domenica 10 dicembre 2017

Recensione #2 Follia di Patrick McGrath by Antonia





Autore: Patrick McGrath
Titolo: Follia
Editore: Adelphi
Data di pubblicazione: 1 marzo 1998
Pagine: 294


Trama
«Le storie d’amore contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni». Inghilterra, 1959. Dall’interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre, con apparente distacco, il caso clinico più perturbante che abbia incontrato nella sua carriera – la passione letale fra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra dell’ospedale, e Edgar Stark, un artista detenuto per un uxoricidio particolarmente efferato. È una vicenda cupa e tormentosa, che fin dalle prime righe esercita su di noi una malìa talmente forte da risultare quasi incomprensibile – finché lentamente non ne emergono le ragioni nascoste. Il fatto è che in questo straordinario romanzo neogotico McGrath ci scalza dalla posizione abituale, e confortevole, di lettori, chiedendoci di adottare il punto di vista molto più scabroso di chi conduce una forma singolarmente perversa di indagine: il lavoro analitico. Eppure qualcosa, forse una tensione che a poco a poco diventa insopportabile, ci avverte che i conti non tornano, e che l’inevitabile, scandalosa e beffarda verità sarà molto diversa da quella che eravamo stati costretti a immaginare.





E' la storia di un amore malato tra Stella, moglie devota di Max, un medico in un manicomio, che si innamora perdutamente di un paziente, Edgar, ricoverato per aver ucciso e massacrato la sua compagna, raccontata da un estraneo, Peter, il quale è stato testimone degli eventi fino all'epilogo inaspettato.
Un libro che sprizza di emozioni più varie, che vanno dalla speranza, all'amore, alla sofferenza più profonda, Una storia che incatena il lettore per il tutto il tempo e che lascia una sorta di amarezza.
La precisione con cui Patrick McGrath descrive il funzionamento mentale dei personaggi principali è stupefacente; Stella ed Edgar non sono gli unici a conservare tratti patologici importanti, ma anche lo stesso Max, incapace di esprimersi e relazionarsi con la moglie, provare, appunto, compassione per lei, sperimentare una sana autocritica e riflettere sugli errori commessi.
Una parte della storia è particolarmente sconvolgente. Ad un certo punto della storia, la protagonista Stella entra in uno stato di "trance" psicologico, in cui guarda tutto come se lei fosse una spettatrice, al di fuori di tutto osserva succedere le cose e non se ne cura minimamente. Niente la tocca da vicino.
Non meno importante, il personaggio di Peter, immerso nella visione idealizzata di un amore platonico e non corrisposto, preservato con ostinazione fino alla drammaticità dei fatti.
Ognuno sembra gestire cin una sorta di bilico, l’equilibrio della quotidianità fino alla catena di eventi che trascina Stella nelle braccia di Edgar, in un vortice senza ritorno nel quale cadono inesorabilmente anche Max, il figlio Charlie, trascurato da entrambi i genitori, e Peter.
Da un insieme di accadimenti che coinvolgono direttamente i due protagonisti ne deriva, così, un intreccio relazionale dove le esistenze si incontrano e si scontrano
E' un libro davvero molto bello e intenso, nonostante il senso di inquietudine che lascia alla fine.
E' un libro impregnato di pessimismo. Si entra in un gorgo senza fine . Dalla pazzia non c'è guarigione, si viene letteralmente inghiottiti e abbandonati e condannati da chi ci sta intorno.



2 commenti:

  1. Anche io l'ho trovato molto appassionante! Il finale mi ha sconvolta...

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  2. É uno di quei romanzi che non si dimenticano facilmente

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