lunedì 30 gennaio 2017

Recensione #33 L'abito di piume by Banana Yoshimoto



Autrice: Banana Yoshimoto
Titolo: L'abito di piume
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 18 ottobre 2010
Pagine: 136

Trama
Hotaru torna nel paese natale, un piccolo borgo tranquillo attraversato da un fiume, per dimenticare le sue pene d’amore. Era andata ad abitare a Tokyo e, per otto anni, aveva vissuto una relazione sentimentale con un uomo sposato, un fotografo sempre impegnato nel lavoro che inaspettatamente l’abbandona. Il ritorno di Hotaru è un ritorno all’infanzia, un modo per ritrovare pace e serenità tra gli amici, e l’affetto della nonna. La madre è morta e il padre, un famoso psicologo, è in viaggio in California. Hotaru trascorre le giornate aiutando la nonna nel suo caffè dall’atmosfera intima e familiare. Rivede luoghi e persone del passato, soprattutto la sua vecchia amica Rumi, dotata di una speciale capacità di intuire ciò che si nasconde nell’animo delle persone. Un giorno, dopo una passeggiata lungo le sponde del fiume, Hotaru incontra Mitsuru, un ragazzo che le lascia una strana sensazione di déjà vu. È convinta di averlo già conosciuto da qualche parte, senza però riuscire a ricordare dove e quando. Risolverà l’enigma grazie all’aiuto di sua nonna e della madre di Mitsuru, scoprendo un evento misterioso e dal forte impatto emotivo. Il titolo originale del romanzo, Hagoromo (letteralmente “abito di piume”), indica un particolare tipo di kimono leggerissimo che le tennyo, figure mitologiche dalle sembianze di donne-angelo, indossano per volare tra il mondo terreno e l’aldilà. Guarita dal dolore, Hotaru può indossare il suo “abito di piume” per librarsi in volo verso la vita, rinfrancata e “leggera”, riappropriandosi finalmente della sua gioventù e dei suoi sentimenti. Un romanzo struggente e salvifico che riesce a trasmettere un forte senso di speranza nel futuro..



Primo libro per me di Banana Yoshimoto, autrice di cui si parla molto bene. La mia prima impressione, dopo aver letto questo romanzo, non è né positiva né negativa. Forse non ho scelto il suo libro migliore, ma questo avevo e questo ho letto.




Hotaru ritorna a casa dopo esser stata lasciata dal suo amante. Un uomo più grande di lei e sposato con cui era vissuta per otto anni. Qui, vicino al suo amato fiume, cercherà di riprendersi dalla delusione.

Per quanto bene andasse la nostra relazione, nella sua vita io non ero nient'altro che un fantasma che compariva di quando in quando. Rumi aveva ragione: forse sin da allora ero davvero diventata un fantasma semitrasparente.

Innanzitutto devo dire che lo stile della Yoshimoto è leggero e piacevole da leggere. Mi è piaciuto abbastanza anche se, a volte, avevo l'impressione di non capire bene cosa volesse dire. Una sensazione strana...  Altra cosa che non mi ha entusiasmato è l'assenza dei capitoli. Sì ci sono dei paragrafi, ma io sono tipo da capitoli. Ho bisogno di staccare un attimo e riprendere. Tuttavia il libro è scivolato via in un paio di ore e mi ha lasciata con un senso di dolce malinconia nel cuore.
La storia si dipana lentamente e non ci sono grandi avvenimenti sconvolgenti o colpi di scena. Eppure, proprio questo, rende il tutto più credibile. Come qualcosa che possa accadere nella vita di tutti i giorni.

Il mio corpo stava mettendo a fuoco il presente;
il passato, per quanto bello fosse stato,
cominciava a dissolversi.

Hotaru e gli altri soggetti della storia sono ben delineati. SI riesce, benissimo, a entrare nella testa della protagonista e vivere con lei tutta la fase che dal dolore la porta alla guarigione. Il rapporto che si instaura con Mitsuro ha davvero qualcosa di magico e incantato...
Ho apprezzato anche la presenza leggera di alcuni elementi soprannaturali che, senza strafare, riescono a dare ai personaggi un'impronta ancora più accattivante e interessante.




Proseguirò con altri libri dell'autrice? Forse sì, ma non subito. Sicuramente mi farò consigliare da chi la conosce meglio di me il suo prossimo libro da leggere.






4 commenti:

  1. Ciao Dolci, eccola qui un'appassionata di Banana.
    Ne ho letti parecchi e anche se non tutti mi sono piaciuti allo stesso modo, è cmque un'autrice sulla quale - magari con calma e qlke anno di mezzo - ritorno.
    Sarà questo suo stile, il suo Paese, la lievità dei suoi racconti...
    Ciao e buona giornata, Marina

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    1. Ciao e grazie per i consigli. Hai un libro preferito che potrei apprezzare di più?

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  2. a me non è piaciuto per niente, ma neanche il suo stile

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