lunedì 20 marzo 2017

Recensione #56 In verità è meglio mentire by Kerstin Gier



Autrice: Kierstin Gier
Titolo: In verità è meglio mentire
Editore: Corbaccio
Pag: 220
Data di pubblicazione:
7 giugno 2012

Trama
158 di quoziente intellettivo, plurilaureata, brava musicista, una maga con i numeri, carina, un po' freak e... vedova a nemmeno trent'anni: Carolin trova che la sua vita sia decisamente complicata e che la sua intelligenza rappresenti più che altro un impiccio nella ricerca della felicità. Ha abbandonato il fidanzato Leo per il padre di lui, Karl, uomo ben più affascinante e in grado di apprezzare le qualità di lei. Ma dopo cinque anni Karl muore lasciandola in un mare di guai, primo fra tutti una favolosa eredità di cui Carolin non sospettava l'esistenza, e un esercito di parenti infuriati che la rivendicano. Fra pessime psicoterapeute, farmacisti sospettosi e avvocati minacciosi, Carolin cerca di superare il suo dolore, cavarsi fuori dai guai e, perché no?, trovare l'uomo giusto per lei e a cui non importa se è "troppo" intelligente.

A differenza della serie di libri Young Adult (Red, Blue, Green) che ho letto di questa autrice questo romanzo ci presenta sì una storia triste, a causa della perdita di una persona cara ma, anche una storia di rinascita.





Una storia molto divertente, seppure inizi con un momento doloroso per la protagonista. Carolin infatti ha perso il marito, molto più vecchio di lei, da pochissimo tempo a causa di un attacco di cuore.
La penna dell'autrice ci regala un romanzo atipico in cui il coraggio della protagonista viene descritto con il giusto realismo e con la dovuta drammaticità, ma anche con tanto umorismo.
Ho apprezzato molto Carolin che, nonostante le sue stranezze, è un personaggio con cui è facile entrare in empatia e identificarsi con lei.

Ragion per cui, sii semplicemente te stessa... un’idiozia, mamma!
Sii come tutti gli altri,
e allora sì che troverai amici.

Ho odiato Leo da subito: insopportabile mammone! Prende sempre e solo le difese di mammina e sorelline.

«...voleva che ne uscissi umiliata io, lo so.
Ti prego, perdonami se non sono riuscita
a farle questo favore.»

Invece mi è piaciuto il personaggio di Karl, nonostante i mille segreti che aveva con la sua Carolin.


Magari il nostro non sarà stato un matrimonio perfetto, ma era un bel matrimonio. E il fatto che Karl non mi avesse sciorinato tutte le sue questioni d’eredità, e non mi avesse parlato degli introiti dell’affitto e dei corsi azionari, deponeva solo a suo favore. Quanto tempo prezioso avremmo perso, altrimenti? Ero felice di ogni minuto che avevamo trascorso insieme evitando l’argomento soldi e altre noiose sciocchezze simili.

Anche tutte le altre figure marginali della storia che fanno parte della vita di Carolin, sono descritte in modo che le reazioni della protagonista siano più che comprensibili.
Una cosa che mi è piaciuta sono le dediche all'inizio dei capitoli: citazioni famose o meno che sostituiscono il titolo del capitolo, con relativo commento ironico della protagonista.

Mi piace lo stile di scrittura della Gier, la sua ironia, i personaggi vividi e freschi che crea. La letteratura femminile non deve essere solo romanticismo e amore ma può anche essere spiritosa, frizzante e molto intelligente. Per essere un "chick-lit", questo libro, in alcuni punti, è davvero profondo. Mi è piaciuto davvero molto! (Grazie Lettrice sulle nuvole per avermelo consigliato)
La conclusione del romanzo è stata troppo brusca, avrei voluto conoscere di più la vita di Carolin e del suo “farmacista”.








2 commenti:

  1. sono contenta che ti sia piaciuto, io l'ho adorato!!!

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    1. Si anche se, come mi avevi detto, non è proprio il mio genere.

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