Autrice:
Sarah Iles
Titolo:
Paura della felicità
Editore:
Libromania
Data di
pubblicazione: 27 luglio 2017
Pagine:
188
Trama
Aurora
ha paura della felicità: ha messo la sua vita dentro una valigia e
si è lasciata tutto alle spalle credendo che la distanza l’avrebbe
tenuta al riparo. Quando suo fratello le chiede di tornare in Sicilia
per aiutarlo con gli affari di famiglia, il fragile equilibrio che
aveva creato a Parigi va in frantumi. Prende l’aereo e vola a
Palermo, dove il tempo sembra essersi fermato a cinque anni prima.
Non immagina che a sperare in un suo ritorno possa esserci Giona,
l’amore di una vita che non ha mai saputo perché sia fuggita
all’improvviso. Aurora è la sua spina, ma gli basta rivederla
perché le riserve d’amore che aveva sepolto nel profondo
riaffiorino. Giona parla al suo cuore attraverso i fiori, sceglie per
lei quelli che hanno qualcosa da dire secondo l’antica simbologia
del loro linguaggio, finché sembra riuscire a sciogliere la coltre
di paura che attanaglia Aurora. I capricci del destino sembrano
volerli separare ancora una volta: perché Giona si era rifatto una
vita e in un giorno d’estate André vola da Parigi per presentarsi
alla porta di Aurora a Palermo… Tra fiori, messaggi da decifrare,
risate e pianti con le amiche in una terra dove la bellezza e i
sentimenti sono esuberanti, riuscirà Aurora a sfidare le sue paure e
scegliere la felicità?
L'idea
di base della storia è davvero carina ma qualcosa non ha funzionato
tra me e i personaggi presenti. La protagonista, Aurora, non è il
soggetto di cui mi piace leggere. Troppo volubile e insicura. Capisco
il suo timore di soffrire ancora ma l'avrei preferita più reattiva.
Si fa prendere subito dallo sconforto.
C’erano
troppe variabili che la facevano vacillare: il matrimonio, il suo
lavoro, il passato e soprattutto il futuro che diventava denso di
aspetti che non erano entrati in gioco prima. Doveva tornare come
era, di ferro.
L'autrice
ne descrive perfettamente i pensieri e le paure, ma proprio non sono
riuscita a legare con lei. Questo è stato il mio maggiore problema.
«Aurora...
l’amore si vive, si perde, si conquista, a volte si distrugge, ma
la verità è che è eterno. Quando lo senti che ti scorre nelle
vene, che ti dà vita, è eterno, non te ne liberi. Dobbiamo averne
paura per proteggerlo come il più prezioso dei doni che la vita ci
concede. Io non posso garantire nulla, ma posso tentare, posso
amarti, posso credere che sia eterno. Voglio».
Invece
ho trovato Giona molto più nelle mie corde: sensibile e paziente non
demorde di fronte ai continui rifiuti di Aurora. Il più coerente di
tutti, per me.
Sono
io che ho fatto tutto, voluto tutto. Perdona questo povero uomo che
ha provato a dar voce ai suoi sentimenti , questo stupido che s’è
tenuto dentro in questi anni il sapore del dolore, lo ha ingoiato
quando ti ha rivista e ha semplicemente tentato di farsi amare.
Quello
che non ho ben compreso è Andrè il capo di Aurora. Per me un
personaggio inutile ai fini della trama.
Avrei
voluto un maggiore sviluppo caratteriale per i soggetti secondari, in
special modo le amiche della protagonista, magari tralasciando
qualche riflessione di Aurora.
Note
positive sono lo stile accurato e corretto grammaticalmente, un
piacere per gli occhi e la mente. Fa sempre piacere affrontare un
libro ben scritto al di là del fatto che la storia o i personaggi
non mi abbiano convinto. Grazie a questo il romanzo risulta veloce e
piacevole da leggere.
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