lunedì 9 agosto 2021

Recensione #690 Nel buio by Loreth Anne White

 

Buongiorno, ultima settimana prima della chiusura estiva del blog. Il libro di cui vi parlo oggi è un thriller che ha saputo veramente intrattenermi nel modo giusto.

Ringrazio la Hope Edizioni per la copia digitale.


Titolo: Nel buio
Autrice: Loreth Anne White
Pagine:: 397
Casa editrice: Hope Edizioni
Data di pubblicazione: 12 luglio 2021
Trama

Uno chalet di montagna isolato. La vacanza perfetta. Un angolo remoto in cui nessuno ti troverà mai.

La promessa di una vacanza di lusso in un luogo selvaggio ha riunito otto fortunati ospiti. Tuttavia, al Forest Shadow Lodge nulla è come sembra. Quando una violenta tempesta si abbatte sui monti e ogni contatto con l’esterno viene interrotto, gli ospiti cominciano a temere di essere finiti una trappola.
Ognuno di loro ha un segreto. Ognuno di loro ha qualcosa da nascondere. E, mentre il buio si avvicina, tutti hanno qualcosa di cui avere paura.
Allertati della loro scomparsa, il poliziotto della omicidi Mason Deniaud e l’esperta di ricerca e soccorso Callie Sutton devono sfidare le avverse condizioni climatiche per ritrovarli. I due però non hanno idea di quanto il tempo sia prezioso: uno a uno, infatti, gli ospiti iniziano a essere cacciati come prede e la loro sopravvivenza diventa parte di un gioco diabolico.




Perché tutti diciamo bugie. Ciascuno di noi, e chiunque lo neghi è il più grande bugiardo di tutti.

Questo romanzo è davvero ben fatto ed è riuscito a regalarmi le giuste sensazioni che mi aspetto da un mystery-thriller-giallo.

«La pilota Stella Daguerre. Quarantotto anni. Proprietaria e operatrice della West Air, con base sull’isola di Galiano; il dottor Nathan McNeill, cinquantasei, professore di Micologia all’Università di Toronto; sua moglie, Monica McNeill, cinquantaquattro, ereditiera di supermercati e amministratrice delegata della Holistic Foods.»

«Katie Colbourne, documentarista di viaggi, una volta famosa per i notiziari.»

«Il dottor Steven Bodine, chirurgo estetico responsabile della clinica Oak Street; Bart Kundera, trentanove anni, proprietario e operatore della Executive Transit di Burnaby. Questa è Deborah Strong, trentaduenne, che gestisce l’agenzia Boutique Housekeeping, nel Surrey. E Jackie Blunt.»

Il romanzo è impostato sulla falsariga del celebre 10 piccoli indiani di Agatha Christie, con tanto di filastrocca.

Nove piccoli bugiardi credettero di scampare uno perse l’aereo e otto poterono restare.

Pensavo che questa dinamica mi avrebbe dato fastidio perché, oltre a essere il primo romanzo che lessi della Christie, è il mio preferito. Eppure l’autrice è stata molto abile nel creare la sua storia originale.

«I giochi mentali. I sospetti. Il non fidarsi l’uno dell’altro. Tutto in quella casa aveva lo scopo di farci impazzire: la scacchiera con quei pezzi, come i dieci soldatini di Agatha Christie. Il vecchio romanzo giallo lasciato appositamente accanto alla scacchiera. Quell’inquietante filastrocca nel libro indicava che la nostra permanenza nella casa seguiva la trama del romanzo.»

I tanti personaggi che sono presenti hanno tutti un loro POV. Almeno fino alla loro morte... Una narrazione corale che avrebbe potuto confondermi, ma non è stato questo il caso. Ho apprezzato conoscere meglio il loro passato e comprendere i vari collegamenti tra di loro.

Inoltre ci sono pure i punti di vista di Mason e Callie, gli incaricati delle indagini e delle ricerche. Entrambi hanno passati dolorosi che avrebbero potuto appesantire la storia, ma non è stato così. I loro complessi retroscena danno uno spessore maggiore a tutta la trama.

L’intreccio e le relazioni tra i protagonisti sono sviluppati molto bene. Vengono svelate varie cose gradualmente. Ciò ha fatto sì che i miei sospetti si spostassero da uno all’altro degli ospiti. Finché, però, sono riuscita a capire chi era l'ospite del prologo.

A volte ho riscontrato un po’ di lentezza nella narrazione anche se la tensione si mantiene alta per tutto il libro.

Il finale mi è piaciuto perché è uno di quelli in cui tutti i nodi vengono al pettine. Forse un po' troppo prolisso perché svela ogni minimo particolare. Sembra un controsenso, ma è la sensazione che ha trasmesso a me.

Sono contenta che questo libro sia autoconclusivo, tuttavia la coppia Callie-Mason sarebbe interessante da rivedere in altre storie. Inoltre, credo che il romanzo si presti benissimo a una trasposizione televisiva. Nelle giuste mani, ha tutte le carte in regola per diventare una bellissima serie TV.



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