Titolo:
In verità è meglio mentire
Editore:
Corbaccio
Pag:
220
Data di pubblicazione: 7 giugno 2012
Data di pubblicazione: 7 giugno 2012
Trama
158
di quoziente intellettivo, plurilaureata, brava musicista, una maga
con i numeri, carina, un po' freak e... vedova a nemmeno trent'anni:
Carolin trova che la sua vita sia decisamente complicata e che la sua
intelligenza rappresenti più che altro un impiccio nella ricerca
della felicità. Ha abbandonato il fidanzato Leo per il padre di lui,
Karl, uomo ben più affascinante e in grado di apprezzare le qualità
di lei. Ma dopo cinque anni Karl muore lasciandola in un mare di
guai, primo fra tutti una favolosa eredità di cui Carolin non
sospettava l'esistenza, e un esercito di parenti infuriati che la
rivendicano. Fra pessime psicoterapeute, farmacisti sospettosi e
avvocati minacciosi, Carolin cerca di superare il suo dolore, cavarsi
fuori dai guai e, perché no?, trovare l'uomo giusto per lei e a cui
non importa se è "troppo" intelligente.
A
differenza della serie di libri Young Adult (Red, Blue, Green) che ho
letto di questa autrice questo romanzo ci presenta sì una storia
triste, a causa della perdita di una persona cara ma, anche una
storia di rinascita.
Una
storia molto divertente, seppure inizi con un momento doloroso per la
protagonista. Carolin infatti ha perso il marito, molto più vecchio
di lei, da pochissimo tempo a causa di un attacco di cuore.
La
penna dell'autrice ci regala un romanzo atipico in cui il coraggio
della protagonista viene descritto con il giusto realismo e con la
dovuta drammaticità, ma anche con tanto umorismo.
Ho
apprezzato molto Carolin che, nonostante le sue stranezze, è un
personaggio con cui è facile entrare in empatia e identificarsi con
lei.
Ragion
per cui, sii semplicemente te stessa... un’idiozia, mamma!
Sii
come tutti gli altri,
e
allora sì che troverai amici.
Ho
odiato Leo da subito: insopportabile mammone! Prende sempre e solo le
difese di mammina e sorelline.
«...voleva
che ne uscissi umiliata io, lo so.
Ti
prego, perdonami se non sono riuscita
a
farle questo favore.»
Invece
mi è piaciuto il personaggio di Karl, nonostante i mille segreti che
aveva con la sua Carolin.
Magari
il nostro non sarà stato un matrimonio perfetto, ma era un bel
matrimonio. E il fatto che Karl non mi avesse sciorinato tutte le sue
questioni d’eredità, e non mi avesse parlato degli introiti
dell’affitto e dei corsi azionari, deponeva solo a suo favore.
Quanto tempo prezioso avremmo perso, altrimenti? Ero felice di ogni
minuto che avevamo trascorso insieme evitando l’argomento soldi e
altre noiose sciocchezze simili.
Anche
tutte le altre figure marginali della storia che fanno parte della
vita di Carolin, sono descritte in modo che le reazioni della
protagonista siano più che comprensibili.
Una
cosa che mi è piaciuta sono le dediche all'inizio dei capitoli:
citazioni famose o meno che sostituiscono il titolo del capitolo, con
relativo commento ironico della protagonista.
Mi
piace lo stile di scrittura della Gier, la sua ironia, i personaggi
vividi e freschi che crea. La letteratura femminile non deve essere
solo romanticismo e amore ma può anche essere spiritosa, frizzante e
molto intelligente. Per essere un "chick-lit", questo
libro, in alcuni punti, è davvero profondo. Mi è piaciuto davvero
molto! (Grazie Lettrice
sulle nuvole per avermelo consigliato)
La
conclusione del romanzo è stata troppo brusca, avrei voluto
conoscere di più la vita di Carolin e del suo “farmacista”.
sono contenta che ti sia piaciuto, io l'ho adorato!!!
RispondiEliminaSi anche se, come mi avevi detto, non è proprio il mio genere.
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