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mercoledì 11 maggio 2022

Recensione #805 Figlia della cenere by Ilaria Tuti

 



Buona giornata, per la rubrica che punta a farmi recuperare le varie serie che ho in corso di lettura, ho pensato di proporvi la mia recensione sul quarto capitolo della serie su Teresa Battaglia di Ilaria Tuti.


Titolo: Figlia delle cenere

Autrice: Ilaria Tuti

Serie: Teresa Battaglia #4

Casa editrice: Longanesi

Pagine: 350

Data di pubblicazione: 3 giugno 2021

Trama

«La mia è una storia antica, scritta nelle ossa. Sono antiche le ceneri di cui sono figlia, ceneri da cui, troppe volte, sono rinata. E a tratti è un sollievo sapere che prima o poi la mia mente mi tradirà, che i ricordi sembreranno illusioni, racconti appartenenti a qualcun altro e non a me.
È quasi un sollievo sapere che è giunto il momento di darmi una risposta, e darla soprattutto a chi ne ha più bisogno. Perché i miei giorni da commissario stanno per terminare.
Eppure, nessun sollievo mi è concesso.
Oggi il presente torna a scivolare verso il passato, come un piano inclinato che mi costringe a rotolare dentro un buco nero.
Oggi capirò di dovere a me stessa, alla mia squadra, un ultimo atto, un ultimo scontro con la ferocia della verità.
Perché oggi ascolterò un assassino, e l’assassino parlerà di me.»

Dopo Fiori sopra l’inferno e Ninfa dormiente, torna il commissario Teresa Battaglia in una storia intrisa di spietatezza e compassione, di crudeltà e lealtà, di menzogna e gentilezza. L’indagine più pericolosa per Teresa, il caso che segna la fine di un’epoca.




Con questo libro siamo alla quarta avventura che vede protagonista il commissario Teresa Battaglia. La donna, malata di Alzheimer, cerca tutti i modi di continuare il suo lavoro nella maniera più ottimale.

Il romanzo è raccontato in parte nel presente e in parte nel passato, proprio durante una delle prime indagini di Teresa. Si ha così una conoscenza maggiore del suo passato, del suo matrimonio, degli abusi subiti sia in ambito matrimoniale che in quello lavorativo. La rabbia che ho provato nel leggere delle angherie che ha subito questa donna era immensa. Naturalmente grazie a questa introspezione del personaggio principale l'ho amata ancora di più. Tuttavia penso che sia davvero ormai ora di mandarla in pensione. Non credo che, per quanto sia intelligente, intuitiva e furba, potrebbe risultare ancora realistica come eroina.

Mentre ho amato i capitoli presente-passato, non ho ben capito la sezione ambientata nel IV secolo e la sua correlazione con il fatti narrati nel romanzo.

Spero veramente che questo sia l’ultimo libro con Teresa come protagonista anche se il finale lascia intendere che ci sarà sicuramente un altro capitolo.



La serie Teresa Battaglia è composta da:

0 – La ragazza di carta (no recensione)

1 – Fiori sopra l'inferno

2 - Ninfa dormiente

3 – Luce nella notte (no recensione)

4 – Figlia della cenere







giovedì 18 marzo 2021

Recensione #626 Fiore di roccia by Ilaria Tuti

 

Il romanzo protagonista oggi è Fiore di roccia di Ilaria Tuti. Un libro emozionante che mi ha permesso di conoscere meglio una figura molto importante della storia italiana: le portatrici carniche. Spesso si dimentica il grande coraggio e la forza delle donne in questi terribili frangenti.


Autrice: Ilaria Tuti

Titolo: Fiore di roccia

Editore: Longanesi
Data di pubblicazione: 8 giugno 2020
Pagine: 320

Trama

«Quelli che riecheggiano lassù, fra le cime, non sono tuoni. Il fragore delle bombe austriache scuote anche chi è rimasto nei villaggi, mille metri più in basso. Restiamo soltanto noi donne, ed è a noi che il comando militare italiano chiede aiuto: alle nostre schiene, alle nostre gambe, alla nostra conoscenza di quelle vette e dei segreti per risalirle. Dobbiamo andare, altrimenti quei poveri ragazzi moriranno anche di fame. Questa guerra mi ha tolto tutto, lasciandomi solo la paura. Mi ha tolto il tempo di prendermi cura di mio padre malato, il tempo di leggere i libri che riempiono la mia casa. Mi ha tolto il futuro, soffocandomi in un presente di povertà e terrore. Ma lassù hanno bisogno di me, di noi, e noi rispondiamo alla chiamata. Alcune sono ancora bambine, altre già anziane, ma insieme, ogni mattina, corriamo ai magazzini militari a valle. Riempiamo le nostre gerle fino a farle traboccare di viveri, medicinali, munizioni, e ci avviamo lungo gli antichi sentieri della fienagione. Risaliamo per ore, nella neve che arriva fino alle ginocchia, per raggiungere il fronte. Il nemico, con i suoi cecchini - diavoli bianchi, li chiamano - ci tiene sotto tiro. Ma noi cantiamo e preghiamo, mentre ci arrampichiamo con gli scarpetz ai piedi. Ci aggrappiamo agli speroni con tutte le nostre forze, proprio come fanno le stelle alpine, i «fiori di roccia». Ho visto il coraggio di un capitano costretto a prendere le decisioni più difficili. Ho conosciuto l'eroismo di un medico che, senza sosta, fa quel che può per salvare vite. I soldati ci hanno dato un nome, come se fossimo un vero corpo militare: siamo Portatrici, ma ciò che trasportiamo non è soltanto vita. Dall'inferno del fronte alpino noi scendiamo con le gerle svuotate e le mani strette alle barelle che ospitano i feriti da curare, o i morti che noi stesse dovremo seppellire. Ma oggi ho incontrato il nemico. Per la prima volta, ho visto la guerra attraverso gli occhi di un diavolo bianco. E ora so che niente può più essere come prima.» Con "Fiore di roccia" Ilaria Tuti celebra il coraggio e la resilienza delle donne, la capacità di abnegazione di contadine umili ma forti nel desiderio di pace e pronte a sacrificarsi per aiutare i militari al fronte durante la Prima guerra mondiale. La Storia si è dimenticata delle Portatrici per molto tempo. Questo romanzo le restituisce per ciò che erano e sono: indimenticabili.




Ho iniziato questo romanzo con alte aspettative perché, anche se non fa parte della serie su Teresa Battaglia, che ho adorato, volevo provare qualcosa di diverso di questa penna che mi piace sempre parecchio.

Il romanzo, uno storico ambientato durante la Prima Guerra Mondiale, ha per protagonista la giovane Agata Primus. La ragazza fa parte di un gruppo di donne, coraggiose e determinate, che portano, all'interno di pesati gerle, rifornimenti e armi per i soldati soldati al fronte. La mia conoscenza del periodo del Grande conflitto è molto scarsa per cui non ero minimamente al corrente di questo aspetto della storia. Mi sono quindi informata in giro e ho visto che è proprio poco affrontato come argomento. Un vero peccato visto l’impegno, la dedizione e il sacrificio che hanno dimostrato queste donne valorose. Bisogna sempre ricordare che in guerra non ci sono sono gli uomini! 

Non ho minimamente faticato a entrare nelle pagine del romanzo. La Tuti è magistrale nel descrivere, non solo l’ambientazione, ma anche tutta la serie di emozioni provate da Agata. Ho ammirato la sua forza, il suo coraggio svariate volte. Ho provato tanta rabbia e tanto dolore per tutte le brutture a cui è costretta ad assistere. Ho sofferto con lei per le inevitabile perdite umane derivanti dalla guerra.

Le mie aspettative non sono state, per nulla, disattese, anzi! Inoltre si conferma il mio parere più che positivo su questa autrice.





domenica 14 luglio 2019

Recensione #370 Ninfa dormiente by Ilaria Tuti


Libro letto per: Reading Challenge Dalle tre ciambelle Ristorante – Pizzeria
Tavolata La Paella della Bacci – Leggi un libro con un protagonista anziano




Titolo: Ninfa dormiente
Autrice: Ilaria Tuti
Serie: Teresa Battaglia #2
Casa editrice: Longanesi
Pagine: 478
Data di pubblicazione: 27 maggio 2019
Trama
Li chiamano «cold case», e sono gli unici di cui posso occuparmi, ormai. Casi freddi, come il vento che spira tra queste valli, come il ghiaccio che lambisce le cime delle montagne. Violenze sepolte dal tempo e che d’improvviso riaffiorano, con la crudele perentorietà di un enigma. Ma ciò che ho di fronte è qualcosa di più cupo e più complicato di quanto mi aspettavo. Il male ha tracciato un disegno e a me non resta che analizzarlo minuziosamente e seguire le tracce, nelle valli più profonde, nel folto del bosco che rinasce a primavera. Dovrò arrivare fin dove gli indizi mi porteranno. E fin dove le forze della mia mente mi sorreggeranno. Mi chiamo Teresa Battaglia e sono un commissario di polizia specializzato in profiling. Ogni giorno cammino sopra l’inferno, ogni giorno l’inferno mi abita e mi divora. Perché c’è qualcosa che, poco a poco, mi sta consumando come fuoco. Il mio lavoro, la mia squadra, sono tutto per me. Perderli sarebbe come se mi venisse strappato il cuore dal petto. Eppure, questa potrebbe essere l’ultima indagine che svolgerò. E, per la prima volta nella mia vita, ho paura di non poter salvare nessuno, nemmeno me stessa.






Questo periodo, per me, è stato caratterizzato da molti secondi capitoli di serie che seguo con interesse. Libri molto difficili da scrivere perché debbono mantenere, in me, lo stesso interesse del precedente dando però un qualcosa in più per invogliarmi a continuare la serie.
Tutta questa premessa per dire che la Tuti è riuscita perfettamente a creare un ottimo secondo capitolo, forse anche migliore del primo.
Teresa Battaglia è alle prese con un nuovo cold case presentato sotto forma di un quadro dipinto con il sangue. La Ninfa Dormiente nasconde mille orrendi segreti dietro la sua immagine.
È stato un piacere ritrovare un'eroina così anticonvenzionale, originale e imperfetta da bucare quasi le pagine del libro. Non riesco a non amare questa donna che, nonostante la sua malattia invalidante, riesce ad essere comunque più intelligente, determinata e scaltra di tutti gli altri.
Mi è piaciuto anche conoscere meglio Massimo Marini, suo assistente. Scoprire che anche lui nasconde svariati segreti me lo ha reso ancora più reale e umano. Un soggetto che sto amando sempre più.
Due nuove entrate molto interessanti, sia come personaggi sia per il lavoro che svolgono, sono stati Blanca e Smoky che spero di rivedere ancora interagire, in futuro, con Teresa e la sua squadra.
Bello anche vedere come la suddetta squadra del commissario le sia affezionata e fedele seguendola ovunque sfidando persino ordini superiori.
Il mistero che fa da base al libro e che ruota intorno al quadro è talmente intricato da avermi fatto dubitare di tutti i soggetti coinvolti. Ero convinta di aver scoperto il colpevole invece la Tuti è stata abilissima nell'ingannarmi. Mai avrei indovinato chi si nascondeva dietro a tutto.
Lo stile narrativo è veloce e coinvolgente, molto curato, i capitoli brevi e serrati mi hanno fatto leggere il libro in poche ore. Spesso controllavo la sua lunghezza e dicevo tra me: vabbè dai, solo questo e basta. Però i colpi di scena conclusivi mi spingevano a leggerne un altro, e un altro... e un altro.
Voglio altre storie con Teresa Battaglia!



La serie è composta
Ninfa dormiente





lunedì 9 luglio 2018

Recensione #219 Fiori sopra l'inferno by Ilaria Tuti


Libro letto per la Reading Challenge 2018 Tutti a Hogwarts con le tre Ciambelle. Gruppo Calice di fuoco. Obiettivo: Acqua o neve in copertina.







Titolo: Fiori sopra l'inferno
Autrice: Ilaria Tuti
Casa editrice: Longanesi
Pagine: 366
Data di pubblicazione: 4 gennaio 2018
Trama
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura».





Ho sentito parlare talmente parlare bene e, praticamente ovunque, di questo libro che la cosa mi ha incuriosito al tal punto che ne ho acquistato addirittura una copia cartacea. Dopo aver terminato l'ultima pagina non posso che confermare tutti i pareri positivi sul romanzo. Finalmente ho trovato un buon thriller, con una trama ben articolata, avvenimenti concatenati perfettamente tra loro e dei personaggi tridimensionali, che ha saputo sorprendermi fino alla fine.
La protagonista è Teresa Battaglia, profiling di professione, donna forte e non più giovanissima, anzi quasi anziana, che si trova alle prese con un killer spietato e un nuovo commissario che l'aiuta nelle indagini.
Come ho già detto i personaggi, prima tra tutte Teresa, sono meravigliosamente sviluppati e io non ho potuto evitare di affezionarmi a loro. Teresa e burbera e dura, ma con una grande empatia che l'aiuta nel suo lavoro. Mi ha emozionato leggere di come la donna sia preoccupata per la sua mente, parte essenziale del suo essere. Marini, il giovane commissario non crede molto alle tecniche investigative del suo superiore, ma cerca, lo stesso, in tutti i modi di farsi accettare da lei. Devo dire che mi è piaciuto molto come personaggio.
Tuttavia quello che mi ha stregato maggiormente è proprio il “mostro” e la sua storia. Dopo essermi documentata ho scoperto che dietro la sua psicologia si nasconde un passato di dolore e privazione. Una cosa che mi ha scossa profondamente.
La prosa della Tuti è attenta, lineare e talmente coinvolgente da riuscire a farmi desiderare di continuare all'infinito la lettura degli avvenimenti narrati, per quanto questi siano terribili.
Ho trovato il contesto in cui si svolge la storia davvero descritto in modo vivido. Non solo gli splendidi paesaggi innevati del paesino di Travernì, ma anche le atmosfere cupe e sinistre del bosco in cui si nasconde il “mostro” e dove si incontrano i bambini della cittadina. Questi piccoli soggetti mi hanno ricordato, un po', i protagonisti del meraviglioso Stand by me di Stephen King.
Questo romanzo d'esordio di una giovane autrice italiana che mi ha trasportata in un viaggio all'interno di una mente umana, così sconvolta e deviata, tanto da non risultare più umana, si è rivelata davvero un’ottima lettura che, oltre a ridonarmi il gusto del thriller, mi ha emozionato tantissimo. Anche un cuore gelido come il mio si è commosso negli ultimi capitoli.
Vorrei che la Tuti proseguisse con le storie di Teresa, Marini e degli altri soggetti conosciuti qui.




lunedì 11 giugno 2018

Incontro con Ilaria Tuti SalTo 2018




Un altro incontro del 31° Salone Internazionale del Libro di Torino, #salTO18, al quale ho partecipato con interesse e curiosità è stato: Un’ora con… Ilaria Tuti, autrice di Fiori sopra l’inferno edito da Longanesi.

Didascalia: La scrittrice best-seller Alessia Gazzola dialoga con Ilaria Tuti, autrice di uno degli esordi più sorprendenti dell’ultimo anno: Fiori sopra l’inferno, che racconta la prima indagine del commissario Teresa Battaglia in un piccolo paese tra le aspre montagne del Friuli.


L’incontro è stato condotto da Alessia Gazzola. Ho scelto di seguire questo appuntamento perché ho appena finito di leggere il romanzo in questione e proprio nella mattina di domenica 13 maggio 2018 era stata pubblicata sul blog la mia recensione.
Alessia ha introdotto subito Ilaria Tuti in modo brioso.
Alessia: Salutiamo Ilaria che ha fatto il suo esordio nel thriller, ma con il botto!!!
E qui è partito un bell’applauso per l’autrice.
Alessia: In questo romanzo c’è una voce importante, la voce di Teresa Battaglia. Teresa è un personaggio molto complesso. Inizia come una donna dura, ma via via si svela anche nella sua fragilità. Parlaci di Teresa…
Ilaria: Il successo di questo romanzo è tanto dovuto a Teresa, che è piaciuta molto alle lettrici donne quanto ai lettori uomini. È una donna normale. Una donna che non ti aspetteresti, è una donna sessantenne… e nasce con tanti NON: non è bella, non è in forma, non è in salute… e nel corso del libro si trova davanti ad una nuova difficoltà. Teresa è nata da sola, non l’ho studiata a tavolino. E come tutti i personaggi nati così o la ami o la odi, per fortuna in tanti la stanno amando. Il suo nome è un omaggio a Letizia Battaglia, che a quarant’anni ha cambiato la sua vita. Per crearla mi sono ispirata alle donne della mia vita, della mia famiglia. Teresa è sporcata di vita, di normalità.
Alessia: Pur nelle atmosfere cupe, Teresa è capace di uscirsene con delle battute, con l’ironia. Soprattutto nelle dinamiche con Marini. Un rapporto, il loro, veramente spassoso.
Ilaria: Massimo Marini non si sa perché scappa dalla città e approda nella squadra di Teresa. Arriva e sbaglia tutto, soprattutto con Teresa. Marini, a differenza del commissario, è un personaggio studiato a tavolino, avevo bisogno di una buona spalla per Teresa. Massimo è affascinato da questa figura un po’ respingente.
Alessia: Nell’incipit si capisce che la storia si fonda su un fatto vero.
Ilaria: Nelle cose vere, quotidiane, si trovano spesso gli spunti migliori. Mentre leggevo articoli e testi di psicologia criminale sono approdata agli studi condotti da René Spritz sulla deprivazione affettiva. Tra questi studi ho trovato il mio killer, che è un sopravvissuto.
Alessia: Un altro protagonista di questo romanzo è l’ambientazione, che è molto forte, è vivida. Qual è il rapporto con la tua terra? L’ambientazione è un piccolo paesino di montagna del Friuli.
Ilaria: I nomi di questa storia sono fittizi, ma i luoghi sono reali. Sono posti che frequentavo da bambina. Quello che volevo trasmettere è l’amore per la mia terra. E poi sono luoghi ideali per un thriller. È un romanzo sensoriale. Volevo che echeggiasse nel lettore, nelle sensazioni, negli odori…
All’incontro era presente un Gruppo di Lettura delle biblioteche torinesi. Una rappresentante del gruppo pone delle domande e offre delle considerazioni su cui il gruppo si è soffermato. Il GdL si è focalizzato sulla deprivazione affettiva, che è un po’ presente in tutto il paese. Gli unici che mostrano affettività sono i bambini.
Ilaria: I bambini nella storia sono la speranza. I bambini vengono salvati in modi diversi, ma prima di tutto si salvano da soli, confidandosi, aiutandosi.

Il GdL domanda come mai l’autrice abbia scelto il genere thriller.

Ilaria: Io non credo nella distinzione di genere nelle storie. Se tu scrivi nel modo giusto non c’è distinzione tra narrativa di serie A e di serie B. Non credo che ci siano scritture “popolari”, se una storia è scritta bene è una buona lettura. Ho scelto il thriller perché ci parla del quotidiano, di quello che sentiamo al TG. Ho scelto il thriller perché è indagare la mente umana.

Alessia: Quali sono i tuoi modelli?
Ilaria: Io leggo un po’ di tutto. Sono partita dai gialli. Amo leggere la Murgia o la Ferrante. E poi mi diverto con la Kinsella. Puoi imparare e trovare piacere con qualsiasi lettura. Personalmente ho adorato i libri di Corona, che parla della mia terra. Amo Strukul, che fa conoscere i tesori artistici italiani. Nel cinema amo i thriller e sono partita da “Il silenzio degli innocenti”.
Alessia: Ci sarà un seguito?
Ilaria: L’idea di un nuovo romanzo già c’è. La scaletta è preparata e mi sto documentando. La tempistica è la primavera del prossimo anno.
E così si è concluso l’evento. Un’ora piacevole, interessante e che ha permesso a tutti i partecipanti di entrare in ogni aspetto del romanzo della Tuti.
Terminato l’incontro Ilaria Tuti si è fermata a firmare le copie. Io non avevo la copia cartacea, avendo letto il libro in digitale, ma mi sono fatta firmare il foglietto del barattolo del sorriso. Ora il mio foglietto, oltre a riportare tutti i dati del libro, ha una bella dedica dell’autrice!!!
Con questa presentazione si è conclusa la mia avventura al #salTO18, Elisabetta e io abbiamo lasciato la fiera sotto una pioggia scrosciante. Prima di partire però ci siamo concesse uno squisito gelato!!!

domenica 13 maggio 2018

Recensione #6 Fiori sopra l'inferno di Ilaria Tuti by Manuela Menna



Autrice: Ilaria Tuti
Titolo: Fiori sopra l'inferno
Editore: Longanesi
Pagine: 366
Data di pubblicazione: 4 gennaio 2018

Trama
«Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell'orrido che conduce al torrente, tra le pozze d'acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l'esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l'inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling, e ogni giorno cammino sopra l'inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall'età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l'indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura»




Recensire un giallo non è mai facile, questo thriller è difficilissimo… Anche solo raccontando la trama si rischia di svelare qualcosa e rovinare il gusto della lettura… Quindi ho deciso di fare una recensione fatta di “sensazioni”. Leggendo questo romanzo ne ho provate tante…
Per tutto il racconto rimani con il fiato sospeso, viaggi tra il disgusto per le malvagità che l’assassino compie e la compassione per lo stesso, che non è poi così mostro… Il mostro di Travenì è complesso. È sadico, è “mostruoso” e al tempo stesso è capace di provare dei sentimenti… è spietato con le sue vittime tanto da deturparle a morsi e/o con le mani, ma allo stesso tempo è capace di lasciare libera una preda quando vede il suo cucciolo vicino a lei o quando vede la vittima piangere, è capace poi di vegliare sui bambini, quasi volesse proteggerli. Sicuramente provi orrore per quello che fa alle sue vittime, ma non puoi esimerti dal provare pena per lui. Mentre leggi provi senso di nausea, le descrizioni degli orrori commessi, non solo dall’assassino, sono così evocative che le vedi e ti rimangono impresse nella mente. Non riesci ad allontanarle, sono vivide, vere, reali… sono shoccanti!
Tutta la storia è ben costruita, gli indizi sono ben disseminati e ci sono vari richiami tra i capitoli che ti permettono di seguire il lavoro degli investigatori. Rimani incollato alle pagine, continui a leggere capitolo dopo capitolo perché sei curioso di vedere se il tuo lavorio corrisponde con quanto portato avanti dalla polizia. La cosa che mi è piaciuto è il fatto che gli ispettori, ma in generale tutti i personaggi, sono visti nelle loro diverse sfaccettature, lato professionale e lato umano.
Tutti i personaggi sono completi, dettagliati, ben definiti. Sono persone vere. Complesse, a volte contraddittorie, ma molto vicine alla realtà. Non c’è bene e male ben definito e diviso, ma ogni personalità ha in se tratti dell’uno e dell’altro aspetto.
Gli attori di questa storia sono tanti, chiaramente io ho i miei preferiti e tra questi c’è sicuramente il Commissario Battaglia. Teresa è una “cacciatrice”, una donna forte, determinata. Conosce i propri limiti ma non si concede debolezze. Ha ben chiaro quello che le sta succedendo, il decorso della sua malattia, ma non ne fa un punto di debolezza, questo dolore diventa una spinta a dare il meglio di sé e delle sue capacità…
il dolore era diventato una parte di lei, non più ostile. Era quasi un amico fraterno, un fardello che era necessario portare per non rinunciare ai ricordi.
C’è poi l’ispettore Marini, l’ultimo arrivato. Vorrebbe fare bella figura, colpire con le sue deduzioni il commissario, in realtà imparerà cosa vuol dire lavorare seriamente a un caso, imparerà che per risolvere il delitto bisogna studiare, approfondire tutto, andare alla ricerca e verificare tutte le possibili strade anche quelle che sembrano assurde o innocue a una prima analisi.
Si era appena reso conto che quello non era un «normale» caso di omicidio. C’era psicosi, e qualcos’altro di più pericoloso, che Teresa non era ancora in grado di definire.
Non avrebbero trovato le rispose in un movente comune. La mente umana on partoriva un incubo del genere per gelosia, per vendetta o per denaro. Quel feticcio aveva un significato molto complesso. Chiedeva attenzione perché aveva molto da raccontare.
Tutta la squadra di investigatori aiuta a fare il quadro della situazione.
Una menzione d’onore, non proprio positiva, la occupa però il medico Carlo Ian… devo dire che mi aveva forviato, lo ho apprezzato, mi piaceva come si rapportava con i bambini del paese, il fatto che fosse latore di informazioni utili… Insomma un bel personaggio, bene tratteggiato, con una psicologia talmente complessa da mettere in luce le sue parti in contrapposizione, bianco e nero, bene e male.
Ci sono poi i miei preferiti in assoluti, quelli che, secondo me, sono i veri protagonisti: i bambini di Travenì. Mathias, Diego, Oliver e Lucia sono la chiave di tutto.
Quei bambini erano gli uni per gli altri la famiglia, ecco perché proteggevano il loro segreto. Un segreto innocente, che però metteva alla prova ogni giorno la loro capacità di escludere il mondo dal gruppo.
E alla fine un pensiero corre all’assassino, una presenza costante in tutto il romanzo. Lo si vede agire, aspettare, osservare anche se non lo si può individuare. Potrebbe essere ciascuno degli abitanti di Travenì, potrebbe essere ognuno dei personaggi presentati in questa avventura. Ha un quadro psicologico contraddittorio.
Lui proteggeva i bambini, però allo stesso tempo annientava le loro famiglie.
Quando alla fine viene individuato non puoi fare a meno di provare pena per lui. Soffri per lui.La conclusione del romanzo è chiarificatrice. Tutto prende il suo giusto posto, la sua giusta definizione. Rimani spiazzato nella conclusione, non è affatto scontata. A dire il vero, quando sei verso gli ultimi capitoli inizia ad arrivare alle stesse deduzioni del commissario Battaglia, ma nel momento delle “spiegazioni finali” rimani col fiato sospeso, perché fino all’ultimo speri che non sia quella la vera spiegazione. Sapere poi, dalla nota dell’autore, che tutto quanto ha una base storica e scientifica documentata e documentabile ti fa un certo effetto.
La “fabula” è su più piani. C’è il passato con un racconto dettagliato a mo’ di diario, una sorta di promemoria per osservare progressi e/o regressi. Una sorta di documentazione medica. C’è il livello presente dove si intrecciano i fatti e le vite dei personaggi. Troviamo la narrazione relativa alla squadra investigatrice, che mette in risalto il lavoro e le ricerche, senza tralasciare la parte umana, la vita di ciascuno, le sensazioni e le emozioni. In questo filone fondamentale è la vita di Teresa, la sua condizione di donna forte, ma profondamente sola che ha fatto della solitudine la sua coinquilina. C’è l’aspetto relativo alla vita dei bambini del paese. Per ultimo c’è lo sguardo sul modus operandi del mostro di Travenì, ma anche qui è dato risalto al suo intimo, ai suoi sentimenti, alle sue sensazioni più istintuali.
I capitoli sono brevi, ben strutturati e legati tra loro. Ogni tanto ci sono flash legati al passato, sembrano un “intermezzo”, in realtà sono piccole luci che mantengono viva l’attenzione e soprattutto ti spingono a fare congetture con il commissario Teresa. Il linguaggio fluido e apparentemente semplice, è curato e preciso, quasi ricercato. Molti sono i riferimenti medici, specialmente legati alla psicologia. Confesso che in alcuni casi ho dovuto ricorrere al dizionario (… somma gioia per me, perché mi piace quando attraverso una lettura posso imparare qualcosa di nuovo!!!). La lettura è scorrevole e piacevole, coinvolgente.
Un tema che possiamo leggere tra queste pagine è la violenza verso i più deboli. Che sia la violenza fisica o psicologica, sempre violenza è… viene posto l’accento su quello che consegue a certe violenze. Teresa ne parla con i bambini del paese…
«Nessuno sbaglio che facciamo giustifica chi fa del male, ma ci ho messo un po’ a capirlo.»
E questo messaggio dovrebbe arrivare a tutte le persone, donne o bambini, che subiscono violenze!!!
Io amo guardare i film polizieschi e/o i gialli, amo anche leggere qualche thriller. Questa, nello specifico, è stata una lettura forte. Ho provato repulsione, paura, angoscia e sollievo… e quando un libro riesce a darti tutte queste emozioni vuol dire che è un buon libro!!!