lunedì 23 aprile 2018

Incontro con Rosella Postorino by Manuela




Il 19 aprile 2018 ho partecipato, presso la Libreria Nuova Europa nel centro commerciale I Granai di Roma, ad un incontro interessante con Rosella Postorino.
Perché ho deciso di partecipare a questo evento? Semplice, ero molto curiosa. Inoltre a Milano, a Tempo di Libri, non avevo avuto la possibilità di seguire l’incontro con questa autrice.
Questo appuntamento è stato molto interessante, sia per il libro (che io ancora non ho letto, ma ho chiaramente in lista, mentre lo ha letto la nostra Dolci (recensione) sia per la modalità con cui è stato condotto.
L’evento è stato guidato da Laura Ganzetti, curatrice del Gruppo di Lettura (GdL) della libreria, ma in realtà la vera anima di tutta la manifestazione sono stati i partecipanti del GdL, che hanno conversato con l’autrice Rosella Postorino in modo molto dinamico. Rosella si è rivolta a tutti in modo diretto, a volte molto colorito, ha anche “rimesso a posto” con determinazione un lettore che, forse inavvertitamente (me lo auguro per lui), le aveva fatto una osservazione poco carina, al limite dell’offensivo. Rosella, sempre con il sorriso, gli ha detto che era stato poco delicato. 

Doveva seguire la presentazione vera e propria del romanzo, ma, visto che il confronto con il GdL era molto attivo e coinvolgente, Rosella ha “inglobato” nella conversazione anche Luca Briasco.
L’incontro ha preso l’avvio con Laura Ganzetti, la quale ha presentato l’autrice e ha spiegato con funziona il GdL, ha illustrato come viene scelto il libro da leggere e quali sono gli impegni che accettare di aderire comporta. Ha poi iniziato ad evidenziare come i lettori hanno focalizzato alcuni temi di questo romanzo. I primi temi che sono stati colti dal GdL sono stati il cibo e la fame: infatti molti lettori avevano trovato nella fame la spinta primordiale di questo romanzo. Laura ha anche precisato che, prima di affrontare la lettura del romanzo, il GdL si è documentato in merito alla vera storia delle assaggiatrici.
Hanno avviato il dibattito i lettori, rispondendo ad una sollecitazione da parte di Laura sulla diversità tra la prima e la seconda parte del libro. Alcuni affermavano che si era avvertito un cambio di passo letterario notevole, poiché la prima parte è più statica, essendo una parte di “ambientazione”, mentre nella seconda parte il racconto diventa più dinamico e attraverso le emozioni di Rosa si entra nell’epoca trattata e nella “storia”. C’è anche un cambio di spinta: nella prima parte il motore della storia è la fame, nella seconda parte la fame perde la sua forza. Inoltre molti notavano che la prima parte è una sorta di studio dei personaggi, poi tutto cambia e il racconto diventa più interessante.
Rosella Postorino ha risposto così, dopo aver ascoltato con attenzione tutti i “commenti” dei componenti del GdL:
È la prima volta che mi fanno notare un “cambio di passo”. In realtà questo non c’è tra prima e seconda parte, sicuramente c’è tra prima e terza parte. La seconda parte sembra più veloce perché c’è la “storia d’amore”. Il clima di paura invece si vive solo attraverso le emozioni di Rosa; quando Rosa si abitua, cade la paura. Rosa è ridotta ad una cavia, la vita si sospende, questa è la base della prima parte. Nella seconda parte la mancanza di una vita viene sostituita dal “contatto”. Qui tutto può succedere. La terza parte è poi il vero epilogo.
Una lettrice ha fatto presente che attraverso questo romanzo ha potuto vedere la guerra dal punto di vista dei tedeschi.
Il mio interesse era soprastorico, era più volto alle relazioni. Mi sono ritrovata a scrivere un romanzo storico quasi inconsapevolmente.

A questo punto è stato coinvolto nel discorso anche Luca e l’incontro è diventato molto interessante, perché sono stati toccati temi importanti quali lo stile letterario, il lavoro di documentazione e poi sono state fatte anche domande di ordine generale, curiosità vere che ogni lettore ha.
Alcuni membri del GdL hanno fatto notare che il linguaggio usato nel romanzo è secco, asciutto. Anche la scrittura è semplice, quasi scarna.
Luca ha fatto riferimento al romanzo precedente dell’autrice (Il corpo docile, Torino, Einaudi, 2013) per porre l’attenzione sul linguaggio.
Il linguaggio asciutto è totalmente assorto nella corporeità. C’è sensualità in come queste donne mangiano.
Io racconto le cose attraverso il corpo, perché le emozioni passano da lì.
Questo ha fatto sì che il libro fosse apprezzato dai lettori, sia per il linguaggio sia per il tema. Questa è la storia di una assaggiatrice che entra in contatto con altre assaggiatrici.
Luca ha letto un brano per far apprezzare questo linguaggio così semplice, il brano relativo al bombardamento durante il quale Rosa perde la madre (Le assaggiatrici, Milano, Feltrinelli, 2018, pag.36-37 Poi il soffitto tremò…)
Le assaggiatrici” è scorrevole, semplice. È un libro che si fa leggere. Amo molto associare ad un sostantivo un aggettivo che non ti aspetti, un accostamento inconsueto, ma che sia legato al contesto. Il mio linguaggio ha il punto di forza nell’essere parchi, se posso dire una cosa con una parola e non con dieci, io uso una parola.
Quanto sei contenta di questo lavoro?
Sono molto contenta. Ero già contenta con “Il corpo docile”.
Il libro è curato tanto, nell’aspetto editoriale, a cominciare dalla copertina fino all’editing.
Volevo una copertina che non lo facesse apparire come un romanzo storico. Volevo che fosse un romanzo tout court. La copertina è opera di un grafico molto bravo, Guerri, che ha trovato una immagine di moda degli anni ’40. La pettinatura richiama l’epoca. Questa è una copertina che attrae. Ci rappresenta la pluralità della protagonista e il rosso, sia della farfalla sia del rossetto, sul pallore del volto è “disturbante”. Questa è una copertina chiara, dice tante cose, è esaustiva.
Il romanzo parte da un fatto storico, vero. È anche molto dettagliato e curato. Come ha proceduto?
Ho proceduto in modo totalmente disordinato. Ho letto, o riletto, tanta letteratura di quel tempo, ho anche letto romanzi ambientati nella Seconda Guerra e poi anche studi di psicologia su Hitler. Ho anche trovato libri di ricette di Hitler o di filastrocche. Tutto questo nel corso dei tre anni in cui sono stata impegnata nella scrittura. Io non faccio una scaletta, non so cosa mi servirà, quindi leggo tanto e incamero. Io avevo solo l’impronta generale. Mi butto nell’ignoto, anche con la paura dell’ignoto. Lavoro nella maniera più disordinata, quindi ho bisogno di leggere tanto, anche perché scrivo le cose mentre accadono.
Il finale è un po’ misero, forse servivano pagine in più?
Assolutamente no. È un epilogo. Anzi me lo hanno fatto tagliare perché era troppo lungo. Tutto quello che io volevo è che ci fosse questo incontro. Nel finale non c’è crudezza, ma solo delicatezza. Alcuni sono rimasti insoddisfatti dal finale, ma io non volevo un finale hollywoodiano. Finisce con lei che non ha niente, non può ricostruire niente… ha solo imparato a sopravvivere.
Sul finale mi soffermo un attimo, perché so che anche Dolci appartiene alla categoria di quelle “insoddisfatte”. 
Dopo la presentazione mi sono fermata a parlare con Deborah (Scheggia tra le pagine) che ho conosciuto a dicembre e poi incontrata diverse volte. Lei faceva notare che il finale non poteva essere diverso da come è perché il ruolo delle assaggiatrici è terminato, non c’è più Hitler, quindi non c’è più bisogno che il pulmino le passi a prendere per portarle al loro lavoro.

Al termine, veramente ci hanno quasi dovuto cacciare dal centro commerciale perché nel frattempo era sopraggiunta l’ora di chiusura, Rosella si è fermata per autografare il proprio libro e scambiare due parole con ognuno dei suoi lettori.
(Nota: in blu gli interventi di Luca Briasco, in corsivo le parole di Rosella Postorino, in grassetto e rosa – per far contenta Dolci - le domande dei membri del GdL)



3 commenti:

  1. gli incontri con gli autori sono bellissimi e secondo me per noi lettori è davvero un modo per capire come loro scrivano e cosa vogliono esprimere.
    mi fa piacere che tu abbia trovato una scrittrice che parla chiaro soprattutto con chi fa battute poco delicate e poi rivedere amiche blogger è sempre un piacere.
    brava Manuela stai proprio diventando una blogger coi fiocchi!

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    1. Concordo, bello l'incontro con l'autore e bello il rivedere le amiche blogger

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  2. ho questo libro da Tempo di libri appoggiato al comodino. Ora ho ancora più voglia di leggerlo. Belli questi incontri, sono sempre molto entusiasmanti

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