Buongiorno
quest'anno partecipo a un'iniziativa molto interessante. Sono stata
coinvolta da Simo del blog Il mondo di SimiS: "In mille
parole". Ogni mese vari autori ci delizieranno con racconti di
tutti i generi.
Il
concorso letterario è rivolto a tutti quelli che abbiano voglia di
mettersi alla prova scrivendo un racconto in Mille Parole.
L'iniziativa
è partita da Alex Astrid del blog "Vuoi conoscere un casino"
che ha organizzato il tutto. Simo, Alex e Francesca del blog Libri,
libretti e libracci sono i giudici supremi a cui si aggiunge ogni
bimestre una blogger diversa. Il regolamento completo lo trovate QUI
Se
volete leggere tutti i racconti unitevi a noi nel gruppo Facebook.
Il
tema di questo mese è stato
"Mi chiamo Garion e sono uno
stregone"
I
primi tre classificati sono:
Alessandro
Ricci “In me mago agere”
Antonio
Di Cesare “Fantasy na cippa”
Dario
DG “Colloquio”
Ecco
il racconto vincitore che è anche il mio preferito
In
me mago agere di Alessandro Ricci
«Mi
chiamo Garion e sono uno stregone.»
Ridono
tutti quando lo dico e fanno bene, non dovrei dirlo a nessuno, è una
cosa folle da credere, eppure è vera. Mi prendono in giro perché
pensano che mi stia inventando tutto e perché non ho proprio
l’aspetto di un maestro delle arti arcane. Avete presente, no?
Cappello a cono e barba lunga. Il cappello non mi va proprio di
indossarlo, è una cosa passata di moda e anche un po’ ridicola, la
barba invece mi sembra importante, non mi viene in mente nemmeno uno
stregone che ne sia sprovvisto. Ci ho provato a farla crescere, ma a
quanto pare nessun incantesimo è cosi potente da far crescere anche
il minimo peletto sulla faccia di un undicenne.
Garion
non è il mio nome, quello vero lo devo nascondere per evitare di
essere attaccato, è per questo che gli altri non dovrebbero saperlo.
Ma a volte è così difficile mantenere il segreto. Sarebbe più
facile che conoscessero il mio segreto piuttosto che credere che sia
uno strambo. Ma sopporto tutto con pazienza, anche questo fa parte
del mio addestramento, se sapessero che li tengo al sicuro dai
cattivi mi tratterebbero come un eroe. Non è facile essere uno
stregone.
Non
voglio sembrare ingrato, sono contento di essere stato scelto, ma non
è facile. Prima ci sono stati gli attacchi, improvvisi e potenti.
Incantesimi malvagi che non conoscevo, ma di cui ho sperimentato gli
effetti. Arrivano con una sensazione di estraneità, come se la
realtà fosse da un’altra parte, poi mi si bloccano le gambe e le
braccia iniziano a muoversi da sole, non riesco a parlare, la vista
sparisce e perdo i sensi, tremando come una foglia. Che sensazione
terribile! All’inizio mi spaventava da morire, un paio di volte
credo di essermela fatta sotto. Non capivo perché proprio a me, poi
ho trovato il talismano e tutto mi è stato chiaro. Sono il prescelto
e i cattivi vogliono impedirmi di completare l’addestramento.
Ho
trovato l’amuleto due mesi dopo che erano iniziati gli attacchi.
Mamma era preoccupata, tutti mi guardavano con un misto di paura e
compassione. Stavo piangendo come un poppante nel vicolo dietro casa,
quando uno scintillio ha attirato la mia attenzione. Ho capito subito
che si trattava di qualcosa di grosso: un manufatto d’oro, dalla
forma ovale con impressa la figura di un uomo barbuto, avvolto in una
tonaca che impugna un bastone, dalla cui testa prendono forma raggi
di potere come una corona. Lo Stregone Supremo, senza dubbio. Una
prova che quello fosse proprio un oggetto destinato a me era il fatto
che fosse in mezzo alla spazzatura, come qualcosa senza importanza,
chi altri, se non il predestinato, avrebbe potuto capire? Io lo so
bene che le cose sono più magiche di come appaiono alle persone
normali.
Così
non ho pianto più, ho accettato la missione e il mio fardello. Gli
attacchi sono continuati, e non smetteranno finché non riuscirò
sconfiggere i maghi malvagi una volta per tutte. Ho due sospetti
principali: il vicino e il maestro Franco. Mi sta guardando adesso,
mi sembra di percepire i suoi pensieri malvagi. Se fossimo da soli lo
smaschererei e lo costringerei a un duello magico, ma il codardo si
nasconde dietro all’aspetto innocente di maestro di matematica.
Prima o poi farà un passo falso e io sarò lì per approfittarne.
Lui lo sa che potrei sconfiggerlo quando voglio, vedo la
preoccupazione nei suoi occhi. Forse sarebbe il caso di attaccarlo
ora, prima che sia lui a farlo. Faccio scivolare la mano in tasca a
cercare i bordi lisci del talismano, sento il potere scorrermi nelle
vene. La campanella suona salvandolo da una sonora lezione. Ma non
finisce qua.
Sono
sempre tra i primi a salire sull’autobus perché non ho nessuno con
cui scambiare chiacchiere o carte dei Pokemon, ma non mi interessa ho
ben altro di cui occuparmi. Mi siedo vicino al finestrino, il posto
accanto a me rimane vuoto anche se ci sono molti ragazzi sul bus. È
un sollievo, se subissi l’attacco non potrei garantire per la
sicurezza del mio vicino.
Casa
mia è l’ultima del paese, è piccola ma a me piace. Le chiavi sono
sotto il vaso di gerani. Mamma continua a chiamarlo così anche se i
gerani sono morti da anni ormai e adesso contiene solo erbacce. Il
soggiorno è in disordine e puzza un po’ di muffa, ci sono
confezioni di cibo e qualche lattina di birra. Da quando papà è
scappato, mamma lavora molto e non sempre può pulire, neanche questo
importa, un guerriero magico non guarda a queste cose.
C’è
qualcosa da mangiare sul tavolo, ma lo ignoro. Vado in camera, alla
piccola finestra vicino al letto sfatto. Eccolo lì, il mio acerrimo
nemico. Sta innaffiando il giardino, ma è una scusa per
controllarmi. Il suo sguardo severo fa trasparire un grande potere,
mi intimorisce. Finalmente torna in casa, lo vedo attraverso le
finestre al telefono del soggiorno, poi sparisce a escogitare chissà
quali malvagità.
Posso
rilassarmi e magari fare i compiti. Dopo essermi esercitato un po’
con gli incantesimi base. Prima il dovere.
Mentre
provo a far lievitare l’astuccio, il rumore di un’auto spazza via
la concentrazione. Corro alla finestra e riconosco l’auto.
Dannazione, non mi lasciano mai in pace. L’uomo scende dalla
macchina e si avvicina alla porta guardandosi intorno preoccupato,
suona. Non rispondo.
Mamma
mi ha detto che quando arriva l’assistente sociale e sono solo devo
far finta di non essere in casa, altrimenti mi porta via. Le ho
chiesto se è uno scagnozzo dei maghi cattivi, mi ha guardato strano.
Di
nuovo rumori di auto, se ne va. Ma sento che non è finita, i battiti
non scendono e la paura mi blocca le gambe, mi sembra di galleggiare
in un sogno. Le braccia tremano, capisco che un nuovo attacco è in
arrivo. Mamma mi ha insegnato la posizione in cui devo mettermi
quando arrivano, per impedire che la lingua mi vada in gola e mi
soffochi. Mi sdraio su un fianco, con il braccio ripiegato sotto la
testa e mi preparo alla battaglia.
Mi
chiamo Garion e sono uno stregone. Non mi arrenderò tanto
facilmente.
Vi è piaciuto? Vi
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