lunedì 11 giugno 2018

Incontro con Ilaria Tuti SalTo 2018




Un altro incontro del 31° Salone Internazionale del Libro di Torino, #salTO18, al quale ho partecipato con interesse e curiosità è stato: Un’ora con… Ilaria Tuti, autrice di Fiori sopra l’inferno edito da Longanesi.

Didascalia: La scrittrice best-seller Alessia Gazzola dialoga con Ilaria Tuti, autrice di uno degli esordi più sorprendenti dell’ultimo anno: Fiori sopra l’inferno, che racconta la prima indagine del commissario Teresa Battaglia in un piccolo paese tra le aspre montagne del Friuli.


L’incontro è stato condotto da Alessia Gazzola. Ho scelto di seguire questo appuntamento perché ho appena finito di leggere il romanzo in questione e proprio nella mattina di domenica 13 maggio 2018 era stata pubblicata sul blog la mia recensione.
Alessia ha introdotto subito Ilaria Tuti in modo brioso.
Alessia: Salutiamo Ilaria che ha fatto il suo esordio nel thriller, ma con il botto!!!
E qui è partito un bell’applauso per l’autrice.
Alessia: In questo romanzo c’è una voce importante, la voce di Teresa Battaglia. Teresa è un personaggio molto complesso. Inizia come una donna dura, ma via via si svela anche nella sua fragilità. Parlaci di Teresa…
Ilaria: Il successo di questo romanzo è tanto dovuto a Teresa, che è piaciuta molto alle lettrici donne quanto ai lettori uomini. È una donna normale. Una donna che non ti aspetteresti, è una donna sessantenne… e nasce con tanti NON: non è bella, non è in forma, non è in salute… e nel corso del libro si trova davanti ad una nuova difficoltà. Teresa è nata da sola, non l’ho studiata a tavolino. E come tutti i personaggi nati così o la ami o la odi, per fortuna in tanti la stanno amando. Il suo nome è un omaggio a Letizia Battaglia, che a quarant’anni ha cambiato la sua vita. Per crearla mi sono ispirata alle donne della mia vita, della mia famiglia. Teresa è sporcata di vita, di normalità.
Alessia: Pur nelle atmosfere cupe, Teresa è capace di uscirsene con delle battute, con l’ironia. Soprattutto nelle dinamiche con Marini. Un rapporto, il loro, veramente spassoso.
Ilaria: Massimo Marini non si sa perché scappa dalla città e approda nella squadra di Teresa. Arriva e sbaglia tutto, soprattutto con Teresa. Marini, a differenza del commissario, è un personaggio studiato a tavolino, avevo bisogno di una buona spalla per Teresa. Massimo è affascinato da questa figura un po’ respingente.
Alessia: Nell’incipit si capisce che la storia si fonda su un fatto vero.
Ilaria: Nelle cose vere, quotidiane, si trovano spesso gli spunti migliori. Mentre leggevo articoli e testi di psicologia criminale sono approdata agli studi condotti da René Spritz sulla deprivazione affettiva. Tra questi studi ho trovato il mio killer, che è un sopravvissuto.
Alessia: Un altro protagonista di questo romanzo è l’ambientazione, che è molto forte, è vivida. Qual è il rapporto con la tua terra? L’ambientazione è un piccolo paesino di montagna del Friuli.
Ilaria: I nomi di questa storia sono fittizi, ma i luoghi sono reali. Sono posti che frequentavo da bambina. Quello che volevo trasmettere è l’amore per la mia terra. E poi sono luoghi ideali per un thriller. È un romanzo sensoriale. Volevo che echeggiasse nel lettore, nelle sensazioni, negli odori…
All’incontro era presente un Gruppo di Lettura delle biblioteche torinesi. Una rappresentante del gruppo pone delle domande e offre delle considerazioni su cui il gruppo si è soffermato. Il GdL si è focalizzato sulla deprivazione affettiva, che è un po’ presente in tutto il paese. Gli unici che mostrano affettività sono i bambini.
Ilaria: I bambini nella storia sono la speranza. I bambini vengono salvati in modi diversi, ma prima di tutto si salvano da soli, confidandosi, aiutandosi.

Il GdL domanda come mai l’autrice abbia scelto il genere thriller.

Ilaria: Io non credo nella distinzione di genere nelle storie. Se tu scrivi nel modo giusto non c’è distinzione tra narrativa di serie A e di serie B. Non credo che ci siano scritture “popolari”, se una storia è scritta bene è una buona lettura. Ho scelto il thriller perché ci parla del quotidiano, di quello che sentiamo al TG. Ho scelto il thriller perché è indagare la mente umana.

Alessia: Quali sono i tuoi modelli?
Ilaria: Io leggo un po’ di tutto. Sono partita dai gialli. Amo leggere la Murgia o la Ferrante. E poi mi diverto con la Kinsella. Puoi imparare e trovare piacere con qualsiasi lettura. Personalmente ho adorato i libri di Corona, che parla della mia terra. Amo Strukul, che fa conoscere i tesori artistici italiani. Nel cinema amo i thriller e sono partita da “Il silenzio degli innocenti”.
Alessia: Ci sarà un seguito?
Ilaria: L’idea di un nuovo romanzo già c’è. La scaletta è preparata e mi sto documentando. La tempistica è la primavera del prossimo anno.
E così si è concluso l’evento. Un’ora piacevole, interessante e che ha permesso a tutti i partecipanti di entrare in ogni aspetto del romanzo della Tuti.
Terminato l’incontro Ilaria Tuti si è fermata a firmare le copie. Io non avevo la copia cartacea, avendo letto il libro in digitale, ma mi sono fatta firmare il foglietto del barattolo del sorriso. Ora il mio foglietto, oltre a riportare tutti i dati del libro, ha una bella dedica dell’autrice!!!
Con questa presentazione si è conclusa la mia avventura al #salTO18, Elisabetta e io abbiamo lasciato la fiera sotto una pioggia scrosciante. Prima di partire però ci siamo concesse uno squisito gelato!!!

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