giovedì 28 gennaio 2021

Recensione #601 Genesi Mostruose di Peter Vronsky

 


#12 Ci provo con... 


Gennaio si avvia al termine e oggi è il turno dell'appuntamento mensile con il Ci provo con...

Chiara, sì sempre lei, ha avuto, tempo fa, l’idea di questa rubrica che permette di affrontare nuovi autori. Questo mese ho letto per la prima volta: PETER VRONSKY. 

Scrittore, regista, artista e storico investigativo. Ha conseguito un dottorato di ricerca all’università di Toronto in Storia della giustizia penale e spionaggio nelle relazioni internazionali. È autore di diversi saggi di successo, incentrati sui serial killer e sulla loro storia. Ha scritto, tra gli altri, una serie di libri sulla storia dell'omicidio seriale: Serial Killers: The Method and Madness of Monsters e Genesi Mostruose (Female Serial Killers: How and Why Women Become Monsters). Il terzo libro di questa serie, Sons of Cain: A History of Serial Killers From the Stone Age to the Present, è stato pubblicato nell'agosto del 2018 da Penguin Random House - Berkley Books. Vive tra Toronto e Venezia.


Autore: Peter Vronsky

Titolo: Genesi Mostruose

Editore: Nua Edizioni 

Data di pubblicazione: 21 gennaio 2021

Pagine: 500

Trama

Da Elizabeth Bathory ad Aileen Wuornos, da Irma Grese a Myra Hindley.

Come e perché le donne diventano mostri.

Un saggio sulle donne serial killer che vi permetterà di conoscere e approfondire una realtà poco nota.

Peter Vronsky esplora e indaga il fenomeno delle donne che uccidono e le implicazioni politiche, economiche, sociali e sessuali sepolte con ogni vittima.

Per secoli siamo stati condizionati a pensare agli assassini seriali e ai predatori psicopatici come uomini, e forse è per questo che tante vittime sono cadute preda della mostruosità di alcune donne.

Vronsky non solo sfida la nostra percezione di bene e male, ma anche del ruolo e dell’identità di genere.




Il libro di cui vi parlo oggi non è un romanzo, ma un saggio che prende in esame le donne serial killer nel tempo. Se mi seguite da un po' saprete che io amo molto i thriller psicologici, in particolar modo quelli che scavano nella mente umana e nelle sue tortuose devianze.


C’è un po’ di un serial killer in tutti noi.


Vronsky inizia il libro con una serie di dati tecnici che portano a dimostrare che non solo gli uomini sono capaci di commettere atti crudeli.


L’assassino ottiene la gratificazione dal dominio attraverso lo stupro e la violenza fisica; la donna ottiene la sua gratificazione dalla morte effettiva della vittima e dall’appropriazione dei loro beni. Mentre l’uomo per esercitare il controllo ha bisogno di legare, imprigionare e aggredire fisicamente la vittima, la donna è soddisfatta di uccidere con il veleno oppure manipolando o pagando gli altri per farlo. Per lei è più gratificante il risultato piuttosto che il processo.


Inoltre mette in evidenza le differenze essenziali tra i due sessi, i diversi motivi che li spingono, il modo in cui uccidono.


Per le donne è una questione… pratica. In quel senso sono infinitamente più micidiali dei predatori maschi guidati dalle loro fantasie.


Mi è sembrato di capire che l’uomo si faccia più condizionare dagli impulsi, mentre le donne siano più fredde e metodiche. Anche l’età, in cui sono operativi, è diversa.


Quindi è probabile che le donne inizino a uccidere a un’età più avanzata e continuino oltre la mezza età, con alcune di loro che uccidono quando sono sessantenni o anche settantenni. I serial killer raramente uccidono una volta che hanno superato i quarant’anni, il che è collegato all’apparente riduzione degli effetti della psicopatia nella mezza età. Sembra che mentre la mezza età renda gli assassini più docili, la menopausa galvanizzi le donne quando compiono atti omicidiari.


Vronsky descrive, poi, in maniera minuziosa le vite di molte serial killer donna, cercando di individuare i punti in comune e ciò che le spinge a determinati comportamenti.

Tante donne diverse che mi hanno impressionato per la freddezza e la crudeltà con cui compivano i loro efferati gesti.

Alcune, tra cui Elizabeth Bathory, Aileen Wuornos Messalina, Mary Ann Cotton, le conoscevo già mentre altre mi erano totalmente sconosciute. Tra tutte quelle di cui si parla in questo volume, quella che mi ha fatto maggior impressione è l’infermiera che uccideva bambini, Genene Jones. Non riuscivo proprio a leggere la sua storia, senza rabbrividire ogni volta. Era orribile e disumano il modo in cui trattava quelle povere creature innocenti.

Un gradino sotto l’angelo della morte c’è sicuramente la coppia composta da Karla Homolka e il fidanzato, poi marito Paul Bernardo. Apparentemente la coppia perfetta, con volti d'angelo, tanto che erano chiamati Barbie e Ken. Dietro la loro apparenza così placida e tranquilla, erano due spietati e freddi assassini. Anche qui, leggere le trasposizioni dei video amatoriali che registravano per ogni aggressione, era qualcosa di scioccante.

Lo stile di Vronsky è molto crudo, freddo e giornalistico. non risparmia particolari macabri e terribili. Inutile dire che l'ho trovato perfetto per il libro.


Quanti di noi hanno un serial killer dentro pronto a essere scatenato nella giusta situazione? Il processo per diventare un serial killer è molto più semplice e più facile di quanto sospettiamo?


Nel complesso il libro mi è piaciuto moltissimo, si è rivelato un interessante lettura, anche se, in tante parti, difficile da digerire. Mi ha fatto veramente entrare nelle menti malate di queste persone e, in alcuni casi, ho provato pena per loro.

Avevo già letto un saggio simile, ma qui viene sviluppato il tutto in maniera molto più approfondita. Non nego che mi piacerebbe leggere anche l’altro saggio di questo autore, sperando che qualcuno ce lo porti in italiano, che parla dei serial killer uomini.






15 commenti:

  1. Sicuramente una lettura non leggera, non amo particolarmente i saggi ma vista la tua passione per il genere hai fatto bene a leggerlo

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    1. Ogni tante me ne concedo uno, su questo argomento naturalmente :D

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  2. Sicuramente una lettura non leggera, non amo particolarmente i saggi ma vista la tua passione per il genere hai fatto bene a leggerlo

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  3. Anche io come Susy nel n sono appassionata di saggi però questo tratta una tematica interessante e se aggiungi il fatto che tu lo hai apprezzato viene voglia di leggerlo

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  4. E' bello uscire fuori dai canoni del romanzo e leggere seppur rimanendo nel genere qualcosa di diverso. Purtroppo tutto ciò che gira intorno ai thriller psicologico non fa per me

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    1. Concordo e sai benissimo che a me piace sperimentare ogni tipo di lettura

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  5. Sicuramente un saggio interessante anche se non è il mio genere.

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  6. Te lo ho già detto che tu mi fai paura, vero?

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  7. Sei stata coraggiosa io non so se sarei riuscita a leggerlo. Un libro particolare, sicuramente interessante.

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    1. Molto interessante anche se ammetto di aver trovato delle parti molto forti anche per me.

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  8. bravissima Dolci, bella recensione so che l'argomento ti piace e si vede!

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    1. Grazie :D Amo entrare nelle menti malate... mi faccio paura da sola

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