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domenica 8 aprile 2018

Recensione #10 Imagica di Clive Barker by Antonia


Titolo: Imagica

Autore: Clive Barker

Editore: Sonzogno
Data di Pubblicazione: ottobre 1992
Pag: 1006

Trama
John Zacharias, detto Gentle, è un pittore, un falsario e un affascinante seduttore. C'è però qualcosa di incompiuto nella sua vita: un perenne desiderio di fuggire dalle cose e dalle persone, una misteriosa insoddisfazione di sé e degli altri. È una condizione che lo accomuna a Judith Odell, la donna bellissima e inafferrabile che più di tutte egli ha amato. Poi un giorno nella vita di entrambi irrompe Pie'oh'pah'. Pie, agli occhi degli uomini, è un assassino ridotto a vivere ai margini della società. Ma gli uomini ignorano che egli rappresenta la chiave d'accesso a meraviglie e misteri infinitamente più vasti e affascinanti di quelli cui essi sono avvezzi. Perché Pie sa che la nostra Terra non è che uno dei cinque Domini in cui è divisa l'Imagica. Solo pochi ne hanno avuto sentore, ma i loro simili li hanno chiamati pazzi, o maghi, o impostori. Ora però intere generazioni di poeti, visionari, sognatori stanno per avere la loro rivincita: si avvicina il solstizio d'estate, il giorno della Riconciliazione in cui la Terra verrà finalmente riunita agli altri quattro Domini. Resta da scoprire chi sarà il Grande Maestro, il privilegiato che prenderà su di sé la terribile responsabilità di compiere il rito. Per questo Gentle e Jude, guidati da Pie, s'imbarcano in un viaggio attraverso i Quattro Domini: vedranno i monti dello Jokalaylau, affronteranno i temibili Nullianac, conosceranno il potere delle Dee e sperimenteranno le crudeltà dell'In Ovo, il mondo da incubo che separa l'Imagica dalla Terra. Soprattutto, scopriranno di dover combattere contro due nemici spietati: da una parte l'Autarca, il tiranno che vuole che la Riconciliazione gli apra le porte del dominio sugli uomini; dall'altra la Tabula Rasa, una società segreta che sulla Terra persegue e sopprime spietatamente chiunque pratichi la magia. Tutto questo non impedirà a Pie, a Gentle e a Judith di portare a termine il loro viaggio e di giungere alla soglia del mistero più grande: il Primo Dominio, oltre il quale si estende la Città dell'Imperscrutato.




Barker ci inizia così ad un viaggio incredibile attraverso luoghi dove la certezza cede dinanzi al dubbio e allo stupore, luoghi popolati da creature bizzarre e “lovecraftiane”, alcune volte ripugnanti, altre invece addirittura affascinanti ed eccitanti. E’ il caso, ad esempio, di Pie’ oh’ Pah’, un “mystiff” in grado di plasmare le proprie sembianze secondo il desiderio dell’osservatore, instancabile compagno di viaggio nonché amante dello stesso Gentle. Da notare come questa circostanza riproponga uno dei temi senz’altro cari al genio di Liverpool, ovvero l’amore tra ciò che è umano e ciò che non lo è.
Quello del viaggio nei mondi paralleli è uno dei temi ricorrenti della poetica di Clive Barker; risulta evidente anche considerando solo le sue opere cinematografiche più famose. Ogni horror fan che si rispetti ricorderà, ad esempio, lo spiraglio che si apre sul mondo dei supplizianti in Hellraiser (dal romanzo Schiavi dell’Inferno) o la città sotterranea di Cabal. In altri romanzi (Apocalypse, Everville, Weaveworld, il ciclo di Abarat) il tema dell’altro mondo è maggiormente sviluppato, si trova al centro della trama; questo per Imagica è vero al massimo grado. Per molti degli abitanti umanoidi dei Domini la nostra vecchia Terra è un paese esotico e favoloso, come lo è per noi il loro. Copiano le nostre mode, collezionano i nostri oggetti. È un mondo preindustriale: sanno produrre veicoli a motore, ma ognuno è costruito e decorato in modo originale, come un oggetto di alto artigianato. Ci sono città, villaggi, mari, ospedali psichiatrici. Si incontrano filosofi, rudi soldati, gruppi di pastori, politici, schiavi della droga, adepti a sette segrete.
Barker evita i cliché del fantasy o dell’horror, e si impegna per offrire al lettore immagini mai viste prima e spunti originali sui grandi temi: il sesso, Dio, l’amore, la morte. Barker fa sempre trapelare la sua concezione disincantata e tragica, quasi leopardiana, della vita: noi esseri umani, alla pari dei demoni familiari, degli Oethac, dei Mystif, e delle altre creature dei Domini, siamo figure fragili, confuse, fuorviate dalle nostre passioni, dal nostro egoismo. Solo l’amore, il sogno e l’avventura possono salvarci e portare nelle nostre vite un barlume di magia.
Questo romanzo, che il maestro di Liverpool ha dichiarato recentemente essere il suo preferito, è probabilmente anche il suo capolavoro. Imagica è un romanzo meraviglioso ed incredibilmente complesso, impossibile da riassumere in poche parole. Lo si può “soltanto” leggere e, leggendolo, amare.



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