mercoledì 6 settembre 2017

Recensione #117 Gabbia per uccellini di S. M. May


Autrice: S. M. May
Titolo: Gabbia per uccellini
Editore: Self
Data di pubblicazione: 31 luglio 2017
Pagine: 245

Trama
Mai sottovalutare un acquazzone di primavera.
Quando Rey Morales, studente all’università di La Salle, Philadelphia, esce a festeggiare l’ultima vittoria della squadra di baseball, può solo aspettarsi una serata rilassante insieme ai compagni e tifosi, piena di musica e birra. Ma la pioggia continua a cadere incessante, e Julien, l'uomo più affascinante di tutto il locale, si offre di accompagnarlo sino al campus.
Che c’è di male ad accettare quel passaggio?
Al suo risveglio, Rey si ritrova senza vie di fuga e senza difese.
Un uccellino chiuso in gabbia, con un padrone esigente che vuole prendersi cura di lui.
209 notti che valgono una vita.
Quando Mattew Forsyth, ambizioso sostituto procuratore della città, si vede assegnato il caso Morales, può solo pensare che sia iniziato uno dei periodi più fortunati della propria carriera. Niente di meglio che un processo facile e sensazionale, per garantirsi promozioni e successo.
Che c’è di male ad accettare quell’incarico?
Peccato che non sia così facile capire chi, tra la vittima e l’imputato, sia l’individuo più pericoloso in aula.
209 notti su cui manca una verità certa.
Due presunti colpevoli.
Un processo che nessuno vuole vincere davvero.
Una gabbia invisibile che imprigiona ancora.
E un’unica domanda: chi tiene davvero la chiave?

DISCLAIMER: questo non è un romanzo d’amore. Contiene scene esplicite e taluni episodi di violenza psicologica e sesso non consenziente che sono necessari per il contesto, anche se potrebbero risultare fastidiosi per lettori particolarmente sensibili. Lettura +18





Quando sono venuta a conoscenza del fatto che sarebbe uscito un nuovo libro di S. M. May e l'autrice me l'ha proposto da leggere ho subito accettato. Non ho letto neanche la trama, ma sapevo benissimo che non mi avrebbe deluso perché adoro il suo modo di scrivere e le storie che escono dalla sua testa.
Sono rimasta delusa? Naturalmente no!

Che c’era di sbagliato ad accettare un passaggio da una persona così affabile, e per di più con un tremendo temporale in corso?

Questa volta il romanzo è completamente diverso dai generi precedenti e come dice il disclaimer, non per tutti.

Duecentonove notti in cui lo aveva prosciugato, manipolato, annullato e privato di una vita vera, non dopo che lo aveva convinto di non poter più nemmeno respirare lontano da lui e nel mondo di fuori.

Ho trovato davvero molto realistico e crudo il racconto del rapimento del giovane Rey. Lo sviluppo dei personaggi è fantastico e mi ha portata direttamente accanto a lui, a vivere quei terribili giorni nella gabbia.

Il mostro lo stava trasformandolo in un ulteriore mostro, facendolo godere di un piacere inquinato. Fango in un mare di melma, l’ennesima crepa in una vita di prigionia, in una gabbia già cosparsa di rovine invisibili.


Sono arrivata a comprendere benissimo come Rey cercasse in tutti i modi di combattere contro di lui per rimanere sano di mente.

Doveva volare via, se non con il corpo almeno con l’anima. Si concentrò sulla trama irregolare del copriletto, annullandosi, facendosi incorporeo...

E ho capito benissimo come ad un certo punto si sia legato, piano piano ma inesorabilmente, al suo rapitore Julien.

Julien era l’aria fresca che entrava nella stanza, la chiave che scattava nella serratura, la vita che veniva a reclamarlo. Julien era un tunnel lungo e nero in cui lui si era infilato in una notte di pioggia. Ne sarebbe mai uscito? Stava cominciando a dimenticare i propri pensieri, i propri sogni, i volti degli amici, i piccoli gesti della vita precedente. La gabbia era divenuta la normalità, le uscite nel mondo di fuori soltanto un premio in via eccezionale. Presto sarebbe arrivato al punto di chiedersi come poteva aver vissuto senza il suo padrone prima di allora.

Trovo che la May abbia creato una storia davvero terribile ma magnificamente narrata.
Il cattivo Julien è descritto in maniera magistrale. Un personaggio completamente pazzo e cattivo che non ho potuto fare a meno di odiare. Non c'era nessuna valida scusa al suo comportamento.

«Amare è un verbo che non rende l’idea del nostro legame. Lo temevo e dipendevo da lui, lo veneravo con il terrore rispettoso che si deve all’unico essere vivente con cui parli e interagisci per mesi e mesi. Ne ero attratto e disgustato in modo morboso. Come se ci fosse stata una gabbia invisibile intorno a me, intorno a noi.»

Ho apprezzato anche come Mattew Forsyth il procuratore incaricato di chiudere il caso non si lasci ingannare dalle apparenze e voglia scavare in fondo per scoprire la verità.

Un ragazzo aveva sparato.
Un uomo aveva tentato di ucciderne un altro. P
erché tutti quanti erano
così ansiosi di dimenticare?

Un romanzo che mi ha emozionata e intrigata da subito “costringedomi” a tirare fuori il Kindle per proseguirne la lettura.




4 commenti:

  1. ecco io invece non credo di poter leggere questo libro. troppa ansia :D

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  2. molto bello e bon scritto, un romanzo avvincente che mi ha tenuto incollata sino alla fine

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