Titolo:
Cujo
Editore:
Sperling & Kupfer
Pag:
345
Data di pubblicazione: 10 maggio 2014
Data di pubblicazione: 10 maggio 2014
Trama
E'
l'inizio di una torrida estate a Castle Rock, piccola località del
Maine. I suoi abitanti, oppressi dall'afa, conducono un'esistenza
monotona: un agente pubblicitario sta per partire per un viaggio di
lavoro; la moglie accudisce il figlioletto di quattro anni e, per
evadere dala propria solitudine, imbastisce una storia piuttosto
squallida con il maestro di tennis. Il meccanico del paese cerca
nelle sempre più frequenti sbornie un rimedio alla noia della
provoncia; mentre la consorte tenta di sottrarre il figlio alla
nefasta influenza del marito allontanandosi per un breve viaggio; il
loro grosso, docile cane Cujo, un San Bernardo, corre libero per la
campagna: anche lui fa la solita vita... Ma improvvisamente, di
notte, il piccolo Tad Trenton vede aprirsi la porta del ripostiglio e
urla di terrore all'apparire di rossi occhi spietati che ardono nelle
tenebre. Una creatura diabolica emerge da quell'armadio... o dal
passato di quella che solo in apparenza è una tranquilla e noiosa
cittadina... o forse è Cujo che, diventato idrofobo, ha risvegliato
da profondità sotterranee lo spirito stesso del Male.
Una
delle storie più belle di King. Il King degli inizi, quello che
preferisco.
La
narrazione, che ha per protagonista un cane rabbioso e una mamma col
suo bimbo, si svolge nell'arco di tre giorni con qualche piccolo
flashback, non indispensabile alla storia, ma che ci permette di
conoscere a fondo i protagonisti. Tuttavia non rallenta il ritmo
degli avvenimenti.
Il
romanzo è bello soprattutto perché collocato in un periodo in cui i
Telefonini ancora non esistevano. Questo rende la storia
perfettamente plausibile.
Mi
è piaciuto come King sia riuscito a rendere quasi umano il cane. Da
amabile e dolce San Bernardo, Cujo si trasforma, a causa del morso di
un pipistrello idrofobo, in una bestia assassina! Il suo unico scopo
uccidere e placare la sua sete di sangue. Ottima scelta quella di far
“parlare” anche il cane. Infatti l'autore inserisce alcuni “POV”
del cane. Sono arrivata a provare un'infinita tenerezza per la
bestiola che, involontariamente, si trasforma in uno spietato
animale.
Come
ogni libro di King, il racconto parte lentamente, ma non in maniera
noiosa, per poi catturarmi all'interno delle sue pagine. L'atmosfera
cupa e claustrofobica è descritta, come al solito, magistralmente:
gli attacchi rabbiosi di Cujo verso l'auto in cui sono prigionieri il
piccolo Tad e la mamma sono ricchi di pathos.
Anche
il finale, per quanto triste, è perfetto per il romanzo.
Uno
dei migliori libri di King!
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