Titolo: Una
bambina cattiva
Editore: Newton
Compton Editore
Pag:: 358
Data
di pubblicazione: 27 giugno 2019
Trama
Per
Suzette Jensen la nascita di Hanna è stata una benedizione. Le sue
condizioni di salute sembravano escludere la possibilità di una
gravidanza, ma alla fine lei e suo marito Alex hanno ottenuto la
famiglia che avevano sempre desiderato. Hanna, però, a sette anni
non ha ancora pronunciato neppure una parola. È riuscita a farsi
espellere da tutte le scuole in cui l’hanno mandata, costringendo
Suzette a seguirla a casa. Hanna è una bambina difficile.
Capricciosa, aggressiva, diventa ogni giorno più ostile. L’unico
momento in cui sembra calmarsi è quando suo padre è presente. Agli
occhi di Alex, Hanna è il ritratto della brava bambina, un
angioletto innocente che ha bisogno di affetto per sbloccarsi. Eppure
Suzette sa che c’è molto di più. Sente che sua figlia non la ama,
e sospetta che covi un odio viscerale nei suoi confronti. Un odio che
peggiora fino a diventare una vera e propria minaccia…
Uno
tra i miei generi preferiti è sicuramente il thriller psicologico.
Intrufolarsi nella mente dei killer, degli psicopatici in genere mi
attira molto. Quando poi coinvolge i bambini mi incuriosisce ancora
di più. Non sono normale, lo so.
Non
posso dire che sia stata una lettura facile perché spesso non sapevo
verso chi “puntare il dito”.il libro è visto attraverso gli
occhi di Suzette madre di Hanna, bambina davvero mooolto strana e
inquietante.
Non
potevo credere che una bimba di sette anni potesse avere simili
pensieri e provare un odio così profondo per sua madre. Leggere i
suoi capitoli è stato terrificante. Alcuni suoi sentimenti malati
sono percepiti da Hanna come naturali. C'è un tale odio nei
confronti della genitrice che non capivo da dove potesse derivare.
Suzette
cerca di essere una madre attenta e affettuosa nonostante i suoi seri
problemi di salute. Ama Hanna con tutto il cuore. Sempre. In ogni
momento e situazione.
La
bambina, però, continua ad adorare solo suo padre. Un genitore
assente per la maggior parte della giornata. Sarà che io non ho per
nulla apprezzato Alex, il padre. Oltre a stare tutto il giorno al
lavoro non riesce a vedere la minima anomalia nei comportamenti di
Hanna. Neanche quando si trova davanti al fatto compiuto. Nega, nega,
nega che la sua dolce bambina possa commettere determinati atti. Il
tipico modo di pensare di un uomo che considera le reazioni
(giustificate per altro) della moglie come stupide lagne isteriche.
La
malattia mentale di Hanna è descritta davvero in maniera molto
realistica.
Il
libro è scritto molto bene e i capitoli con i POV di Suzette e Hanna
hanno reso benissimo le loro sensazioni. Quelli della piccola sono
perfetti e il linguaggio usato è conoscono all'età e alle fantasie
di una settenne.
Una
lettura tremenda, raccapricciante ma molto interessante.
E
il finale...
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