domenica 25 novembre 2018

Recensione #21 Rose Madder di Stephen King by Antonia


Questa volta l'Antro di Antonia ospita un libro, classificato sì come horror-thriller, ma che tratta un argomento purtroppo attuale. Nel giorno contro la violenza sulle donne vi parla di Rose Madder di Stephen King




Titolo: Rose Madder

Autore: Stephen King
Casa editrice: Sperling&kupfer
Pagine: 511
Data di pubblicazione: 1 Maggio 2002
Trama
Rose fugge. Fugge da quattordici anni di soprusi, da un marito violento e da una vita che non promette più nulla. Ricominciare da capo è l'unica via d'uscita. Una città sconosciuta, una nuova occupazione e un nuovo compagno: finalmente tutto sembra girare per il verso giusto. La donna si imbatte anche in uno strano dipinto. Una crosta senza valore, o molto, molto di più? Il legame tra il quadro e Rose si fa sempre più stretto, quasi morboso, e quando il suo sadico marito si farà rivedere non troverà più la debole e indifesa mogliettina di un tempo, ma qualcuno o qualcosa che stenterà a riconoscere.





"Siede nell'angolo e cerca di estrarre aria da una stanza che fin a pochi minuti fa ne era piena e ora sembra non averne più. Da molto lontano le giunge un suono sottile di risucchio e sa che è aria che le scende nei polmoni e poi risale ed esce in una serie di brevi ansiti febbrili, ma non muta la sensazione che ha di annegare nell'angolo di soggiorno di casa sua, con lo sguardo sulle spoglie stracciate del romanzo in edizione economica che stava leggendo quando è rincasato suo marito.
Non le importa molto. Il dolore è troppo forte perché abbia a preoccuparsi di questioni marginali come la respirazione o il fatto che sembra non ci sia aria nell'aria che respira. Il dolore l'ha ingoiata, come si dice che la balena abbia ingoiato Giona, il santo renitente.
Pulsa come un sole infetto che arde al centro del suo corpo, là dove fino a sera c'era solo la sensazione serena di un nuovo essere che cresce.
Non c'è mai stato altro dolore come questo dolore, non che ricordi, nemmeno quando, tredici anni, sterzò bruscamente per evitare una buca e cadde dalla bicicletta, battendo la testa sull'asfalto e aprendovi un taglio che risultò lungo esattamente undici punti.
Di quell'incidente ha sempre ricordato un lampo argenteo i dolore seguito da uno stupore buio e stellato, che era in realtà un breve svenimento...
ma non fu questo strazio.
Questo terribile strazio..."


In questo romanzo King affronta un tema centrale di molti suoi scritti, la violenza sulle donne e la forza che le donne mostrano quando decidono di alzare la testa, reagire ed uscire dal loro incubo. Le eroine di King sono sempre delle donne eccezionali, pensiamo solo ad un altro grande romanzo che parla di donne forti e coraggiosi, e all’eroina per eccellenza, Dolores Claiborne. Ma mentre Dolores è una combattente sin dalla prima violenza subita, (è la carogna che è l’unica cosa che resta ad una donna), Rose Daniels lo è diventata... una goccia di sangue che l’ha risvegliata dal torpore in cui la violenza fisica e psicologica l’aveva imprigionata e dal senso di colpa che genera in tutte le donne vittime di abusi. Quella macchia di sangue emblema di ciò che ha già perso in quell’incubo oltre a se stessa, la vita di una creatura tanto desiderata, la fa scappare. Si alza, prende la carta di credito del suo aguzzino, combattendo contro quel senso di colpa che le fa credere che quelli non siano soldi suoi, e scappa verso l’ignoto, e qui risiede il motivo per cui molte, troppe donne restano nell’incubo: la paura dell’ignoto. Il dolore è qualcosa di conosciuto, rassicurante, quasi amico, mentre fuori non sai cosa ti aspetta, e questo ti terrorizza ancora di più. Scappa con la vescica che scalpita, vittima anch’essa dei lavori di Norman, scegliendo la destinazione più lontana possibile, che però le permettesse di partire il prima possibile. Arriva in un luogo sconosciuto, e si aggrappa al più grande coraggio di tutti, ciò che molte donne non riescono a fare: chiede aiuto.
Nella sua rinascita scopre un potenziale dentro di sé che non aveva mai neppure immaginato, un coraggio e una determinazione che la rendono una “forza della natura”, lei, Rosie Vera, alla riscoperta della "vera" se stessa.
Il quadro non è solo il dettaglio soprannaturale che King ha voluto per forza inserire, come alcuni interpretano, King non fa mai niente per caso. Il quadro rappresenta la metamorfosi di una vittima che diventa finalmente padrona del proprio destino.
La vera prigione di Rose era dentro di lei, nella convinzione che una brava moglie dovesse subire e provare solo rassegnazione, mentre ora la rabbia è un sentimento da accogliere e non da nascondere, positivo, che ci dice qualcosa e che dobbiamo ascoltare ed accettare. Il quadro, con la sua metafora del labirinto e della bambina da salvare (la figlia abortita ma anche, in un certo qual modo, se stessa), è lo specchio attraverso cui lei può capire chi è veramente e cosa può veramente fare della sua vita. Rose, in quel dipinto, ha fatto due cose: salvare Rose Daniels (la bambina del labirinto) e scoprire Rosie Vera, ma soprattutto capire che lei è entrambe le cose, perché noi donne siamo sempre entrambe le cose, siamo mille sfaccettature che non vanno mai negate ma accolte, nella loro diversità e unicità. Grazie al quadro ha trovato il suo equilibrio, sconfiggendo non solo il suo aggressore, ma ciò che dentro di lei le imponeva di imprigionare Rose Madder e la sua forza.
Un romanzo meraviglioso e l’ho amato tantissimo!




5 commenti:

  1. Lo sai che a me King no piace, ma questo libro sembra essere molto interessante

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  2. So bene che non ti piace King. Ma a questo, se fossi in te, darei una possibilità. King non scrive solo di horror. Spessissimo l'horror descritto nei suoi libri, più che dal sovrannaturale deriva dalle persone cosiddette normali.
    "I mostri sono reali e anche i fantasmi sono reali. Vivono dentro di noi e, a volte, vincono."

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  3. Devi superare la tua paura di King!

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  4. ho letto king in passato, l'ho sempre apprezzato e conosco questo libro principalmente per la sua fama. un giorno credo riuscirò a leggerlo anche io.

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  5. non sono un'amante del Re ma mi è piaciuta la tua recensione

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