Buona
fine settimana, siamo arrivati all'ultimo post dedicato al "In
mille parole". Ogni mese vari autori ci hanno intrattenuto con
racconti di tutti i generi.
Il
concorso letterario è rivolto a tutti quelli che abbiano voglia di
mettersi alla prova scrivendo un racconto in Mille Parole.
L'iniziativa
è partita da Alex Astrid del blog "Vuoi conoscere un casino"
che ha organizzato il tutto. Simo, Alex e la new entry Alessandro
Ricci sono i giudici supremi a cui si aggiunge ogni bimestre una
blogger diversa.
Il
regolamento completo lo trovate QUI
Se
volete leggere tutti i racconti unitevi a noi nel gruppo Facebook.
Il
tema di questo mese è stato
"Che
due biiip! Mi avete rotto le palle!"
I
primi tre classificati sono:
Aedeone
Stefano
Pagni
Dario
DG
Ecco
il racconto vincitore che è anche il mio preferito
Libero
il mondo in un biiip di Aedeone
Biiip!
Biiip!
È
mattina e questo meraviglioso suono della sveglia mi desta da un
sonno profondo che non provavo da mesi. Apro un occhio per prendere
la mira e con un colpo ben assestato colpisco l’orologio-sveglia
che vola verso il muro alla destra del mio letto e si frantuma in
mille pezzi.
Oh,
che fantastica giornata è appena iniziata!
Non
sono per nulla nervoso, ma vorrei picchiare il mondo con una mazza da
baseball chiodata, solo per vedere l’effetto che fa. Sì, voglio
capire cosa si prova a percuotere il prossimo violentemente, solo un
esperimento scientifico che non ha nulla a che vedere con il fatto
che sono stato lasciato da mia moglie dopo anni di placida vita
coniugale. Anche questo non lo capisco: mi ha abbandonato solo perché
ho smesso di insultarla per il modo in cui faceva i lavori di casa
mostrandole come si usa la scopa dalla parte del manico.
Adesso
sono solo e posso godermi la vita a partire da questo splendido e
solare lunedì mattina.
Fuori
piove a dirotto, tuoni e fulmini minacciano tempesta, ma qui dentro
c’è la tranquillità che serve per rilassarmi e affrontare
amichevolmente il mio capo che lo scorso venerdì mi ha consegnato la
lettera di richiamo. È la terza in poco meno di due mesi, ma
sicuramente deve esserci un errore e, per questo, mi ha convocato
oggi nel suo ufficio. Io sono pronto, anzi più che pronto visto che
ho scritto anche una bella poesia in rima per lui:
Tra
tre esplosioni di gaudio, alzata di dito (medio)
Oh,
mio divin superiore
Possa
tu schiattar di crepacuore.
Ah,
ma mica subito subito
Non
prima che tu abbia subito
Eh
sì, una tortura ‘si tosta
Quanto
a me la tua risposta!
Uh,
dimenticavo un particolare,
la
Ferrari t’ho rigato, su col morale!
Iiih
iiih iiih sai che risate,
tutte
a te destinate.
Sono
fuori, in questo mondo fuori posto, ma dentro di me è tutto in
ordine. Ho di fronte chiaro e limpido quello che devo lasciar dietro
per non farmi influenzare da ciò che potrebbe mandare in bestia
chiunque. Chiunque tranne me.
Biiip!
Biiip!
Sono
fuori di casa, dentro l’auto e il suono del clacson mi ricorda che
a qualcuno la patente di guida è stata data con i punti della
tessera del supermercato. Mi taglia la strada un SUV, quindi
m’attacco ancora al clacson: Biiip! Biiip!
«brutto
biiip, faccia di biiip, guarda dove vai altrimenti di rompo il
biiip!»
Il
clacson funziona alla grande, che splendida giornata!
C’è
anche meno traffico del solito e questa mattina per arrivare in
ufficio i soliti tre chilometri riesco a farli in trenta minuti
risparmiando ben quattro minuti da quel biiiip del mio vicino di casa
che, poco saggio, decide di andare a piedi verso la stessa
destinazione.
Per
questo il mio umore migliora e sfrutto i minuti guadagnati per andare
ad acquistare un coltello da cucina proprio nel negozio di fronte
alla sede di lavoro. Oggi è il compleanno della segretaria
dell’amministratore delegato e sicuramente porterà una torta per
festeggiare, ma sbadata com’è non si ricorderà che serve anche
qualcosa per tagliare le fette e distribuirle a tutto lo staff. Entro
in ufficio e trovo il mio capo ad aspettarmi con una busta in mano e
con un ghigno famelico stampato su quella faccia di biiip che si
ritrova. Apro la busta e della lettera ivi contenuta leggo solo le
prime parole in grassetto:
“Lettera
di licenziamento per giustificato motivo oggettivo”
Finalmente
libero. La giornata vira dallo splendido al magnifico: sono
svincolato da tutti e posso finalmente liberare il mio io migliore.
Tiro fuori il coltello appena acquistato e lo affondo nel ventre del
capo. Il suo ghigno si trasforma in espressione di stupore, poi in
smorfia di dolore e crolla a terra. Terra. In quel momento la mia
mente torna a quando ero bambino e recito a memoria la fine, la fine
di una filastrocca che rimbomba da sempre nella mia testa: “Casca
il mondo casca la terra, tutti giù per terra.”
Scendo
lentamente le scale fino al piano terra, sorrido alla affascinante
signorina dietro la reception e scendo ancora. Sono nello scantinato,
nel buio fondo del palazzo del mio ufficio. “Giro giro tondo, il
mare è fondo, tonda è la terra, tutti giù per terra”
Il
mare. Di fronte a me la visione delle onde agitate che sciacquano
quel che resta dello sporco che avevo dentro. Libero da tutti. Libero
da tutto. Mi libero dei pantaloni, sfilo la cintura e la passo
intorno ai tubi del riscaldamento che vagano per il soffitto del
seminterrato come se fossero un tortuoso labirinto, contorto e senza
fine. Non è labirintica la mia mente, non è mai stata così lucida,
liscia come il collo intorno al quale sto legando la cintura. Libero.
Mi lascio andare.
***
Il
cadavere di un uomo di circa cinquant’anni è stato ritrovato nello
scantinato di un palazzo già teatro di un tentativo di omicidio
(fortunatamente non finito in tragedia) in quello stesso giorno.
Nella macabra scena una vena tragicomica si avvertiva osservando le
gambe nude della vittima, pantaloni calati alle caviglie e un
foglietto stretto tra le mani su cui erano scritte, con mano ferma e
sicura, le seguenti parole:
“Che
due biiip! Mi avete rotto le palle!”