giovedì 9 febbraio 2017

Recensione #37 Madame Claudel è in un mare di guai by Aurélie Valognes


Autrice: Aurélie Valognes
Titolo: Madame Claudel è in un mare di guai
Editore: Newton&Compton
Data di pubblicazione: 9 febbraio 2017
Pagine:
Trama
Ferdinand Brun vive a Parigi, al numero 8 di Rue Bonaparte, ha ottantatré anni e non gli piacciono le persone. Sfortunato dalla nascita – ha perso la mamma e la nonna quando era ancora piccolo –, è cresciuto nel risentimento, diventando introverso e taciturno. Purtroppo con il passare degli anni è addirittura peggiorato e così la moglie lo ha mollato di punto in bianco scappando con il postino, mentre la figlia e il nipotino sono andati a vivere dall’altra parte dell’oceano. Rimasto solo con la cagnolina Daisy, unico essere vivente degno del suo affetto, Monsieur Brun ha deciso di disertare il genere umano e di ridurre al minimo i suoi contatti con gli altri, compresi quelli con la portinaia, la detestata Madame Suarez. Un infausto giorno, la cagnolina Daisy muore e la settimana dopo Monsieur Brun rimane vittima di un incidente. Tutto è contro di lui, e quando la figlia lo mette di fronte all’ipotesi dell’ospizio, non gli resta che accettare l’aiuto di Madame Claudel, un’arzilla signora di novantatré anni, che abita al suo piano. Ma sarà l’arrivo della piccola Juliette, figlia dei nuovi condomini, l’unico evento in grado di scalfire il muro di diffidenza e scontrosità che il vecchio ha costruito intorno a sé.

Ringrazio la Newton per l'omaggio di questo libro che mi ha dato la possibilità di leggerlo in anticipo.
Il nuovo fenomeno editoriale francese... quando un libro riporta parole simili in copertina parto prevenuta perché so che mi deluderà nel novanta per cento dei casi. Questo libro è un NI, ma vediamo perché.




Ferdinand Brun, l'ottantatreenne protagonista della storia è un uomo burbero e scorbutico che non ama nessuno tranne la sua adorata cagnoletta Daisy.
Quando sua figlia vuole farlo rinchiudere in un ospizio cerca di darsi da fare per poter rimanere nel suo appartamento. Questo lo porterà a entrare in contatto con i vicini e...
L'idea di base del romanzo era davvero interessante: un nonnetto burbero che si converte e cambia carattere, passando per avventure esilaranti. Proprio per questo durante la lettura mi aspettavo di più. Ho trovato, purtroppo, lo stile di scrittura piatto. Invece con un o' più di verve i personaggi e le situazioni sarebbero risultati più divertenti.
Ero fortemente tentata di abbandonare il libro. Però l'entrata in scena di Beatrice e Juliette ha risollevato un po' la trama. Non tantissimo, ma quel poco che mi ha permesso di finire la storia.

Dal giorno dell'incidente, le sue vicine non hanno fatto altro che intromettersi a piacimento, e a sua insaputa, nella sua vita. Prima Juliette, e adesso Madame Claudel. Bisogna arrendersi all'evidenza: non fa più paura a nessuno, e men che mai a queste due paia di cromosomi X. Basti vedere come riescono a destabilizzarlo e turbarlo con poche frasi...

Il mio personaggio preferito è stato sicuramente Beatrice, la novantenne vicina del nostro protagonista. Non nego che mi piacerebbe diventare così alla sua età... fa più cose quella vecchietta tutto sprint a novant'anni che io a quaranta...
Anche Juliette, la ragazzina che abita al piano superiore, è un soggetto interessante. Di lei avrei voluto più peso nella storia perché con la tipica allegria dei ragazzini avrebbe potuto dare vita a situazioni più spassose.
E ora veniamo a lui, Ferdinand Brun: l'ho trovato noioso e insopportabile (come d'altronde la signora Suarez, portinaia del condominio in cui vive).

Fa di tutto per essere sgradevole. Alla gentilezza di facciata, il vegliardo oppone l'insolenza. Bofonchia o risponde seccamente con le frasi più scortesi e maleducate possibili, dando libero sfogo al proprio istinto animale. O, peggio, fa il sordo, ignorando dall'alto della sua statura imponente quelle cosette sgraziate che gli rivolgono la parola.

Però, continuando con la storia, il vegliardo mi ha ispirato molta tenerezza e ho iniziato ad apprezzarlo un pochino di più.
In sostanza non ho un parere totalmente negativo sul romanzo. Mi è piaciuto abbastanza, un racconto carino e leggero, veloce da leggere e di puro intrattenimento d'evasione, ma non tanto da definirlo il caso editoriale dell'anno. 


Forse è lo stile francese che non mi ha convinto? Sono sicura che sviluppata meglio trama e personaggi avrebbe potuto, per me, meritare qualche stella in più.





5 commenti:

  1. lo devo leggere pure io e ora ho timore. Di solito non vado matta per i libri francesi, ti dirò

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    1. È corto e si legge velocemente. Dai coraggio. 💪

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  2. Ciao! Anche io parto prevenuta quando leggo sulle copertine dei libri: "il libro dell'anno" o "un grande thriller", perché nella maggior parte dei casi le storie si rivelano molto deludenti. In questo caso però mi dispiace perché non vedevo l'ora di leggere questo libro. Trama e copertina mi avevano subito colpito. Vuol dire che lo leggerò senza alte aspettative :)

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    1. Una storia veloce. Però poi affezioni al nonnetto 🙄

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  3. ecco la tua è la terza recensione di fila che da ni come parere su questo libro. è proprio un peccato perché la trama sembra molto interessante. vorrà dire che lo terrò per il futuro.

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