Titolo:
Follia
Editore:
Adelphi
Data di
pubblicazione: 1 marzo 1998
Pagine:
294
Trama
«Le
storie d’amore contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio
interesse professionale ormai da molti anni». Inghilterra, 1959.
Dall’interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno
psichiatra comincia a esporre, con apparente distacco, il caso
clinico più perturbante che abbia incontrato nella sua carriera –
la passione letale fra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra
dell’ospedale, e Edgar Stark, un artista detenuto per un uxoricidio
particolarmente efferato. È una vicenda cupa e tormentosa, che fin
dalle prime righe esercita su di noi una malìa talmente forte da
risultare quasi incomprensibile – finché lentamente non ne
emergono le ragioni nascoste. Il fatto è che in questo straordinario
romanzo neogotico McGrath ci scalza dalla posizione abituale, e
confortevole, di lettori, chiedendoci di adottare il punto di vista
molto più scabroso di chi conduce una forma singolarmente perversa
di indagine: il lavoro analitico. Eppure qualcosa, forse una tensione
che a poco a poco diventa insopportabile, ci avverte che i conti non
tornano, e che l’inevitabile, scandalosa e beffarda verità sarà
molto diversa da quella che eravamo stati costretti a immaginare.
E'
la storia di un amore malato tra Stella, moglie devota di Max, un
medico in un manicomio, che si innamora perdutamente di un paziente,
Edgar, ricoverato per aver ucciso e massacrato la sua compagna,
raccontata da un estraneo, Peter, il quale è stato testimone degli
eventi fino all'epilogo inaspettato.
Un
libro che sprizza di emozioni più varie, che vanno dalla speranza,
all'amore, alla sofferenza più profonda, Una storia che incatena il
lettore per il tutto il tempo e che lascia una sorta di amarezza.
La
precisione con cui Patrick McGrath descrive il funzionamento mentale
dei personaggi principali è stupefacente; Stella ed Edgar non sono
gli unici a conservare tratti patologici importanti, ma anche lo
stesso Max, incapace di esprimersi e relazionarsi con la moglie,
provare, appunto, compassione per lei, sperimentare una sana
autocritica e riflettere sugli errori commessi.
Una
parte della storia è particolarmente sconvolgente. Ad un certo punto
della storia, la protagonista Stella entra in uno stato di "trance"
psicologico, in cui guarda tutto come se lei fosse una spettatrice,
al di fuori di tutto osserva succedere le cose e non se ne cura
minimamente. Niente la tocca da vicino.
Non
meno importante, il personaggio di Peter, immerso nella visione
idealizzata di un amore platonico e non corrisposto, preservato con
ostinazione fino alla drammaticità dei fatti.
Ognuno
sembra gestire cin una sorta di bilico, l’equilibrio della
quotidianità fino alla catena di eventi che trascina Stella nelle
braccia di Edgar, in un vortice senza ritorno nel quale cadono
inesorabilmente anche Max, il figlio Charlie, trascurato da entrambi
i genitori, e Peter.
Da
un insieme di accadimenti che coinvolgono direttamente i due
protagonisti ne deriva, così, un intreccio relazionale dove le
esistenze si incontrano e si scontrano
E'
un libro davvero molto bello e intenso, nonostante il senso di
inquietudine che lascia alla fine.
E'
un libro impregnato di pessimismo. Si entra in un gorgo senza fine .
Dalla pazzia non c'è guarigione, si viene letteralmente inghiottiti
e abbandonati e condannati da chi ci sta intorno.
Anche io l'ho trovato molto appassionante! Il finale mi ha sconvolta...
RispondiEliminaÉ uno di quei romanzi che non si dimenticano facilmente
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