mercoledì 9 febbraio 2022

Recensione #760 Poet X by Elizabeth Acevedo

 

Buongiorno, oggi vi parlo di un libro molto particolare che sinceramente non avrei mai affrontato se non fosse stato per un obiettivo della Reading Challenge dell’Odissea che richiedeva una Casa Editrice che iniziasse con la lettera S.


Autrice: Elizabeth Acevedo

Titolo: PoetX

Editore: Sperling&Kupfer

Pag: 355

Data di pubblicazione: 27 aprile 2008

Trama

C'è potere nella parola. Avere quindici anni non è mai facile, men che meno se hai un corpo dalle curve prorompenti che non passa inosservato e che sembra raccontare tutto di te prima ancora che tu apra bocca. Xiomara se ne rende conto in fretta, mentre cammina per le strade di Harlem, inseguita da fischi e commenti lascivi, perciò impara a difendersi come può, con la lingua tagliente e i pugni levati. Non si concede mai di abbassare la guardia, se non quando appunta i suoi pensieri su un quaderno con la copertina di pelle, in cui scrive d'amore, di passione, del difficile rapporto con la madre, tradizionalista e molto religiosa, che mai e poi mai deve venire a conoscenza dei suoi tumulti interiori, dei suoi desideri più reconditi. E che la metterebbe in punizione, se venisse a sapere che la figlia si è iscritta al club di poetry slam della scuola, dove ha la possibilità di interpretare le sue poesie. Xiomara è consapevole di rischiare grosso, ma una volta assaporata la libertà di raccontare ad alta voce il suo mondo, come può accettare di tornare al silenzio?






Sono sincera, ma questo romanzo non mi attirava granché. Devo imparare a non pormi certi preconcetti perché, non leggendolo, avrei perso una lettura emozionante.

Xiomara ha 15 anni e vive a New York. La sua famiglia è immigrata dalla Repubblica dominicana e sua madre è una donna fortemente religiosa.

Questo libro mi ha colpita soprattutto per lo stile in cui è scritto. La Acevedo ha una penna particolare, secca, usa frasi brevi e quasi poetiche. Le giornate di Xiomara vengono narrate alternandosi tra pagine di diario, temi e poesie. Tutto ciò costruisce un ritratto realistico della protagonista.

Io non leggo poesie perché, raramente, riesco a comprenderle. La Acevedo, al contrario, è riuscita a trasmettermi, con le sue parole, immagini e sensazioni. Uno stile davvero evocativo.

Il personaggio con cui ho avuto i maggiori problemi è stato la mamma di Xiomara. Personalmente queste persone così dedite alla religione mi mettono parecchia angoscia. Mi spaventa vedere che non riescono a vedere oltre la loro fede dando per scontato che la loro religione sia l'unica giusta. Tuttavia, verso la fine sono riuscita anche a capire le paure di questa donna e a non odiarla più di tanto. Quello che invece mi ha lasciata più perplessa è il fratello di Xiomara, che lei chiama amabilmente Fra. Lui è sempre troppo in secondo piano, quasi freddo. Un tipo che va dove soffia il vento, forte della sua posizione di figlio privilegiato. Non prende mai una posizione e non difende mai Xiomara. Il cocco di mamma che ha paura a dirle di no.

Come dicevo il romanzo è raccontato con uno stile particolare, veloce, scattante, e con capitoli brevi. Ho letto e ascoltato questo libro, trovando la voce narrante adattissima al personaggio di Xiomara. Riusciva ad interpretare perfettamente le parole scritte.

Un libro che avevo sbagliato a snobbare!






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