Titolo: Eternal
Night
Editore: Self
Pag:: 246
Data
di pubblicazione: 10 febbraio 2019
Trama
Nadir
Nadir è
solo un ragazzino quando è costretto a fuggire con suo fratello
Quadir da una moschea in fiamme nella sua città, in Libano. Lì, tra
le pietre divorate dall’esplosione, ha perso non solo i suoi
genitori ma anche tutta la vita così come l’ha conosciuta sino a
quel momento, e ha siglato un inconsapevole patto di sangue con la
violenza, che d’ora in poi sarà il suo destino.
Adesso
che è ormai un adulto, la vita di Nadir è scandita da violenza e
aggressioni e dalle regole del clan che ha fondato con suo fratello e
che gestisce scommesse clandestine, droghe di ogni genere e racket.
La violenza è l’unico linguaggio che Nadir conosca, tutto ciò che
ha portato con sé dalla sua terra e che l’ha seguito fino in
Europa, dove si è rifugiato. Tuttavia, anche per lui esiste qualcosa
di sacro e intoccabile: la famiglia, il bene supremo da proteggere. A
ogni costo.
Layla
Layla
non ama la compagnia della gente. Preferisce rinchiudersi nel suo
mondo, cullata dalle note del pianoforte sul quale lascia scorrere le
dita. A casa, Layla non ha nessuno che l’aspetti: d’altra parte,
suo padre è il capo della squadra omicidi della polizia di Berlino e
ha ben altro di cui occuparsi. Tuttavia ogni tanto, trascinata da
un’amica, anche lei si concede una nottata diversa dal solito. Ed è
così, durante una notte in una discoteca della capitale, che il
destino di Layla prende una piega inaspettata. È lì, tra le luci
stroboscopiche che l’accecano e la musica techno che l’assorda,
che incontra Nadir e si perde nei suoi occhi color dell’ebano. Le
loro orbite collidono e, da quel momento in poi, niente sarà più lo
stesso. Lei cade nella trappola dell’oscuro sconosciuto arrivato
dal Medio Oriente e lui crede di avere il potere in mano. Non l’ha
scelta per caso: sa perfettamente chi sia e, soprattutto, quale ruolo
ricopra suo padre. Rapirla e consegnarla a suo fratello Quadir è il
suo unico scopo. Ma ciò che Nadir ancora non sa è che sarà lui
stesso a cadere in una trappola dalla quale sarà impossibile
fuggire: quella della passione.
In
bilico tra la vita e la morte, costantemente sospesi tra la verità e
la menzogna, il giusto e lo sbagliato, Nadir e Layla si lasciano
travolgere in una spirale di attrazione incontrollabile. Ma può
l’amore sopravvivere al richiamo irresistibile del sangue? Possono
due anime perdute ritrovarsi al di là del bene e del male?
Parlare
di questo nuovo lavoro di Debora non è per nulla semplice. Come non
è semplice la storia raccontata tra queste pagine che vede
protagonisti Nadir e Layla.
Nadir
è cresciuto con il fratello Quadir dopo l'orrenda morte dei
genitori. Un accadimento che, non solo lo ha riempito di odio, ma che
lo ha segnato profondamente.
Layla
è vissuta con un padre assente schiacciato dai sensi di colpa per la
morte della moglie. È piccolina di costituzione, però nasconde una
forza interiore insospettabile.
Entrambi
quindi non sono persone con un'infanzia “normale” e serena alle
spalle.
La
costruzione della psicologia di Nadir è eccellente. Debora si è
superata nel crearlo. Non è un soggetto facile da amare, non è il
solito buono nascosto nei panni del duro. Lui è cattivo e lo sa.
Mi
nutro del pericolo. Immischiarmi nei guai è la mia droga. Vivere sul
filo del rasoio è l’unico modo di stare al mondo che conosco. Vivo
assecondando i miei impulsi peggiori. Zero regole e zero limiti.
Vivere borderline, proprio come il disturbo che mi porto dietro. Solo
buio. Niente luce. Notti eterne e giorni neri. È questo ciò che
sono.
Può
sembrare strano, visto il suo modo di essere, eppure mi sono trovata
a provare dolore nel vederlo dibattersi contro i suoi demoni.
Sensazioni
che non riesco a controllare. Sensazioni che mi attanagliano le
viscere. È come se le tenebre più nere mi stessero avvolgendo con
le loro membra fredde, per risucchiarmi in una spirale senza fine.
Layla
è schiva, quasi timida, eppure dimostra di possedere un grande
coraggio e una bella determinazione. Non si fa spaventare tanto
facilmente da Nadir, durante la prigionia, e lo sfida più
volte. È l'unica che percepisce l'animo tormentato dell'uomo, non si
scoraggia mai di fronte all'atteggiamento crudele e terrificante di
Nadir. Lui non le risparmia umiliazione e dolore.
Dovrei
provare solo repulsione nei suoi confronti, ma non è così. Non so
cosa ci sia di sbagliato in me, eppure quest’uomo pericoloso che mi
tiene segregata in una soffitta mi suscita forti emozioni fisiche.
Personalmente
non sarei mai riuscita ad amare un uomo così, ma non ho potuto
evitare di provare ammirazione per Layla e la sua risolutezza
nel voler tirar fuori il Nadir-umano da quel
terribile demone. L'uomo la maltratta e umilia in molti modi eppure
lei rimane ferma nei suoi sentimenti anche se, nella sua mente si
dibattono molti dubbi e incertezze.
Mi
auguro che sia la prigionia a confondermi e a farmi provare queste
assurde sensazioni. Se non fosse così, sarebbe davvero preoccupante.
Leggere
questo libro è stato più complicato del previsto. Ho dovuto
stopparne la prosecuzione perché in alcune parti era davvero tosto.
Debora ha usato una scrittura secca, a tratti crudele, non ha
risparmiato sui particolari più crudi. Non vorrei che questa cosa
fosse interpretata negativamente. Un dark romance, genere a cui
appartiene, deve essere così, colpire e stupire il lettore per fargli provare
svariate emozioni.
Nessun commento:
Posta un commento