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mercoledì 6 ottobre 2021

Recensione #707 L'uomo di gesso by C.J. Tudor

 

Buongiorno, oggi vi lascio la mia opinione dell’ultimo libro di settembre, di cui ancora non vi ho parlato. Si tratta de L’uomo di gesso, un thriller che ho ascoltato durante le mie solitarie camminate quotidiane.


Titolo: L'uomo di gesso

Autrice: C. J. Tudor

Pagine: 352

Casa editrice: Rizzoli

Data di pubblicazione: 30 gennaio 2018

Trama

Sono trascorsi trent’anni. Ed Munster adesso è un uomo, è rimasto a vivere nella stessa cittadina e insegna nella scuola locale. Abita nella bella casa che gli ha lasciato la madre e affitta una stanza a una studentessa vivace da cui è attratto, suo malgrado. Ed sembra essersi lasciato il passato alle spalle, quell’estate del 1986 in cui era un ragazzino e trascorreva giorni interi con i suoi amici. Tra infinite corse in bicicletta, spedizioni nei boschi che circondano la pittoresca e decadente Anderbury e i pomeriggi a scuola, il loro era un tempo sereno: erano una banda, amici per la pelle. E avevano un codice segreto: piccole figure tracciate col gesso colorato, per poter comunicare con messaggi comprensibili solo a loro. Poi, un giorno, quei segni li avevano condotti fino al bosco. Fino al corpo smembrato di una ragazza. Chi sia stato l’artefice di un simile delitto, in questi trent’anni, non si è mai saputo. Sono state percorse innumerevoli piste, tutte finite in vicoli ciechi, tutte rimaste fredde. La verità di cosa sia successo quel giorno nel bosco non è mai emersa. Ma adesso Ed ha ricevuto una lettera: un unico foglio, un uomo stilizzato, disegnato col gesso. Anche gli altri hanno ricevuto lo stesso messaggio. L’uomo di gesso è tornato.
Con un thriller ispirato alla migliore tradizione anglosassone, C.J. Tudor afferra il lettore in una spirale progressiva e inesorabile, dentro la quale, solo nelle ultime pagine, ogni tassello troverà il proprio posto. Quando il quadro si farà d’un tratto necessariamente chiaro.





La mia prima impressione con questo romanzo è che mi ha ricordato moltissimo la tecnica narrativa usata spesso e volentieri da Steven King. Il gruppo di ragazzi amici per la pelle che incappano in un misterioso omicidio, l'unica ragazza presente abusata e picchiata dal padre, i bulletti che se la prendono con loro, ecc. La storia viene raccontata, pure qui molto simile al modo in cui lo fa King, andando avanti e indietro nel tempo dove un omicidio ancora non risolto sembra avere una svolta decisiva dopo un tot di anni.

Eppure con il suo stile coinvolgente, la Tudor è riuscita comunque a intrigarmi immediatamente. La voce narrante, in questo caso, è particolarmente azzeccata perché è riuscita a rendere benissimo sia il protagonista in versione bambino sia il protagonista in versione adulto. Mi sono piaciuti tutti i risvolti, gli intrighi e i colpi di scena della storia. Alcuni prevedibili. Però, sempre grazie all’abilità narrativa dell'autrice, la mia attenzione è rimasta costantemente incollata alla storia. Volevo ascoltarla in ogni momento! Dovevo sapere!

Il mistero in sé è stato ben gestito. Avevo, più o meno, intuito chi potesse essere stato a compiere il tutto. La Tudor come ogni mi bravo autore di thriller ha cercato di sviarmi in vari modi, gettando sempre nuovi indizi. Il mio sospettato principale è rimasto sempre lo stesso nonostante gli indizi portassero in altre direzioni.

Non avevo capito il tipo di relazione di un certo soggetto con un altro personaggio e ciò ha influito sul mio comprendere il movente dell'omicidio. Uno dei colpi di scena che mi ha sorpreso di più.

Sono stata indecisa sul voto per tutto il romanzo. Ero orientata più sulle tre stelle e mezzo che sulle quattro, però il finale... Caspita, dopo quel finale sono salita a 4 stelle piene. La stellina in meno è causata, naturalmente, dal fatto che mi ha ricordato un po' troppo lo stile e la tecnica narrativa usata da Stephen King.





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