Buongiorno, sul blog vi parlo di un libro che non avrei mai letto se non fosse stato per la Reading Challenge a cui sto partecipando.
Autrice: Viola Ardone
Titolo: Oliva Denaro
Editore: Einaudi
Pag: 298
Data di pubblicazione: 28 settembre 2021
Trama
È il 1960, Oliva Denaro ha quindici anni, abita in un paesino della Sicilia e fin da piccola sa – glielo ripete ossessivamente la madre – che «la femmina è una brocca, chi la rompe se la piglia». Le piace studiare e imparare parole difficili, correre «a scattafiato», copiare di nascosto su un quaderno i volti delle stelle del cinema (anche se i film non può andare a vederli, perché «fanno venire i grilli per la testa»), cercare le lumache con il padre, tirare pietre con la fionda a chi schernisce il suo amico Saro. Non le piace invece l’idea di avere «il marchese», perché da quel momento in poi queste cose non potrà più farle, e dovrà difendersi dai maschi per arrivare intatta al matrimonio. Quando il tacito sistema di oppressione femminile in cui vive la costringe ad accettare un abuso, Oliva si ribella e oppone il proprio diritto di scelta, pagando il prezzo di quel no. Viola Ardone sa trasformare magnificamente la Storia in storia raccontando le contraddizioni dell’amore, tra padri e figlie, tra madri e figlie, e l’ambiguità del desiderio, che lusinga e spaventa, soprattutto se è imposto con la forza. La sua scrittura scandaglia la violenza dei ruoli sociali, che riguarda tutti, uomini compresi. Se Oliva Denaro è un personaggio indimenticabile, quel suo padre silenzioso, che la lascia decidere, con tutto lo smarrimento che dover decidere implica per lei, è una delle figure maschili più toccanti della recente narrativa italiana.
Mi sono ritrovata, per la seconda volta, a leggere un libro che mai avrei preso in considerazione. Il genere è ancora una volta al di fuori della mia comfort zone, ma non era quello che mi spaventava. Piuttosto avevo paura di trovarmi di fronte a un’altra storia angosciante, pesante come La mia devozione.
Questa volta ho scelto di ascoltare il libro, visto che era presente nel catalogo Audible ed è stata proprio la voce Narrante ad attirarmi completamente nella storia.
Il romanzo ambientato nel 1960 in un Sud Italia che, come ci si può aspettare, ha una concezione molto limitata della donna. Viene considerata al pari di un oggetto, una cosa insignificante che non ha nessun valore, totalmente al di sotto della superiorità dell’uomo. Il tutto viene descritto molto bene dalle parole dell’autrice che racconta la storia di Oliva Denaro, una giovane siciliana. Illustra perfettamente la mentalità dell’epoca (non che sia cambiata granché) descrivendo il modo di vivere in quegli anni.
Oliva mi è piaciuta tantissimo e l’ho trovata caratterizzata perfettamente. Non si fatica a entrare in empatia con lei e avere voglia di abbracciarla più volte.
Quello però che ho apprezzato maggiormente è l’evoluzione dei personaggi che ruotano intorno a lei come, a esempio, la madre. Una donna convinta sostenitrice di quelle idee, ma che inizia a cambiare opinione dopo una brutta situazione in cui viene a trovarsi Oliva.
Il padre della ragazza invece l’ho amato da subito perché era un uomo di mentalità aperta, che considerava la figlia non un semplice oggetto, ma una persona con dei desideri, dei sogni, dei gusti diversi dai loro. A Oliva piaceva la pasta di mandorle, ma non osava mai chiederla perché in casa preferivano la cassata. Sono piccole cose che il suo genitore notava sempre.
Il sentimento principale che ho provato durante la lettura era rabbia. Per il modo in cui vengono trattate le donne, la scarsa importanza che viene data loro in tutti i campi, il loro non poter decidere chi sposare, cosa fare nel futuro. È più forte di me e quando leggo di queste cose vorrei prendere a pugni quegli uomini.
Bello anche il messaggio che vuole lanciare l’autrice con questo libro. O almeno per come l’ho recepito io. Cioè il fatto che un primo NO può scatenarne un secondo, un terzo e così via. Soprattutto in un mondo in cui la donna deve sempre dire sì a dispetto di quali siano i suoi desideri o sogni.
Lo stile della Ardone è leggero, anche se non è la parola che vorrei usare, però non mi ha dato nessun senso di pesantezza o angoscia nonostante l’argomento principale del romanzo. Era presente un bellissimo senso di speranza che mi trasmetteva comunque una buona sensazione
Sono stata contenta di avere affrontato una lettura al di fuori della mia comfort zone.
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