#12 Ci provo con...
Gennaio
si avvia al termine e oggi è il turno dell'appuntamento mensile con
il Ci provo con...
Chiara,
sì sempre lei, ha avuto, tempo fa, l’idea di questa rubrica che
permette di affrontare nuovi autori. Questo mese ho letto per la
prima volta: PETER
VRONSKY.
Scrittore, regista, artista e storico investigativo. Ha
conseguito un dottorato di ricerca all’università di Toronto in
Storia della giustizia penale e spionaggio nelle relazioni
internazionali. È autore di diversi saggi di successo, incentrati
sui serial killer e sulla loro storia. Ha scritto, tra gli altri, una
serie di libri sulla storia dell'omicidio seriale: Serial Killers:
The Method and Madness of Monsters e Genesi Mostruose (Female Serial
Killers: How and Why Women Become Monsters). Il terzo libro di questa
serie, Sons of Cain: A History of Serial Killers From the Stone Age
to the Present, è stato pubblicato nell'agosto del 2018 da Penguin
Random House - Berkley Books. Vive tra Toronto e Venezia.
Autore: Peter
Vronsky
Titolo: Genesi
Mostruose
Editore: Nua
Edizioni
Data
di pubblicazione: 21 gennaio 2021
Pagine: 500
Trama
Da
Elizabeth Bathory ad Aileen Wuornos, da Irma Grese a Myra Hindley.
Come
e perché le donne diventano mostri.
Un
saggio sulle donne serial killer che vi permetterà di conoscere e
approfondire una realtà poco nota.
Peter
Vronsky esplora e indaga il fenomeno delle donne che uccidono e le
implicazioni politiche, economiche, sociali e sessuali sepolte con
ogni vittima.
Per
secoli siamo stati condizionati a pensare agli assassini seriali e ai
predatori psicopatici come uomini, e forse è per questo che tante
vittime sono cadute preda della mostruosità di alcune donne.
Vronsky
non solo sfida la nostra percezione di bene e male, ma anche del
ruolo e dell’identità di genere.
Il
libro di cui vi parlo oggi non è un romanzo, ma un saggio che prende
in esame le donne serial killer nel tempo. Se mi seguite da un po'
saprete che io amo molto i thriller psicologici, in particolar modo
quelli che scavano nella mente umana e nelle sue tortuose devianze.
C’è
un po’ di un serial killer in tutti noi.
Vronsky
inizia il libro con una serie di dati tecnici che portano a
dimostrare che non solo gli uomini sono capaci di commettere atti
crudeli.
L’assassino
ottiene la gratificazione dal dominio attraverso lo stupro e la
violenza fisica; la donna ottiene la sua gratificazione dalla morte
effettiva della vittima e dall’appropriazione dei loro beni. Mentre
l’uomo per esercitare il controllo ha bisogno di legare,
imprigionare e aggredire fisicamente la vittima, la donna è
soddisfatta di uccidere con il veleno oppure manipolando o pagando
gli altri per farlo. Per lei è più gratificante il risultato
piuttosto che il processo.
Inoltre
mette in evidenza le differenze essenziali tra i due sessi, i diversi
motivi che li spingono, il modo in cui uccidono.
Per
le donne è una questione… pratica. In quel senso sono
infinitamente più micidiali dei predatori maschi guidati dalle loro
fantasie.
Mi
è sembrato di capire che l’uomo si faccia più condizionare dagli
impulsi, mentre le donne siano più fredde e metodiche. Anche l’età,
in cui sono operativi, è diversa.
Quindi
è probabile che le donne inizino a uccidere a un’età più
avanzata e continuino oltre la mezza età, con alcune di loro che
uccidono quando sono sessantenni o anche settantenni. I serial killer
raramente uccidono una volta che hanno superato i quarant’anni, il
che è collegato all’apparente riduzione degli effetti della
psicopatia nella mezza età. Sembra che mentre la mezza età renda
gli assassini più docili, la menopausa galvanizzi le donne quando
compiono atti omicidiari.
Vronsky
descrive, poi, in maniera minuziosa le vite di molte serial killer
donna, cercando di individuare i punti in comune e ciò che le spinge
a determinati comportamenti.
Tante
donne diverse che mi hanno impressionato per la freddezza e la
crudeltà con cui compivano i loro efferati gesti.
Alcune,
tra cui Elizabeth Bathory, Aileen Wuornos Messalina, Mary Ann Cotton,
le conoscevo già mentre altre mi erano totalmente sconosciute. Tra
tutte quelle di cui si parla in questo volume, quella che mi ha fatto
maggior impressione è l’infermiera che uccideva bambini, Genene
Jones. Non riuscivo proprio a leggere la sua storia, senza
rabbrividire ogni volta. Era orribile e disumano il modo in cui
trattava quelle povere creature innocenti.
Un
gradino sotto l’angelo della morte c’è sicuramente la coppia
composta da Karla Homolka e il fidanzato, poi marito Paul Bernardo.
Apparentemente la coppia perfetta, con volti d'angelo, tanto che
erano chiamati Barbie e Ken. Dietro la loro apparenza così placida e
tranquilla, erano due spietati e freddi assassini. Anche qui, leggere
le trasposizioni dei video amatoriali che registravano per ogni
aggressione, era qualcosa di scioccante.
Lo
stile di Vronsky è molto crudo, freddo e giornalistico. non
risparmia particolari macabri e terribili. Inutile dire che l'ho
trovato perfetto per il libro.
Quanti
di noi hanno un serial killer dentro pronto a essere scatenato nella
giusta situazione? Il processo per diventare un serial killer è
molto più semplice e più facile di quanto sospettiamo?
Nel
complesso il libro mi è piaciuto moltissimo, si è rivelato un
interessante lettura, anche se, in tante parti, difficile da
digerire. Mi ha fatto veramente entrare nelle menti malate di queste
persone e, in alcuni casi, ho provato pena per loro.
Avevo
già letto un saggio simile, ma qui viene sviluppato il tutto in
maniera molto più approfondita. Non nego che mi piacerebbe leggere
anche l’altro saggio di questo autore, sperando che qualcuno ce lo
porti in italiano, che parla dei serial killer uomini.