Buongiorno ultima recensione di questa settimana e di settembre è dedicata a un retelling ispirato alla mitologia greca e a ciò che successe dopo il viaggio di Ulisse.
Ringrazio Silvia per il coinvolgimento e la casa editrice Mondadori per la copia del romanzo.
Autrice Sarah Underwood
Titolo: Le bugie che cantiamo alle onde
Editore: Mondadori
Pag: 348
Data di pubblicazione: 26 settembre 2023
Trama
Nel regno di Itaca ogni estate si compie un sacrificio dodici fanciulle vengono impiccate sulla spiaggia per placare la furia del dio Poseidone. Leto è una di ostinata e tenace, ha tentato fino all'ultimo di sottrarsi a quel patibolo ingiusto, ma non ce l'ha fatta. Eppure la morte non sembra troppo interessata a portarla via con sé. Infatti, la ragazza si risveglia su un'isola misteriosa, dove è accolta da Melanto, una creatura dalla bellezza soprannaturale. È quest'ultima a spiegarle che i sacrifici di Itaca hanno origine in tempi lontani, da quando le dodici ancelle di Penelope vennero accusate di tradimento e uccise per ordine di Odisseo, e infine gettate nel mare. Un atto feroce e ingiusto che fece imbestialire Poseidone al punto che di lì in poi, come riparazione per quelle morti innocenti, pretese, ogni anno, il sacrificio di dodici fanciulle dell'isola. Una maledizione che perseguita le giovani donne di Itaca ormai da secoli. Ma esiste una possibilità per spezzarla una volta per tutte, questa occorre uccidere l'erede al trono, il principe Mathias. Per riuscirci, Leto e Melanto dovranno entrare a far parte della corte e guadagnarsi la fiducia del ragazzo. Ma le cose non vanno come previsto. Divisa dal crescente amore che prova sia per Melanto sia per Mathias, Leto dovrà scegliere la strada da spezzare la maledizione, rinunciando a Mathias ma salvando migliaia di vite, o lasciare che le maree del destino li sommergano tutti.
Il mio ricordo più bello della scuola media è l’ora di epica, ora nella quale si parlava di mitologia greca, degli Dei dell'olimpo e di tutte le leggende intorno a questa penisola fantastica. Quindi quando ho letto la trama di questo romanzo che si rifaceva appunto alla mitologia greca non ero più nella pelle dalla curiosità. Una curiosità che è stata ampiamente ripagata dalla dalla storia.
La trama Ogni estate 12 innocenti fanciulle vengono sacrificate al Dio Poseidone per il benessere di Itaca. Tra loro c'è la giovane Leto che però si risveglia sull'isola di Pantoù, dove vide da secoli Melanto. La ragazza svela che l'unico modo per spezzare la maledizione è sacrificare il principe Mathias.
Personaggi I personaggi principali sono tre: Leto, Mathias e Melanto e la storia è raccontata dai loro POV. Ho trovato tutti e tre ben sviluppati e descritti in maniera perfetta. Complessi e ricchi di sfumature sono la colonna portante della storia. Leto è quella coraggiosa, appassionata e forte. Una volta venuta a conoscenza del modo in cui spezzare la maledizione si da da fare in ogni modo per imparare a gestire i suoi nuovi talenti e portare a termine la missione. Devo dirvi che è la mia preferita? Melanto è rimasta secoli imprigionata sull'isola ad aspettare un qualcosa o qualcuno che la liberasse. Pur avendo compreso i suoi atteggiamenti è quella che mi è piaciuta meno. Mathias non l'ho apprezzato da subito perché sembrava essere un tipo debole, remissivo che si lamentava di quello che accadeva alle fanciulle sacrificate ma non si impegnava a migliorare le cose. Invece dopo il suo scambio di sguardi con Leto qualcosa si accende in lui e, da questo momento, si impegna pure lui. Non amo i soggetti che stanno lì a piangersi addosso, neanche nella realtà.
Lo stile La prosa della Underwood è scorrevole, semplice e mi ha coinvolta da subito. Sono rimasta affascinata dall'ambientazione greca, veramente ben descritta. Non avevo nessuna difficoltà a immaginarmi lì tra le onde del mare tra le la città di Itaca vicino a Matias Leto e Melanto. Anche tutto ciò che riguardava i tre personaggi, le loro avventure, i loro pensieri e sentimenti mi hanno conquistata. Il racconto ha un ritmo non proprio velocissimo, ma neanche troppo lento. È una buona via di mezzo.
Conclusione Un romanzo particolare e originale, almeno per me, che ho apprezzato molto. Non privo di difetti però sicuramente uno dei libri più interessanti del periodo.