lunedì 26 febbraio 2018

Presentazione di Il regno del male di Sandro Ristori





Lunedì 19 febbraio 2018 a Roma presso “LaFeltrinelli” nella Galleria Alberto Sordi si è tenuta la presentazione del libro “Il regno del male” di Sandro Ristori. 



La presentazione è guidata da Marco Di Marco e arricchita, impreziosita, dalla lettura di alcuni brani fatti da Berta Filacchione.



La presentazione è stata divertente, un dialogo inizialmente a due tra Marco Di Marco e Sandro Ristori che poi ha coinvolto anche il pubblico. È stata condotta in maniera frizzante, con battute scherzose tra i due uomini, insomma uno stile giovane come è l’autore. Prima di iniziare la presentazione l’autore ha invitato alcuni spettatori (tra cui io!!!) a legare al braccio una fascia bianca dicendo che in seguito sarebbe servita.
La presentazione è stata aperta con la lettura di un brano, Berta ha introdotto tutti alla storia partendo dalle primissime pagine, catapultandoci in un mondo fantastico…
La donna morì quel giorno, e il duca tornò a regnare, e cercò di dimenticarsi della donna e dei figli. Ma non ebbe altri discendenti, perché era ormai vecchio. E quando divenne debole e cadente, il duca confinante scatenò il suo esercito contro di lui, prese tutte le sue terre, le donò ai propri figli, e rinchiuse il vecchio, che ormai non era più duca, in una torre nel suo castello. E fu allora che il vecchio capì. Capì che la maledizione esisteva davvero, ma non era colpa della ragazza dai capelli d’oro.”
La lettura del brano ci ha trascinato direttamente nel cuore del romanzo. Ci ha già parlato del “segno”.
Marco: Questo romanzo di Ristori è un romanzo rutilante, questa è la parola che mi è venuta in mente leggendolo. È un romanzo corale che si sposta per tutta la geografia dell’intero regno e fa parlare tantissime persone, sono un grande coro. “Il regno del male” è il primo episodio di quella che sarà una saga. Questo libro ha la capacità di trascinarti dentro e di voler continuare a leggere. È una storia che ha risvolti inaspettati, più piani di lettura. Questo libro più che un libro fantasy è un libro metaforico, fatto di simboli, metafore. È un libro che finisce, ma in realtà non finisce…
Sandro: … finale apertissimo.
Marco: Questa sera però non vorrei parlare del libro, ma parlare più che altro dell’ambientazione, del contesto in cui gli eventi si svolgono.
Sandro: Scelta saggia perché se parlassimo del romanzo rischieremmo di perderci nelle trame e sotto-trame di questa storia e avremmo bisogno di due giorni per parlarne.

Marco: Vorrei parlare però delle atmosfere del libro, perché Sandro è capace di restituirci tutte le vere atmosfere che si respirano in esso. Il romanzo cambia in continuazione, c’è la fiaba, ma ci sono momenti divertenti, momenti sensuali, scene crude e terrificanti… La scrittura di Sandro è fatta di tante “sfumature”.
Prima però parliamo della scrittura: questo è un libro che hai scritto, perché…

Sandro: Il libro l’ho scritto sostanzialmente perché ce l’avevo. Il racconto è nato quando ho sentito la storia raccontatami da due amiche, quindi un fatto vero, mentre mi raccontavano l’episodio… ho visualizzato tutta la trama, quindi a quel punto, avendo la vicenda intera in testa, mi sono detto perché non raccontarla

Spero di essere riuscito ad adeguare alla materia trattata un tipo di scrittura, regolare lo stile alla scena raccontata, restituire una scrittura adatta al punto di vista, allo stato d’animo e all’atmosfera.

Marco: È un libro che per molti versi fa parte del filone più contemporaneo del fantasy, vorrei non usare questa etichetta ma in realtà questa definizione ritorna…

Sandro: … diciamo che è l’etichetta più comprensibile, perché in realtà non sarebbe nemmeno un fantasy classico.



Marco inizia a parlare in generale della geografia del Regno, ponendo l’accento su tutte le loro caratteristiche. Chiaramente è un regno in Decadenza, con il Duca della I Regione del Regno che fatica a tenere il comando. A questo aspetto geografico sono affiancate la peste, la fame e i barbari… Sandro inquadra l’aspetto storico. La situazione storica è molto drammatica, è il momento in cui si distrugge per poi creare le nuove regole. Il periodo storico a cui si fa più riferimento è la Caduta dell’Impero Romano. Marco fa notare che se è vero che tutta la parte storica sia immaginifica ha però dei richiami con la storia attuale.
Marco e Sandro continuano a parlare del romanzo dando risalto all’importanza del territorio. Quindi si soffermano a descrivere la XIII Regione e quindi la zona delle Grandi Paludi.
Sempre conversando a due, Sandro e Marco parlano del fatto che il romanzo non ha un protagonista specifico, ma c’è una coralità di personaggi.

Sandro: Il mio obiettivo era proprio questo, costruire una storia in cui tutte le voci avessero pari legittimità. In cui tutti i protagonisti fossero delineati nei propri sogni e nelle proprie personalità. Senza dare alcun giudizio di valore.

Berta quindi legge il brano in cui viene evidenziato il segno su Coral e Kausi. Durante la lettura vengono spente le luci e si svela il significato delle bende bianche… alcune di queste bende (non la mia ahimè!!!) rivelano un “segno” luminoso, bene questi tre fortunati riceveranno una copia omaggio dell’autore… Questo gioco dà l’occasione all’autore di parlare del segno. Del valore che il segno ha nel Regno. È un segno di segregazione, quasi il corrispettivo della peste, è un segno di infamia. Da qui si parla dell’aspetto importante della religione. Nel romanzo c’è una religione istituzionale e poi una religione sotterranea che diventa invasiva.

Sandro: Mi interessava molto il tema della religione e per questo ho voluto inserirlo. Ho dato spazio alla religione con un dialogo filosofico. La religione è molto precisa, con una gerarchia precisa e con un ordine sociale. Un religione che si basa sui misteri svelati. È una religione stabile per tempi stabili, il problema è che questo non è un tempo stabile ed è per questo che la religione sta perdendo il suo potere. Il Dio doppio di questo romanzo è un dio della guerra, è un dio con la spada. È un dio violento per tempi violenti. La religione inizialmente andava bene perché dava risposte che la plebe si aspettava, ma quando i tempi cambiano la gente non segue più quella religione, che non può dare risposte certe. Le vecchie certezze crollano e il nuovo avanza.

Marco: Per tutta questa presentazione ho provato a dire che questo libro ha diversi livelli di lettura. E si rifà a cose che noi sentiamo vicinissime, che poi è un meccanismo classico raccontare l’attualità attraverso periodi storici diversi. Io non posso non notare che il declino del regno rappresenti la nostra decadenza…

Sandro: … speriamo di no!

Marco: Dipende da come andrà a finire la tua storia… Però guardando i regnanti e il loro disinteresse verso il vero comando, sono persone che vogliono solo il comando, sono persone capaci ma non hanno voglia di occuparsene, sono in tutt’altre faccende affaccendati… è una cosa che ti è venuta inconsciamente? O hai voluto rappresentare la realtà?

Sandro: In realtà io ho usato una sola regola, tutto ciò che mi interessava l’ho scritto. Ho voluto parlare di tutti gli spunti che mi stavano a cuore. La situazione politica attuale c’è nel libro, non puntualmente però c’è… Nel romanzo, la politica perde l’idea che la sosteneva, senza più l’ideologia che la sostiene è solo un promettere.

Benché la presentazione sia stata lunga viene dato ampio spazio alle domande dei presenti. Chiaramente io già mi ero fatta riconoscere all’inizio, ancor prima della presentazione quando Federica mi ha presentato l’autore, infatti lo avevo avvisato che avevo un po’ di domande. Quindi quando Marco ha chiesto chi volesse fare domande Sandro mi ha guardato e ha detto: C’è una ragazza (e qui non posso che ringraziarlo per non avermi definito vecchia babbiona) che ha una decina di domande già pronte.

Perché il tuo romanzo ha proprio questa caratteristica grimdark, come mai ti sei spinto verso questo stile?
Sandro: Lo stile è quello che mi è connaturato, non avrei potuto scrivere in nessun altro modo, la storia che mi si è presentata agli occhi era questa e non la si poteva rappresentare in nessun altro modo, se l’avessi edulcorata non sarebbe venuta una cosa accettabile.
Fra i tanti personaggi del libro, benché tu non abbia dato giudizi morali, ce ne è uno preferito? Uno in cui ti identifichi?
Sandro: Identifico… no, perché sono tutti personaggi, chi più chi meno, abbastanza disgustosi. Il personaggio che mi sta più simpatico forse è Fagin (il traghettatore che accompagna i malati di peste dentro le paludi), mentre il personaggio più positivo forse è Loki.
La religione nel libro non ha una connotazione positiva, però è molto importante. Si intreccia molto con la politica, ogni riferimento è puramente casuale? Da quello che fin qui avete detto sembra di capire forse no…
Sandro: In questo rispecchia molto quello che penso.
Le mappe le hai ideate tu? Quanto sono importanti per te?
Sandro: Le mappe non le ho ideate io, ho collaborato con un disegnatore molto bravo, Fabio Piacentini. Mentre scrivevo il libro pensavo proprio, come farò a spiegare io come voglio questa cosa all’illustratore… e lui miracolosamente riusciva a cogliere l’idea e mi rimandava la mappa proprio come mi serviva. Sono molto importanti sia per me sia per il lettore, ecco perché ho voluto metterle all’inizio di ogni capitolo. Avevo il sospetto che il lettore potesse perdersi, che si potesse smarrire nel filo del discorso e quindi una connotazione spaziale era importante darla. E poi anche per me perché ti garantisco che non è facile ricordarsi come si chiama quella città, dove abitano questi, cosa fanno questi altri… Un riferimento mi serviva assolutamente.
Sandro termina dicendo che questa saga sarà una tetralogia, quindi si prospetta un lavoro molto lungo.
Quindi finita questa “chiacchierata”, Sandro ha firmato le copie del romanzo.



Firmando mi ha chiesto per quale blog stessi preparando il post e quindi ho fatto il nome della mia amica Dolci che non era presente all’evento. Io ho chiesto a Sandro di non dedicare il libro a me, ma a mio marito e a mio figlio Massimiliano che sono amanti del genere più di me. E ho fatto bene, appena tornata a casa ho dato loro il romanzo con l’augurio di buona lettura scritto da Sandro e mio figlio mi ha subito detto: Lascia lì che ora me lo leggo. E per “giovani lettori crescono”… ha annusato le pagine e guardato le mappe, ha tolto la sopra copertina e chiesto un segnalibro… dopo un giorno era già a pagina 100!!!
Nota: personalmente non ho letto il libro (Massimiliano mi sta dicendo che è molto bello, che lo prende molto), quindi per le domande che ho posto a Sandro devo ringraziare Chiara Ropolo (La lettrice sulle nuvole) che ha letto il romanzo in anteprima e che ha gentilmente “concesso” a me di presentare le sue curiosità. Spero di essere stata all’altezza del compito.



2 commenti:

  1. avrei voluto esserci. Grazie per le domande poste, ora comprendo molto meglio

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