giovedì 25 febbraio 2021

Recensione #615 Il morso della vipera by Alice Basso

 


Tu leggi? Io scelgo! #28



Buon giovedì, oggi è il mio turno nella rubrica ideata da Chiara e Rosaria, con la successiva collaborazione di Chicca.

Per questo mese ho scelto tra le recensioni di Ludovica l'ultimo libro di Alice Basso, Il morso della vipera. La sua recensione QUI.


Autrice: Alice Basso

Titolo: Il morso della vipera

Serie: Anita #1

Editore: Garzanti

Pag: 320

Data di pubblicazione: 2 luglio 2020

Trama

Il suono metallico dei tasti risuona stanza. Seduta alla sua scrivania, Anita dattilografa le storie della rivista Saturnalia: detective dai lunghi cappotti che tra una sparatoria e l'altra hanno sempre un bicchiere di whisky tra le mani. Nulla di più lontano dal suo mondo. Eppure le pagine di Hammett e Chandler che il suo affascinante editore Sebastiano Satta Ascona traduce, le fanno scoprire il potere delle parole. Un potere che va ben oltre la carta. Anita ne rimane affascinata. Proprio lei che non ha mai letto nulla. Ma se Anita si trova ora a lavorare per una rivista di racconti gialli la colpa è solo la sua. Perché poteva accettare la proposta del suo amato fidanzato Corrado, come avrebbe fatto qualsiasi altra giovane donna del 1935, invece di pronunciare quelle parole totalmente inaspettate: ti sposo ma voglio prima lavorare. E ora si trova con quella macchina da scrivere davanti in compagnia di racconti che poi alla fine così tanto male non sono. Anzi, sembra quasi che le stiano insegnando qualcosa. Forse per questo quando un'anziana donna viene arrestata e tacciata da tutti come pazza perché afferma che un eroe di guerra è in realtà un assassino, Anita è l'unica a crederle. Eppure quelli non sono anni in cui dare spazio ad una visione obiettiva della realtà. Il fascismo è in piena espansione. Il cattivo non viene quasi mai sconfitto. Anita deve trovare tutto il coraggio che ha e l'intuizione che le hanno insegnato i suoi amici detective per indagare e scovare il bandolo della matassa. Perché una donna può tenere in mano un filo non solo per cucire e rammendare, ma per far sentire la sua voce.




So benissimo che non si dovrebbero fare paragoni tra due protagoniste appartenenti a romanzi diversi, ma per me è stato proprio inevitabile. Vani Sarca è una delle eroine librose che più ho amato, quindi Anita partiva già svantaggiata. Nessuna sarebbe riuscita a raggiungere il mio amore per Vani. Nonostante ciò ho cercato di approcciarmi al nuovo romanzo di Alice Basso con la mente aperta. Purtroppo, anche se ho apprezzato il libro nel suo complesso, mi è mancata quell'empatia che invece ebbi immediatamente per la ghost-writer.

Anita è una giovane ragazza che vive a Torino nel 1935. Per ritardare le sue nozze con l'amato Corrado afferma di voler lavorare, prima del matrimonio, almeno per 6 mesi. Viene, così, assunta come dattilografa, unica cosa che sa fare discretamente, in un giornale in cui si pubblicano racconti polizieschi e gialli tradotti dall'America.

Il mio problema con Anita è la sua caratterizzazione. Bella e svampita, ammette la sua ignoranza, ma, al tempo stesso, sembra sapere tutto lei. Certi suoi atteggiamenti, poi, non mi sono sembrati del tutto in linea con il periodo in cui è ambientato il romanzo. Per quanto una donna possa avere idee progressiste, per me, qui era davvero troppo avanti. Devo però dire che con l'avanzare della storia sono riuscita a comprenderla un pochino di più. Non mi piace del tutto ma almeno non l'ho più giudicata solo una svampita.

Il protagonista maschile, Sebastiano (dai mille soprannomi), non mi ha colpita eccessivamente. Anche qui pesa il confronto con Berganza (lo so, non si fa). Di lui mi riservo di conoscerlo meglio nei prossimi libri.

Ho preferito molto di più due dei soggetti marginali Clara, amica di Anita e la loro vecchia insegnante Candida.

Il romanzo in sé, come dicevo prima, è davvero godibile e carino anche se il mistero abbastanza intuibile. Non credo che l'intento di Alice fosse quello di creare il giallo del secolo.

Molto ben fatto e accurato il contesto storico in cui si muovono i personaggi.

L'ambientazione è spettacolare. Non è stato affatto difficile immaginare, nella mia testa, la Torino del '35. Qui la Basso è stata davvero magnifica.

Lo stile dell'autrice è sempre scorrevole, fluido e coinvolgente. Ho divorato il libro in un paio di giorni, nonostante la mia antipatia per la protagonista.

Sicuramente proseguirò con questa nuova serie, sperando di riuscire ad apprezzare di più Anita e Sebastiano.








18 commenti:

  1. Capisco il tuo pensiero anche se a me sia Anita che Sebastiano sono piaciuti tanto. Il contesto storico è raccontato benissimo e la Basso scrive davvero bene.

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    1. Infatti, nonostante Anita non mi piacesse granché, leggevo con piacere

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  2. Uh...povera Anita!
    Capisco che Vani sia insuperabile ma anche del tutto differente dalla ns nuova 'eroina'😉
    Speriamo che nei prossimi racconti cresca in te la tua stima per lei.
    Non fosse altro, per sentire meno la mancanza di Vani e Berganza.

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    1. Non dovevo fare confronti, ma è stato più forte di me

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  3. a me Anita ha conquistato anche per la diversità da Vani, hai ragione è difficile non fare paragoni

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  4. Anche io ho fatto paragoni, credo fosse inevitabile, ma nonostante abbia amato a dismisura Vani, ho provato una empatia con Anita immediata. Con mia grande sorpresa!

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  5. Io ho amato Anita proprio per la sua diversità da Vani

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    1. mi sento l'unica a non aver compreso le qualità di Anita

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  6. Non ho letto nulla dellautrice credo che dovrò rimediare.

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  7. Alice Basso sarà la mia prossima lettura...

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  8. Io sono sempre quella che non ha ancora letto nulla della Basso e forse devo partire da questo se non voglio fare confronti in negativo tra le protagoniste

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  9. A me è piaciuto come libro, ma giustamente ad ognuno di noi farà un'impressione diversa. L'unica cosa che non sono riuscita ad apprezzare sono stati gli escursus temporali. Quelli proprio non ci stavano secondo me :)

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