Editore:
Einaudi
Data di pubblicazione: 26 maggio 2009
Pagine: 166
Data di pubblicazione: 26 maggio 2009
Pagine: 166
Trama
Maria
vive a casa di Bonaria Urrai e nessuno sa il perché sia finita
proprio lì (nonostante abbia una famiglia): "nata due volte",
("Fillus de anima. E' così che li chiamano i bambini generati
due volte, dalla povertà di una donna e dalla sterilità di
un'altra") . La bambina cammina per le strade del paese con la
vecchia e i commenti malevoli le piovono addosso. Ma non c’è nulla
di strano, la donna ha preso la bambina con sé, la farà diventare
adulta e sua sua erede. In cambio chiede solo una cosa, che la
bambina si prenda cura di lei, quando ne avrà bisogno.
La protagonista di Accabadora è sorpresa da tutte le attenzioni che le presta l’anziana donna, sarta del paese, che non sembra chiederle nulla e la lascia vivere liberamente. Eppure c’è qualcosa in questa donna, nei silenzi prolungati, nel vestito nero, una sorta di mistero che l’avvolge. (“In ginocchio con il metro di pelle si muoveva rapida come un ragno femmina”). Di notte conduce una doppia vita (“Ha chiesto lui di me?”). Qualcosa che il libro svela lentamente.
Ci sono tante cose che Maria non capisce, che osserva, ma non si spiega. Lei infatti non sa che la donna conosce l’oscurità delle persone, sa fare sortilegi e quando non si può evitare entra nelle case a.....
La protagonista di Accabadora è sorpresa da tutte le attenzioni che le presta l’anziana donna, sarta del paese, che non sembra chiederle nulla e la lascia vivere liberamente. Eppure c’è qualcosa in questa donna, nei silenzi prolungati, nel vestito nero, una sorta di mistero che l’avvolge. (“In ginocchio con il metro di pelle si muoveva rapida come un ragno femmina”). Di notte conduce una doppia vita (“Ha chiesto lui di me?”). Qualcosa che il libro svela lentamente.
Ci sono tante cose che Maria non capisce, che osserva, ma non si spiega. Lei infatti non sa che la donna conosce l’oscurità delle persone, sa fare sortilegi e quando non si può evitare entra nelle case a.....
Accabadora
di Michela Murgia è il libro vincitore del Premio Campiello 2010
Bel
libro, breve ed intenso, molto scorrevole, ambientato nella Sardegna
negli anni 50. Vengono descritte atmosfere antiche di questa terra,
in cui sembra si ritrovino i profumi delle campagne, i costumi della
gente nella quotidianità, il linguaggio della popolazione che prega
ancora in latino e che di questa lingua ne ha conservato gran
retaggio. Molte le chiavi di lettura per una storia, originale e
cruda, che fa meditare sull'essenza della vita, l’appartenenza al
territorio, l’istruzione e il significato del lutto. Si tocca con
garbo argomenti delicati come quelli dell’adozione e
dell’eutanasia: temi, questi ultimi, che pongono frequenti domande
e molteplici risposte.
Consigliato
assolutamente.
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