martedì 27 novembre 2018

Incontro con Marco Buticchi


Oggi un post un po’ diverso dal solito, infatti questa volta sono andata alla presentazione con Manuela (Letture a pois) ok, ammettiamolo, l'ho costretta con la mia frusta… Glitterata! Per questo abbiamo deciso di pubblicare entrambe il post. Manuela non conosceva questo autore e l'ho spinta io a partecipare. In un primo momento aveva infatti accantonato questo evento. Ma come si fa a non andare a sentire Marco Buticchi???




Sabato 3 Novembre 2018, presso la Libreria Nuova Europa del CC I GRANAI a Roma, si è tenuta la presentazione dell’ultimo romanzo di Marco Buticchi: I segreti del Faraone Nero, edito da Longanesi.

Devo ammettere che sono felice di essere andata alla presentazione. La cosa migliore è stata il fatto che, siccome siamo arrivate con largo anticipo, abbiamo potuto incontrare l’autore con tranquillità e abbiamo fatto subito le foto con lui. Una persona molto distinta, gentile… un uomo d’altri tempi (Coso ha ben ragione a dire che ne sono rimasta affascinata). E io te l’ho detto che era un uomo affascinante e devi scoprirlo anche come autore! 


Titolo: I segreti del Faraone Nero
Autore: Marco Buticchi
Editore: Longanesi
Data di pubblicazione: 27 settembre 2018
Pagine 546
Egitto, 1798. Claude de Duras, archeologo inviato in Egitto al seguito dell'esercito napoleonico, nel corso degli scavi compie una scoperta eccezionale. La Campagna d'Egitto sembra procedere senza intoppi fino alla disfatta di Abu Qir. A quel punto, messo alle strette dal successo di Nelson, il diplomatico e segretario personale di Bonaparte, Louis Antoine de Fauvelet de Bourrienne, stringe un accordo con Robert Goldmeiner, giovane rampollo di una ricca dinastia dalle antiche origini. Goldmeiner propone prestiti che potrebbero risollevare le sorti della spedizione e delle avide casse della Francia rivoluzionaria. In cambio Bourrienne promette a Goldmeiner tutto l'oro che de Duras troverà durante gli scavi. Nessuno di loro, però, può immaginare le conseguenze delle scoperte dell'archeologo francese: una scia di morte perseguiterà chi, da quel momento, verrà a conoscenza degli incredibili ritrovamenti di De Duras... Tel Aviv, giorni nostri. La madre adottiva di Oswald Breil, Lilith Habar, ormai in fin di vita, confida a Breil la verità sulla drammatica fine dei suoi genitori, una morte che sembra essere collegata alle spregiudicate trame di una potentissima dinastia familiare, le cui radici affondano in un'epoca remota. Un'avventura che attraversa i secoli, dalla leggenda del Faraone Nero alle guerre napoleoniche, dalla guerra d'indipendenza americana alle atrocità naziste del secondo conflitto mondiale... A unire epoche così distanti è un unico filo rosso, il rosso del sangue di una stirpe di spietati affaristi e cospiratori, i banchieri Goldmeiner, che, in nome della ricchezza e del potere sono disposti a tutto....

NOTA: in corsivo le parole dell’autore, in grassetto le parole del moderatore Francesco D’Ayala, in rosa (e non poteva essere altrimenti) i commenti di Dolcissima


Foto presa dalla pagina fb della Libreria Nuova Europa

La presentazione si svolge in un clima rilassato. Francesco D’Ayala e Marco Buticchi conversano amabilmente in merito al romanzo, a come è nato e alla tecnica di scrittura che l’autore ha usato per scrivere questo suo ultimo lavoro. Sono state fatte battute e ci sono stati momenti divertenti, specie quando Marco Buticchi se la prendeva (dolcemente) con la moglie e la figlia che “disturbavano” la platea facendo cadere le caramelle che stavano mangiando… A dire il vero, io avrei eliminato la vecchietta seduta dietro di me che non ha fatto altro che commentare tutto quello che l’autore diceva… Oh, non è stata zitta un secondo, un fastidio… Buona non hai alibi, abbiamo sentito l’avvocato. Vero, l’avvocato ha detto, però, che sarebbe legittima difesa…

Foto Presa dalla pagina FB della Libreria Nuova Europa


Riporto qui solo alcune delle domande e risposte della presentazione, durata più di un’ora, interrotta solo perché la proprietaria della libreria ha fatto notare che era il momento del firmacopie. Sinceramente sarei rimasta ad ascoltare Marco ancora e ancora e ancora… Devi leggerlo, lo vuoi capire?
Francesco D’Ayala apre la presentazione chiedendo come mai per questo romanzo Marco si fosse ispirato alla storia d’Egitto, luogo fino ad ora non preso in considerazione nei suoi romanzi.
Marco: Fino ad ora lo avevo lasciato perdere perché è un mondo difficile e comunque misterioso anche per chi si deve occupare di mistero. Però io sono un uomo di mare e guardo il mare mi viene da pensare “Che cosa c’è sotto? Cosa si nasconde negli abissi? Quali tesori?” e mi è successa la stessa cosa guardando la sabbia del deserto. Così ho cominciato a cercare i misteri fino a che non ho trovato quello che mi ha fatto innamorare più di tutti: il faraone Shebitqo, che ha regnato per circa 12 anni.
Francesco: Parliamo della tua tecnica di scrittura.
Marco: Uno pensa sempre che la tecnica si scelga a tavolino, la tecnica viene quando si è difronte al foglio. La prima tecnica che io uso è quella di divertirmi io stesso. Se non mi divertissi io come faccio a divertire il lettore?
Francesco: Come è nata questa cosa dell’Egitto, un po’ l’hai detto prima. Tu l’Egitto lo conoscevi, ci sei stato, ti piaceva?
Marco: Lo conoscevo, ci sono stato, mi piaceva come piace a tutti, non ero un egittologo.
Francesco: Come sei riuscito anche questa volta a mettere dentro una realtà possibile?
Marco: Dico una cosa che va un po’ contro me stesso. Non bisogna scambiare lo scrittore di romanzo d’avventura per un saggista. Lo scrittore di romanzo d’avventura non deve raccontare la verità assoluta. Il mio dovere nei confronti del lettore è quello di divertirlo, se poi qualcuno mi dice che leggendomi ha imparato qualcosa, sono ancora più contento. Ti rispondo come avrebbe fatto un certo ragazzo che si farà strada, Alessandro Manzoni si chiamava, il quale diceva “Lo scrittore di romanzo storico deve infinocchiare talmente bene il lettore che il lettore non riesce a capire dove sia il vero e il verosimile.” Alla fine dei miei romanzi io infondo aggiungo una appendice dove elenco i fatti veri.
Francesco: Sei riuscito ad innestare un personaggio che è credibile in fatti storici, la scoperta del giovane archeologo poteva essere una storia vera. Anche perché se uno va a leggersi le storie vere delle scoperte sono molto simili a queste storie di fantasia. Arriviamo a questa attenzione all’Egitto che ci consegna la Stele di Rosetta e un segreto, che rimane segreto fino alla fine del romanzo. E la scoperta, per molti di noi, di questi faraoni nubiani (stirpe di faraoni dalla pelle scura).
Marco: Non spoileriamo, che brutta parola spoilerare. Questo Shebitqo, faraone mago, era inviso al fratello. Quando il padre muore lascia il regno a Shebitqo e l’esercito al fratello. Ma il fratello non ha fortuna con l’esercito e quindi gli rimane l’animo astioso verso il fratello faraone, tanto che fa uccidere il fratello, ma al suo posto nella piramide fa seppellire un servo. La domanda dell’autore è: ma, se nella piramide nubiana numero 19 c’è un servo, dove è il faraone? Da qui prende il via il romanzo e il segreto che viene svelato dal giovane ricercatore.
Qui Francesco e Marco iniziano a dialogare di fatti storici contemporanei, portano esempi di morti illustri che però hanno qualcosa di misterioso, come la morte del numero due dei nazisti (un collaboratore di Hitler), lo stesso Mussolini o il più vicino a noi Bin Laden… Tutti questi hanno una morte che sembra quasi paradossale. Fanno quindi una digressione proprio sul periodo storico della seconda guerra mondiale e del nazismo. Molto interessante la discussione.

A questo punto Marco Buticchi legge un passo del suo romanzo, mi piace quando gli autori leggono i loro romanzi, danno un qualcosa in più, entri nell’atmosfera del romanzo completamente.
Marco: Molto spesso mi domandano: “Ma lei che scrive e ha sempre protagonisti ebrei, è ebreo?” Io non sono ebreo e non ho particolari attinenze con persone ebree. Però, bisogna pensare che tutti sapevano, ma non abbiamo fatto niente. Abbiamo un debito di riconoscenza nei loro confronti.
Francesco: La forza degli ebrei è la memoria. Loro ricordano tutto.
Marco: Una cosa che dico sempre quando vado nelle scuole: “Non pensate a platee sconfinate, scrivete e mettete da parte, perché così lasciate un ricordo”. Noi abbiamo perso la memoria, siamo istantanei. L’unico modo per conservarla non è affidarsi alla tecnologia, è scrivere. L’importante è questo: conoscere il passato per affrontare il futuro. Stiamo perdendo di vista il passato e infatti siamo persi nel futuro.
Al termine della conversazione, partendo dal fatto che dalla platea gli chiedevano se era influenzato da Wilbur Smith, Clive Cussler (stai dimenticando il migliore)  Marco racconta il suo rapporto con questi grandi autori stranieri. Quindi c’è stato il firmacopie. 
Dolci e io siamo andate via, perché grazie al fatto di essere arrivate prima, avevamo già avuto la nostra foto con l’autore e soprattutto Dolci aveva il suo romanzo con dedica… Mio mio mio mio
Mi piace quando vado alle presentazioni con Dolci, un po’ perché cogliamo queste occasioni per vederci e chiacchierare un po’ di tutto e poi perché è il modo per scherzare con Sandro… (Coso...organizzare viaggi a Parigi) E pensare che la prima di conoscerlo avevo soggezione di lui… Concordo con Manuela, le presentazioni, che adoriamo, ci danno modo di vederci di persona e chiacchierare di libri. Per me è una sorta di sfogo visto a casa non posso parlare troppo di libri… un pochino mi ascoltano ma poi vedo  espressioni vacue e capisco che sto parlando da sola.






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