venerdì 8 maggio 2020

Recensione #484 Bunker Diary by Kevin Brooks



Autore: Kevin Brooks
Titolo: Bunker Diary
Editore: Piemme Freeway
Data di pubblicazione: 5 maggio 2015
Pagine: 300
Trama
Linus, sedici anni, insieme a quattro adulti e una ragazzina di nove, si trova intrappolato in un bunker, uno spazio claustrofobico da cui nessuno può fuggire.
Sono stati rapiti da qualcuno che si è presentato loro ogni volta in modo diverso e non sanno perché sono stati scelti.
Spiati da decine di telecamere e microfoni perfino in bagno, dovranno trovare un modo per sopravvivere.
"Bunker Diary" è un incubo da vivere sulla propria pelle attraverso le pagine del diario di Linus, in un'escalation di umiliazioni, meccanismi perversi e violenza fisica e psicologica innescati "dall'uomo di sopra"...



Bunker Diary è un romanzo che mio figlio mi consigliava di leggere da tanto tempo. Complice il fatto che sono riuscita a terminare con largo anticipo la mia tbr dello scorso mese sono, finalmente, riuscita a dargli retta.

Chi (o cosa) è il nostro rapitore?
Uno psicopatico.
Un pervertito.
Un collezionista di persone.
Che cosa vuole?
Spiarci.
Ucciderci.
Tenerci come cavie.
Dove siamo?
In un seminterrato?
In una cantina vera, tutta sottoterra?
Siamo a Londra?
Siamo in Essex?
Cosa dobbiamo fare?
Sopravvivere.
Scappare.
Come facciamo a sopravvivere?
Mangiando.
Bevendo. Tenendoci puliti.
Restando calmi.
Organizzandoci.
Il protagonista e voce narrante del romanzo è Linus un sedicenne che viene rapito e rinchiuso in un bunker. Insieme a lui vengono rinchiuse altre persone: una bambina e quattro adulti. Attraverso il diario che Linus compila ogni giorno si assiste alla vita dei prigionieri.
Molto difficile parlare di questo libro. Mi è piaciuto molto, ma non è stata una lettura facile. È intenso, crudo e inquietante. Mi ha coinvolta immediatamente. Ci sono scene raccapriccianti, impressionanti tanto che ero spesso combattuta tra il chiudere il volume per distaccarmi dalla storia e il voler proseguire per conoscere cosa sarebbe successo.
I soggetti narrati dalla parole di Linus sono caratterizzati benissimo. Ne ho amati alcuni e odiati altri.
Ho percepito perfettamente anche il senso di claustrofobia che permea tutto il romanzo.
La cosa che mi ha lasciata perplessa è il finale. Non è uno dei finali che io amo. Possibile spoiler...
Non viene spiegato nulla. Né il motivo del rapimento, né chi c'è dietro, qual è il suo scopo, è un solo uomo? Poi perché il rapitore sparisce così all'improvviso???






4 commenti:

  1. Non riuscirei a leggere un libro di questo genere, almeno al momento, anche se è interessante!

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    1. No devi essere pronta a leggerlo, è davvero disturbante in alcune parti

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  2. Anche io come Elena non riuscirei a leggere questo libro. È troppo. Il senso di claustrofobia mi ucciderebbe.

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