giovedì 9 marzo 2017

Recensione #51 Magari domani resto di Lorenzo Marone


Autore: Lorenzo Marone
Titolo: Magari domani resto
Editore: Feltrinelli
Pag: 320
Data di pubblicazione: 9 febbraio 2017

Trama
Luce, una trentenne napoletana, vive nei Quartieri Spagnoli ed è una giovane onesta, combattiva, abituata a prendere a schiaffi la vita. Fa l’avvocato, sempre in jeans, anfibi e capelli corti alla maschiaccio. Il padre ha abbandonato lei, la madre e un fratello, che poi ha deciso a sua volta di andarsene di casa e vivere al Nord.
Così Luce è rimasta bloccata nella sua realtà abitata da una madre bigotta e infelice, da un amore per un bastardo Peter Pan e da un capo viscido e ambiguo, un avvocato cascamorto con il pelo sullo stomaco. Come conforto, le passeggiate sul lungomare con Alleria, il suo cane superiore, unico vero confidente, e le chiacchiere con il suo anziano vicino don Vittorio, un musicista filosofo in sedia a rotelle.
Un giorno a Luce viene assegnata una causa per l’affidamento di un minore, e qualcosa inizia a cambiare. All’improvviso, nella sua vita entrano un bambino saggio e molto speciale, un artista di strada giramondo e una rondine che non ha nessuna intenzione di migrare.
La causa di affidamento nasconde molte ombre, ma forse è l’occasione per sciogliere nodi del passato e mettere un po’ d’ordine nella capatosta di Luce. Risolvendo un dubbio: andarsene, come hanno fatto il padre, il fratello e chiunque abbia seguito il vento che gli diceva di fuggire, o magari restare?

Un libro totalmente fuori dai generi che di solito leggo, ma che mi ha colpita davvero positivamente. Una storia che mi ha letteralmente affascinata e che ho finito in pochissimo tempo.






Mi stanno sulle palle quelli che credono di aver compreso come gira il mondo. Io non so se andare o restare, cosa sia meglio per me, e solo per me, di certo non credo che chi resti, chi tenti di aggiustare le cose, chi si fa il mazzo tutti i giorni per cambiare il proprio piccolo pezzettino di mondo sia meno coraggioso di chi manda tutto all’aria!”

Il romanzo ci mostra una realtà difficile, quella dei Quartieri Spagnoli di Napoli, ma con una leggerezza che incanta.
La cosa che più mi ha colpita è Luce, la protagonista del racconto.

L’ho chiamata Luce, perché Stella Di Notte è una cosa normale, invece nostra figlia è qualcosa di straordinario, come la luce di notte appunto!”

Di solito i personaggi femminili non incontrano il mio pieno apprezzamento, ma Luce ci è riuscita senza problemi. Mi sono rivista in molte cose della protagonista, pur avendo avuto un'infanzia e una vita completamente diverse dalle sue.

La vita è un continuo cambiare abitudini, amicizie, modi di fare e di pensare, ideali, amori, addirittura fede, tuttavia quando poi ti ritrovi per caso dinanzi a una vecchia abitudine, solo allora capisci quanto ti sia mancata, quanto ti abbia marchiato la pelle senza che tu te ne accorgessi.

La sensazione provata leggendo di Luce, era come se l'autore conoscesse anche il mio di animo e parlasse anche un po' di me. Non so spiegare meglio questa cosa, purtroppo.

a me il passato non piace, non sono come la maggior parte delle persone che idealizza i tempi andati, come se nel passato tutto fosse sempre stato perfetto. È ’na fesseria, Sasà, un’illusione, ci fa più comodo ricordare solo le cose belle, perciò il tempo già vissuto ci sembra perfetto! Ma, perché, secondo te nel passato le stronzate non le facevamo lo stesso?”

Luce è una di quelle eroine schiette e toste, anche se nasconde molte fragilità. Ho adorato il suo pensiero e il suo dire sempre quello che pensa, senza aver paura delle conseguenze.

Se per femmina vera si intende una che non accetta di farsi mettere i piedi in testa e lotta per sé e per i suoi cari, allora sì, sono una femmina vera.

E' una donna con dei valori e un forte senso di giustizia in cui crede fermamente e non si spaventa nel farli conoscere agli altri.

Questa è bella, noi che parliamo di famiglia normale. Ma poi cos’è la famiglia normale? Io non lo so. So però che le famiglie sono fatte da genitori che restano e figli che crescono, e che quando un padre dice alla figlia: ‘Ti vengo a prendere all’uscita’, veramente ci va davanti all’ingresso di quella fottuta scuola. Questo è normale, mà!”

Mi sono piaciuti anche tutti gli altri personaggi che circondano la vita di Luce e che ho trovato davvero ben sviscerati. Perfettamente realistici.
Lo stile narrativo di Marone è straordinario. Ho sottolineato molte sue frasi e avrei voluto riportarle tutte qui.

Chi sa amare lo fa a prescindere dal legame di sangue. Io amo mio figlio perché l’ho aiutato a crescere, ho condiviso con lui una parte della mia vita, perché mi regala ogni giorno qualcosa, perché mi ama per come sono. Ecco un valido motivo per amare un figlio!

Scrivere questa recensioni mi ha creato molte difficoltà. Quando un libro è bello faccio più fatica a parlarne. Volevo riuscire a mettere su carta le emozioni provate con questa storia che mi ha fatto ridere e commuovere nello stesso momento. Una frase del piccolo kevin racchiude il mio pensiero sul romanzo... “ma qui, non so come dire... qui è come se ci fosse tutto quello che ci deve essere”.



Non ho letto gli altri libri dell'autore, ma credo proprio che presto li recupererò.




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