Titolo:
Una ragazza bugiarda
Editore:
Newton Compton Editori
Pag:
352
Data di pubblicazione: 30 marzo 2017
Data di pubblicazione: 30 marzo 2017
Trama
Denunciare la propria madre a soli quindici anni può essere straziante. Dopo quella decisione, la vita di Annie è completamente cambiata. Ora ha un nuovo nome, Milly, e vive insieme alla sua nuova famiglia: Mike, la moglie Saskia e la figlia, Phoebe. Adattarsi ai loro ritmi e alle loro abitudini è molto più complicato di quanto avesse pensato. E il pensiero del processo che si avvicina, nel quale sarà chiamata come testimone, non le dà tregua. Mike, che inizialmente aveva richiesto l’affidamento di Milly sperando di poterla aiutare, è sopraffatto dai suoi impegni di psicoterapeuta. Saskia riesce a malapena a gestire la figlia naturale, e non è in grado di occuparsi anche di quella adottiva. Phoebe ha reagito malissimo all’arrivo di Milly: è sempre di malumore, vorrebbe che se ne andasse e, per rivalsa, comincia a maltrattarla, spalleggiata dalle amiche. Milly si sente isolata e in cerca di sostegno. Avrebbe assoluto bisogno di qualcuno che le desse ascolto: ci sono segreti che riguardano i crimini di sua madre, di cui sa molto di più di quanto non abbia confessato. Eppure nessuno sembra disposto a farlo…
Questo romanzo narra la storia di una ragazza che sta combattendo contro la forte influenza di una madre assassina per dimostrare che in realtà non è come lei. Ringrazio la Newton Compton per avermi gentilmente omaggiato di questo libro.
Al
reparto mi avevano detto che la speranza era la mia arma migliore,
che mi avrebbe aiutata a superare tutto.
E
come una sciocca ci ho creduto.
Un
amore sbagliato è ancora peggio del dolore.
Sono rimasta completamente affascinata dalla protagonista Milly. Un personaggio che si può facilmente disprezzare che amare in ugual misura. È indubbiamente una psicopatica ma qualcosa in lei mi ha intrigato e mi ha fatto entrare in empatia con lei.
Una
volta Mike mi ha chiesto casa volevo dalla vita. Accettazione. È
così che ho risposto. Riuscire ad accettare da dove vengo e chi
sono, e poter credere e dimostrare che la forma contorta in cui tu
hai plasmato il mio cuore può essere aggiustata.
Phoebe, figlia di Mike e Saskia, è la solita ragazza popolare non si può fare a meno di odiare. Non si è mai riscattata ai miei occhi anche se comprendo che vedere i propri genitori coinvolti a tal punto dai bambini difficili che aiutano nel corso degli anni, mettendo i sentimenti di queste creature prima della loro stessa figlia possa generare un certo risentimento nella ragazza.
I due genitori affidatari non mi sono piaciuti granché: la madre di Phoebe, Saskia sembra essere priva di qualsiasi tipo di sentimento materno e questo spiega sicuramente il motivo per cui Phoebe è così bellicosa nei confronti di Milly; Mike, sa essere un ottimo padre adottivo, ma totalmente assente per quello che riguarda Pheobe.
Il romanzo è molto coinvolgente, la scrittura ha un ritmo veloce e avvincente con frasi brevi e incisive.
Tuttavia mi ha lasciato con troppe domande che non hanno ottenuto risposta. Molte cose sono intuibili dalle parole di Milly, ma non soddisfano la mia sete di particolari. Come sono stati uccisi i bambini? Perché? Cosa è scattato nella testa di questa mamma-Killer? Lo capisco che il libro è la storia di Milly e, quindi, incentrato soprattutto su di lei, ma troppe cose rimangono sospese. Per me il libro non va abbastanza in profondità su quei dettagli di cui ho bisogno per poter apprezzare in pieno una storia.
Un libro che piacerà sicuramente a chi ama entrare nella testa di personaggi scuri, danneggiati e complessi.
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