lunedì 24 settembre 2018

Recensione #256 La devota by Koethi Zan



Titolo: La devota
Autore: Koethi Zan
Casa editrice: Longanesi
Pagine: 396
Data di pubblicazione: 31 maggio 2018
Trama
La vita di Julie Brookman sembra perfetta: un fidanzato attento, genitori affettuosi e ottimi voti a scuola. Davanti a lei un futuro roseo. La vita di Cora, invece, è un inferno: prima un padre violento, poi un marito crudele e psicopatico che l’ha tormentata senza pietà fino a farle credere di essere poco più di una marionetta nelle sue mani, una moglie follemente devota. Per lei non sembra esistere una via d’uscita. Julie e Cora sono due donne agli antipodi. Ma una notte le loro strade si incrociano tragicamente. Rinchiuse nella stessa casa, dovranno imparare ad avvicinarsi e conoscersi per rimettere insieme i pezzi della loro vita e, forse, trovare un modo per liberarsi.
Dall’autrice di Dopo, un thriller che esplora con maestria la sottile linea che separa vittima e carnefice.




Quando ho visto che era in uscita un nuovo libro di questa autrice che mi aveva intrigata con il suo primo lavoro non ho potuto fare a meno di essere entusiasta della cosa. Purtroppo, pur non essendosi rivelata una cattiva lettura, non mi è piaciuto come Dopo.

Julie Brookman, giovane studentessa, viene rapita da un estraneo, rinchiusa in una casa sperduta tra la campagna americana e lasciata alle cure di Cora. La storia è narrata dal pov della ragazza rapita, la moglie del rapitore (Cora) e di Adam, un detective che sta cercando di ritrovare la sorella scomparsa.
Nessuno dei protagonisti mi è risultato granché simpatico nonostante la caratterizzazione della loro personalità sia fatta abbastanza bene. Sono soggetti pieni di sfaccettature che li rendono davvero realistici ma non mi hanno conquistato.
La cosa che mi ha destabilizzato durante la lettura è di essermi sono ritrovata più volte a parteggiare per Cora, invece che per Julie. Era una donna vittima della vita terribile che aveva condotto che viene raccontata attraverso vari flashback. Non ho potuto non sentire empatia verso di lei.
Jullie non mi faceva pena, non avevo paura per ciò che le stava succedendo. Mi interessava solo conoscere i risvolti riguardanti Cora.
Personaggio di cui non ho capito il senso, invece, è quello del detective. Ossessionato dalla scomparsa della sorella ora indaga sulle donne e sui bambini scomparsi nella vana speranza di ritrovarla. Ok per le sue motivazioni, ma ai fini della storia il suo apporto è del tutto inutile.
Quello che invece avrebbe dovuto avere una caratterizzazione maggiore è il rapitore che si vede raramente in tutto il libro e torna nel finale comportandosi in modo incomprensibile.
Ho apprezzato lo stile narrativo della Zan e il modo in cui vengono raccontati i terribili giorni di prigionia di Julie.
Il romanzo, nonostante non sia ai livelli di Dopo, mi ha comunque coinvolta e tenuta in ansia, non per Julie ma per Cora.

 



6 commenti:

  1. solo a leggere la trama mi viene l'ansia, figurarsi a leggere tutto il libro! ecco questo è uno di quei romanzi che in genere scarto, ste robe così claustrofobiche mi fanno stare male.

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  2. Anche a te non ha entusiasamato, vedo. Concordo sul fatto che il detective sia un personaggio inutile, per come è stato inserito, e che sarebbe stato decisamente più interessante se ci fosse stato uno sviluppo maggiore per il rapitore. Comunque una lettura evitabile
    Bacci

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    1. Era meglio evitare il detective e parlare del rapitore

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