Autore:
Pierpaolo Mandetta
Titolo: Dillo tu a mammà. L'amore è sempre una faccenda di famiglia
Titolo: Dillo tu a mammà. L'amore è sempre una faccenda di famiglia
Editore:
Rizzoli
Data di pubblicazione: 11 maggio 2017
Pagine: 322
Data di pubblicazione: 11 maggio 2017
Pagine: 322
Trama
I
sentimenti non sono semplici, ma con le parole lo diventano.L’amore
è sempre una faccenda di famiglia. Samuele ne è convinto, mentre
guarda fuori dal finestrino sul treno che da Milano lo trascina verso
sud. Dopo essere fuggito per anni, è finalmente pronto a rivelare ai
suoi genitori di essere omosessuale. Con lui c’è Claudia, la sua
migliore amica, incallita single taglia 38 e unica donna di cui si
fida. Appena arrivano a Trentinara, un grazioso borgo del Cilento, ad
accoglierli ci sono i parenti al completo. E la sera, alla festa del
paese, il papà ha un annuncio da fare: suo figlio e la fidanzata
Claudia si sposeranno a breve. È un vero e proprio shock per
Samuele: lui vuole sposare Gilberto, il compagno rimasto a Milano,
proprio lo stesso uomo che lo aveva convinto a riavvicinarsi ai suoi.
Ma nelle case del Sud è quasi una tradizione che sogni e desideri
vengano condivisi in “famiglia”: non solo con mamma e papà, ma
anche con quella vecchia zia che si incontra una volta all’anno e
persino con la vicina di casa. E così Samuele, per poter essere
padrone della propria vita, dovrà fare i conti con un passato che
vuole lasciarsi alle spalle; stavolta, però, non è disposto a
scendere a compromessi. E adesso chi glielo dice a mammà?
Scrivere
la recensione di questo libro non è facile. Ogni volta che mi trovo
a parlare di un romanzo che mi è piaciuto ho l'impressione di non
riuscire a far emergere tutte le sensazioni provate.
So
che l'autore ha pubblicato, in precedenza, un altro libro ma non l'ho
letto per cui questa è la mia prima esperienza con lui. Mi è
piaciuto moltissimo il suo modo di raccontare questa storia e alcune
descrizioni di scene passate, tipiche della vita “contadina” del
sud, erano davvero vivide nella mia testa. Infatti le cose che mi
hanno più colpito in questo racconto sono i molteplici particolari
dell'infanzia del protagonista che mi ricordano la mia di infanzia,
pur avendo poi vissuto una vita completamente differente.
Il
romanzo si legge velocemente perché l'autore è stato abilissimo a
coniugare l'ironia con la profondità del tema trattato.
Il
dolore ci irrobustisce, ci migliora.
Se
non soffri, non puoi imparare
a
superare il dolore.
Se
soffri, poi non ti metti più paura.
I
personaggi sono sicuramente il punto di forza della storia. A
iniziare da Samuele, il protagonista che torna a Trentinara il suo
paese di origine per dire ai suoi genitori che ha intenzione di
sposare Gilberto, l'uomo con cui vive da alcuni anni. Naturalmente
non sarà facile.
Trentinara
non mi ha mai capito.
Questo
paese ha tentato di abbracciarmi,
di
stritolarmi, di forzarmi al calore umano,
ai
doveri di famiglia, alla baldoria dei sentimenti,
sia
festosi che lugubri.
Per
questo me ne sono andato.
Come
si fa a non amare questo raggazzo insicuro, un po' ipocondriaco che
vuole finalmente essere accettato per quello che è.
Come
si può essere felici
se
non possiamo essere
liberi
dalla paura?
E
com’è possibile che abbiamo
ancora
tanta fede
che
l’amore ci salverà da noi stessi?
Quella
che, tra tutti i personaggi, ho adorato maggiormente è Claudia,
l'amica di Samuele che lo accompagna in questo viaggio di
rivelazione. Le scenette che la vedono alle prese con la vita
contadina del sud, con la conserva di pomodoro fatta in casa, con
l'uccisione delle povere galline mi hanno fatto morire dal ridere.
Anche
la madre del protagonista è un soggetto davvero interessante e
divertente.
Mia
madre.
Una
creatura leggendaria
per
cui ogni circostanza ha una soluzione diretta
e
mai a doppio binario:
se
hai fame ti nutri,
se
puzzi fai una doccia,
se
sei gay ben ti sta.
Molto
realistici anche tutti gli abitanti del paesino di Samuele. La tipica
gente del sud, calorosa e sempre pronta ad aiutarti, che tu lo voglia
o no.
Ho
odiato Gilberto e amato Peppe. Il primo, forse perchè l'autore non
ne parla granché mi è parso troppo freddo e insensibile e non è
riuscito a conquistare la mia simpatia, neanche alla fine. Peppe, il
primo doloroso e indimenticabile amore di Samuele, è un personaggio
molto ben caratterizzato, con i mille dubbi e paure a rivelare il suo
vero essere.
Finché
non provi l’attaccamento morboso
per
un altro essere umano,
non
puoi aver paura che questo ti abbandoni.
Ma
quando succede è inevitabile,
dopo,
chiedersi quanto il legame sia forte,
quanto
le due parti siano disposte
a
resistere per rimanere unite.
Una
lettura che mi ha emozionato e fatto ridere insieme, un romanzo che
ho stra-adorato se non fosse per il finale. Una persona che mi
conosce bene mi aveva avvertita che non mi sarebbe piaciuto,
infatti... Chiuso il libro ho detto NO, così no!
La
mezza stella è proprio dovuta a quello.
Non
importa se non era vero amore,
se
la persona era sbagliatissima,
non
importa che, se avesse funzionato,
forse
saremmo stati noi a dubitarne e a fermarci.
Non
importano tutti i “se” e tutti i “ma”.
Conta
l’unico “addio” capace di generare
una
malattia del ritorno.
Un
conto in sospeso da saldare
per
convincerci che
il
nostro amore è fondamentale.
Devo leggerlo assolutamente, magari più in là :)
RispondiEliminaio ho amato alla follia questo libro!
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