mercoledì 30 marzo 2022

Recensione #783 Il Principe e l'Angelo by Emily Pigozzi

 

Buongiorno come ultima recensione del mese vi lascio il mio parere su un contemporary romance di un’autrice italiana che non ho ancora letto.

Ringrazio Emily Pigozzi per la copia digitale del romanzo.


Autrice: Emily Pigozzi

Titolo: Il Principe e l'Angelo

Editore: Self Publication

Pag: 365

Data di pubblicazione: 1 marzo 2022

Trama

La mia nuova droga sei tu.
La più dolce, la più letale.

Mi chiamo Pietro De Castelli e sono il principe della finanza italiana.
Le donne mi trovano sexy e a me piace godere di un corpo caldo, sballarmi alle feste e correre con la mia auto sportiva. Bello e dannato, dicono.
La mia vita dissoluta mi ha portato a fondo e c’è solo qualcosa che mi mantiene a galla.
Non so cosa sia. Forse un angelo.

Sono Serena Vanini, ma mi chiamano l’angelo.
Fin da piccola curavo lucertole e gatti e dopo la laurea in scienze infermieristiche ho trovato lavoro nel reparto di terapia intensiva di un grande ospedale.
Ho i piedi ben piantati a terra, nelle mie comode scarpe da ginnastica. Vivo da sempre in un quartiere popolare, non ho un ragazzo dai tempi del liceo e trascorro il tempo libero a preparare dolci e guardare le mie serie TV preferite, rigorosamente medical.

Dopo un terribile incidente d’auto un ragazzo di nome Pietro viene ricoverato in coma nel mio reparto.
Lui è bellissimo, ma c’è di più.
È così che inizio a raccontargli di me.
Non so perché lo faccio, ma parlo a tutti i miei pazienti con la speranza che si risveglino.
Quando Pietro apre gli occhi io sono la prima cosa che vede. E questo cambierà tutto.

Lei non vuole essere Cenerentola.
Lui non è il principe azzurro.
Ma la passione e le regole dell’attrazione rimescolano le carte del gioco.
Chi dei due sarà disposto a rischiare il proprio cuore, nonostante le differenze?







In previsione di un romanzo che sapevo sarebbe stato taaanto impegnativo, ho deciso di buttarmi su un romance, genere per me rilassante e scacciapensieri. L'onore (onere) è capitato a Il Principe e l’Angelo che, l'autrice mi ha proposto molto carinamente.

Pietro De Castelli è un ragazzo della Milano Bene che adora partecipare a feste e festini dove alcol e droga scorrono a fiumi. Dopo una di queste serate movimentate ha un incidente e viene ricoverato nell’ospedale dove lavora Serena Vanini. La ragazza è un'infermiera innamorata del suo lavoro a cui si dedica con vera passione. Nell'intento di aiutare Pietro passa il suo tempo libero a parlare con lui in attesa che si risvegli dal coma.

Partendo dai personaggi devo dire che mi sono piaciuti entrambi e li ho trovati davvero sviluppati molto bene. Pietro è un ragazzo abituato ad avere tutto senza la minima fatica. Donne, soldi, e qualsiasi cosa lui desideri è a sua disposizione per questo non ho mai pensato di impegnarsi nel lavoro. Dopo il suo risveglio inizia a vedere le cose in maniera differente e anche a percepire la vita in modo diverso. Decide così di dedicarsi con maggior attenzione al lavoro e, al contempo, di conquistare questa ragazza che l’ha risvegliato in tutti i sensi. Mi è piaciuto molto come evolve questo personaggio, non è una cosa che succede dall’oggi al domani e Pietro continua a commettere comunque degli errori, delle leggerezze. A volte non riesce a comprendere il mondo da cui proviene Serena e soprattutto le sue paure, le sue insicurezze.

Dall’altra parte c’è Serena questa giovane infermiera dedita completamente al suo lavoro e, soprattutto, al benessere dei suoi pazienti. Pure per lei c'è un bellissimo percorso di crescita perché riesce, anche se non facilmente, a superare le sue paure, le sue insicurezze e, in particolar modo, vince la sua sensazione di non essere adatta a vivere nell'ambiente di Pietro.

Ho apprezzato tantissimo come la relazione tra i due ragazzi viene gestita dall’autrice, perché entrambi commettono errori, entrambi si fidano e non si fidano, entrambi hanno paura di non riuscire a stare bene insieme. Quindi tra errori e sofferenze i due poveri protagonisti affrontano parecchie situazioni spinose.

Tra i personaggi secondari quella che mi ha incuriosito di più è la sorella di Pietro, Lucrezia. Sarebbe interessante avere una storia con lei protagonista.

Lo stile dell’autrice, fluido e scorrevole è stato perfetto per questi giorni strani che sto vivendo.

Sono proprio contenta di aver conosciuto una nuova autrice da aggiungere alla lista di quelle di cui vorrò leggere ancora altre storie.






martedì 29 marzo 2022

Recensione #782 Loro by Roberto Cotroneo

 


Per la rubrica Tu leggi? Io scelgo? ho pescato dal blog di Francesca un romanzo che spesso mi saltava all’occhio, sia in libreria che nei vari social.

La recensione di Francesca la trovate QUI


Autore: Roberto Cotroneo

Titolo: Loro

Editore: Neri Pozza

Pag: 192

Data di pubblicazione: 3 giugno 2021

Trama

Può il memoriale di una giovane donna sconvolgere a tal punto, da turbare persino coloro che si avventurano abitualmente nei recessi più oscuri della mente? È quanto accade in queste pagine, nelle quali Margherita B. narra dei fatti accaduti nel 2018, quando prende servizio, stando alle sue parole, come istitutrice presso una famiglia aristocratica, gli Ordelaffi, in una magnifica villa progettata da un celebre architetto alle porte di Roma: la casa di vetro. Il compito che le viene affidato è prendersi cura delle gemelline Lucrezia e Lavinia. Nella casa di vetro, tutto sembra meraviglioso quell'estate. Ogni cosa è scelta con gusto, con garbo, con dedizione. Le gemelle, identiche, sono una meraviglia di educazione e di talento. Lucrezia ama il pianoforte, Lavinia l'equitazione. Ma pochi giorni dopo l'arrivo di Margherita cominciano a rivelarsi presenze terrificanti. Sono loro, dicono le bambine, gli antichi ospiti della casa, tornati per riportare in luce l'orrore. Romanzo fitto, intenso, "Loro" rivisita le ossessioni che da anni segnano la narrativa di Roberto Cotroneo: il tema della verità e dell'ambiguità, del bene e del male, della violenza, del sacro e della felicità, quando brucia fino a farsi cenere. Le sue pagine, oscure e strazianti, si muovono per territori sinistri, e indagano soprattutto quella terra di nessuno che è la nostra mente. Un romanzo che, nel suo finale del tutto imprevedibile, è un omaggio alla grande letteratura e, nello stesso tempo, un racconto nitido che si muove dentro uno scenario torbido e sa guardare oltre l'ignoto. Alla fine, a prevalere saranno il fallimento di ogni ragione e il trionfo di un mondo che non è di questo mondo. Perché, come ha scritto Nietzsche: «quando scruterai in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te».




Le copertine sono il mio debole e questa mi attirava da tempo. In più mi intrigano le storie con delle gemelle per cui le mie aspettative erano alle stelle. Purtroppo il romanzo in sé non mi ha soddisfatta del tutto.

Margherita viene assunta, dai coniugi Alessandra e Umberto, per accudire Lucrezia e Lavinia, le loro figlie gemelle. Le cose che succedono in questa casa sono da subito molto strane.

La storia è carina, scorre bene, ma mi aspettavo di provare un po' di paura, qualche brivido freddo, un briciolo di inquietudine. Invece sono rimasta delusa nel constatare che il libro non mi stava trasmettendo nessuna di queste sensazioni. Io sono solita leggere dal Kindle la sera prima di addormentarmi e temevo seriamente di avere problemi durante la notte. Niente di più sbagliato! Il solo accenno a presenze o fantasmi non mi spaventa. Il contesto deve essere molto più evocativo. Almeno per me che sono avvezza a letture horror e creepy. Inoltre i fantasmi sono le creature che, di solito, mi spaventano a prescindere.

L’idea di base è buona, però mi sembrava di osservare gli avvenimenti attraverso una delle immense vetrate della casa.

Il tutto si è svolto troppo velocemente e i pochi dettagli inseriti hanno creato solo confusione. Una confusione non positiva però perché non mi hanno portato ad empatizzare con nessuno dei personaggi La protagonista in primo luogo.

Non ho neanche percepito le atmosfere gotiche che tutti elogiano di questo romanzo. Sarà che alle spalle ho miriadi di letture veramente inquietanti, ma, sinceramente, Loro non ha fatto breccia nel mio cuore.

Salvo, tuttavia, lo stile di Cotroneo che ha saputo, comunque farmi terminare il libro nonostante le mie varie perplessità.

È bello anche il finale. Quello non me lo aspettavo davvero ed è stato veramente una sorpresa. 









lunedì 28 marzo 2022

Recensione #781 Issue by Bianca Ferrari

 


Buongiorno, iniziamo la settimana con la rubrica Ci provo con... in cui io e le altre blogger coinvolte proviamo per la prima volta una nuova autrice o un nuovo autore. Io ho deciso di leggere Bianca Ferrari con il terzo volume della serie Red OaK Manor Collection.

 Bianca Ferrari autrice torinese del 1980. Dopo anni passati in tournée, si stabilisce in Lombardia e abbandona il palcoscenico per dedicarsi alla famiglia.

Ama dire che scrive per soddisfare due passioni; quella per la recitazione, perché raccontare storie le permette di mettere in scena numerosi ruoli, e quella per la lettura, perché scopre ciò che succede nei suoi romanzi mentre li scrive.


Autrice: Bianca Ferrari

Titolo: Issue

Serie: Red Oak Manor Collection #3

Editore: Self Publishing

Pag: 438

Data di pubblicazione: 19 febbraio 2022

Trama

Noi non è un’opzione.
Noi non esiste.
Noi siamo un problema.


Israel Silver ha lasciato Red Oak Manor appena finito il liceo ed è tornato a casa sempre più raramente, troppo impegnato a inseguire il sogno di condividere la sua musica con il mondo. La grande occasione per lui arriva nove anni dopo il suo trasferimento: un’etichetta discografica gli offre un contratto per il suo prossimo disco e lo riporta a pochi chilometri dal luogo in cui è cresciuto.
Virginie invece non è mai uscita da Red Oak Town. Ha una passione per il disegno, un solo amico, diciott’anni, molti dubbi e un’unica certezza: il suo cuore appartiene da sempre a Israel Silver. Glielo ha lasciato ancora prima di rendersene conto e non lo ha mai rivoluto indietro. Non lo rivuole nemmeno ora che lui è tornato.
Neppure adesso che Israel cerca di tenerla a distanza.
Perché per lui Virginie è proibita.
Perché porta il suo stesso cognome e non dovrebbe guardarla. Non dovrebbe desiderarla.
Ma Israel la guarda. La vede. E la desidera più di ogni altra cosa.
Eppure, il conto da pagare per quella attrazione è davvero troppo salato. E cosa puoi fare quando tutto ciò che vuoi è a un solo passo, ma quel passo è proprio sull’orlo di un precipizio?






Issue è un Forbidden Romance con la componente Age Gap.

Iniziamo a dire che non leggo moltissimi romanzi di questa tipologia non perché abbia problemi con la differenza di età tra i due protagonisti, ma l'amore proibito mi crea sempre qualche perplessità.

È il turno di Israel, uno degli orfani del maniero, migliore amico di June che è diventato un famoso rapper. La co-protagonista è Virginie, sua nipote, figlia di suo fratello Levi. Tra i due c’è sempre stata una forte attrazione, però quello che mi ha disturbato di questa storia è il rapporto familiare che esiste tra i due protagonisti. Lui è suo zio, lei è sua nipote. Cercherò di spiegarmi bene. Israel sa che lei non è sua nipote carnale ma Virginie non ne è al corrente. Proprio per questo non ho compreso come la ragazza manifesti questo tipo di sentimenti per suo zio. Personalmente ho svariati zii a cui voglio un bene dell'anima, ma il rapporto che ci lega è di amicizia, di affetto restando sempre sul platonico. Sarà una mia mancanza personale, ma proprio non ho compreso da dove derivi il suo amore.

Dall’altra parte c’è Israel che si sente attratto da Virginie e qui non ho avuto problemi a empatizzare con lui.

Nonostante ciò entrambi sono caratterizzati molto bene. Virginie, al di là dei miei dubbi, ha tutte le caratteristiche dei diciottenni: troppo arrabbiata, arrogante, insicura, vuole tutto e subito. Israel è tormentato dalla situazione, preda dei mille dubbi su questo suo sentimento. Forse se non ci fosse stata la componente Forbidden li avrei percepiti in modo differente.

Lo stile della Ferrari è scorrevole, accattivante e non ho avuto difficoltà a proseguire con la storia. Inoltre c'è anche un mistero che dovevo assolutamente riuscire a sbrogliare.

Diciamo che come primo approccio non è stato un completamente felice. Tuttavia ho intenzione di procurarmi altri romanzi dell'autrice, evitando gli amori proibiti, per farmi un'idea completa su di lei. 


I romanzi della Red Oak Manor Collection:
Wings di Valentina Ferraro
-
Stuck di Marilena Barbagallo
- Issue di Bianca Ferrari
- Misty di Mary Lin
- Wrong
- Cruel
- Candy
- Caged
- Jaded
- Shine









giovedì 24 marzo 2022

Recensione #780 Ho solo bisogno di amarti by Azzurra Sichera

 

Buongiorno, oggi vi parlo di un romanzo breve pubblicato qualche giorno fa da Harper Collins Italia di Azzurra Sichera.

Ringrazio lei e la Casa Editrice per la copia digitale.


Autrice: Azzurra Sichera

Titolo: Ho solo bisogno di amarti

Editore: Harper Collins Italia

Pag: 157

Data di pubblicazione: 1 marzo 2022

Trama

Eleonora è una ballerina, lasciata dall’ormai ex fidanzato che le ha svuotato il conto in banca. Con il suo stipendio da insegnante di danza in una scuola privata, riesce a malapena a pagare le bollette. Tommaso è stato mollato dalla moglie, alla quale non perdona di aver lasciato anche la loro figlia, una piccola birbante, ironica e generosa, allieva di Eleonora. Gli occhi blu di Tommaso, così espressivi, avevano già fatto colpo su Eleonora, e lui di certo non era rimasto indifferente alle sue curve ma anche alla sua dolcezza. La passione li coglierà impreparati, un venerdì sera, dopo essersi scambiati confidenze al bancone di un pub, giocando con scene tratte da film famosi. Sarà solo la storia di una notte? Il caso li farà incontrare nuovamente, quando Eleonora farà da maestra a Tommaso durante un ritiro aziendale: due giorni in cui emergeranno nuovi sentimenti, così forti da rimettere in discussione tutto. Ma immaginare un futuro insieme non è facile, specie quando qualcuno tornerà da molto lontano…





Azzurra è un'amica blogger che conosco da molto tempo. Di suo ho già letto la prima opera sempre per Harper Collins apprezzandola. Quando mi ha proposto la lettura di questo suo nuovo lavoro, ho accettato senza pensarci un attimo.

Ho solo bisogno di amarti è un romanzo breve e il tutto si svolge molto velocemente, ma questo non mi ha dato fastidio. Ero preparata al fatto che in poche pagine Azzurra avrebbe dovuto creare una storia plausibile tra questi due personaggi e devo dire che c’è riuscita abbastanza bene.

L’attrazione fra Eleonora e Tommaso è improvvisa eppure i due hanno il tempo di prendersi svariati momenti per conoscersi bene.

Tra i due ammetto che lei mi è piaciuta di più. È una ragazza giovane che, dopo l'azione imperdonabile dell'ex fidanzato che le ha rubato tutti i soldi, non si dà per vinta. Cerca altri lavori per potersi mantenere. Viene contattata da Jacob che le offre di tenere un corso di due giorni come una buona paga. Qui incontra Tommaso, padre di una sua allieva ballerina, che già aveva conosciuto...

Tommaso ha una bimbina da crescere da solo dopo che la moglie l’ha abbandonato. Non è un cattivo padre tuttavia ho trovato molto più matura Eleonora nonostante la giovane età. Non mi è dispiaciuto come personaggio maschile, però, al contempo, non mi ha fatto impazzire L'ho trovato sempre molto indeciso verso il sentimento che prova per la ragazza. In un’occasione particolare ha commesso un'errore che, per me, è imperdonabile. Posso capire il dolore del momento, posso capire l’agitazione che lo angustia, però no! La completa indifferenza nei confronti di Eleonora e il suo estraniarsi totalmente senza prendere la parte di nessuno non mi è piaciuta per niente.

Soprassedendo a questo, insieme mi sono piaciuti tanto perché formano una bella coppia e sono affiatati.

Francesca, la figlia di Tommaso, è molto carina, simpatica e intelligente.

La penna di Azzurra è scorrevole e non solo perché la storia è veloce, ma perché riesce a coinvolgermi senza annoiarmi. E soprattutto farmi amare un romanzo anche se ho nutrito dei dubbi sul protagonista.






martedì 22 marzo 2022

Recensione #779 Voglio fare la scrittrice by Paola Zannoner

 

Buona giornata, a me piace molto variegare generi di lettura per cui affronto spesso diversi tipi di romanzi. Questa volta ho ascoltato un libro per ragazzi di un'autrice di cui avevo sentito parlare molto bene.


Autrice: Paola Zannoner

Titolo: Voglio fare la scrittrice

Serie: Mia #1

Editore: DeAgostini

Pag: 393

Data di pubblicazione: 1 gennaio 2007

Trama

Mia ha tredici anni e un desiderio segreto: fare la scrittrice. Perciò, quando una famosa scuola di scrittura seleziona alcuni candidati, decide di partecipare. Per trovare qualche buona idea e portare alla commissione esaminatrice un testo originale, va a rileggere il suo vecchio diario di bambina. Alla selezione parteciperà anche Sean, ragazzo attraente e aspirante scrittore, e Mia vuole assolutamente fare una bella figura con lui! La narrazione scorre parallela tra le avventure di quand'era piccola e situazioni del presente, mettendo via via in evidenza gli ingredienti fondamentali che servono per costruire una bella storia.




Mia è una ragazzina con la passione per la scrittura che decide di partecipare a un concorso. Gara a cui parteciperà anche Sean, un ragazzino che le piace molto.

Diciamo che la storia in sé è molto carina, fresca e piena di avventure. Sia inventate che vissute realmente da Mia. Su alcune ho riso piacevolmente, mentre altre sono state un pochino banali. Per questo motivo penso che il romanzo sia rivolto a dei lettori davvero troppo giovani per me e non sono riuscita ad apprezzarlo del tutto.

Mi sono piaciute molto le varie tecniche di scrittura che Mia snocciola in ogni capitolo. Parecchio interessanti e poste in un linguaggio semplice ma esplicativo.

I personaggi che ruotano intorno alla ragazzina sono tanti. Dai genitori, al fratellino, ai vari compagni e amici possiedono tutti una buona caratterizzazione.

Lo stile della Zannoner è spontaneo, vivace e coinvolgente. Ammetto di non aver voglia, adesso, di leggere anche gli altri libri della serie, però voglio affrontare altri libri di questa autrice.


La serie Mia è composta da:

1 Voglio fare la scrittrice

2 Voglio fare la giornalista

3 Voglio fare l'innamorata

4 Voglio fare il cinema






lunedì 21 marzo 2022

Recensione #778 Attenti all'intrusa! by Sophie Kinsella

 



La primavera è nell’aria, almeno spero, visto il freddo e il cielo grigio di questi giorni passati. Pensando proprio a questa stagione quale parola migliore di FIORE da utilizzare per la rubrica mensile, in collaborazione con Chiara e Chicca, Questa volta leggo?


Autrice: Sophie Kinsella

Titolo: Attenti all'intrusa!

Editore: Mondadori

Pag: 300

Data di pubblicazione: 19 ottobre 2021

Trama

È passato un anno e mezzo da quando i genitori di Effie hanno divorziato e lei, che credeva fossero una coppia felice, ancora non si capacita che sia potuto succedere. Da allora ha progressivamente preso le distanze da suo padre che sta con una donna molto più giovane di lui, Krista, postando foto imbarazzanti su Instagram con hashtag del tipo: #sessoasessantanni e #vivailviagra!. Quando poi Effie scopre che i due hanno venduto la vecchia e stravagante casa di famiglia dove lei è cresciuta e, come se non bastasse, hanno organizzato un party esclusivo per l'occasione, è davvero furiosa. Sua sorella e suo fratello accettano l'invito – quei traditori! – ma lei non intende andarci, finché non le viene in mente che, nascoste sopra un camino, ci sono ancora le sue preziose bambole russe: Effie deve assolutamente trovare il modo di recuperarle senza farsi vedere durante la festa. Sembra un gioco da ragazzi, ma non lo è. Le matrioske sono introvabili e mentre lei le cerca affannosamente, nascondendosi di volta in volta in posti improbabili, si ritrova a tu per tu con Joe, l'ex fidanzato di cui è ancora innamorata, e ascolta suo malgrado conversazioni private scoprendo verità sconcertanti sulla sua famiglia… Nel corso del weekend più rocambolesco della sua vita, Effie inizia a vedere le cose sotto una nuova luce e capisce che deve fare i conti con il suo passato. "Attenti all'intrusa!" è la nuova irresistibile commedia di Sophie Kinsella, che con innato senso dell'umorismo e grande spirito di osservazione racconta le incomprensioni e i delicati meccanismi che regolano i rapporti familiari in tono divertito e toccante al tempo stesso.




La Kinsella è un autrice che non leggo spesso, ma ogni volta sono incappata in storie divertenti e rilassanti. Ed era proprio questo che mi aspettavo di trovare nel suo ultimo romanzo.

Effiè viene a sapere che suo padre, che ora sta con Krista, vuole vendere la casa di famiglia. Oltre a molti ricordi piacevoli, la ragazza ha lasciato nella dimora le sue amate bambole rosse. Approfittando della festa indetta dal padre e dalla compagna si intrufola per recuperarle...

La storia ha mantenuto le sue promesse di umorismo e spensieratezza. Assistere alle azioni di Effie che, tra un nascondiglio e l’altro, cerca di arrivare al luogo dove ricorda di aver lasciato le matriosche è stato davvero divertente. Il libro non regala solo scenette allegre e futili e ironici ma anche momenti più profondi che, dietro le risate, portano a riflettere su tante cose.

Mi sono piaciuti anche i vari personaggi, a partire dalla protagonista che è veramente una tipetta divertente e decisa; Joe, il primo amore (non del tutto dimenticato) della ragazza; Bean, sua sorella.

È presente la componente romantica, però non è il punto focale del romanzo e questo mi è piaciuto. Un tocco di romanticismo in una storia del genere ci sta sempre benissimo.

Il tutto mi ha dato un senso di calore, di pace, di famiglia. Una sensazione che mi ha accompagnato per tutto l’ascolto del libro.

Lo stile della Kinsella è sempre ironico, divertente e riesce a farmi immergere completamente nella storia.







domenica 20 marzo 2022

Concorso letterario: In mille parole - Tema: "L'ultima notte della mia vita" Terzo bimestre

 



Buona domenica terzo appuntamento con il concorso "In mille parole". Ogni mese vari autori ci delizieranno con racconti di tutti i generi.

Il concorso letterario è rivolto a tutti quelli che abbiano voglia di mettersi alla prova scrivendo un racconto in Mille Parole.

L'iniziativa è partita da Alex Astrid del blog "Vuoi conoscere un casino" che ha organizzato il tutto. Simo, Alex e la new entry Alessandro Ricci sono i giudici supremi a cui si aggiunge ogni bimestre una blogger diversa. Questo bimestre è toccato a me!

Il regolamento completo lo trovate QUI

Se volete leggere tutti i racconti unitevi a noi nel gruppo Facebook.



Il tema di questo mese è stato

Il mare oggi era così calmo che...”



I primi tre classificati sono:


  1. Alessandro Gnani

  2. Anna Maria Scampone e Alex Rigoni

  3. Giorgia Lucca






Ecco il racconto vincitore

L’infinito dentro di Alessandro Gnani


Il mare oggi era così calmo che pareva coperto d’olio. Dicevi sempre così quando tornavi dalla spiaggia. Il cavalletto a tracolla. Non avevi combinato nulla, ma sorridevi. La tela bianca sottobraccio parlava una lingua muta alle mie orecchie, mentre ascoltavo il tuo sorriso.

Qua da noi il mare è di poca acqua e troppa sabbia. Sabbia bianca. Così tanta che ci puoi camminare per infiniti metri senza bagnarti l’ombelico. Non l’ho mai fatto. Le ruote di Bianchina non sono tanto amiche della sabbia. Dicono che s’infoppano e ci muoiono dentro. Morire dentro la sabbia è peggio che morire dentro l’acqua, dicevi, dentro la sabbia muori chiuso come gli insetti, mica sei parte dell’infinito.

La storia dell’infinito non l’ho mai capita bene. Ma chi ero io per smentirti. Chi ero, da sempre costretta nel piccolo di Bianchina. Tornavi dalla spiaggia e mi spingevi sulla passarella. Le ruote di Bianchina scivolavano leggere sulle tavole di legno scuro. L’infinito ce l’avevo dietro di me ed ero felice. Tu volevi avercelo dentro. Ma chi ero io per rivelarti che t’illudevi. Lo so, meglio sognare tutta la vita che morire da insetti.

Io voglio una vita tutta azzurra, dicevi, l’infinito ha il colore dell’azzurro. Ti chinavi un po’, come a ricordarmi la mia seduta su Bianchina. Quanto odiavo il tuo abbassarti al mio livello. E puntavi il dito laggiù. L’infinito è l’assenza di orizzonte, dicevi, quando mare e cielo si incontrano in un tutt’uno d’azzurro.

Da principio hai tentato di fissare l’infinito da questa sabbia bianca. Montavi il cavalletto e vi poggiavi la tela. Il pennello, in mano per ore, non toccava mai. Tesoro mio, anche oggi non sono riuscito a cogliere l’infinito, dicevi, andiamo che s’è fatto tardi. Cento metri di passarella e già eravamo sulla veranda di casa. Avrei potuto vederti anche da qui, ma amavo starti più vicino possibile. Non te l’ho mai detto, ma l’ultima tavola della passarella è sempre stata la mia preferita, quasi una seconda casa, solo di me e di Bianchina.

Il tuo mare di poca acqua t’ha portato via. Tu neghi, dici che è stato l’infinito, che meglio sempre morire dentro l’acqua. Ancora oggi questa storia non la capisco bene, ma non importa, non preoccuparti, il mio limite non deve essere il tuo.

Così hai iniziato ad andare più e più avanti per la sabbia. A mala pena riuscivo a scorgerti, laggiù dentro il mare piatto come olio. Devo essere dentro l’infinito se voglio riuscire a rappresentarlo, dicevi. Per giorni lunghi di bonaccia rimanevi un puntino nero, troppo piccolo per sopravvivere al tuo falso infinito.

T’aspettavamo, io e Bianchina, e tu tornavi sempre. La tela sottobraccio la vedevo ancora bianca, ma non smettevi di sorridermi. Anche oggi non sono riuscito, tesoro, continuavo a vedere la riga divisoria dell’orizzonte. Quella riga ha diviso noi. Ma non ci badavo, non preoccuparti, il tuo sorriso era il mio infinito.

Il mare oggi è così calmo che pare volerti restituire da un momento all’altro. Come sempre lo guardo dall’ultima tavola della passarella.

Da anni rincaso con Bianchina e non ci sei più tu a portarci sulla veranda. Ma non importa, non preoccuparti, il tuo infinito lo porterò sempre dentro.


Questo invece è il mio preferito

Storia di Giacomo di Massimiliano Agarico


Il mare era così calmo che cominciai a vederci dentro fantastici disegni animati dalle mille sfumature. Sorpreso, per un attimo tenni le palpebre così esageratamente spalancate da sentirmi un pezzo di legno consumato che si lasciava trapassare da spifferi freddi e fastidiosi come sberle; proprio io che ero solito tenerle aperte non più di mezzo centimetro.

Saranno stupidi scherzi del cervello, — pensai — oppure è successo perché sono nella stessa posizione da troppo tempo.”

In effetti mi trovavo seduto in spiaggia da parecchie ore, piedi e culo nella sabbia umida, ingobbito con le ginocchia abbracciate al petto e il mento a sprofondare tra le clavicole. Mi sentii graffiare le orecchie da unʼanonima voce metallica, una di quelle sputate dai piccoli altoparlanti sgangherati nascosti tra le pareti di un treno: «Sono grandi chiazze di petrolio o benzina di navi alla deriva e aerei abbattuti, o qualche altra sostanza putrida che sta inquinando il mare».

Gli occhi mi uscirono dalle orbite un'altra volta mentre cercavo di guardarmi intorno tra l'oscurità e il rosso del tramonto, ma non trovai nessuno al di fuori degli scogli, un poʼ di sabbia e tantissima acqua immobile bloccata dentro un fotogramma.

Probabilmente, senza farsi scorgere, quello scenario strano aveva fatto compiere alla mia mente una giravolta in un altro mondo, o forse soltanto indietro nel tempo, perché il mare in effetti era sempre stato lì, nello stesso posto, a volte pozzanghera sudicia e altre lacrima cristallina, ma mai così calmo. Soprattutto mi accorsi di stare a osservarlo attraverso la finestra di casa, con la stessa meraviglia provata da bambino davanti a giocolieri, pagliacci e acrobati circensi, incorniciato dal piccolo sipario aperto formato dalle tende ricamate.

In un istante mi si inumidirono le guance anche per quel racconto quasi dimenticato sussurratomii ogni sera da mamma, con proverbiale calma, prima di spegnere la luce della cameretta; una storia speciale e fantastica che girovagava da tempo tra i vicoli di Corniglia, lʼantico e incantevole groviglio di case colorate nel quale sono nato. Il borgo di mezzo delle Cinque Terre, il più alto e piccolo. Lì, lungo via Fieschi, tra la chiesetta di Santa Caterina con il suo oratorio, il belvedere della terrazza di Santa Maria e il mercato in piazzetta Taragio, tra la fine del 1942 e l'inizio del 1943 nacque una storia così suggestiva che con il trascorrere del tempo acquistò i tratti di una favola della quale Giacomo era lʼinconsapevole e riluttante protagonista.

A quel tempo era solo un bambino vivace il giusto per i suoi 7 anni, che odiava i temporali notturni e per il quale Auschwitz era soltanto una parola impronunciabile. Aveva guance scavate di chi mangiava una volta al giorno, un principio di scoliosi e lo sguardo sempre malinconico. Non aveva grilli per la testa né sogni, forse soltanto quello di poter rivedere, un giorno, suo papà.

Dall'inverno del '39, dopo che la sua casa venne rasa al suolo, viveva appena fuori da quel borgo agonizzante, in un campeggio deserto divenuto per lui un micro paradiso al centro dell'inferno. Insieme a sua madre avevano occupato una delle poche baracche di campagna rimaste in piedi, di legno e ondulato in plastica: un locale di venti metri quadri con turca esterna. Di fianco alla casa resisteva una costruzione in eternit aperta di fronte, diventata rifugio notturno per gli animali.

Il cortiletto, ricoperto di fango o terra arida a seconda delle stagioni, era circondato da una rete arrugginita alta poco più di un metro, che faceva somigliare il posto a un piccolo campo profughi. Lì dentro scorazzavano Chico, un bastardino simile a un Chihuahua gigante; Junior, un maiale vietnamita di venticinque chili più largo che lungo; tre galline bianche e un galletto nero. Questo era tutto quel che aveva.

La fiaba narrava che ogni sera, al tramonto, Giacomo raggiungeva unʼinsenatura posta sotto il paese, nel versante in direzione Vernazza, per mezzo di una lunga scalinata che partiva dall'oratorio di Santa Caterina in Largo Taragio. Lì si sedeva a respirare l'aria ricca di iodio, stringeva al petto le ginocchia sbucciate e guardava il mare, confidandogli sogni e desideri. Quello più ricorrente era riuscire ad avvistare papà che, camminando sulle acque, ritornava sorridente da lui.

Certo, più di una volta il mare gli aveva mostrato rabbia oppure quella tranquilla risacca di chi si era divertito tutto il giorno per poi ritrovarsi stanco, e le sfumature dei suoi colori erano ogni volta diverse e sempre stupefacenti; ma quella sera, la sera della fiaba, il mare era così calmo da sembrare una lastra di ghiaccio sulla quale si rifletteva lʼimmagine nitida di ogni cosa al contrario, e sopra la quale poterci camminare fino a raggiungere suo papà. Ascoltò il fiato del vento provenire dal largo come un soffio freddo e vide avvicinarsi enormi nuvole nere: si illuminavano al loro interno con piccole esplosioni simili a bellissimi fuochi dʼartificio e si tramutavano di continuo in strane creature fantastiche per poi dissolversi. I suoi piedi vennero bagnati da improvvise onde schiumose: quella lastra aveva iniziato ad agitarsi in migliaia di piccoli tumulti lampeggianti, lasciando aperto un varco che arrivava dritto allʼorizzonte. Ricordò di quel Mosè più volte raccontato in chiesa e prese a camminarci dentro con la convinzione che Dio avesse finalmente ascoltato i suoi silenziosi desideri finché, a un certo punto del percorso, tra pesci volanti coloratissimi e alghe simili a enormi piante agitate dal vento, vide papà Adelmo sorridergli con le braccia aperte per accoglierlo.

Sì, la voce ascoltata quel giorno di tanti anni fa era certamente di Giacomo, e quando oggi mi siedo su questa spiaggia a scrutare l'orizzonte e ammirare il mare, vicino al posto in cui sono stati ritrovati i suoi vestitini ben ripiegati, a chi desidera ascoltare la sua storia la racconto, e chi ascolta piange. Qualche volta piango anch'io, quando aggiungo un dettaglio mai detto prima. Perché in fondo non ho voglia di ricordare davvero tutto.




sabato 19 marzo 2022

Intervista con le vamp... blogger #64

 


Buona giornata anche per questo mese la rubrica capita di sabato. Il libro che, dietro vostra votazione, che abbiamo letto io, Erica, Chiara e Chicca è un romanzo Young Adult, genere che personalmente amo molto. Sarà stata una bella lettura anche in questa occasione? E le mie amiche vamp cosa ne avranno pensato?


Autrice: Eliah Greenwood

Titolo: Dear Love, I hate you

Serie: Easton High #1

Editore: Heartbeat Edizioni

Pag: 460

Data di pubblicazione: 12 gennaio 2022

Trama

È iniziato tutto con una lettera anonima.

Non avrebbe dovuto trovarla, nessuno avrebbe dovuto farlo. E di certo non avrebbe dovuto rispondere.

Ecco come siamo finiti a parlare tramite lettere e post-it attaccati su un libro. Un post-it. Due post-it. Dieci post-it. Scritti per svelare i nostri segreti più oscuri.

È un gioco simpatico, almeno finché non scopro la sua identità…

Xavier Emery. Re della squadra di basket della città, colui che mi bullizzava da piccola, il ragazzo di cui mi sto irrimediabilmente innamorando.

Ma le regole sono chiare fin dal principio: non ci è concesso conoscere l’identità dell’altro e le nostre confessioni devono rimanere celate al resto del mondo. Rivelarle a qualcuno distruggerebbe le nostre vite.

Per me va bene. E comunque, anche se Mr Popolarità dovesse scoprire chi sono, non ricambierà mai i miei sentimenti…


L'intervista


  1. A quale genere appartiene il libro?

Il libro è catalogabile come romance Young Adult.

  1. Cosa pensi dei protagonisti?

Aveena e Xavier sono due ragazzi diciassettenni con tutti i dubbi e le incertezze legate alla loro età. Inoltre hanno due passati abbastanza travagliati. Aveena (che nome è?) può sembrare debole e paurosa però nasconde un bel caratterino. Ho apprezzato molti dei suoi comportamenti e mi è piaciuta di più rispetto al protagonista maschile. Xavier fa tanto il duro, il protettivo (almeno crede lui) ma solo alla fine dimostra un po' di coraggio. Tuttavia trovo ben sviluppato il rapporto che si crea tra loro.

  1. Personaggio preferito?

Non c'è un vero preferito perché sono tutti, più o meno, sulla stessa linea.

  1. Personaggio più odiato?

Sarò banale dicendo Bree, l'ex ragazza di Xavier.

  1. Che emozioni ti ha suscitato la lettura?

Tutto quello che mi aspetto da un romanzo del genere. Cioè svago e poco impegno mentale.

  1. Punti di forza?

Una trama interessante, anche se, verso la fine, diventa troppo confusa e troppe situazioni sono tirate in ballo senza una soluzione definitiva.

  1. Punti deboli?

Come detto sopra troppo ma poco chiaro.

  1. Come hai trovato lo stile dell'autrice?

La penna dell'autrice è scorrevole e coinvolgente.

  1. E' facile entrare in empatia con il protagonista?

Abbastanza.

  1. Quale aggettivo descrive meglio il libro?

Non perfetto ma buono.

  1. A chi lo consigli?

Sicuramente a chi ama gli Young Adult.

  1. Quante stelline gli dai?

Sono combattuta tra le tre stelle e mezzo e le quattro.

  1. Cosa ne pensi della cover?

Molto bella e in linea con la storia.

  1. Citazione preferita?






Qui sotto il nuovo modulo per scegliere la nostra prossima lettura.





Quattro titoli davvero interessanti e aspetto con ansia le vostre votazioni.