martedì 15 agosto 2017

Recensione #109 In piedi sull'arcobaleno by Fannie Flagg



Autrice: Fannie Flagg
Titolo: In piedi sull'arcobaleno
Serie: Elmwood Springs #2
Editore: Rizzoli Bur
Data di pubblicazione: 11 febbraio 2004
Pagine: 374


Trama
Elmwood Springs è la placida cittadina di provincia già teatro di "Pane cose e cappuccino". Questa volta la storia inizia nel 1946, ed è narrata da Dorothy, così come sono soliti chiamarla gli ascoltatori della sua trasmissione radiofonica quotidiana. Proprio attraverso la sua voce impariamo presto ad affezionarci ai tanti altri protagonisti: Bobby, il suo amato figlio di dieci anni, destinato a vivere migliaia di vite, la maggior parte immaginarie; il carismatico Hamm Sparks, che inizia vendendo trattori e finisce a vendere se stesso come politico, amato da due donne diverse come il giorno e la notte; Beatrice Woods, la ragazza cieca dalla voce angelica; e la favolosa Minnie Oatman, voce solista del locale coro gospel.






Non pretendo di essere un critico professionista, ma mi piacciono i libri che hanno un inizio, una parte centrale e una fine, e preferibilmente anche un intreccio e qualche frase da ridere qua e là. Detesto i libri che non arrivano da nessuna parte.


Per me leggere un libro di Fannie Flag ha il caldo sapore e il ricordo delle estati passate. Ogni volta mi ritrovo a vivere le avventure dei suoi personaggi con un dolce e malinconico sorriso.

Che cos’è una vita? La vita più nobile è quella vissuta da chi, finché si trova in questo mondo, riesce a portare amore e gioia a tutti quelli che incontra.

Mi piacciono le sue storie semplici e i suoi protagonisti umani che riesce a caratterizzare benissimo con poche parole. I personaggi sono il perno principale di tutto il romanzo. Le loro vite si intrecciano e si sovrappongono creando una storia indimenticabile. Infatti, anche se ci sono dei soggetti solo di passaggio nella vita dei protagonisti non hanno potuto fare a meno di colpirmi:
uno sconosciuto che si ferma a pranzo convinto di trovarsi in un ristorante...

Quando vide tutta quella gente che entrava e usciva e il nome scritto dentro la finestra, pensò di trovarsi davanti al ristorante WDOT e decise di andarci a mangiare un boccone più tardi, prima di proseguire per Poplar Bluff.

una timida ragazza conosciuta per caso...

Per quanto felice di non dover più temere che i suoi figli si ammazzassero a vicenda, ogni tanto Dorothy si angustiava ancora per Betty Raye. Non aveva ricevuto nessuna lettera da lei. Chissà se stava bene. Arrivò persino a telefonare al ministro della Chiesa di Cristo di Ash Hill, ma nemmeno lui aveva idea di dove fossero gli Oatman.


La storia si dipana lungo vari decenni e mentre osservavo come i personaggi, alcuni in bene altri meno, crescano assistendo allo svolgersi della loro vita anche il mondo che circonda la cittadina di Elmwood Spring è testimone dei tristi anni della guerra, delle idee che cambiano e dell'evolversi della tecnologia.
Elmwood Springs è una città immaginaria del Missouri in cui non mi dispiacerebbe vivere.

Aveva passato a Elmwood Springs solo una settimana, ma era stata la più bella della sua vita.

Tra le sue vie si respira amore e i cittadini non si tirano mai indietro quando c'è bisogno di aiutarsi tra di loro.

Prima di sposarsi Tot aveva fatto la scuola di parrucchiera e credeva di saper fare bene il mestiere. Purtroppo si sbagliava: Nonna Smith e molte altre signore canute erano uscite da casa sua con i capelli porpora, ma nessuna si era lamentata ed erano tornate anche la volta dopo. Era un piccolo prezzo da pagare per aiutare un’amica.

Mi ha fatto venire voglia di visitare questo posto da favola e magari sedermi al tavolino di un bar a chiacchierare amorevolmente con tutti loro.

Quella volta. Quel luogo. Quella sensazione. Che cosa non avrebbe dato per tornare indietro anche solo per un’ora! Ma era impossibile, come catturare il fumo con le mani. Come si può sapere, mentre li si vive, che in futuro li si ricorderà nostalgicamente come i "bei vecchi tempi"?

Ho apprezzato di più la prima parte, quella ambientata totalmente nella cittadina. La seconda parte, per quanto interessante, non aveva il fascino dell'altra.
Adoro lo stile della Flagg: è divertente e leggero, eppure racconta anche avvenimenti tristi.



L'ho trovato uno di quei romanzi che mi coccola il cuore, mi fa sentire bene e mi da speranza nel futuro. Sicuramente li recupererò tutti e magari uno al mese... 



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