mercoledì 16 maggio 2018

Recensione #194 RoseBlood by A.G. Howard



Autrice: A. G. Howard
Titolo: RoseBlood
Editore: Newton Compton Editore
Pagine: 448
Data di pubblicazione: 22 febbraio 2018
Trama
Rune Germaine ha una splendida voce, paragonabile a quella di un angelo, ma è afflitta da una terribile maledizione: ogni volta che si esibisce, infatti, si sente malata e stanca, come se la bellezza del suo canto le rubasse ogni volta un po’ di vita. Sua madre, nel tentativo di aiutarla, decide di iscriverla a un conservatorio poco fuori Parigi, convinta che l’arte potrà curare la strana spossatezza di Rune. Poco dopo il suo arrivo nel collegio di Roseblood, la ragazza comincia a rendersi conto che c’è qualcosa di soprannaturale nell’aria. Il misterioso ragazzo che vede spesso in cortile, infatti, non frequenta nessuna delle classi a scuola, e scompare rapidamente come è apparso, non appena Rune distoglie lo sguardo. Non ci vuole molto perché tra i due nasca un’amicizia segreta. Thorne, è questo il nome del ragazzo, indossa abiti che sembrano provenire da un altro secolo e in sua presenza Rune comincia a sentirsi meglio, quasi cominciasse davvero a guarire. Ma tra i corridoi di Roseblood c’è una terribile minaccia in agguato, e l’amore tra Rune e Thorne, che comincia a sbocciare, verrà messo a dura prova. Dalla scelta di Thorne, infatti, potrebbe dipendere la salvezza di Rune o la sua completa distruzione.




Aspettavo da un po' l'uscita di questo volume visto che avevo apprezzato molto la trilogica-retelling su Alice di questa stessa autrice. La copertina, poi, mi piaceva immensamente.
Anche qui la Howard è alle prese con un retelling, questa volta del romanzo di Gaston Leroux, Il fantasma dell'Opera. Non conosco bene la storia originale, solo per sentito dire, per cui avevo solamente un'idea di base su quello che sarebbe potuto succedere, ma nulla di più.
La storia presenta molti clichè tipici dei romanzi Young Adult paranormal: il ragazzo bellissimo, apparentemente cattivo, ma buono, la protagonista bella ma originale. Già rivisti, lo so, eppure devo dire che non è questa la cosa che mi ha disturbato eccessivamente.
Non sono riuscita a entrare in connessione con Rune (ma che nome è?) e Thorn come era successo per Alyssa e Morpheus... via anche con Jeb... nel retelling precedente.
Tra loro non ho percepito la minima chimica, malgrado, secondo l'autrice, fossero predestinati... anime gemelle. Ah beh...
Come c'era da aspettarsi ho preferito il protagonista maschile e il suo passato. Sono i capitoli che ho letto con maggior piacere. Mentre ho trovato tanto... troppo... lagnosa Rune.
Affascinante anche Erik, il Fantasma.
Per quello che riguarda lo stile ho ritrovato quello che avevo già conosciuto nei libri precedenti: poetico e vivido, ma lento. Ho avuto qualche difficoltà nel procedere con la lettura dei capitoli. A parte la lungezza (il kindle mi dava un tempo minimo di 20 minuti a capitolo), ho trovato eccessive e prolisse alcune descrizioni. Troppi particolari non solo degli ambienti in cui si muovono i soggetti, ma anche delle storie del loro passato. Nonostante ciò ha tralasciato di sviluppare bene le sensazioni dei personaggi raccontando,poi, alcuni eventi dopo che sono successi. Senza la minima empatia verso di loro. Ho avuto l'impressione di leggere un racconto freddo di ciò che era successo senza capirne bene le motivazioni. Mentre ha corso troppo nel finale...
Questa volta proprio non ci siamo ma terrò d'occhio l'autrice sperando di ritrovare la magia dell'altra sua opera.



2 commenti:

  1. non mi era piaciuto neanche il primo dell'altra serie, questa autrice non fa proprio per me

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo peggio! Del primo lo stile mi era piaciuto ma qui non l'ho retta

      Elimina