Un
altro incontro del 31° Salone Internazionale del Libro di Torino,
#salTO18, al quale ho partecipato con interesse e curiosità è
stato: Un’ora con… Ilaria Tuti, autrice di Fiori sopra
l’inferno edito da Longanesi.
L’incontro
è stato condotto da Alessia Gazzola. Ho scelto di seguire
questo appuntamento perché ho appena finito di leggere il romanzo in
questione e proprio nella mattina di domenica 13 maggio 2018 era
stata pubblicata sul blog la mia recensione.
Alessia
ha introdotto subito Ilaria Tuti in modo brioso.
Alessia:
Salutiamo Ilaria che ha fatto il suo esordio nel thriller, ma con
il botto!!!
E
qui è partito un bell’applauso per l’autrice.
Alessia:
In questo romanzo c’è una voce importante, la voce di Teresa
Battaglia. Teresa è un personaggio molto complesso. Inizia come una
donna dura, ma via via si svela anche nella sua fragilità. Parlaci
di Teresa…
Ilaria:
Il successo di questo romanzo è tanto dovuto a Teresa, che è
piaciuta molto alle lettrici donne quanto ai lettori uomini. È una
donna normale. Una donna che non ti aspetteresti, è una donna
sessantenne… e nasce con tanti NON: non è bella, non è in forma,
non è in salute… e nel corso del libro si trova davanti ad una
nuova difficoltà. Teresa è nata da sola, non l’ho studiata a
tavolino. E come tutti i personaggi nati così o la ami o la odi, per
fortuna in tanti la stanno amando. Il suo nome è un omaggio a
Letizia Battaglia, che a quarant’anni ha cambiato la sua vita. Per
crearla mi sono ispirata alle donne della mia vita, della mia
famiglia. Teresa è sporcata di vita, di normalità.
Alessia:
Pur nelle atmosfere cupe, Teresa è capace di uscirsene con delle
battute, con l’ironia. Soprattutto nelle dinamiche con Marini. Un
rapporto, il loro, veramente spassoso.
Ilaria:
Massimo Marini non si sa perché scappa dalla città e approda
nella squadra di Teresa. Arriva e sbaglia tutto, soprattutto con
Teresa. Marini, a differenza del commissario, è un personaggio
studiato a tavolino, avevo bisogno di una buona spalla per Teresa.
Massimo è affascinato da questa figura un po’ respingente.
Alessia:
Nell’incipit si capisce che la storia si fonda su un fatto
vero.
Ilaria:
Nelle cose vere, quotidiane, si trovano spesso gli spunti
migliori. Mentre leggevo articoli e testi di psicologia criminale
sono approdata agli studi condotti da René Spritz sulla
deprivazione affettiva. Tra questi studi ho trovato il mio
killer, che è un sopravvissuto.
Alessia:
Un altro protagonista di questo romanzo è l’ambientazione, che
è molto forte, è vivida. Qual è il rapporto con la tua terra?
L’ambientazione è un piccolo paesino di montagna del Friuli.
Ilaria:
I nomi di questa storia sono fittizi, ma i luoghi sono reali.
Sono posti che frequentavo da bambina. Quello che volevo trasmettere
è l’amore per la mia terra. E poi sono luoghi ideali per un
thriller. È un romanzo sensoriale. Volevo che echeggiasse nel
lettore, nelle sensazioni, negli odori…
All’incontro
era presente un Gruppo di Lettura delle biblioteche torinesi. Una
rappresentante del gruppo pone delle domande e offre delle
considerazioni su cui il gruppo si è soffermato. Il GdL si è
focalizzato sulla deprivazione affettiva, che è un po’ presente in
tutto il paese. Gli unici che mostrano affettività sono i bambini.
Ilaria:
I bambini nella storia sono la speranza. I bambini vengono
salvati in modi diversi, ma prima di tutto si salvano da soli,
confidandosi, aiutandosi.
Il
GdL domanda come mai l’autrice abbia scelto il genere thriller.
Ilaria:
Io non credo nella distinzione di genere nelle storie. Se tu
scrivi nel modo giusto non c’è distinzione tra narrativa di serie
A e di serie B. Non credo che ci siano scritture “popolari”, se
una storia è scritta bene è una buona lettura. Ho scelto il
thriller perché ci parla del quotidiano, di quello che sentiamo al
TG. Ho scelto il thriller perché è indagare la mente
umana.
Alessia:
Quali sono i tuoi modelli?
Ilaria:
Io leggo un po’ di tutto. Sono partita dai gialli. Amo
leggere la Murgia o la Ferrante. E poi mi diverto con la Kinsella.
Puoi imparare e trovare piacere con qualsiasi lettura.
Personalmente ho adorato i libri di Corona, che parla della mia
terra. Amo Strukul, che fa conoscere i tesori artistici italiani. Nel
cinema amo i thriller e sono partita da “Il silenzio degli
innocenti”.
Alessia:
Ci sarà un seguito?
Ilaria:
L’idea di un nuovo romanzo già c’è. La scaletta è
preparata e mi sto documentando. La tempistica è la primavera del
prossimo anno.
E
così si è concluso l’evento. Un’ora piacevole, interessante e
che ha permesso a tutti i partecipanti di entrare in ogni aspetto del
romanzo della Tuti.
Terminato
l’incontro Ilaria Tuti si è fermata a firmare le copie. Io non
avevo la copia cartacea, avendo letto il libro in digitale, ma mi
sono fatta firmare il foglietto del barattolo del sorriso. Ora
il mio foglietto, oltre a riportare tutti i dati del libro, ha una
bella dedica dell’autrice!!!
Con
questa presentazione si è conclusa la mia avventura al #salTO18,
Elisabetta e io abbiamo lasciato la fiera sotto una pioggia
scrosciante. Prima di partire però ci siamo concesse uno squisito
gelato!!!
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