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mercoledì 9 agosto 2017

Chi ben comincia #18




REGOLE:
- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti


Buon mercoledì, per la rubrica ideata dal blog Il profumo dei libri, stamattina voglio incuriosirvi con l'incipit di un libro che prevedo di leggere al più presto.

Puzzle di cuori di Ledra





Atroce.
Era stata una giornata lunga, infinita… proprio atroce. Non sapeva che altro aggettivo trovare per definire il dolore sordo e pulsante che le divorava il cuore. Samantha si passò una mano sul viso, non aveva ancora versato una lacrima e non stava seguendo nessuno dei consigli che lei elargiva con convinzione alle sue pazienti. Non urlava, non piangeva, non rompeva vasi e non muoveva un muscolo. Non era neppure in grado di dire da quanto tempo fosse lì a fissare il suo bellissimo abito da sposa. Lungo, a sirena, con scollatura a cuore, tempestato di perline e brillantini. Aveva deciso il modello dopo essersi innamorata di uno simile guardando la trasmissione Cercasi abito da sposa. Il cellulare suonò. Un’altra volta. La suoneria di Pocahontas l’avvertì che era di nuovo Rossella. Non voleva risponderle, non voleva parlare con nessuno. Si mise a letto vestita, si tirò le coperte sopra la testa e cercò di dormire: erano le sedici e nulla andava bene.
Il campanello suonò incessantemente insieme al cellulare. Samantha si riscosse, strinse gli occhi e guardò la sveglia: le nove. Si sentiva pesta e dolorante, un mal di testa fortissimo le trapanava ininterrottamente nel cervello e la forza vitale l’aveva abbandonata. Mise i piedi per terra e si rese conto di essere ancora vestita, tutta stazzonata ma completamente vestita con addirittura le calze. Oltre al campanello e al telefono, si erano aggiunti dei colpi alla porta.
«Samantha, aprimi! Aprimi, cazzo! Aprimi! So che sei lì!» sentì urlare l’amica.
Sospirò, doveva immaginare che Rossella, da vero ariete, non avrebbe mollato mai il suo obiettivo che in quel momento era lei.
Con flemma, si diresse alla porta e, con uno scatto furioso, l’aprì con ferocia mentre Rossella sollevava il pugno per bussare. Un cazzotto micidiale la stese al tappeto e, guardando l’amica che la squadrava terrorizzata, con una mano sulla bocca e il cellulare nell’altra, cominciò a versare tutte le lacrime che, fino a quel momento, non si era permessa di far sgorgare.
«Porca miseria, perché non mi hai urlato che stavi per venire ad aprirmi?» si mise a inveire Rossella mentre cercava di alzarla. Samantha non desiderava muoversi, ora che le lacrime scendevano voleva solo singhiozzare per l’eternità. «Avanti, dai alzati, muoviti, che mi fai stare male. Dai, muoviti!». Rossella la prese da dietro e cominciò a tirarla su mentre lei voleva solo distendersi sul pavimento. Ma l’amica, come un cane che non mollava l’osso, riuscì a metterla sul divano e a trovare, nella sua borsa da Mary Poppins, un fazzoletto di Titti. «Avanti, soffiati il naso» la incitò un po’ brusca, poi si precipitò ad aprire il freezer e ne estrasse l’unica bistecca di pollo che Samantha aveva già destinato per la cena, l’avvolse in uno strofinaccio e gliela spiaccicò in faccia senza tante cerimonie.
«Ahi, mi fai male!» urlò lei.
«È anche poco, vista tutta l’ansia che mi hai fatto venire» le ribatté furiosa Rossella. «Che cazzo ti è successo? Stavo per chiamare Chi l’ha visto. Non dovevamo andare a prendere le bomboniere ieri? Sei sparita, non mi hai chiamata, non mi hai messaggiato per dirmi “ehi scema non aspettarmi due ore in piedi fuori da un negozio in cui non entrerai mai perché non hai neppure l’illusione di un uomo che ti sposi”. Allora, che scusa hai? Guarda che se non ne hai una valida, giuro che anche se siamo amiche da ventiquattro anni, io ti mollo!» continuò imperterrita. Fece per riprendere la tiritera ma si fermò. Evidentemente la sua faccia sconvolta, i vestiti sgualciti e le lacrime ininterrotte l’avevano gettata nel panico. «Cara, mi dici cosa è successo?» le chiese l’amica chiaramente allarmata.
«Gianpietro mi ha lasciata» le rispose Samantha guardandola negli occhi e ricominciando a piangere disperata.






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