sabato 3 agosto 2019

Recensione #383 Una bambina cattiva by Zoje Stage


Autrice: Zoje Stage
Titolo: Una bambina cattiva
Editore: Newton Compton Editore
Pag:: 358
Data di pubblicazione: 27 giugno 2019
Trama
Per Suzette Jensen la nascita di Hanna è stata una benedizione. Le sue condizioni di salute sembravano escludere la possibilità di una gravidanza, ma alla fine lei e suo marito Alex hanno ottenuto la famiglia che avevano sempre desiderato. Hanna, però, a sette anni non ha ancora pronunciato neppure una parola. È riuscita a farsi espellere da tutte le scuole in cui l’hanno mandata, costringendo Suzette a seguirla a casa. Hanna è una bambina difficile. Capricciosa, aggressiva, diventa ogni giorno più ostile. L’unico momento in cui sembra calmarsi è quando suo padre è presente. Agli occhi di Alex, Hanna è il ritratto della brava bambina, un angioletto innocente che ha bisogno di affetto per sbloccarsi. Eppure Suzette sa che c’è molto di più. Sente che sua figlia non la ama, e sospetta che covi un odio viscerale nei suoi confronti. Un odio che peggiora fino a diventare una vera e propria minaccia…







Uno tra i miei generi preferiti è sicuramente il thriller psicologico. Intrufolarsi nella mente dei killer, degli psicopatici in genere mi attira molto. Quando poi coinvolge i bambini mi incuriosisce ancora di più. Non sono normale, lo so.
Non posso dire che sia stata una lettura facile perché spesso non sapevo verso chi “puntare il dito”.il libro è visto attraverso gli occhi di Suzette madre di Hanna, bambina davvero mooolto strana e inquietante.
Non potevo credere che una bimba di sette anni potesse avere simili pensieri e provare un odio così profondo per sua madre. Leggere i suoi capitoli è stato terrificante. Alcuni suoi sentimenti malati sono percepiti da Hanna come naturali. C'è un tale odio nei confronti della genitrice che non capivo da dove potesse derivare.
Suzette cerca di essere una madre attenta e affettuosa nonostante i suoi seri problemi di salute. Ama Hanna con tutto il cuore. Sempre. In ogni momento e situazione.
La bambina, però, continua ad adorare solo suo padre. Un genitore assente per la maggior parte della giornata. Sarà che io non ho per nulla apprezzato Alex, il padre. Oltre a stare tutto il giorno al lavoro non riesce a vedere la minima anomalia nei comportamenti di Hanna. Neanche quando si trova davanti al fatto compiuto. Nega, nega, nega che la sua dolce bambina possa commettere determinati atti. Il tipico modo di pensare di un uomo che considera le reazioni (giustificate per altro) della moglie come stupide lagne isteriche.
La malattia mentale di Hanna è descritta davvero in maniera molto realistica.
Il libro è scritto molto bene e i capitoli con i POV di Suzette e Hanna hanno reso benissimo le loro sensazioni. Quelli della piccola sono perfetti e il linguaggio usato è conoscono all'età e alle fantasie di una settenne.
Una lettura tremenda, raccapricciante ma molto interessante.
E il finale...



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