martedì 22 maggio 2018

Recensione #197 Javier by Debora C. Tepes



Autrice: Debora C. Tepes
Titolo: Javier
Editore: Self
Data di pubblicazione: 18 maggio 2018
Pagine: 304

Trama
Vi starete chiedendo chi sono.
Sono un uomo disposto a tutto. Mi hanno voluto per la mia ferocia, mi hanno scelto per la mia imperturbabilità, e mi hanno trovato. Ora ho una missione da portare a termine e, costi quel che costi, non lascerò che il mio sangue macchi questa terra infetta.
Sono una macchina da guerra: le armi con cui mi difendo, le vite con cui gioco e la violenza con cui combatto mi rendono l’uomo che da dodici mesi guardo allo specchio. Qualcuno potrebbe definirmi il peggiore dei bastardi, e avrebbe ragione.
Nessuno mi fermerà.
Nessuno potrà impedirmi di raggiungere il mio obiettivo, neanche lei.
Il suo sguardo è letale, il suo sorriso è pericoloso, la sua rabbia è devastante. Lei è proibita, ma io possiederò il suo corpo, soggiogherò la sua mente e risucchierò la sua anima. Mi nutrirò di lei come il peggiore dei predatori.
Se proverà a opporsi, la distruggerò.
Nessuno dovrà scoprire chi sono.
Soprattutto lei.
*** ATTENZIONE ***
Il romanzo contiene contenuti adatti a un pubblico adulto e consapevole.







Debora scrive un nuovo libro e io mi precipito a chiederle una copia perché so che mi regalerà una lettura forte ed emozionante.



«Tu e io siamo destinati a soffrire, forse è per questo che ci siamo subito capiti. Siamo terre abbandonate da Dio, usurpate dalla cattiveria umana, governate da una forza indistruttibile. Siamo come le Ande, radicate a osservare da un’altura la violenza e il sangue. Siamo come il meraviglioso crepuscolo che stiamo contemplando: prossimi alla fine».



Questa volta ha scelto di narrare una storia con dei personaggi molto particolari, non perfetti e al di fuori dei soliti schemi. Un racconto romantico e tormentato che ha avuto, su di me, un impatto emotivo molto forte.
Infatti quest suo nuovo lavoro è un dark romance ambientato nel pericoloso mondo dei Narcos colombiani.
Il protagonista è Javier Romero, un agente della DEA che, lavorando sotto copertura, con il nome di Manuel, si infiltra come cecchino nella famiglia di Don Julio, uno dei boss più temuti e potenti della città di Medellìn. La sua attrazione per Yamile, figlia del boss, rischia però di avere gravi conseguenze sulla sua missione, ma soprattutto sul suo cuore.
La prima cosa che ho detto a Debora appena terminato il libro è stata: Ti Odio. Con affetto, naturalmente, ma il libro è stato “colpevole” di avermi emozionato tantissimo e il finale di avermi spezzato il cuore.
Javier e Yamile sono perfetti insieme. L'uomo tenta in tutti i modi, giustamente dal mio punto di vista, di mantenere il rapporto su un piano strettamente fisico, senza coinvolgere i sentimenti. Cosa questa che ho compreso perfettamente.



La odio perché è bellissima e sexy. La odio perché è fragile e pericolosa. La odio perché è innocente e problematica. La odio perché non riesco a odiarla sul serio. La odio perché non posso provare altro.



Compresibili anche i dubbi e i sentimenti della ragazza che non può fare a meno di sentirsi attratta dall'uomo.



Solo di una cosa sono certa: del mio amore per Manuel. È un sentimento incontrollabile e deleterio che ha preso il sopravvento in modo inaspettato, come un incendio doloso in una foresta. Basta una piccola fiamma per estendersi a profusione e radere al suolo ogni singolo albero. Forse tra i due sono l’unica ad amare, ma cosa importa, lo farò per entrambi. Il mio cuore gronda di sentimenti che non ho mai avuto la possibilità di provare prima.



Alla motivazione di fondo , evitare di compromettere il suo lavoro, deve anche aggiungere evitare di ferire la dolce ragazza che non c'entra nulla con i traffici del padre. Mi è piaciuto come Debora sia riuscita a descrivere così minuziosamente i sentimenti dei due protagonisti e ho apprezzato anche come ha voluto dividere la narrazione. Non i soliti pov alternati ma in varie parti che raccolgono prima le sensazioni di Javier, poi quelle di Yamile. Tutto questo ha fatto in modo che la storia si dispiegasse in modo davvero perfetto e facendomi amare in egual misura Javier e Yamile.
Ho trovato interessanti anche i fratelli della ragazza e non mi dispiacerebbe leggere qualcosa di loro due, in special modo di Santiago che si è portato via un pezzettino di me.
Mi è piaciuta, inoltre, l'ambientazione che fa da sfondo al romanzo che ho trovato ben descritta. Non ha risparmiato sulle scene violente e le azioni inuti e crudeli compiute dalla banda di Don Julio rendendo ancora tutto più realistico.



Non esistono killer professionisti qui, i sicari sono uomini poveri che per guadagnare qualcosa decidono di arruolarsi nell’esercito dei narcos. È povertà, è ignoranza, è istinto di sopravvivenza. È la strada più semplice per guadagnare pesos senza spaccarsi la schiena nei campi.



Lo stile sempre molto adrenalico non ha lasciato un attimo di respiro né a me né ai due poveri protagonisti.
Ho notato, infine, una certa maturita di narrazione nella scrittrice e sono curiosissima di leggere altro di suo. (magari su Siantago?)



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