giovedì 27 settembre 2018

Recensione #258 Invictus by Ryan Graudin




Dopo le lacrime versate con la duologia di Wolf, mi sono ripromessa di leggere qualsiasi cosa di questa autrice, quindi alla notizia dell'uscita di Invictus ero più che entusiasta. Se era riuscita a farmi amare uno storico, cosa avrebbe potuto fare con un genere che mi piace già di suo? 



Titolo: Invictus
Autore: Ryan Graudin
Casa editrice: Mondadori
Pagine: 372
Data di pubblicazione: 18 settembre 2018
Trama
Voglio incontrare la storia faccia a faccia. Voglio essere il sangue che le scorre nelle vene, come la storia scorre nelle mie. Farway Gaius McCarthy non è un ragazzo come gli altri. Tutti lo considerano uno strano prodigio. Figlio di una viaggiatrice del tempo del 2354 d.C. e di un gladiatore dell'Antica Roma, la sua esistenza è un evento straordinario che al contempo distorce e infrange le leggi della natura. Perché Far è nato fuori dal tempo.
Ostinato, inquieto, dall'animo indomabile, il ragazzo fin da bambino ha un unico incontenibile desiderio: vivere l'esperienza frastornante di tuffarsi in epoche sempre diverse e provare quel miscuglio di vertigine, shock e déja-vu che solo incontrare la storia faccia a faccia può dare. Per questo studia per seguire le orme materne e diventare un documentatore, un viaggiatore del tempo che, per conto del governo, viene spedito nelle epoche passate a osservare e registrare gli eventi storici.
Subito dopo aver fallito, inspiegabilmente, l'esame finale del corso, Far viene contattato da un trafficante di opere d'arte che gli offre la possibilità di continuare a inseguire il suo sogno. Il ragazzo avrà a disposizione una macchina del tempo e, davanti a sé, secoli e secoli da esplorare. In cambio però dovrà mettere in piedi una squadra con la quale viaggiare clandestinamente di epoca in epoca per rubare oggetti e manufatti preziosi.
Un anno dopo, durante l'ennesima missione, dopo essere rimbalzati dall'Europa nazista all'America selvaggia di Davy Crockett al Vaticano michelangiolesco, Far e la sua squadra incappano in Eliot, una solitaria ragazza dalla pelle chiarissima e dalle origini misteriose che metterà in discussione l'esistenza stessa del ragazzo e di lì a poco trascinerà lui e i suoi amici in una missione pericolosissima nell'Antica Roma, dove la storia di Far ha avuto inizio. Una corsa disperata contro il tempo per impedire che il mondo si spenga. E con esso qualsiasi speranza per il futuro.




Sono sempre stata affascinata dai viaggi nel tempo e dalle possibili conseguenze sul futuro per cui ho iniziato la lettura con tantissime e altissime aspettative.

Il libro si è rivelato una bella lettura, non noiosa e scorrevole perché lo stile della Graudin è sempre magnifico, ma presenta, secondo me, alcuni difetti che non lo portano agli stessi livelli di Wolf.
Tutto il word-building in cui si muovono Far e i suoi compagni è ben descritto tanto che il mondo futuristico immaginato dall'autrice è plausibile e realistico. È riuscita a bilanciare molto bene i due mondi: passato e presente.
Anche la trama di base è originale e il finale mi è piaciuto moltissimo.
Purtroppo il neo della storia sono proprio i personaggi: piatti e incolore. Non sono caratterizzati e mi è stato impossibile entrare in empatia con loro. Troppo freddi e impersonali. Le relazioni tra di loro non mi hanno emozionato e il rapporto tra Far e Pirya non mi ha coinvolto per nulla, come forzato mi è sembrato quello tra Gram e Imogen.
Anche qui la Graudin ci da una bella stilettata ma non ha avuto lo stesso impatto sul mio cuore rispetto a Wolf.
Mi è mancata poi tutta la parte riguardante il reclutamento dei viaggiatori della Invictus. Qui forse avrei potuto conoscere meglio i vari soggetti della storia. Anche lo spazio dedicato ai viaggi nel tempo è troppo risicato; avrebbe aggiunto sicuramente più azione a tutto il romanzo.
Ho letto nei ringraziamenti che in origine questo era un racconto, ampliato dopo varie richieste rivolte all'autrice. Ecco, sembra infatti scritto di corsa. Un maggiore numero di pagine o anche un secondo volume, sarebbero stati perfetti e avrebbero reso Invictus ai livelli di Wolf.






12 commenti:

  1. Quel buco di un anno è stata una grossa mancanza...

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  2. come ho scritto anche su la biblioteca di eliza dopo l'esperienza di passenger dai viaggi nel tempo mi terrò alla larga per un po'- con la promessa di recuperare wolf che so essere piaciuto a tutti.
    mi spiace per questa piccola delusione , so quanto ci tenevi a quest'uscita

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  3. Concordo con te: bel worldbuilding, ma personaggi non caratterizzati!

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  4. Io penso di essere l'unica a cui il worldbuilding non ha fatto impazzire per niente...

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  5. Niente. Più si va avanti in questo review party e più mi rendo conto di quanto fra tutte siamo rimaste delude. Che gran peccato! Spero che il prossimo volume dell'autrice ci faccia dimenticare questo scivolone!

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  6. lo sto leggendo in questi giorni, stessa delusione tua, forse fin di più

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    1. Non è per nulla all'altezza, tutto troppo sbrigativo

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