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lunedì 20 luglio 2020

Recensione #522 Un amore qualunque e necessario by Mary Beth Keane



Iniziamo la settimana con un bellissimo Review Tour, organizzato da Susy (I miei magici mondi) dedicato a un romanzo non semplice da leggere, ma che ho trovato straordinario.


Autrice: Mary Beth Keane
Titolo: Un amore qualunque e necessario
Editore: Mondadori
Pag:: 432
Data di pubblicazione: 23 giugno 2020
Trama

Kate Gleeson e Peter Stanhope, nati a soli sei mesi di distanza, sono vicini di casa da sempre, in un piccolo sobborgo alle porte di Gillam, vicino a New York. Le loro famiglie non potrebbero essere più diverse: serena quella di Kate, ultima di tre sorelle; difficile quella di Peter, figlio unico di una madre mentalmente instabile e di un padre che non riesce a proteggerlo. Un evento drammatico colpisce irrimediabilmente entrambe le famiglie, segnando le loro vite per sempre, e divide i due ragazzi. Ma la forza del loro legame è più forte di qualsiasi difficoltà, e Kate e Peter cercano, nonostante tutto, di trovare la strada per tornare l'una verso l'altro.

Un amore qualunque e necessario è una storia di redenzione, fiducia e perdono, che rivela come i ricordi dell'infanzia, filtrati dalla distanza dell'età adulta, possano cambiare. È il racconto di come, se siamo fortunati, la violenza in agguato nella vita di tutti i giorni possa essere sconfitta dal potere dell'amore.

Tradotto in moltissime lingue, Un amore qualunque e necessario ha venduto oltre 300 mila copie negli Stati Uniti ed è stato a lungo ai primi posti nella classifica del "New York Times". È inoltre in produzione una serie TV tratta da questo romanzo.



Parlare di un libro che mi è piaciuto è sempre molto complicato. Quasi mai riesco a riportare qui tutte le sensazioni che mi ha trasmesso. Come sempre ci proverò.
Peter e Kate si conoscono dalla più tenera età. Vivono uno accanto all'altra e tra loro c'è subito una meravigliosa affinità, un sentimento che si fa ogni anno più profondo. Fino ai loro quindici anni quando un terribile incidente cambia le loro vite.
Il romanzo segue la storia di Peter e Kate in primis, ma anche quella dei componenti delle due famiglie. Almeno per le vite dei genitori di entrambi i ragazzi. Soggetti molto diversi tra loro che affrontano la vita in maniera differente. Ho trovato la caratterizzazione di ognuno di loro molto realistica.
Impossibile non affezionarmi a Peter. Dietro la sua calma, il suo essere sempre così perfetto nasconde un dolore immenso che io ho provato con lui. Mi si spezzava il cuore vederlo perdersi nel buio...
Meno tragica la vita di Kate che, con alti e bassi, riesce comunque a ottenere quello che vuole. L'ho apprezzata tantissimo per come rimane sempre vicina a Peter anche quando le cose sembrano essere perdute per sempre. La dimostrazione del vero amore.
Un amore che si percepisce anche tra Francis e Lena, i genitori della ragazza. Ho amato il loro rapporto. Un matrimonio che dura anni e che sopravvive a tanto dolore, alla malattia e al tradimento.
A dispetto del ruolo tragico che ha avuto nella vita degli altri il personaggio che mi ha colpita maggiormente è Anne, madre di Peter. Questa donna che ha saputo rinascere, reinventarsi fino a farsi perdonare. Mi ha commossa in un momento molto particolare.
Naturalmente il più odioso è il padre del ragazzo. Un uomo egoista e vigliacco che abbandona tutto, compreso suo figlio. Fugge lontanto senza mai voltarsi indietro.
L'autrice ha creato una storia pacata, malinconica e talvolta cupa. Ha richiesto tutta la mia attenzione. Sono solita leggere più libri contemporaneamente, però stavolta non mi è stato possibile. Peter, Kate, Francis, Lena e soprattutto Anne hanno riempito completamente il mio cuore.
Nel complesso un romanzo doloroso ma pieno di speranza.

«Ma le cose sono destinate a cambiare» diceva Peter. «Perché la vita cambia e le persone cambiano. Finché cambiamo insieme, andrà tutto bene.»



giovedì 25 giugno 2020

Recensione #510 Un intero attimo di beatitudine by Chiara Parenti



Per l'appuntamento di giugno con la rubrica ideata da Chiara (La lettrice sulle nuvole) e Rosaria (Niente di personale) ho pensato di leggere questo libro che stazionava da tempo nella mia libreria. La mia scelta cadeva sul blog Romance e altri rimedi. La recensione di Mara QUI.

Autrice: C. M. Parenti (Chiara Parenti)
Titolo: Un intero attimo di beatitudine
Editore: DeA Planeta
Pag: 383
Data di pubblicazione: 26 marzo 2019
Trama
Arianna Brandi non è certo una ragazza che passa inosservata: capelli rossi come il fuoco e occhi pieni di rabbia. La rabbia di chi ha già perso tutte le cose che contano davvero: la famiglia, l'innocenza, la voglia di credere nel futuro. Infatti, da quando il padre se n'è andato, sparito nel nulla senza lasciare traccia, la vita di Arianna non è stata più la stessa. Qualcosa si è spezzato, e lei ha cercato rifugio nelle compagnie sbagliate, tra alcol, feste e notti infinite. Le cose cambiano il giorno in cui Arianna viene bocciata e la madre la costringe a lavorare nel bar di un piccolo paese alle porte di Siena. Per Arianna quello è l'inferno, l'estate peggiore che possa immaginare. Almeno fino al momento in cui incontra Daniel. Lui è tutto ciò che Arianna non è: timido, riservato, serio. Se ne sta seduto in un angolo del bar con una vecchia macchina fotografica tra le mani, sempre solo. Tra i due l'amore scoppia come una scintilla inaspettata, sorprendente. Lui la trascina nel suo universo misterioso, lei trova il modo di ricucire i pezzi della propria vita. Daniel sembra essersi materializzato dal nulla per salvarla, per portarla via sul suo cavallo bianco come un cavaliere dall'armatura scintillante. Eppure Arianna non sa che il ragazzo che le ha rubato il cuore nasconde un segreto. E che, forse, sarà lei a salvare lui. Una storia romantica sull'amore e sulle seconde possibilità. Quelle che la vita ci regala, sempre e comunque.





Sono partita preparata per la lettura di questo romanzo che sapevo essere altamente emozionante. Eppure è riusciuto comunque nel suo intento.

Un intero attimo di beatitudine! È forse poco per colmare la vita di un uomo?” Dovstoevskij

Arianna è distrutta dalla partenza del padre di cui incolpa la madre. Inizia così a frequentare brutte compagnie e cacciarsi in situazioni al limite dell'illegale. La sua genitrice decide, così, di farla lavorare nel bar di Walter per il periodo estivo. Qui ha la possibilità di rivedere la sua vecchia amica Carmen e conoscere Carlo e Daniel...
La storia, ma soprattutto i personaggi hanno saputo catturarmi subito. Arianna è sicuramente quella che ho preferito tra tutti. Il libro è raccontato attraverso le sue parole per cui ho potuto seguirne tutti i pensieri, le sensazioni, il dolore, il risentimento... Grazie a questo ho potuto anche assistere alla sua evoluzione.

Il fatto che tu ti ponga delle domande significa che metti in dubbio le tue certezze, le tue convinzioni di sempre, e che cerchi cose nuove, esplorare orizzonti nuovi.“
Le domande sono scomode, dolorose anche. Ma sono necessarie per crescere, per sbocciare. Per diventare il meraviglioso fiore che sei. Ed essere un fiore è una profonda responsabilità.”

Fattore principale del cambiamento della ragazza è Daniel. Un soggetto a cui mi è stato impossibile non affezionarmi. Così tranquillo, silenzioso e profondo è stato la giusta “medicina” per la ragazza.

La bellezza è qualcosa per cui vale la pena di vivere. Nei momenti in cui ce la troviamo davanti e la ammiriamo in tutta la sua purezza, tutto, anche il tempo, si ferma. Così all'improvviso, dentro di noi, diciamo sì alla vita. È questo il famoso “attimo di beatitudine che cita Dostoevskij alla fine de Le notti bianche”.

A dare un tocco di leggerezza al tutto ci sono Carlo e Carmen che tra scherzi e gesti di vera generosità hanno aiutato in svariati modi i protagonisti.
La Parenti non è un'autrice sconosciuta per me che l'avevo già apprezzata moltissimo in alcune sue opere più leggere e allegre. È stato interessante conoscerla in un genere diverso.
Unica cosa che non mi ha fatto dare il voto pieno è un'analogia con Colpa delle stelle. Chi ha letto entrambi sa a cosa mi riferisco.



Mi raccomando andate a curiosare anche negli altri blog partecipanti.





domenica 16 dicembre 2018

Recensione #289 La felicità del cactus by Sarah Haywood


Libro letto per la Reading Challenge 2018 Tutti a Hogwarts con le tre Ciambelle
Gruppo La stamberga strillante. Obiettivo: cappello parlante. 







Autrice: Sarah Haywood
Titolo: La felicità del cactus
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 14 giugno 2018
Pagine: 362

Trama
A Susan Green non piacciono le sorprese: vuole avere tutto sotto controllo. Con buona pace di famiglia e colleghi, che la trovano fredda e spigolosa. Ma la vita di Susan è perfetta... per Susan. Ha un appartamento a Londra tagliato su misura per una sola persona, un lavoro che soddisfa la sua passione per la logica e un accordo molto civile con un gentiluomo che le garantisce adeguati stimoli culturali, e non solo, senza inutili sdolcinatezze. Guai perciò a chiunque tenti di abbozzare un maggior coinvolgimento emotivo e di accorciare le distanze: Susan punge, come i cactus che colleziona. Eppure, si sa, la vita sfugge a ogni controllo. E l'aplomb di Susan inizia a vacillare quando deve fare i conti con un lutto improvviso e con la prospettiva, del tutto implausibile secondo lei, di una gravidanza. All'improvviso il mondo sembra impazzito, sia dentro che fuori di lei. Ma proprio quando Susan teme di non riuscire più a fare tutto da sola, riceverà aiuto dalle persone più impensabili. E l'inflessibile femminista di ferro, la donna combattiva e spinosa come i suoi cactus, si troverà a fiorire.






Di nuovo un romanzo letto per spuntare un obiettivo della reading challenge a cui partecipo e che sta per concludersi che non avrei mai letto. Un libro, oltre tutto, osannato dalle Laure.

Susan è una donna quarantacinquenne, alle prese con un'inaspettata gravidanza da single e l'eredità della madre morta.
La mia prima impressione su di lei è stata di pura antipatia. Come potevo apprezzare un personaggio che sembra preoccuparsi tanto per la mamma morta e non ritirare le sue ceneri dall'obitorio? Una volta a casa usare poi il contenitore come ferma-porta... Anche i suoi atteggiamenti non mi sembravano quelli di una donna di 45 anni (la mia età). Era tutto molto strano. In più faticavo ad avanzare con la lettura perché non avevo nessuna voglia di conoscere l'evolversi della sua storia. Ma dovevo finire il libro per la challenge per cui mi sono sforzata di proseguire.
Piano piano questa donna così particolare ha saputo attrarmi sempre di più. Lo sviluppo caratteriale di Susan è qualcosa di fantastico. Inizia approfondendo, non per sua volontà, il rapporto con la vicina Kate, madre divorziata di due bimbi piccoli. Divertente quando ha dovuto fare da baby sitter alla più grande dei due pargoli. Qui mi ha ricordato, moltissimo, il personaggio di Sheldon della serie TV The big bang theory. Nel farmi comprendere meglio Susan hanno aiutato anche i vari flashback sull'infanzia della donna.
Altro personaggio che ho apprezzato è Rob, migliore amico di Edward, fratello minore di Susan. Mi è piaciuta la sua calma e solidità.
Odioso per tutto il romanzo, invece, Edward. Lui proprio non è riuscito a riscattarsi, neanche alla fine.
Simpatica anche se taaanto particolare la Zia Sylvia come antipatiche galline le sue figlie. Anche queste due sulla soglia dei quaranta che si comportano come due adolescenti sceme...
Come già detto ho avuto problemi ad entrare nella storia ma poi ne sono stata talmente affascinata da completare la metà del libro in un pomeriggio e rivalutare molte delle mie impressioni iniziali.



venerdì 9 novembre 2018

Recensione #276 L'ultimo sorriso by Alfonso Pistilli



Autore: Alfonso Pistilli
Titolo: L'ultimo sorriso
Editore: Policromia
Data di pubblicazione: 17 luglio 2018
Pagine: 132

Trama
Tutti noi cerchiamo un sorriso in ogni angolo della vita, e talvolta lo troviamo laddove è impossibile. Alessandro Cocco, giovane venditore di vacanze a porta a porta, l’ha trovato in Halina, escort lituana trasferitasi a Bari, con la quale ha una profonda amicizia. Quando, al telegiornale, Alessandro apprende della sua morte, non vuole crederci, soprattutto dopo essere venuto a sapere che per la Scientifica si è trattato di suicidio. Conosceva davvero così poco la sua amica? O c’è dell’altro






La trama mi ha incuriosita subito quando mi è stata proposta dalla casa editrice Policromia. Ho affrontato il romanzo di Alfonso, suo primo lavoro, pensando fosse un normale giallo. Non è stato proprio così, il mistero da risolvere c'è ma non è il punto focale della storia.
Alessandro Coco è un giovane di Bari che lavora vendendo vacanze porta a porta o almeno cerca di farlo. Purtroppo il terribile suicidio della sua cara amica Halina, escort e modella, sconvolge la sua vita. Ma si tratta proprio di suicidio? Alessandro non ne è convinto e inizia a fare domande.
Come dicevo il mistero non è la cosa più importante di questo libro anche se è gestito abbastanza bene. Un paio di avvenimenti non mi hanno convinta: l'incontro con il manager della squadra calcistica del Bari nel parcheggio e la chiacchierata al bar con il calciatore più importante di essa. Due personalità così importanti non possono lasciarsi andare a confidenze con il primo venuto. Però, a parte questo, la storia risulta comunque credibile e ben costruita. Personalmente avevo più o meno compreso la dinamica della morte di Halina grazie ai piccoli indizi forniti dall'autore durante la lettura. Tuttavia devo dire che non ne sono stata sicura fino alla fine perché i miei sospetti si dirigevano anche verso un'altra figura del libro.
Ho apprezzato molto il fatto che Alessandro e la sua crescita personale abbiano occupato gran parte del romanzo. Davvero ben caratterizzato come soggetto.
Evocative, poi, le descrizioni di Bari, al punto di avere la sensazione di essere sul motorino in compagnia del protagonista mentre gira per la città in cerca di risposte.
Lo stile narrativo è fluido e scorrevole, molto ben curato e mai inutilmente prolisso.
Ottimo primo lavoro per un autore che terrò d'occhio con piacere.