Titolo: Il
manoscritto
Editore: Fazi
Editore
Pag:: 480
Data
di pubblicazione: 5 settembre 2019
Trama
Léane
Morgan è considerata la regina del thriller, ma firma i suoi libri
con uno pseudonimo per preservare la propria vita privata, che ha
subito un profondo sconvolgimento: sua figlia Sarah è stata rapita
quattro anni prima e la polizia ha archiviato il caso come omicidio a
opera di un noto serial killer, pur non essendo mai stato ritrovato
il corpo della ragazza. Dopo la tragedia, del suo matrimonio con
Jullian non è rimasto che un luogo, la solitaria villa sul mare nel
Nord della Francia che Léane ha ormai abbandonato da tempo; ma
quando il marito viene brutalmente aggredito subendo una perdita di
memoria, lei si vede costretta a tornare in quella casa, carica di
ricordi dolorosi e, adesso, di inquietanti interrogativi: cosa aveva
scoperto Jullian, perso dietro alla ricerca ossessiva della verità
sulla scomparsa della figlia? Intanto, nei dintorni di Grenoble,
viene ritrovato un cadavere senza volto nel bagagliaio di una
macchina rubata: potrebbe forse trattarsi di un’altra vittima del
presunto assassino di Sarah. Le intuizioni del poliziotto Vic, dotato
di una memoria prodigiosa, permetteranno di incastrare alcuni
tasselli del puzzle, ma altri spaventosi elementi arriveranno a
confondere ogni ipotesi su una verità che diventa sempre più
distante, frammentaria e, inevitabilmente, terribile.
Franck Thilliez, maestro del giallo francese, proprio come la protagonista del Manoscritto, costruisce un intreccio calibrato al millimetro, giocando con i temi perturbanti del doppio e della memoria, incastrando in ogni svelamento un nuovo mistero; il risultato è un thriller implacabile, che non lascerà scampo a nessuno, lettore compreso.
Franck Thilliez, maestro del giallo francese, proprio come la protagonista del Manoscritto, costruisce un intreccio calibrato al millimetro, giocando con i temi perturbanti del doppio e della memoria, incastrando in ogni svelamento un nuovo mistero; il risultato è un thriller implacabile, che non lascerà scampo a nessuno, lettore compreso.
Dopo
un'estate all'insegna del romance, a settembre, ho sentito la
necessità di tornare al mio grande amore: i thriller. Il mese mi ha
regalato davvero dei bei romanzi del genere e posso ritenermi più
che soddisfatta delle letture fatte. Il manoscritto è
risultato essere, senza dubbio, il migliore di tutti quelli letti in
questo periodo.
«Questa
storia è assurda. È come se Moriarty fosse a portata di mano ma,
ogni volta che stiamo per prenderlo, ci sfuggisse tra le dita.
Sappiamo esattamente chi è, abbiamo l’età, il luogo dove è
cresciuto, abbiamo perfino il suo codice genetico, ma non ha volto né
identità».
La
storia, dalla trama intricata e tortuosa, ricorda molto le matrioske
russe. Un romanzo nel romanzo nel romanzo...
Ogni
più piccolo dettaglio deve essere colto per comprenderne il finale.
Le fila del mistero sono gestite in maniera eccellente dall'autore
che regala indizi. Veri o falsi stava a me, lettrice, capirlo.
Ammetto di essere caduta più volte nelle sue “trappole”.
I
personaggi sono svariati e inizialmente mi hanno preoccupato un po'
visto che ero convinta di non riuscire a seguirne bene tutte le loro
storie. Anche qui l'autore ha dimostrato la sua bravura
caratterizzandoli magnificamente. Soggetti non perfetti, ma proprio
per questo terribilmente reali.
Ho
amato Vic l'agente dalla memoria formidabile. Mi affascinano sempre
questi elementi che ricordano tutto. Qui ho potuto anche capire cosa
ne pensi lui di questa sua “dote”.
È
stato, invece, più ostico, per me, empatizzare con Léane benché ne
capissi le motivazioni. Le sue azioni sono davvero tanto, tanto fuori
dal normale.
Le
atmosfere del libro sono cupe e oscure così come le tematiche
presenti: torture, violenze, BDSM, stupri... Ho pensato, inizialmente,
che Thillez avesse esagerato a inserirne così tante. Tuttavia la
storia lo “richiedeva”.
Thillez,
poi, non lascia tempi morti. Le indagini proseguono a ritmo serrato e
gli indizi sembrano fuoriuscire uno per uno. Ho adorato tutta questa
parte investigativa, le tecniche scientifiche usate, i numeri che
hanno un ruolo fondamentale.
Devo
dire che ho capito quasi subito chi ci fosse dietro anche se non lo
avevo posizionato nel contesto giusto.
Ma
la cosa che più mi ha sorpreso è il finale... Con un piccolo aiuto (mente
geniale della Bacci e indicazione della Libridinosa) sono riuscita a decifrare anche questo
ultimo indizio lasciato dall'autore.
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