Editore:
Newton&Compton
Data di pubblicazione: 9 febbraio 2017
Pagine:
Data di pubblicazione: 9 febbraio 2017
Pagine:
Trama
Ferdinand
Brun vive a Parigi, al numero 8 di Rue Bonaparte, ha ottantatré anni
e non gli piacciono le persone. Sfortunato dalla nascita – ha perso
la mamma e la nonna quando era ancora piccolo –, è cresciuto nel
risentimento, diventando introverso e taciturno. Purtroppo con il
passare degli anni è addirittura peggiorato e così la moglie lo ha
mollato di punto in bianco scappando con il postino, mentre la figlia
e il nipotino sono andati a vivere dall’altra parte dell’oceano.
Rimasto solo con la cagnolina Daisy, unico essere vivente degno del
suo affetto, Monsieur Brun ha deciso di disertare il genere umano e
di ridurre al minimo i suoi contatti con gli altri, compresi quelli
con la portinaia, la detestata Madame Suarez. Un infausto giorno, la
cagnolina Daisy muore e la settimana dopo Monsieur Brun rimane
vittima di un incidente. Tutto è contro di lui, e quando la figlia
lo mette di fronte all’ipotesi dell’ospizio, non gli resta che
accettare l’aiuto di Madame Claudel, un’arzilla signora di
novantatré anni, che abita al suo piano. Ma sarà l’arrivo della
piccola Juliette, figlia dei nuovi condomini, l’unico evento in
grado di scalfire il muro di diffidenza e scontrosità che il vecchio
ha costruito intorno a sé.
Ringrazio la Newton per l'omaggio di questo libro che mi ha dato la possibilità di leggerlo in anticipo.
Il
nuovo fenomeno editoriale francese... quando
un libro riporta parole simili in copertina parto prevenuta perché
so che mi deluderà nel novanta per cento dei casi. Questo libro è
un NI, ma vediamo perché.
Ferdinand
Brun, l'ottantatreenne protagonista della storia è un uomo burbero e
scorbutico che non ama nessuno tranne la sua adorata cagnoletta
Daisy.
Quando sua figlia vuole farlo rinchiudere in un ospizio cerca di darsi da fare per poter rimanere nel suo appartamento. Questo lo porterà a entrare in contatto con i vicini e...
Quando sua figlia vuole farlo rinchiudere in un ospizio cerca di darsi da fare per poter rimanere nel suo appartamento. Questo lo porterà a entrare in contatto con i vicini e...
L'idea
di base del romanzo era davvero interessante: un nonnetto burbero che
si converte e cambia carattere, passando per avventure
esilaranti. Proprio per questo durante la lettura mi aspettavo di
più. Ho trovato, purtroppo, lo stile di scrittura piatto. Invece con
un o' più di verve i personaggi e le situazioni sarebbero risultati
più divertenti.
Ero
fortemente tentata di abbandonare il libro. Però l'entrata in scena
di Beatrice e Juliette ha risollevato un po' la trama. Non
tantissimo, ma quel poco che mi ha permesso di finire la storia.
Dal
giorno dell'incidente, le sue vicine non hanno fatto altro che
intromettersi a piacimento, e a sua insaputa, nella sua vita. Prima
Juliette, e adesso Madame Claudel. Bisogna arrendersi all'evidenza:
non fa più paura a nessuno, e men che mai a queste due paia di
cromosomi X. Basti vedere come riescono a destabilizzarlo e turbarlo
con poche frasi...
Il
mio personaggio preferito è stato sicuramente Beatrice, la
novantenne vicina del nostro protagonista. Non nego che mi piacerebbe
diventare così alla sua età... fa più cose quella vecchietta tutto
sprint a novant'anni che io a quaranta...
Anche
Juliette, la ragazzina che abita al piano superiore, è un soggetto
interessante. Di lei avrei voluto più peso nella storia perché con
la tipica allegria dei ragazzini avrebbe potuto dare vita a
situazioni più spassose.
E
ora veniamo a lui, Ferdinand Brun: l'ho trovato noioso e
insopportabile (come d'altronde la signora Suarez, portinaia del
condominio in cui vive).
Fa
di tutto per essere sgradevole. Alla gentilezza di facciata, il
vegliardo oppone l'insolenza. Bofonchia o risponde seccamente con le
frasi più scortesi e maleducate possibili, dando libero sfogo al
proprio istinto animale. O, peggio, fa il sordo, ignorando dall'alto
della sua statura imponente quelle cosette sgraziate che gli
rivolgono la parola.
Però,
continuando con la storia, il vegliardo mi ha ispirato molta
tenerezza e ho iniziato ad apprezzarlo un pochino di più.
In
sostanza non ho un parere totalmente negativo sul romanzo. Mi è
piaciuto abbastanza, un racconto carino e leggero, veloce da leggere
e di puro intrattenimento d'evasione, ma non tanto da definirlo il
caso editoriale dell'anno.
Forse è lo stile francese che non mi ha
convinto? Sono sicura che sviluppata meglio trama e personaggi
avrebbe potuto, per me, meritare qualche stella in più.
lo devo leggere pure io e ora ho timore. Di solito non vado matta per i libri francesi, ti dirò
RispondiEliminaÈ corto e si legge velocemente. Dai coraggio. 💪
EliminaCiao! Anche io parto prevenuta quando leggo sulle copertine dei libri: "il libro dell'anno" o "un grande thriller", perché nella maggior parte dei casi le storie si rivelano molto deludenti. In questo caso però mi dispiace perché non vedevo l'ora di leggere questo libro. Trama e copertina mi avevano subito colpito. Vuol dire che lo leggerò senza alte aspettative :)
RispondiEliminaUna storia veloce. Però poi affezioni al nonnetto 🙄
Eliminaecco la tua è la terza recensione di fila che da ni come parere su questo libro. è proprio un peccato perché la trama sembra molto interessante. vorrà dire che lo terrò per il futuro.
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