesso oceano, a domare le sue onde come se fossi l’unico in grado di tenere a bada quell’immensa distesa d’acqua.
Potrei raccontarti tutto questo, ma sono sicuro che non scopriresti altro.
Nei miei ricordi ci sono le note spezzate di un violoncello e un senso di colpa con il quale lotto ogni giorno.
Nel mio presente c’è lei, con i suoi occhi immensi, verdi e distrutti.
Con la sua ironia, dietro la quale cela le sue ferite.
Il suo profumo è intenso e delicato, quanto quello delle fresie.
I suoi capelli sono scuri più del cioccolato e i suoi sorrisi sono timidi, impauriti, appena accennati, nascosti.
Ma io l’ho sentita ridere. Ho visto la luce nel suo sguardo diradare la foschia dalla quale è perennemente avvolto.
Ho scorto la bellezza del suo cuore distrutto e me ne sono impossessato.
Lei però non è mia e non lo sarà mai.
C’è solo un posto a cui appartengo e a cui concedo tutto me stesso, e quel posto è il mio oceano.
NOTA
DELL’AUTRICE: ROMANZO AUTOCONCLUSIVO.
Spin-off del romanzo “La luna nell’oceano”. I romanzi possono essere letti separatamente.
Spin-off del romanzo “La luna nell’oceano”. I romanzi possono essere letti separatamente.
Dante
e Savannah, protagonisti del nuovo libro di Benedetta, si erano già
fatti notare nel volume precedente. Le loro storie non mi hanno
deluso anche se non sono stata d'accordo con alcune loro scelte.
Ma
iniziamo dal principio...
Dopo
una breve, ma intensa relazione, Savannah e Dante decidono di essere
solo amici. Troppi segreti e vecchi traumi minacciano la loro
relazione.
Devo
dire che, in una rarissima occasione, ho apprezzato maggiormente il
personaggio femminile del romanzo rispetto a quello maschile.
Savannah,
infatti, all'apparenza spensierata e leggera, nasconde un passato di
abusi che ancora la tormenta. Trovo che le parole di Benedetta siano
perfette per descrivere i mille sentimenti che si agitano nel cuore
della ragazza. Riesce, inoltre, molto bene a tratteggiare la Savannah
ragazzina. Le terribili azioni che commette il cugino Brian nei suoi
confronti mi hanno spinto più volte a incitarla nel gridare. Eppure
capivo bene che la paura di ferire i suoi genitori era un freno
troppo forte per lei. Anche gli atti di bullismo di cui era vittima a
scuola vengono descritti perfettamente e non ho avuto difficoltà
nell'immedesimarmi in lei. So troppo bene cosa si prova... Per questo
avrei più volte voluto entrare nel kindle per gridare al suo posto
tutto il dolore e il terrore degli abusi e abbracciarla e consolarla
per le cattiverie delle compagne. Mi è piaciuta tantissimo
l'evoluzione di Savannah durante il racconto.
Veniamo
a Dante. È stato più difficile, per me, empatizzare con lui. Ci
stava il senso di colpa nei confronti di Donna (ex-moglie depressa).
Tuttavia mi è sembrato troppo debole di fronte alle richieste della
donna e del padre di lei. Imperdonabile, ai miei occhi, la sua ultima
azione contro Savannah (scusa Benedetta, ma proprio l'ho odiato in
quel momento). Mi ha dato la sensazione di ritenere il suo amore per
la ragazza inferiore ai sentimenti verso Donna. Nei panni di Savannah
io sarei stata meno comprensiva e non so se l'avrei mai perdonato.
È
stato bello rivedere, anche se solo per poche pagine, Lua e Maverick
(La luna nell'oceano) e Jace e Ameliè (Tutti i tuoi respiri).
Ogni
volta Benedetta riesce a creare dei personaggi multi-sfaccettati,
pieni di insicurezze e difetti, che li rendono estremamente
realistici. Il suo stile rimane sempre profondo e poetico, pieno di
sentimenti pulsanti capaci di uscire dalle pagine virtuali del mio
e-reader.
Solo
un piccolo appunto: potevi e dovevi essere più cattiva con Sienna!
Buongiorno Dolcissima, mi chiamo Penelope e grazie all'intervista di Ilaria eccomi qui.
RispondiEliminaNon saprei che dire del libro, perché non l'ho letto, ma la tua recensione mi è piaciuta.
Mi sono unita ai tuoi follower!
A presto.
Benvenuta e grazie!
EliminaHai ragione Dolci, forse Dante era un'po troppo preso dai suoi sensi di colpa, ma gli uomini certe cose non le capiscono tanto presto. Bellissima recensione, direi che la penso come te.
RispondiEliminaUomini!
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