Pagine

giovedì 26 gennaio 2017

Recensione #30 L'uomo di Pietroburgo by Ken Follett

Un romanzo storico/thriller facile da leggere ambientato in Inghilterra nel 1914. Conoscevo già Follet per altri suoi scritti ed è stato un piacere rituffarmi nelle sue pagine.


Autore: Ken Follett
Titolo: L'uomo di Pietroburgo
Editore: Oscar Bestsellers Mondadori
Data di pubblicazione: 1 marzo 1986
Pagine: 336
Prezzo Amazon: 6,99

Trama
Londra, 1914. L'impero britannico sta vivendo la sua ultima lunga estate. La Germania si prepara alla guerra e l'Inghilterra cerca disperatamente alleati. La soluzione sembra poter venire dalla Russia. Churchill, primo lord dell'ammiragliato, si reca da lord Stephen Walden per ottenere il suo aiuto. Il giovane principe Aleksey Orlov, nipote dello zar Nicola, sta per giungere a Londra per dei colloqui segreti, e lord Walden nonsolo lo ospiterà, ma rappresenterà l'Inghilterra al tavolo delle trattative. Ma ci sono altre persone interessate alla presenza a Londra del principe Orlov: Charlotte, la figlia dei Walden, caparbia e idealista; Basil Thomson, capo della sezione speciale, e soprattutto Feliks Ksessinsky, l'anarchico russo, l'uomo senza paura venuto da Pietroburgo. Via via che le trattative si protraggono, i destini di questi personaggi s'intrecciano ineluttabilmente e, mentre l'Europa si prepara alla catastrofe della guerra, si svolge l'ultima tragedia familiare che sconvolgerà l'esistenza di lord Walden. L'atmosfera di un'epoca che sta per scomparire rivive in questo romanzo di Ken Follett ricco di azione, suspance, romanticismo.






L'aristocratico inglese Walden sta cercando di realizzare un alleanza anglo-russa alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Feliks, un determinato anarchico russo è inviato in Inghilterra per evitare che le due parti stringano questo patto.


E' una storia avvincente e con personaggi davvero interessanti. Follett crea con Feliks, un antagonista, con cui il lettore non può fare a meno di simpatizzare, lasciandolo incerto su come voglia che la storia finisca.
Era affamato e senza un soldo, e presto non avrebbe avuto più una casa. Ma la vita era meravigliosa: non sentiva la mancanza di alcunché. Era assetato solo di nuove idee, e ogni giorno imparava nuove cose di poesia, storia, psicologia, e, soprattutto, politica.

Come si è capito Feliks è il mio personaggio preferito, l'ho adorato dalla prima pagina all'ultima.
Dopo di lui quella che ho apprezzato maggiormente è la giovane Charlotte. Mi piace come, da bimba cresciuta sotto una campana di vetro, prenda coscienza di come è la vita nel mondo al di fuori della sua sfera. Viene a conoscenza dei problemi reali che affronta la gente normale e cerchi di cambiare le cose.
Bello anche il rapporto che si crea tra lei e Feliks...
Il conte Waden non è un cattivo personaggio anche se le sue decisioni e il suo modo di agire non siano perfetti. Ama la figlia Charlotte senza riserve...

Forse tutto quello che ho fatto come padre è stato sbagliato. Non mi sono reso conto di come il mondo sia cambiato. Non mi sono reso conto di quale ruolo avrebbe avuto la donna nel 1914. Un fallimento completo, sembra. Ma ho sempre fatto ciò che credevo meglio per te, perché ti volevo bene, e te ne voglio ancora.

Quella con cui proprio non sono entrata in empatia è Lydia che trovo insopportabile e debole. Nonostante si sia sacrificata per salvare Feliks, non è che abbia avuto una vita difficile o un marito che la maltrattasse. Le sue uniche preoccupazioni erano talmente banali da farmela odiare.

La cena organizzata da Lydia fu un vero disastro. Dato che non c'era Stephen, toccò a George sedersi a capotavola, col risultato che gli altri convitati rimasero in numero dispari. Cosa ancora più spiacevole, Lydia era talmente pensierosa che riuscì a stento a sostenere una conversazione educata, di sicuro poco brillante.


Mi è piaciuto molto il mix di romanzo storico e spionaggio, mistero e intrigo, azione e avventura. Ho apprezzato anche come l'autore intreccia insieme le molte linee del racconto. La storia ha un buon ritmo e si muove velocemente, di certo non una lettura noiosa. Alcuni aspetti della trama sono prevedibili, ma questo è perdonabile.
La scena finale è stata davvero sorprendete ed emozionate. Ingiusta, dal mio punto di vista, ma il libro aveva bisogno, in qualche modo, di finire e risolvere le cose.

Uomini e donne sono felici quando amano. Il rapporto d'amore non è la stessa cosa che un rapporto di venerazione. Si venera un dio. Gli esseri umani possono solo essere amati. Quando si venera una donna non si può amarla. Poi, quando si scopre che non è un dio, la si odia. È triste.



Nessun commento:

Posta un commento