Oggi
si conclude il primo mese di questa nuova rubrica Tu leggi? Io
scelgo!, ideata da Chiara (La
lettrice sulle nuvole) e da Rosaria (Niente
di personale). Il blog dal quale dovevo trovare un libro era
quello di Francesca Verde (Libri,
Libretti, Libracci). Scorrendo tra le letture di Francesca, sono
stata “attratta” da questo titolo, “Biancaneve e il
cacciatore”. Quindi ho deciso di leggerlo, un po’ perché avevo
visto il film e mi era piaciuto, un po’ perché amo le favole e
anche i retelling delle fiabe. Biancaneve è una delle fiabe della
mia infanzia, non la mia preferita, ma sicuramente una di quelle che
mi hanno tenuto compagnia da bambina.
Titolo:
Biancaneve e il cacciatore
Pagine: 280
Data di pubblicazione: 11 luglio 2012
Pagine: 280
Data di pubblicazione: 11 luglio 2012
Trama
Re
Magnus è in guerra contro un terribile nemico. Ma armi e battaglie
non lo distraggono dal doloroso ricordo della moglie perduta. Di lei
gli rimane solo la piccola Biancaneve. Fino al giorno in cui, nella
Foresta Tenebrosa, il re incontra una donna bellissima, capace di
farlo innamorare di nuovo: la malvagia Ravenna. È la regina del
Male, che con le sue arti di magia nera, assorbe dal cuore delle
fanciulle l’eterna giovinezza, uccidendole. La prossima vittima è
Biancaneve. Ma sotto il candore della pelle e l’ingenuità dello
sguardo, la ragazza cela un animo guerriero. Ed Eric, il cacciatore
destinato a sopprimerla, si troverà di fronte una donna coraggiosa,
affascinante, e decisa a combattere, nonché una banda di nani
ribelli che darebbero la vita per lei. La perfida Ravenna ha i giorni
contati.
Questa
nuova versione della fiaba non ha niente a che vedere con la favola
della tradizione dei fratelli Grimm e neppure con la trasposizione
cinematografica della Disney. È una storia diversa, dall’atmosfera
più gotica, più guerriera, ma l’idea di fondo rimane sempre la
stessa. Le due differenze sostanziali sono nel “movente” della
regina, che qui si chiama Ravenna e non Grimilde, e nel primo bacio
che risveglia la principessa. In questo libro è infatti il
cacciatore Eric a destare Biancaneve dal sonno eterno e non il
principe azzurro.
Ravenna
è mossa dalla vendetta ed è talmente divorata da questo sentimento
da non tenere in considerazione neanche il legame con il fratello. Un
legame oltremodo morboso e malato, ma tenuto in piedi solo fino a
quando le torna utile; nel momento in cui cercare di salvare il
fratello rappresenta anche la sua fine, la regina non ci pensa due
volte e abbandona Finn a se stesso, condannandolo a morte certa.
Devo
ammettere che forse aver visto il film in qualche modo ha
“influenzato” il mio approccio. Infatti, prima di tutto, devo
dire che questo è uno dei pochi casi in cui il film è migliore
del romanzo. Poi però ho scoperto anche il perché: la versione
della Blake è la traduzione scritta della sceneggiatura. Già dalle
prime pagine ho rivisto nella mia mente le immagini della versione
cinematografica, ma con una differenza: la versione stampata non
rispetta a pieno il ritmo delle scene del film. In quest’ultimo si
vive l’azione, il pathos della fuga di Biancaneve e/o la “caccia”
ad opera degli uomini della regina, nel libro questa azione non l’ho
assaporata. Sicuramente la versione scritta ha il pregio di farti
entrare nei personaggi, ma l’ho percepita molto “distaccata”.
La storia narrata mi è piaciuta, ma non sono riuscita a provare
empatia con i personaggi, che ho più subìto che vissuto.
Il
Cacciatore è forse il personaggio che ho più amato, a farla
da padrone è questo dolore che lo pervade completamente, il suo
amore senza fine per la moglie Sara, trucidata da briganti. Questo
fatto lo ha reso disilluso, perso nel suo dolore, rancoroso. Affoga
tutto il suo essere nell’alcool… Poi incontra Biancaneve e
qualcosa in lui cambia, ma bisogna aspettare la fine per capire come
cambia.
Non
era bravo nelle amicizie e nelle relazioni in generale, con tutte le
complicazioni che derivano dalla vicinanza e dalla compagnia di un
altro essere umano. Era più facile stare soli.
Biancaneve
invece è insulsa. Almeno per tutta la prima parte è e rimane una
bambina, è cresciuta anagraficamente, ma non psicologicamente… Ci
sta pure, ma, essendo lei l’eroina di questo racconto, te l’aspetti
un po’ più viva! Per fortuna verso la fine della prima parte si
inizia ad intravedere un po’ del carattere impavido che avrebbe
dovuto caratterizzarla, coraggio che poi esce fuori, anche se non del
tutto, nella seconda parte. Solo quando comprende di essere davvero
“predestinata”, Biancaneve allora cambia atteggiamento… Peccato
che siamo ormai arrivati al termine del racconto!!! Nell’ultima
parte ha l’aspetto dell’eroe, prende sicurezza, il fatto di avere
consapevolezza le dona coraggio, forza, speranza…
-
La speranza non si spegne mai – sussurrò Biancaneve.
È
chiaro che, essendo una favola, la parte da padrone la fa la magia, a
cominciare dall’incantesimo pronunciato dalla madre di Ravenna…
“Ricorda”
gridò “con sangue innocente l’incantesimo è stato lanciato, e
solo con sangue innocente potrà essere sciolto.”
…allo
specchio, unico amico della regina, alla Foresta Tenebrosa. Ma,
essendo “magia cattiva”, ha il suo prezzo…
Finn
la studiò attentamente. – La magia ha un caro prezzo da pagare –
disse infine. Cauto.
E
poi c’è anche la parte delicata, rappresentata dagli aiutanti di
Biancaneve, gli animali… Sto pensando alle gazze o al cavallo
bianco, che l’aiutano nella fuga dal castello; sto pensando ai
Nani, che sicuramente non sono i buffi personaggi della storia
della tradizione, ma sono comunque simpatici e legati alle fatine
buone.
In
conclusione posso dire che sono combattuta nel dare una votazione
netta, la prima parte mi ha un po’ delusa perché l’ho trovata
lenta e poco appassionante, bella nelle descrizioni
dell’ambiente, ma nulla di più. La seconda parte è stata più
attiva, insomma inizia a venir fuori l’idea di battersi per
portare il popolo a vivere nella speranza.
-
Ma ora ho capito che non può esserci pace, se altri soffrono.
Sinceramente,
non rileggerei questo libro, mi limiterei a vedere il film.
Però la lettura è stata scorrevole e ho passato ore in un mondo
fatato. Forse è un racconto più indicato per ragazzi.
Vi lascio anche il calendario per recuperare tutte le altre recensioni.
Al prossimo mese con una nuova recensione.