sabato 18 novembre 2017

Recensione #140 Paura della felicità by Sarah Iles


Autrice: Sarah Iles
Titolo: Paura della felicità
Editore: Libromania
Data di pubblicazione: 27 luglio 2017
Pagine: 188


Trama
Aurora ha paura della felicità: ha messo la sua vita dentro una valigia e si è lasciata tutto alle spalle credendo che la distanza l’avrebbe tenuta al riparo. Quando suo fratello le chiede di tornare in Sicilia per aiutarlo con gli affari di famiglia, il fragile equilibrio che aveva creato a Parigi va in frantumi. Prende l’aereo e vola a Palermo, dove il tempo sembra essersi fermato a cinque anni prima. Non immagina che a sperare in un suo ritorno possa esserci Giona, l’amore di una vita che non ha mai saputo perché sia fuggita all’improvviso. Aurora è la sua spina, ma gli basta rivederla perché le riserve d’amore che aveva sepolto nel profondo riaffiorino. Giona parla al suo cuore attraverso i fiori, sceglie per lei quelli che hanno qualcosa da dire secondo l’antica simbologia del loro linguaggio, finché sembra riuscire a sciogliere la coltre di paura che attanaglia Aurora. I capricci del destino sembrano volerli separare ancora una volta: perché Giona si era rifatto una vita e in un giorno d’estate André vola da Parigi per presentarsi alla porta di Aurora a Palermo… Tra fiori, messaggi da decifrare, risate e pianti con le amiche in una terra dove la bellezza e i sentimenti sono esuberanti, riuscirà Aurora a sfidare le sue paure e scegliere la felicità?






L'idea di base della storia è davvero carina ma qualcosa non ha funzionato tra me e i personaggi presenti. La protagonista, Aurora, non è il soggetto di cui mi piace leggere. Troppo volubile e insicura. Capisco il suo timore di soffrire ancora ma l'avrei preferita più reattiva. Si fa prendere subito dallo sconforto.

C’erano troppe variabili che la facevano vacillare: il matrimonio, il suo lavoro, il passato e soprattutto il futuro che diventava denso di aspetti che non erano entrati in gioco prima. Doveva tornare come era, di ferro.

L'autrice ne descrive perfettamente i pensieri e le paure, ma proprio non sono riuscita a legare con lei. Questo è stato il mio maggiore problema.


«Aurora... l’amore si vive, si perde, si conquista, a volte si distrugge, ma la verità è che è eterno. Quando lo senti che ti scorre nelle vene, che ti dà vita, è eterno, non te ne liberi. Dobbiamo averne paura per proteggerlo come il più prezioso dei doni che la vita ci concede. Io non posso garantire nulla, ma posso tentare, posso amarti, posso credere che sia eterno. Voglio».

Invece ho trovato Giona molto più nelle mie corde: sensibile e paziente non demorde di fronte ai continui rifiuti di Aurora. Il più coerente di tutti, per me.

Sono io che ho fatto tutto, voluto tutto. Perdona questo povero uomo che ha provato a dar voce ai suoi sentimenti , questo stupido che s’è tenuto dentro in questi anni il sapore del dolore, lo ha ingoiato quando ti ha rivista e ha semplicemente tentato di farsi amare.

Quello che non ho ben compreso è Andrè il capo di Aurora. Per me un personaggio inutile ai fini della trama.
Avrei voluto un maggiore sviluppo caratteriale per i soggetti secondari, in special modo le amiche della protagonista, magari tralasciando qualche riflessione di Aurora.
Note positive sono lo stile accurato e corretto grammaticalmente, un piacere per gli occhi e la mente. Fa sempre piacere affrontare un libro ben scritto al di là del fatto che la storia o i personaggi non mi abbiano convinto. Grazie a questo il romanzo risulta veloce e piacevole da leggere.



Nessun commento:

Posta un commento